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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 9814 letture )
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Ecco che ritornano i cinque ragazzi terribili di Fulda, dopo il live album del 2003 ed il riuscitissimo Mandrake del 2001. Tobias Sammet, chiusa la fortunata parentesi Avantasia, si è messo al lavoro assieme alla band per creare questo Hellfire Club, che di certo non deluderà le aspettative dei numerosissimi fans dei tedeschi. Nel frattempo c'è stato il passaggio dalla AFM Records alla ben più blasonata etichetta discografica Nuclear Blast, che ha messo a disposizione del gruppo grandissimi mezzi come un'intera orchestra, un ottimo biglietto da visita per questa release.
Il disco si muove, come era ampiamente prevedibile, tra il power più tirato e l'heavy melodico, passando per l'hard rock; la vera novità, oltre alla presenza dell'orchestra, è il largo utilizzo di chitarre graffianti e vocals aggressive (per la verità già sperimentate su Mandrake in tracce come Nailed to the Wheel), presenti sia nell'opener Mysteria che nella successiva The Piper Never Dies, davvero due ottime canzoni; la prima svela una potenza che forse la band non aveva mai espresso, mentre la seconda, col suo lento incedere, dimostra che gli Edguy non sono solo speed-song ultra-melodiche. Segue la tiratissima We Don't Need a Hero, tipico up-tempo che non avrebbe di certo sfigurato nelle precedenti release del gruppo. Tocca all'affasciante Down to the Devil, introdotto da un suggestivo piano; buona canzone con un ottimo ritornello. Immenso il lavoro dei cori in queste canzoni (grazie anche al grande Ralf Zdiarstek, putroppo spesso dimenticato, ma vera e propria anima dei cori), da sempre punto di forza del combo tedesco.
Quindi il primo singolo del cd, King Of Fools, mid-tempo molto soft che sinceramente mi ha lasciato un po' perplesso: è suonato davvero bene, ma a mio parere troppo prevedibile e scontato. Segue quindi la prima ballad del cd, in cui finalmente possiamo gustarci l'opera dell'orchestra, che segna -secondo me- un netto passo in avanti per Tobias nella maturazione come artista. Infatti, sono sempre stato molto critico nei confronti delle ballad degli Edguy, che trovo tutt'ora soporifere (Avantasia compreso), ma devo ammettere che questa Forever si lascia ascoltare davvero volentieri. Tocca quindi ad Under the Moon e Rise Of The Morning Glory, due pezzi tirati molto piacevoli con ritornelli all'altezza; in mezzo a queste due troviamo una piacevolissima sorpresa, Lavatory Love Machine, un pezzo molto divertente e simpatico che si ispira alla miglior tradizione hard rock tedesca.
A concludere questo disco troviamo due ottimi pezzi, la rocciosa Navigator, tipico pezzo heavy con un grande ritornello, e l'altro lento The Spirit Will Remain, in cui si impone di nuovo l'orchestra con ottimi arrangiamenti, degna conclusione di un lavoro buono per la band. Grandissima la prova di Sammet dietro al microfono, preciso, potente e sognante. Il gruppo appare compatto e affiatato, sono davvero contento di quanto fatto e guardo al futuro con ottimismo.
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VOTO LETTORI
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67.91 su 112 voti [
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11
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Vorrei in parte rettificare il precedente commento, forse sono stato esageratamente severo con questo che è un ottimo album davvero: gli assoli sono proprio la punta di diamante del CD, ma tutto il lavoro è di ottima fattura, dimostra grande classe nel suo genere, Tobi davvero in gamba, dimostra un’incredibile intraprendenza… |
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10
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L’album si snoda attraverso variegati brani, caratterizzati dalla oramai consueta esagerata verbosità di Tobi, a cui ci abbiamo fatto l’abitudine. Al di là degli eccessivi sproloqui, quello che si nota piacevolmente è la qualità degli assoli ed un impegno complessivo degno di ammirazione, anche se a volte l’effetto “fracasso” che ne può sortire può non essere del tutto gradevole… |
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9
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Anche per me l'apice degli Edguy... ma insieme al successivo Rocket Ride (senza voler nulla togliere al bellissimo Mandrake). Grandi canzoni e grandissima performance di Tobias Sammet. Un 90 ci sta tutto! |
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8
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L'apice degli Edguy assieme a Mandrake per quanto mi riguarda. Cresciuto nell'ascolto del metal grazie a Mysteria e la divertente e assurda Lavatory Love Machine, l'album ha un sound cosi potente che vira a volte sul thrash. Rise Of the Morning Glory è pura adrenalina con doppi sensi che solo Tobi poteva scrivere e inserire in un disco, The Piper Never Dies è uno dei loro apici nella sua maestosità e una ballad come The Spirit Will Remain non si sente tutti i giorni, grazie anche ad una interpretazione eccellente di Tobi, che qui iniziava già a sporcare il timbro e successivamente subirà un calo notevole a livello vocale |
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7
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Credo che Forever sia la ballata più bella mai uscita negli ultimi anni! Ma tutto il disco è spettacolare! |
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6
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grandissimo il duetto insieme al leggendario Mille Petrozza in Mysteria |
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5
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Ottimo album! Lavatory Love Machine è una delle mie preferite.. Ma l'album in se' , a mio parere, è veramente bello! Gli do' un 88 come voto |
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4
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Potente e divertente lungo tutta la durata, senza cali e con alcuni interessanti picchi come Mysteria, The piper never dies, Down to the devil e Lavatory love machine. Bella anche la lenta Forever! Frande Sammet un vero talento alla voce che potrà ricalcare le orme dei grandi del rock! |
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3
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Senza alcun dubbio il mio preferito degli Edguy. Soprattutto per il sound potentissimo e la varietà delle composizioni.Tutto ad alto livello,da segnalare la versione alt.di Mysteria con Mille Petrozza a schitarrare. |
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2
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Semplicemente fantastico! |
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1
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Ben suonato, ben prodotto, con alcuni brani decisamente degni di nota. Si indulge ancora in alcuni stereotipi helloweeniani, ma va bene così. Il Power Metal lo hanno inventato le zucche, dopo tutto. Un bel gruppo, questi Edguy. Mio voto: 80 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01 Mysteria
02 The Piper Never Dies
03 We Don't Need a Hero
04 Down to the Devil
05 King of Fools
06 Forever
07 Under the Moon
08 Lavatory Love Machine
09 Rise of the Morning Glory
10 Lucifer in Love
11 Navigator
12 The Spirit Will Remain
13 Children of Steel (03 mix)*
14 Mysteria (Alt.)*
*Bonus track
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Line Up
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Tobias Sammet - lead and backing vocals, keyboards
Jens Ludwig - lead guitar, backing vocals
Dirk Sauer - rhythm guitar, backing vocals
Tobias Exxel - bass, backing vocals
Felix Bohnke - drums
Guests
Mille Petrozza - co-lead vocals on track 14
Michael Rodenberg - keyboards, orchestral arrangements
Amanda Somerville, Oliver Hartmann, Ralf Zdiarstek, Thomas Rettke, Daniel Schmitt - backing vocals
The Deutsches Filmorchester Babelsberg conducted by Matthias Suschke
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