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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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27/10/2018
( 2576 letture )
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Dopo una serie di album importantissimi per l’heavy metal in generale e fondamentali per quello tedesco, culminati con Russian Roulette del 1986 era tempo di sconvolgimenti in casa Accept. Udo Dirckschneider, la cui voce graffiante era ormai diventata uno dei trademark della formazione teutonica, da lì a poco lasciò la band per delle divergenze con l’altro leader della band Wolf Hoffmann e con il resto dei suoi membri. Questo spinse l’esplosivo vocalist verso un progetto gestito direttamente da lui stesso, che con uno slancio di fantasia secondo solo a quello di Ronnie James Dio decise di chiamare semplicemente U.D.O.. Al suo fianco, il Colonnello reclutò membri che con l’heavy metal ci sapevano fare: Mathias Dieth alla chitarra, l’unico a rimanere un elemento stabile della band per più di qualche album; Peter Szigeti e Frank Rittel per chitarra e basso, già protagonisti in un’altra band cardine del metallo pesante made in Germany, gli Warlock di Doro Pesch; a chiudere, Thomas Franke dietro le pelli.
Il risultato tangibile di questa trafila si chiama Animal House, esce nel 1987 e suona talmente Accept che per certi versi è di fatto il successore di Russian Roulette, dal momento che l’ex band di Udo risponderà nel 1989 con Eat the Heat, un album tanto buono quanto mal recepito dal pubblico per la sua vicinanza a sonorità più americane e hard rock, che ovviamente era anche privo della caratteristica voce graffiata del Colonnello. Nei tre quarti d’ora scarsi di Animal House dunque si ritrovano la consueta grinta, l’acidità, il riffing serrato e l’appeal melodico di certi ritornelli della storica band teutonica, elementi che di fatto ritorneranno anche in occasione della provvisoria reunion degli Accept con Udo negli anni Novanta e che il tarchiato singer riproporrà in tutta la sua longeva carriera solista con gli U.D.O.. L’opener e title track di Animal House è un manifesto di questo tipo di heavy metal, e non tarderà a diventare uno dei suoi principali successi. Un’introduzione inquietante, un riff pesante e un refrain iconico consacrano Udo come un “madman” che vive in una “casa per animali” insieme ai membri della sua band, come raffigurato in copertina. Naturalmente la title track non è il solo momento significativo della scaletta, che trova grande spolvero specialmente nella sua prima metà, con pezzi come la frizzante Go Back to Hell, Black Widow o la coinvolgente e più hardrockeggiante Lay Down the Law, ma l’episodio più simbolico di tutti è una semiballad, la splendida They Want War. Un intro di chitarra tipico introduce un pezzo cha fa soprattutto del significato la sua potenza, dedicato a tutti quei bambini portati sul campo di battaglia da uomini senza scrupoli, obbligati a reggere un’arma più grande di loro e morti con gli occhi spalancati prima ancora di poter piangere. I cori di bambini che accompagnano gran parte del pezzo sono un valore aggiunto per una canzone veramente emozionante, con Udo che riesce a dare una grande interpretazione soprattutto nella sua preghiera disperata che culmina nei versi finali: Children in the battlefields, please don’t go! Little birds with fluttering hearts, please don’t go!. Anche In the Darkness è una semiballad, più notturna e introspettiva, con un significato meno potente ma di ottimo livello e classe, con una notevole parte solistica. Nella seconda parte della scaletta si riscontra però un certo calo, con canzoni discrete ma mai top tracks, che fanno fatica a fissarsi nell’ascoltatore dopo brani del calibro di quelli citati poco sopra. Warrior, con qualche eco priestiano, e We Want It Loud riescono comunque ancora a fare la loro buona figura, ma brani come Coming Home o la marcetta conclusiva Run for Cover filano via lisce senza che nessuno senta più di tanto la loro mancanza.
Heavy/speed metal di bella fattura e senza fronzoli è contenuto in Animal House degli U.D.O., ma è un discorso che vale per tutta la carriera del singer tedesco. Questo esordio probabilmente rimane uno degli episodi migliori della band grazie a delle tracce divenute dei classici, They Want War su tutte, ed è imprescindibile per ogni fan degli Accept, delle corde vocali di carta vetrata di Udo e di questo tipo di heavy metal classico. Un album non esente da difetti ma di gran livello, ennesimo parto felice di un epoca d’oro che non tornerà più.
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16
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Album dalla genesi interessante... gli stessi Accept aiutarono nella sua stesura, una specie di lascito o separazione amichevole...
Ok gli Accept ripresero la formula di Metal Heart passando definitivamente al Glam Metal con Eat the eat e In un certo senso Animal House riprende un po da Russian Roulette ma neppure lui é totalmente estraneo alle mode del tempo e faccio notare che ben 3 componenti di questa Line Up venivano dai Warlock e uno addirittura dai pre-Warlock ovvero gli Snakebite.
A me é piaciuto! |
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15
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Gran bell album..molto meglio di quello degli Accept con l'altro cantante..un sanissimo album di puro heavy metal,anche se bisogna dire che in mezzo ad alcuni brani stupendi,ce ne sono alcuni mediocri come:black widow,run for cover e we want loud,per fare qualche esempio. |
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Ne rimasi folgorato già dal primo ascolto, per me un capolavoro assoluto, il migliore di Udo voto 95!!! |
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4 canzoni bellissime contro 6 di livello medio basso. Forse l'album meno compatto degli Udo e per questo, a mio avviso, il più sopravvalutato. |
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12
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Magnifico disco degli Accept. Regalato a Udo perché la band era pressata per virare sul rock americano. Il tempo ha dato ragione a Dirk. |
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è di fatto un disco degli accept basta leggere i credits delle canzoni. ottimo lavoro.85 |
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Penso che sia il disco che ho più ascolatato in vita mia, per me è un capolavoro assoluto. Tutte le canzoni sono di alto livello, comprese coming home e run for cover snobbate dal recensore Da sottolineare la grandezza di Mathias Dieth , uno dei migliori chittaristi che abbia avuto la scena tedesca. Animal house , mean machine , timebomb e l'ultimo steelfactory rappresentano il top della produzione degli U.D.O. |
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9
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Lo so, ce l'ho, pezzi scritti da tutti gli Accept compresi Fisher e Deaffy |
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@Mic: Difatti, furono proprio gli stessi Wolf & Peter a "donare" (insieme al bel servito..) i pezzi a Udo! 😏 |
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7
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Probabilmente il migliore di Udo solista, dopo Timebomb. Consiglio vivamente di recensire anche i successivi tre dischi, vederli mancare, essendo per me i migliori, è una mancanza ^ |
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6
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Ma questo mancava nel database del sito? Incredibile. Ottimo disco, il successore non ufficiale Russian Roulette |
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5
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Grandissimo disco, fra i migliori del cantante tedesco. Anche qui Heavy Metal purissimo con la voce scartavetrata di Udo a farla da padrone. Uno di quei dischi sotto il quale 90 non può andare. |
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4
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D'accordo con Alessio! Per fortuna, almeno lui capì che non era il caso di seguire il trend che imperava negli USA.. Anzi, forse il bello è che suona proprio rétro. Mi sa che, ora me lo vado a riascoltare.. |
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3
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Grandissimo album di Udo. Io qualche punticino in piu glielo do' volentieri. Quasi sul livello degli album immortali degli Accept prima parte anni 80. |
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2
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Ho ancora la casseta con la registrazione di linea rock, quando Garavelli la passò in anteprima. La title track fu come un pugno nello stomaco, veramente sembrava di ascoltare un disco degli accept. Degno successore di fast as a shark. Disco molto bello, poi si è un po' perso. Ma Udo rimane un gran personaggio |
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Animal house sarebbe dovuto essere stato (in teoria) un album degli accept. Ho letto che praticamente le song erano state composte per la band madre ma che 'decisioni' interne alla band, per un cambio stilistico',portano udo a farle sue con il beneplacido assenso degli accept stessi. Beh, che dire? Suona accept in tutto e per tutto e per un fan di questa band non è poco. Effettivamente gli eighties hanno portato in dote un numero incredibile di album di valore (per usare un eufemismo), e nel suo 'piccolo' anche animal house ne può, a buon diritto, farne parte. (Imho) |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Animal House 2. Go Back to Hell 3. They Want War 4. Black Widow 5. In the Darkness 6. Lay Down the Law 7. We Want It Loud 8. Warrior 9. Coming Home 10. Run for Cover
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Line Up
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Udo Dirkschneider (Voce) Mathias Dieth (Chitarra) Peter Szigeti (Chitarra) Frank Rittel (Basso) Thomas Franke (Batteria)
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