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Ministry - The Squirrely Years Revisited
14/04/2025
( 798 letture )
Che Al Jourgensen sia un tipo “bizzarro” è noto a tutti. Droghe, eccessi, screzi vari tra cui episodi come quello in cui per sbaglio fece consumare a Maynard e altri dei Tool LSD o come quando molestò il rapper Ice Cube strusciandosi nudo su di lui o infilandosi degli ortaggi su per il culo per terrorizzare i membri dei Metallica e copertine come quella di Dark Side of the Spoon danno un giusto contesto all’artwork di cattivo gusto di The Squirrely Years Revisited; nascosto nell’edizione CD da una sovraccopertina aggiunta all’ultimo momento ma comunque presente e “bizzarro” appunto quanto il mastermind del progetto. E sorvolando su questo aspetto che a primo impatto sembra non essere stato recepito positivamente dai fan, The Squirrely Years si rivela una raccolta capace di incastrarsi perfettamente nella lunga serie di contraddizioni che fa parte della carriera dei Ministry.

Contraddizioni perché Al ci aveva lasciato, dopo aver innumerevoli volte ritrattato la cosa, con l’idea che la band avesse per davvero concluso la sua attività in studio con Hopiumforthemasses, album molto valido con pezzi diretti e aggressivi e altri più elaborati. Ma poco dopo ecco arrivare la notizia che ci sarebbe stato un ultimo capitolo composto assieme allo storico collaboratore di Jourgensen: Paul Barker. E qual era il modo migliore per entrare nell’ottica di quella che era la vera anima dei Ministry se non recuperare ciò che la band fece ai suoi esordi? Peccato che qui sta l’ennesima contraddizione dello zio Al: lui odiava quel periodo. Per anni ha sempre rinnegato l’esordio With Sympathy, album nato per volere della casa discografica e non per volontà di Al a detta sua, che già con Twitch riuscì a dare atmosfere più dark alla sua miscela elettronica per poi approdare definitivamente al metal con il seminale The Land of Rape and Honey, autentica pietra miliare dell’industrial. L’odio del musicista era tale che rifiutò sempre di firmare copie di With Sympathy se non per cifre folli come mille dollari da destinare poi in beneficenza stando a quanto disse lo stesso Al. E questa decisione di rispolverare il passato più remoto del suo progetto può forse essere l’occasione di fare pace con esso prima della fine. Ci sono state infatti tante pubblicazioni dei singoli e dei pezzi di quel periodo in varie raccolte, ma una ripresa vera e propria di quella musica in studio è un interessante occasione per l’ascoltatore.
Ma come sempre è la musica a parlare per davvero in questi casi e le nove (dodici con le bonus track dell’edizione CD) dimostrano che la band crede veramente nella validità di questa raccolta. Ad aprire le danze è Work for Love, scelta più che giusta visto che With Sympathy nella sua edizione europea venne chiamato proprio Work for Love con la traccia messa come opener in quanto in origine singolo di lancio del lavoro; sicuramente uno dei pezzi più rappresentativi del disco. Le atmosfere synth pop dell’esordio vengono riproposte a quarant’anni di distanza con tutto ciò che questo comporta, la voce di Al ormai roca e bassa (probabilmente anche per i decenni di consumi di droga) non è più quella del 1983 con quel finto accento inglese che lui odiò a morte dover camuffare. Il risultato è comunque più che soddisfacente, capace di intrattenere e divertire considerando tutti i trascorsi tra l’autore e questa sua prima incarnazione musicale. Lo stesso vale per la successiva Here We Go, anch’essa presa da With Sympathy. Nei tre anni tra With Sympathy e Twitch i Ministry rilasciarono alcuni singoli per la casa discografica Wax Trax! e tra questi si trovano tracce come All Day e (Every Day Is) Halloween. All Day venne anche ripresa e remixata in Twitch ed è qui riproposta in una versione che si discosta sia dall’originale che da quella di Twitch con suoni aggiornati e vocals che sono impostate in modo diverso. Uno dei pezzi più noti del primo periodo di carriera dei Ministry era il singolo (Every Day Is) Halloween qui riproposto come Everyday Is Halloween. Probabilmente il punto più alto di questa raccolta, accompagnato un video che si lega perfettamente all’atmosfera della canzone. Si ritorna a With Sympathy con Revenge, altro singolo e altro pezzo molto rappresentativo del disco d’esordio il cui video originale mostra un Jourgensen giovane e quasi irriconoscibile per come divenne in seguito; le chitarre aggiungono molte a questa nuova versione. Ancora da With Sympathy Effigy (I’m Not An) qui ribattezzata I’m Not an Effigy che in origine era l’opener considerando la tracklist originale dell’esordio e non la sua versione europea. Andando ancora più indietro, nel 1981, il primo singolo in assoluto rilasciato dalla band I’m Falling è qui riproposto recuperando ancora le atmosfere synth originali. Rimanendo nel periodo risalente a prima ancora dell’esordio, la band ripropone anche Same Old Madness che era una composizione che veniva proposta nei primi anni di attività e che venne rilasciata nel 2014 nella riedizione di Twelve Inch Singles (1981-1984) e 2019 nel live Chicago/Detroit 1982. La traccia conclusiva (se non si considerano le bonus track) è un pezzo che rimase inedito fino al 2015 quando venne pubblicato nella mega raccolta Ministry Trax! Box. A questo seguono tre tracce bonus riprese da Twitch: Just Like You, We Believe e Over the Shoulder. Nell’ultima rimane un cantato con lo stile della canzone originale.

Insomma, difficile dare un giudizio su The Squirrely Years Revisited, c’è molta nostalgia dovuta a suoni tipici della musica elettronica di inizio anni ’80 aggiornati per l’occasione e riproposti al meglio con un pizzico di chitarre elettriche aggiunte per dare più aggressività, ma è anche vero che questa raccolta è solo un intermezzo tra Hopiuforthemasses e il prossimo album per cui le aspettative vista la presenza di Barker sono altissime. Ignorando come detto la assurda copertina, la raccolta merita un ascolto sicuramente per via di ciò che rappresenta a livello simbolico per la band che si avvicina sempre di più a chiudere il cerchio della propria carriera ritornando alle origini.



VOTO RECENSORE
s.v.
VOTO LETTORI
0 su 0 voti [ VOTA]
Galilee
Sabato 19 Aprile 2025, 15.28.11
4
Ma infatti. Un trittico da incorniciare. Ad averne di album così. Tra l:altro recensiti ottimamente su Metallized.
Legalisedrugsandmurder
Sabato 19 Aprile 2025, 14.32.10
3
Gli album dei primi anni 2000, quelli \"anti Bush\", erano potentissimi. Visti dal vivo in quegli anni, davvero notevoli. Ora non saprei che seguito hanno negli Usa, mi sembra strano che non riempiano neanche un bar
Galilee
Sabato 19 Aprile 2025, 14.25.12
2
Beh, fino a Relapse han fatto gran dischi, poi come tutte le band sono andati in declino. Senza contare i progetti paralleli. Ma il grande Al non ha mai comunque fatto porcate. Quindi se c\'è gente che segue ancora i Saxon o gli Overkill perché non dovrebbero seguire i Ministry.
Diego75
Sabato 19 Aprile 2025, 13.09.16
1
Mah come al precedente disco finiti da metà anni 90 ...mi domando realmente che seguito abbiano ancora...forse il nome all\' estero ha un seguito ..ma oramai in usa non credo che riescano a riempire un bar.
INFORMAZIONI
2025
Cleopatra
Industrial
Tracklist
1. Work for Love
2. Here We Go
3. All Day
4. Everyday Is Halloween
5. Revenge
6. I’m Not an Effigy
7. I’m Falling
8. Same Old Madness
9. I’ll Do Anything for You
10. Just Like You
11. We Believe
12. Over the Shoulder
Line Up
Al Jourgensen (Voce, Chitarra, Basso, Tastiere)
Cesar Soto (Chitarra)
Monte Pittman (Chitarra)
Paul D’Amor (Basso)
Roy Mayorga (Batteria)

Musicisti Ospiti
Dez Cuchiara (Cori)
GIlden Tunador (Cori)
Leni Von Eckardt (Cori)
John Bechdel (Tastiere)
Michael Rozon (Programming)
Charlie Clouser (Programming, Tastiere)
 
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