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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 10081 letture )
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Tra le uscite in assoluto più attese del 2008 figura sicuramente Vertebrae. Tutti riconoscono agli Enslaved un ruolo fondamentale nella genesi, e conseguente affermazione, del black/viking. Difatti, assieme ai Bathory, hanno scritto le pagine maggiormente significative di uno dei filoni più profondi del metal estremo: poco da aggiungere, se non che Eld e Frost sono entrati di diritto nella storia. Ma a partire da Monumension, fino ad arrivare al già seminale e innovativo Isa del 2004, i norvegesi si sono gradualmente allontanati dal sound originale, per assumere un profilo sui generis, si forte dell'epico banckground ma pronto ad abbracciare nuove influenze e svariate espressioni.
Se non altro il precedente Ruun aveva chiarito il recente status degli Enslaved, dimostrando una volta per tutte che l'innovativo Isa non era stato un caso isolato, o più semplicemente il culmine creativo di una band rivoluzionaria. Vertebrae se vogliamo, riprende le coordinate disegnate nei due illustri predecessori, intraprendendo così un nuovo viaggio verso le stesse glaciali lande desolate. Per cui grande spazio alle siderali atmosfere, ricreate soprattutto grazie al magistrale tocco di Herbrand Larsen, immerse in un contesto dilatato seppur solenne e rapsodico. Immancabili le prorompenti progressioni, che in questo nuovo episodio assumo toni maggiormente caleidoscopici dai riverberi floydiani, spezzate dalle oramai altrettanto abituali flessioni melodiche, quest'ultime mai stucchevoli perché narrate in modo malinconico e decadente. Tali peculiarità non intaccano la verve aggressiva del combo, come sempre viva e pronta ad emergere in tutta la sua potenza non appena i toni lo consentono; a riguardo davvero meraviglioso l'altalena di voci proposte, ancora una volta pronunciate in modo ineccepibile dal funesto Grutle Kjellson e contrapposte a quelle del candido Larsen. Il platter si scioglie per l'appunto in un'alternanza di umori, fatti da suoni rarefatti ed algidi effetti, atti a delineare indefiniti scenari e luoghi di totale disperazione. Brani come New Dawn e Reflections, dal prorompente incedere, non fanno altro che accelerare questo processo di annullazione, esattamente come l’inesorabile procedere di un ghiacciaio in disgelo. Ma è nella title-track che incappiamo nella somma manifestazione del potere dei nostri, brano multiforme dove assistiamo attoniti all'avvicendamento della primordiale veemenza ad una sorta di cadenzata nenia carica di patos.
Un concept tanto intimo quanto affascinante smembrato in 8 particelle, tutte frammenti di un elegiaco itinerario, per l'ennesimo appuntamento imperdibile targato Enslaved. Assieme ad Arcturus, Agalloch e Vintersorg identificano una nuova frontiera del metal edificata su un eterogeneo concetto d'avanguardia musicale; l'ottimo Vertebrae non riscrive nessuna regola, ma piuttosto non fa altro che rinsaldare questa posizione. ...e scusatemi se è poco.
Divini!
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13
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Non c'è una song che sia poco convincente (tranne forse New Dawn), sono comunque tutte di altissimo livello. La mano di Joe Barresi al bancone di missaggio si sente! |
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12
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Preferisco gli album "confinanti", ma anche qui tanta roba. Gruppo veramente geniale, l'accoppiata New Dawn / Reflections è veramente di altissimo livello. Voto 83 |
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10
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Questo album non è black, per cortesia non diciamo eresie. |
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9
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Album geniale .... minimo 87/88 !! |
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8
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il mio preferito dell'ultima fase targata Enslaved |
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7
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non ascolto molto black, ma questo album è eccezionale! |
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5
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SOLO 2 PAROLE: ALBUM STUPENDO |
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4
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Allora non sono in ritardo ! Lo rimedio subito, Ruun mi è piaciuto discretamente, vediamo quest'ultimo. |
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3
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Ciao ragazzi. gli ho piazzato il massimo..ma non così, a cazzo. semplicemente questo è uno dei topalbum2008... buona vita! |
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2
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Ragionissimo... esce proprio oggi... |
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1
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Ma quando è uscito, non doveva uscire oggi? O il 26? O.o |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Clouds 2. To the Coast 3. Ground 4. Vertebrae 5. New Dawn 6. Reflections 7. Center 8. The Watcher
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