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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Enslaved - Yggdrasill (reissue)
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( 4684 letture )
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Prima di cominciare la recensione voglio comunicarvi che questa uscita non rappresenta una versione rimasterizzata della demo originale uscita nel 1992, ma consiste in una semplice ripubblicazione per permettere a tutti di poter acquistare questo piccolo pezzo di storia targata Enslaved.
Facciamo un balzo indietro nel tempo, precisamente nel 1991, quando la band norvegese compie i primi passi nel mondo della musica grazie al demo Nema, uscito in un’edizione in cassetta limitata in una misera cinquantina di copie. L’uscita successiva a quella appena citata è proprio Yggdrasill, disco di cui parliamo in questa recensione e che delinea fin da subito il sound degli ancora acerbi Enslaved. La formazione dell’epoca era costituita da soli tre membri: Grutle Kjellson, Ivar Bjørnson e Trym Torson, i quali riuscirono a confezionare una tape di assoluto rispetto senza l’aiuto di label o case discografiche.
Parlando della produzione è evidente come il suono di questa uscita sia grezzo e sporco, catalogabile addirittura come “raw”. La cosa che sorprende è la capacità della band di riuscire comunque a mettere in mostra delle melodie veramente interessanti sia a livello chitarristico che a livello elettronico, grazie al supporto delle tastiere che spesso compaiono all’interno dei brani. Uno dei tasselli principali del puzzle Enslaved è il cantato di Kjellson, il quale si esibisce in un lancinante screaming che dona carattere e cattiveria alle canzoni. A distanza di una ventina d’anni è bello constatare come la sua voce non sia mai scesa di tono, esprimendo prestazioni di altissimo livello in qualsiasi disco. Forse lo scream attuale non è pungente come quello presente in Yggdrasill, ma sono sicuro che le produzioni di un tempo avvantaggiassero nettamente questo tipo di vocals.
Il disco parte a razzo con Heimdallr, caratterizzata da up-tempo di batteria magistralmente accompagnati dall’ispirata chitarra di Bjørnson. L’entrata in scena della voce rende il pezzo maggiormente accattivante, stesso discorso va fatto per le tastiere, molto utili nel dare un tocco di epicità all’atmosfera del brano. Già in questi primi minuti notiamo alcuni elementi che poi diventeranno il cavallo di battaglia della band norvegese, ovvero quelle piccole influenze progressive che arrischino la canzone e la rendono superiore alla media. Le melodie chitarristiche sono il punto chiave della successiva Allfáðr Oðinn, ma non da meno risulta il sottofondo creato dalle keys, il quale viene –purtroppo– oscurato in alcuni brevi tratti dai restanti strumenti. Questo brano è maggiormente suonato per permetterci di assaporare a pieno il carattere musicale del gruppo, lasciando alle vocals un ruolo di contorno. In questa edizione della Peaceville Records l’intermezzo strumentale (particolarmente intrigante) è stato unito alla successiva Hal Valr, canzone altrettanto bella e in sintonia con le tracce precedenti, un vero e proprio godimento per chi ama questo tipo di sonorità. Con la seguente Niunda Heim gli Enslaved sperimentano l’inserimento di parti corali ma, per colpa della produzione, il risultato finale non è particolarmente esaltante. Tralasciando questo particolare tutto il resto del pezzo è diligentemente suonato e sviluppato, lasciandosi anche andare ad un solo di batteria subito accompagnato da un rapido assolo chitarristico. La penultima Resound of Gjallarhorn è esclusivamente strumentale, costituita da una melodia non malvagia, ma per questo non indimenticabile. Questa nuova edizione presenta una bonus track, che prende proprio il nome Enslaved e non si discosta troppo dai brani che abbiano appena sentito, se non per il fatto che vanta una produzione sicuramente migliore.
Un ultima cosa che voglio farvi notare è l’età dei componenti ai tempi di Yggdrasill, Bjørnson era appena quindicenne, mentre gli altri due avevano poco più di diciotto anni. Non saprei cosa altro dire in merito a questa uscita, ciò che vi resta da fare è quella di concedergli un ascolto. Tutto il resto che viene in seguito è semplicemente storia.
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11
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Ho cercato di seguirli anche dopo Eld( a mio avviso il loro picco) ma nè Blodhemn nè Maradrum mi han soddisfatto...indi ognuno per la sua strada... |
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9
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mi aggiungo in direttissima al 2%, mai sopportati dopo eld!! |
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8
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Ehehe anch'io faccio parte di quel 2% . La loro svolta black non mi ha mai convinto fino in fondo. |
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7
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Comprai al tempo lo split, un pezzo di storia che però valeva la pena rimasterizzare, a differenza del demo dei Satyricon (che tra l'altro mi piace anche di più) qui siamo al limite dell'inascoltabile, un vero peccato perchè i brani sono buoni. Per il resto, a differenza del 98% dei metallari, a me piacciono fino a Eld, i "nuovi" Enslaved non riesco a digerirli. Problema mio. |
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6
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Il grido di battaglia degli Enslaved. Un grandissimo split con i Satyricon, Niunda Heim e Heimdallr sono semplicemente favolose. Peccato per la produzione e la qualità sonora. Quoto l'ultima frase della recensione "Tutto il resto che viene in seguito è semplicemente storia"... frase da incorniciare!! |
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5
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ah ok, grazie Fabriziomagno!1 |
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4
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@billorick: tratto dall'Edda Poetica: "So che un frassino s'erge, Yggdrasill lo chiamano, alto tronco lambito d'acqua bianca di argilla. Di là vengono le rugiade che piovono nelle valli. Sempre s'erge verde su Urðarbrunnr." Nella cosmologia norrena è l'albero (frassino) della vita, con le radici e i rami che sostengono i Nove Mondi. Puoi vederlo in molti artwork dei gruppi nordici, il primo che mi viene in mente è skyforger degli amorphis. |
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3
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Eheheh non so Billo, questo degli Enslaved non lo conosco, non mi intendo troppo di versi animaleschi, ma se il gatto va a gattoni; er coyote come va? |
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2
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YGGDRASILL ?? O-o cosè il rantolio di orso morente ??  |
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1
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..sono i pezzi dello split coi Satyricon (anche loro al'epoca giovanissimi), veramente si può dire che è storia... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Heimdallr 2. Allfáðr Oðinn 3. Hal Valr 4. Niunda Heim 5. Resound of Gjallarhorn 6. Enslaved
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Line Up
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Grutle Kjellson: voce, basso Ivar Bjørnson: chitarra, tastiere, voce Trym Torson: batteria
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