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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Enslaved - Vikingligr Veldi
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( 6881 letture )
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È il 1991 quando nei pressi di Haugesund, una cittadina nel sud-ovest della Norvegia, ha origine uno dei gruppi fondamentali per tutto il movimento viking metal di matrice estrema. Gli Enslaved nascono dalla mente di Grutle Kjellson, cantante e bassista, e Ivar Bjørnson, chitarrista e compositore delle parti elettroniche. L'incontro con Trym Torson, batterista, è il passo decisivo per la composizione del demo intitolato Nema, il primo di una serie di lavori indipendenti (includendo poi Yggdrasill e il promo del 1994) che porteranno la band a guadagnarsi un contratto per conto della Deathlike Silence, label di proprietà di Øystein Aarseth (in arte Euronymous). In mezzo a tutto ciò troviamo anche uno split-album tra Enslaved ed Emperor, entrambi alle prime armi ed entrambi pronti a lasciare un segno indelebile nella storia della musica.
Il sound del trio norvegese è un'ulteriore manifestazione delle sonorità di quel periodo, ma il black metal dei Nostri ha qualcosa di diverso: non si limita infatti a ricalcare le orme tracciate da Burzum e Mayhem, bensì aggiunge una serie di elementi che renderanno questo gruppo unico ed inimitabile. Come prima cosa, le liriche di Vikingligr Veldi sono esclusivamente in norvegese antico e in islandese; l'influenza principale dei testi proviene dalla mitologia norrena, primissima fonte di ispirazione per ogni singolo elemento della musica degli Enslaved. Inoltre, all'interno delle canzoni troviamo un alto numero di melodie atte a catturare l'ascoltatore in determinate ambientazioni e stati d'animo. La produzione si rivela piuttosto nitida e permette ad ogni componente di esprimere tutta la propria emotività nota dopo nota. Possiamo infatti notare come piccole variazioni di chitarra acustica riescano a lasciare il segno facilitando di molto lo scorrere dei brani.
Durante il corso della prima Lifandi lif undir hamri ci accorgiamo della presenza di un ulteriore punto di forza nel sound degli Enslaved: le trame di piano di Ivar si mettono immediatamente in evidenza costruendo la giusta atmosfera per tutti i restanti strumenti, e, come se le parti elettroniche non fossero sufficienti, il musicista norvegese mette in mostra un riffing accattivante e in grado di sorreggere l'intera canzone senza alcuna incertezza. Visto il periodo in cui è uscito l'album non poteva mancare qualche attimo ispirato al thrash metal, così come non poteva mancare uno screaming di altissimo livello come quello di Grutle, molto bello da ascoltare e assolutamente essenziale nel valorizzare al meglio la componente strumentale. Nonostante la qualità delle voci, gli Enslaved concedono molto spazio alla musica, lasciando ad essa un ruolo da assoluta protagonista come nel caso della seconda Vetrarnótt, brano ottimamente composto ma con un piccolissimo difetto: una serie di colpi di piatti nella parte iniziale che deve aver distrutto qualche timpano e qualche impianto audio. La terza Miðgarðs eldar rappresenta al meglio il lato black metal della band: undici incredibili minuti formati da mid-tempos, veloci sfuriate comandate dalla batteria, parti acustiche e, come cornice conclusiva, eccelse composizioni elettroniche. La successiva Heimdallr assomiglia molto alla precedente e in un certo senso ne è la sua versione ridotta, anche se il tutto suona maggiormente impulsivo e caotico, essendo concentrata in sei minuti piuttosto che in undici. Il finale è lasciato alla strumentale Norvegr, un brano in grado di trasmettere un'infinita calma e una sensazione di pacatezza: la ritmica è particolarmente lenta e abbiamo più incursioni da parte del basso e dei synth; infine anche le chitarre si lasciano a qualche assolo in linea con il mood della canzone, ponendo così fine a Vikingligr Veldi.
È difficile trovare altre parole per descrivere più nel dettaglio i pezzi che compongono questo album, dato che i cinque brani contengono diversi punti in comune. Ma la mancanza di varietà non è in questo caso un fattore negativo, infatti il disco suona compatto ed ha una sua identità ben precisa. Probabilmente (ed ingiustamente) Vikingligr Veldi non è molto considerato tra i fan attuali degli Enslaved, i quali magari preferiscono le sonorità che emergeranno con quei capolavori intitolati Frost e Eld, ma il mio consiglio è quello di ascoltarlo e di lasciarsi trasportare da esso, dato che si tratta di un'assoluta gemma di black metal norvegese. Già da questo primo capitolo emergono alcune idee che porteranno questo gruppo a diventare uno dei più importanti del movimento viking (e non solo), grazie ad una serie di pubblicazioni costantemente innovative e costantemente di altissimo livello. Come ultima cosa segnalo l'edizione del 2004 della Candlelight Records contenente anche Hordanes Land, una ristampa non particolarmente significativa nell'aspetto e dal punto di vista grafico, ma assolutamente di rilievo per quanto riguarda i contenuti. In poche parole: ascoltatelo e veneratelo, non lasciatevi sfuggire quest'opera d'arte di derivazione nordica.
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Insieme al successivo, il capolavoro degli Enslaved. Semplicemente totale! Per questioni affettive ho sempre messo un gradino sopra \"Frost\", ma per me qualitativamente parlando sono sullo stesso livello. \"Vikingligr Veldi\" è un vero e proprio manifesto di black metal feroce, grezzo, diretto, furibondo, ma dannatamente epico e suggestivo allo stesso tempo, con quegli inserti di tastiere e synth a creare un\'atmosfera fredda, battagliera, evocativa, su un tappeto di blast furiosi (Trym uno dei migliori batteristi black della storia) e chitarre di Ivar che si prodiga in riffs gelidi e lo scream selvaggio di Grutle che intona, in islandese medievale, inni pagani e di attaccamento alla loro terra. Cinque brani che ti trasportano davvero in una dimensione ultraterrena!! |
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Si ma è introvabile in CD, ho scritto una mail all'etichetta che lo ha ristampato recentemente in vinile e mi hanno risposto che al moneto non è in programma una ristampa in CD. |
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Con l'EP Hordanes Land, questo disco e il di poco successivo Frost gli Enslaved furono pionieri nella scena norvegese e mondiale di un certo modo di fare metal estremo legato ad atmosfere glacialmente epiche e strettamente connesse con le tradizioni folkloristiche della loro terra natìa, a differenza della quasi totalità della scena più direzionata verso tinte 'sataniste'. Prima di loro solo Bathory, ma in una chiave più magniloquente e meno glaciale ed estrema. Si intravedono già qui in vari passaggi gli Enslaved che verranno in futuro, più progressivi e 'ricercatori'. Seminale. Voto obbligatorio dal 90 al 100. |
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Nella mia lista dei più grandi lavori Black di quei magici anni. Questo, 'Frost' e il meraviglioso EP 'Hordanes Land' sono da incorniciare. Per me, avrebbero potuto anche fermarsi li. Storia. |
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A me piacciono tutt'ora gli Enslaved, ma i primi due dischi sono capolavori immensi, come lo sono i demo precedenti. Concordo con enry, doomale e steel. |
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Gruppo superiore, sono d'accordo con chi dice che gli Enslaved son sempre andati solo migliorando. Distinguendo però la carriera dei norvegesi in due... Direi che il discone vero è "Frost". Quest'altro (considerando anche che fu una doppietta nello stesso anno... Impensabile, vista la qualità dei due lavori!) è semplicemente un pochino inferiore secondo me, ma rimane un grandissimo disco per una grandissima band che davvero non ha mancato un colpo. Voto non saprei darlo, ad ogni modo alto alto, intorno all'80, dato che per me si sono ampiamente superati dopo. |
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Io credo che il cambiamento se fatto bene ed ispirato, come nel loro caso, ci stia tutto. Concordo che di passi falsi la band non ne ha mai fatti. |
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Il discorso per me è semplicissimo, dipende da cosa mi porta il cambiamento. Io sono riuscito ad apprezzare cambiamenti anche più drastici di quelli degli Enslaved, dipende da caso per caso, non riesco a generalizzare su questa cosa. Nello specifico il cambio di rotta della band mi ha lasciato indifferente (escluso qualcosa di Axioma) e non mi ha regalato le stesse emozioni dei primi tre dischi, tutto qui. |
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Forse hai ragione Gals, ma anche a me non dispiace il cambiamento... |
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Io quelli odierni non li conosco perchè non ho nulla ma i primi li conosco bene. Hordanes Land, Frost e Eld sono quelli che preferisco ma anche questo lavoro è davvero molto valido. La mia personale discografia di questa band si ferma a Blodhemn, poi non ho preso più nulla |
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prefersico quegli odierni, pur amando frost o eld. Amo gli artisti che si evolvono e cambiano pur mantenendo una propria identità |
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@Galilee....Ti sei spiegato benissimo..tranquillo ho capito quello che vuoi dire....! |
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Steelminded non saremo mai d'accordo semplicemente perchè io sono per il cambiamento, per ciò che non è classificabile e non rientra in schemi fissi e soprattutto per il miscuglio di qualsiasi sonorità esista. Tu probabilmente sei il contrario. Meglio così, sai che noia fossimo tutti uguali. |
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Ma infatti Doomale non ho detto nulla riguardo ai tuoi gusti, rispettabilissimi. Ho solo scritto che sia la critica che i fans hanno sempre apprezzato l'operato della band. Sono proprio pochi quelli che non hanno apprezzato la loro evoluzione, tutto qui. Questo non vuol dire capirne o no di musica eh. Ci sono band meno fortunate che evolvendosi sono state abbandonate sia dal pubblico che dalla critica per poi essere rivalutate in seguito. Spero di essermi spiegato. |
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Primo tassello di una carriera fantastica....oggi per me sono la più interessante ed artistica creatura metal del pianeta....una band semplicemente enorme e per ora inarrivabile in ambito estremo...quasi dei Rush del black metal. Tutta la loro carriera merita ma secondo me da Isa in poi hanno saltato il fosso diventando arte allo stato puro e raggiungendo l'apice con Axioma Etnica Ordini e Riitiir. Da avere la loro intera discografia |
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@Galilee...non ho detto che gli Enslaved di ora fanno schifo, non sanno suonare o quant'altro...ho detto semplicemente che non riesco ad ascoltarli...non è musica per me che evidentemente sono meno avezzo di TE a certe sonorità per palati fini...Gli apprezzamenti che raccolgono ora sono ampiamente meritati e sono contento per loro! Però dire che gli Enslaved di prima sono NULLA mi sembra "offensivo" verso questo gioiellino o il suo successore. Poi casomai saranno gusti musicali...non "casi"...Non è che se la Massa dice che la "pupu'" è buona allora a me deve piacer per forza.. |
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No anch'io la vedo esattamente al contrario di Gals, come sempre (mi ero taciuto perché gli ho rotto le palle già co sta cosa, ma è quasi matematica... ma visto che anche altri lo pensano). Questo è il mio preferito degli Enslaved. Freddissimo. |
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Devo quotare Doomale, gli Enslaved che piacciono a me iniziano nel '92 e finiscono nel '96. Sono riuscito ad apprezzare leggermente Axioma ma cosa ci sia di così sconvolgente nei dischi post-Eld io non sono mai riuscito a capirlo. |
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Vabbeh, sei un caso vista la critica e gli apprezzamenti costanti alla band. |
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....pensa Galilee che io la vedo all'esatto contrario...e' quello che fanno ora non riesco ad ascoltarlo per piu di due minuti... |
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Bello, ma in confronto a quello che fanno ora è nulla. Gli enslaved sono una band eccezionale e sempre in evoluzione. Credo non abbiano mai sbagliato un colpo. |
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Il migliore Enslaved.. violenza, melodia e fierezza |
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....eh gia....ha ragione sia Enry sia Resurrection...Anche questo e` un capolavoro e dimostra quanto ancora una volta il signor Oysten Aarset ci vedeva "lungo"...Anche per me l'album definitivo e' Frost...ma sinceramente nn c'e' bisogno di scegliere tale e' la grandezza di entrambi gli album..Capolavoro! |
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Battaglia aperta con 'Frost', non ho mai saputo scegliere e non mi interessa farlo, 90 a entrambi per due dischi imperdibili. Impossibile che le persone che hanno vissuto quel periodo in 'diretta' non abbiano questo disco. |
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Grandissimo disco anche se preferisco il successivo Frost. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Lifandi Lif Undir Hamri 2. Vetrarnótt 3. Miðgarðs Eldar 4. Heimdallr 5. Norvegr
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Line Up
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Grutle Kjellson (voce, basso) Ivar Bjørnson (chitarra, sintetizzatore) Trym Torson (batteria)
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