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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Secret Sphere - A Time Never Come
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( 6959 letture )
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Correva l’anno 2001 quando uscì sul mercato A Time Never Come, secondo album dei Secret Sphere, da molti considerato loro apogeo artistico fino a questo punto e, sicuramente, da annoverare tra le migliori uscite power -se non la migliore- di quegli anni, di cui più di una volta abbiamo parlato -in particolare io- rigettando l’etichetta Italian power metal, trovandola oltremodo limitativa. Questo movimento, che pure è esistito, tanto ha dato alla scena mondiale in termini di qualità, ma -forse- non tanto ha raccolto in termini di notorietà e successo. Bene, se ci sono delle eccezioni da fare, senza dubbio bisogna piazzare gli alessandrini Secret Sphere alla pari di act quali Elvenking, Labyrinth e Rhapsody (Of Fire), con questi ultimi una spanna sopra tutti per l’enorme riscontro di pubblico ottenuto. La dimostrazione di quanto appena detto sta nel fatto che proprio questo inverno i Secret Sphere hanno partecipato al tour europeo di act storici quali Freedom Call e Gamma Ray.
Ma passiamo alla musica vera e propria, che come al solito riesce a dire molto più e molto meglio di me. Il disco si muove -sostanzialmente- in un power molto tirato e, allo stesso tempo, molto raffinato dove sono palesi le influenze eterogenee del gruppo che vanno dal progressive più puro, per arrivare all’hard e al glam rock più stradaiolo. Bene, credo che proprio questa camaleontica e multiforme varietà di gusti musicali sia l’arma vincente di questo disco e, per analogia, di questo gruppo, che ormai da più di dieci anni si muove -forse- più sulla scena internazionale che su quella nazionale.
Il disco inizia con l’intro Gate Of Wisdom che fin da subito ci sintonizza sulle frequenze dell’album, che peraltro è -almeno in parte- un concept sulla vita di Aurienne, che più volte ritorna nei testi. Il disco parte forte con Legend, una delle composizioni migliori dell’intera discografia dei Secret Sphere, con ormai ben cinque studio album alle spalle; bisogna dire che la title track contiene davvero tutto quello che si possa chiedere a un pezzo metal: pianoforte che si scioglie nelle orchestrazioni perfette scritte da Antonio Agate chitarre in bilico tra riffoni granitici e assoli taglienti, la voce di Ramon, da sempre uno dei migliori cantanti della penisola. Under the Flag of Mary Read è davvero camaleontica nel suo incedere. Da applausi a scena aperta il break di piano e voce che taglia il pezzo in due, per poi farlo precipitare vorticosamente verso un finale strumentale molto ben costruito. Di grande impatto il lavoro strumentale che precede l’ingresso di Ramon in The Brave, altro pezzo da novanta di questa autentica perla di power italico. Emotions è più di una semplice intro; è un breve e raffinato pezzo costruito su chitarra acustica e sax. La roboante Oblivion è senza dubbio la più metal in senso stretto. Un ritmo martellante non lascia scampo fino all’apertura melodica portata dal ritornello. Segue quell’autentico capolavoro di Lady of Silence, cinque minuti e mezzo di grande musica. Si parte da tre note del pianoforte di Agate, per poi passare per territori più rockeggianti, il tutto accompagnato da una sublime interpretazione da parte di Ramon. Non poteva certo mancare la ballad, per cui The Mistery of Love arriva con la sua carica melodica a smorzare il ritmo, ma non di certo la qualità. Grandissime cesellature di Aldo Lonobile alla chitarra, e grande duetto tra Ramon e Francesca Ferrara. Paganini’s Nightmare (Theme from Caprice #5) è un pezzo strumentale ripreso da Paganini. Altra grande song è la successiva Hamelin, impreziosita dall’ottimo refrain e dalla velocità. Ancora un’altra intro (Ascension) prima di giungere alla solenne e conclusiva Dr. Faustus, ispirata al Faust di Goethe, che -a sua volta- aveva ereditato da quello di Christopher Marlowe. Il pezzo è un mezzo tempo incalzante, ogni tanto scosso da sfuriate velocissime. Probabilmente è la canzone meno diretta, ma col passare del tempo sarà una delle migliori.
A Time Never Come, come già detto, è -per chi scrive- uno dei migliori dischi power italiani, anche se quest’etichetta è un po’ restrittiva. Un album davvero multiforme che vi regalerà un sacco di emozioni. Fidatevi, compratelo. Non vi deluderà.
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16
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Bello, ma io ho sempre preferito il primo anche se scome sound era meno personale. Legend, The Brave Hamelin le migliori. Ottimo il lento. Nessuna canzone brutta..il problema è che sono solo 8 e allungare il brodo in ogni canzone non è sempre positivo. Voto 85 |
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15
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Under the Flag of Mary Read CAPOLAVORO. |
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14
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Ovviamente mi riferisco alla versione 2015!!! |
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13
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Volendo riassumere brutalmente: suonato meglio, cantato peggio... In ogni caso un grande disco. |
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12
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Appena esce il disco aquisto obbligato, per ora i samples sono galattici!!!! |
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10
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Sto ascoltando ora la versione 2015 con Luppi alla voce: disco galattico!!! |
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9
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Mi sento costretto a riascoltarmelo per bene, dal momento che l'ho sempre giudicato male.. non mi è mai piaciuto |
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8
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Tra i dischi power più belli. Ancora oggi suona potente e fresco. |
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7
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e si è propio così , quelli che votano così di metal non capiscono una cippa !!! e sono gli stessi che si ritengono poi open mind .......... |
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6
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voto lettori= 52,8??? La gente sta veramente fuori di testa!!!!!!!! uno dei migliori lavori di meta italiano, almeno degli ultimo 10-15 anni|!!! se non è un capolavoro questo disco, poco ci manca. |
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5
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ottimo album per me il loro migliore lavoro |
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4
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dischi power cosi se ne vedono pochi ormai...commovente |
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3
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Grande, grandissimo disco. Nient altro da dire. È non sono un grande amante del powermetal. |
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2
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che confusione... volevo dire "a confronto con.." ovviamente. |
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1
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Davvero un bell'album, molto conciso ma che sa osare nel modo giusto. Personalmente ho apprezzato parecchio il "calore" della produzione, limpida ma con un maggior respiro a confronto delle concorrenti ultracompresse. Ottimo anche Ramon Messina, uno che disco dopo disco è sempre progredito sia in relazione all'esecuzione, sia per quanto concerne le sue abilità interpretative. Un album davvero riuscito che consiglierei soprattutto a qualche tedesco.  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Gate of Wisdom 02. Legend
CHAPTER I 03. Under the Flag of Mary Read 04. The Brave
CHAPTER II 05. Emotions 06. Oblivion 07. Lady of Silence 08. The Mistery of Love
CHAPTER III 09. Paganini’s Nightmare (Theme from Caprice#5) 10. Hamelin
CHAPTER IV 11. Ascension 12. Dr. Faustus
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Line Up
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Ramon Messina: Voce Paco Gianotti: Chitarra Aldo Lonobile: Chitarra Antonio Agate: Tastiere Andrea Buratto: Basso Luca Cartasegna: Batteria
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