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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Secret Sphere - A Time Never Come - 2015 Edition
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( 2886 letture )
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Una delle manie endemiche del mondo del metal di questa primissima parte di nuovo millennio è certamente quella di mettere sul mercato una serie di album più o meno importanti appositamente ri-registrati, od anche riproposti tali e quali. Talvolta si tratta di lavori passati quasi inosservati all’epoca della loro uscita, che servono a fare da apripista al ritorno sulla scena della band che li aveva generati (anche questa una mania connessa strettamente alla prima), talaltra di album importanti che si erano potuti giovare dei mezzi tecnici e delle disponibilità economiche del periodo di appartenenza, oggi superati. In questo secondo caso si tratta essenzialmente di distinguere tra uscite pianificate solo per questioni economiche e/o per mascherare l’assenza di idee valide da proporre -vedi a puro titolo di esempio Kings of Metal MMXIV dei Manowar- e quelle che hanno dietro anche un progetto preciso che mira a dare veste artisticamente nuova al disco rimaneggiato. Nel caso di specie, abbiamo a che fare con un album storico almeno per la scena italiana, ma che diede anche ottima visibilità internazionale ai Secret Sphere, che al momento della sua uscita fu prodotto in maniera abbastanza buona, ma che adesso suona inevitabilmente superato dalla tecnologia nel frattempo resasi disponibile. L’album viene oggi risuonato da una formazione che schiera soltanto 2/6 di quella originale e che lo approccia in maniera molto differente. Rispetto al 2001, quindi, i Secret Sphere si accreditano dello status di band simil-nuova, se così possiamo dire.
Accanto al perno centrale Aldo Lonobile alla chitarra ed al fido Andy Buratto al basso, agisce ora, come sapete, una pattuglia di musicisti più adatti alla dimensione attuale del gruppo, sui quali spicca per forza di cose il nome di Michele Luppi, sia per la notorietà già precedentemente acquisita che per quella appena aggiunta, conseguente alla sua entrata in pianta stabile nella formazione dei Whitesnake. La line-up all’opera in questa versione del disco appare molto in palla, con un Luppi che presenta un timbro diverso rispetto a quello di Ramon Messina e più adatto al suono ottenuto, ma soprattutto un tasso di classe ed una capacità interpretativa d’alto livello. A proposito del suono, per stabilire la sua qualità basta citare il nome di Simone Mularoni, una vera garanzia in questo senso. A Time Never Come - 2015 Edition presenta infatti un sound svecchiato, molto più pieno e rotondo rispetto all’originale, ma non ne tradisce lo spirito, restituendo un disco che semplicemente suona come uno del 2015 posto a confronto con un altro del 2001, col primo che vince anche e soprattutto per merito di alcuni ri-arrangiamenti che rendono l’operazione non semplicemente fine a sé stessa. Insomma: la dicitura “2015 Edition” compresa nel titolo non è solo fumo, ma ha un suo perché. Nuova la copertina, dunque, nuova la band, nuovo il suono, nuovi gli arrangiamenti, per un risultato finale che è a tutti gli effetti una rilettura completa dell’opera primigenia, che infatti dura quattro minuti in più rispetto a quest’ultima. Nel complesso, la scelta effettuata è stata quella di dare più forza al disco nella sua totalità, anche a costo di eliminare alcuni passaggi molto belli, ma poco heavy in senso stretto, come quelli relativi all’intervento del sassofono in Emotions e l’enfatizzazione dei passaggi narrativi, ma soprattutto di quelli di impronta sinfonico-orchestrale. Da rimarcare anche il lavoro svolto per svecchiare alcune parti forse troppo pacchiane, come ad esempio l’eliminazione delle tastiere che contraddistinguevano Paganini’s Nightmare a favore della chitarra elettrica, che rende il pezzo più power. In generale, però, le caratteristiche fondamentali dei vari brani sono state mantenute con A Time Never Come che era e resta un album di genere estremamente riuscito sia che si presti orecchio a quello del 2001 o che si conceda fiducia a questa nuova versione, nella quale ascoltare Under the Flag of Mary Read, Lady of Silence e Dr. Faustus è sempre un piacere, a tratti addirittura accresciuto.
Di solito, la valutazione riservata a questi prodotti è il più delle volte negativa, principalmente per i motivi già esposti ad inizio recensione. In questo caso, però, possiamo parlare di operazione riuscita, dato che i Secret Sphere hanno svecchiato, ri-arrangiato e dato nuova veste al tutto, operando sostanzialmente come una nuova band, sfruttando correttamente il loro diverso assetto interno. Parlare di nuovo album è senza dubbio eccessivo, ma dovendo ristamparne uno, questo è certamente il modo più corretto di procedere. È scontato che tantissimi resteranno molto più legati all’originale per questioni sia affettive che filologiche e, sempre in questa ottica, la valutazione più elevata deve essere riservata all’edizione 2001. Tuttavia, A Time Never Come 2015 Edition è troppo ben concepito e prodotto per ignorarne le molte qualità. Questo, in conclusione, può essere senza dubbio accostato al primo e/o proposto a chi non avesse mai ascoltato la prima edizione ed i Secret Sphere in generale per accostarsi al lavoro del gruppo di Lonobile con successo assicurato. Inoltre, A Time Never Come 2015 Edition potrebbe essere offerto come regalo di Natale ad alcune band ed alcuni produttori per segnalare loro come si conduce un’operazione simile senza perdere la faccia, ma anzi operando con acume pur muovendosi su un terreno minato, ma probabilmente sarebbe tempo perso. Ve lo immaginate DeMaio prendere lezioni da qualcuno su qualsivoglia argomento? Noi proprio no.
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14
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Volendo riassumere brutalmente: suonato meglio, cantato peggio... In ogni caso un grande disco. |
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13
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L'ho ascoltato dopo aver conosciuto da pochissimo l'originale (di qualità spaventosa, non so perchè non ho mai ascoltato i Secret prima..) e devo dire che è proprio un gran disco. Tralasciamo i soliti commenti sul "operazione giusta/operazione inutile" che ci stanno, ma qui si parla di un rinnovamento di canzoni registrate con metodi non ottimali una decina di anni fa, e rimesse a nuovo con un cantante fenomenale. E' vero che Luppi forse stufa dopo un pò, le linee vocali forse tende a renderle tutte simili, non ha la carica emotiva di Ramon, ma pochi scherzi: Michele è orgoglio italiano, riesce comunque a catturarmi col suo timbro incredibile e non ne sbaglia una, un fenomeno appunto. E sono contentissimo per il suo ingresso nei Whitesnake, finalmente il suo talento è stato riconosciuto. Detto questo, un lavoro da ascoltare comunque per farsi un'idea di come suona questo album a distanza di anni. |
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12
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Operazioni che mi lasciano sempre perplesso. Comunque ascolterò... Au revoir. |
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11
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sono rimasto molto deluso da questa uscita. Nonostante Messina fosse molto piu sgraziato a livello di Luppi, riusciva a dare un qualcosa in piu nell'originale |
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10
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Su quello non c'è dubbio, "ma dovendo ristamparne uno, questo è certamente il modo più corretto di procedere".  |
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9
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Pensavo, forse l'operazione rifacimento avrebbe avuto senso, da un punto di vista "artistico", di più per scent of human desire. Secondo me quel disco sfortunato (nel senso che fu sicuramente una della cause del mancato "successo" dei secret sphere, troppo coraggioso e lontano da time nevercome), era davvero poco adatto allo stile di messina, e probabilmente la voce di luppi glia vrebbe giovato, così come un certo restyling. Fermo restando che, ribadisco, il tipo di operazione in se mi lascia freddino... sempre megio investire energie in un album di inediti... |
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8
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"A Time Never Come" rielaborato e cantato da Luppi sicuramente suona più moderno e interessante ma si sa che ogni disco è figlio del suo tempo. E secondo me la versione originale se pubblicata qualche anno dopo ai tempi del contratto Nuclear Blast avrebbe inciso più favorevolmente sulla loro pur buona carriera. Ad oggi credo che i Secret Sphere siano più famosi in Giappone che non in Italia e in Europa ed è un peccato... |
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7
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discone! luppi lo migliora! |
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6
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Da amante della voce di Luppi non posso che aver apprezzato tantissimo questo disco. La sua voce mi piace di più di quella di Messina e dunque preferisco questa nuova edizione! Voto 90 |
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5
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* Entropy, non Enry, chiedo scusa |
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4
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Concordo con Enry e Pilù, mi tengo strettissimo il piccolo capolavoro originale, conscio anche del fatto che ormai (e in questo sono un pò in disaccordo con Raven quando parla di "una capacità interpretativa d’alto livello") Luppi con le sue interpretazioni tutte uguali mi ha proprio stufato ultimamente, de gustibus, lo avverto sempre come piatto |
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3
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Sicuramente sto disco vale 1/4 dell'originale. |
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2
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Sicuramente è più rifinito e levigato dell'originale, quindi è facile percepirlo come meno potente. Circa il concetto di cover il disco è come le cover dovrebbero essere, ossia interpretazioni personali, mentre oggi la cover viene intesa come copiato che quanfo più è uguale all'originale, tanto più è riuscita. In questa ottica 2015 Edition è da apprezzare, ed il voto tiene conto anche di questo, oltre che di quello assegnato all'edizione 2001. |
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1
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Devo ammettere che la presenza di luppi mi aveva messo una certa curiosità nei confronti di questo rifacimento. Ed è vero che inoltre i secret hanno anche fatto un interessante lavoro di rilettura. Però, anche , o forse soprattutto , perché avevo amato l ultimo album, questa uscita cmq interlocutoria mi lascia l amaro in bocca. In fondo dopo due/tre ascolti l album è finito nel dimenticatoio, vissuto più come un "trova le differenze" , che come un ascolto libero. Infine in ogni caso devo confessare, che faccio parte di quelli che come dice raven apprezza maggiormente l originale, non solo per ragioni affettive, ma anche perché questo rifacimento mi sembra del tutto svuotato della potenza dell originale ( cosa questa normale e coerente con il nuovo corso della band) . in ogni caso visto cmq che in definitiva quest album è , e resta, poco più di una mega auto cover, credo che 70 sia il massimo voto concepibile... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Gate of Wisdom 2. Legend 3. Under the Flag of Mary Read 4. The Brave 5. Emotions 6. Oblivion 7. Lady of Silence 8. The Mystery of Love 9. Paganini’s Nightmare 10. Hamelin 11. Ascension 12. Dr. Faustus
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Line Up
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Michele Luppi (Voce) Aldo Lonobile (Chitarre) Marco Pastorino (Chitarra ritmica) Gabriele Ciaccia (Tastiere, Piano) Andrea Buratto (Basso) Marco Lazzarini (Batteria)
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