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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Secret Sphere - Portrait of a Dying Heart
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( 7333 letture )
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Dopo lo split consensuale con Roberto Messina, storico cantante e cofondatore della band insieme ad Aldo Lonobile, c’era dapprima incertezza sul nuovo disco dei Secret Sphere, poi, una volta annunciato Michele Luppi come nuovo cantante, tanta attesa e curiosità. Non voglio entrare nel merito della separazione, né recriminare sull’assenza di Roberto, perché sarebbe anacronistico e inutile. Se questa band è arrivata dove è arrivata lo ha fatto anche grazie a lui. Ciò detto, ho pensato da subito che i Secret Sphere, una volta rimasti senza cantante, avessero fatto la miglior scelta possibile, dato che Michele Luppi rappresenta il meglio del metal attualmente disponibile sulla piazza, e questo per tante ragioni. Prima fra tutte perché Luppi, piaccia o meno, è una garanzia a livello tecnico, e questo mi pare un fatto lapalissiano, un dato oggettivamente inattaccabile da nessuno. Secondo, pur non avendo avuto grandi esperienze in campo metal prima del trittico registrato con i Vision Divine, Luppi ha contribuito enormemente con la sua voce al successo della band, lasciando un segno profondo nella storia recente del metal tricolore e restando nelle orecchie e nel cuore di tantissima gente. Insomma, ripeto, non ci poteva essere scelta migliore da parte del gruppo di Alessandria, perché Luppi è certamente un cavallo di razza. Tutto questo incipit si basa su presupposti teorici, e credo che sia finalmente arrivato il momento di passare alla pratica, quindi di parlare esclusivamente di Portrait of a Dying Heart, settimo album del gruppo. I Secret Sphere hanno deciso di fare le cose in grande commissionando un racconto alla giovane scrittrice italiana Costanza Colombo, che ha creato per l’occasione She Complies with the Night, racconto su cui si basa l’intero album e che troverete all’interno del booklet del CD. In sostanza, la band ha voluto scrivere la colonna sonora di questo racconto, basato sulla realtà dei sogni lucidi. Si tratta senza dubbio di un’operazione rischiosa, ma è pur vero che dopo sei album, e dopo aver strappato tanti consensi, probabilmente più all’estero che in patria, la band se l’è sentita di rischiare, avendo ormai le spalle larghe, dopo quindici anni di carriera e di esperienza.
Il concept inizia con la titletrack, e devo ammettere che la prima volta che l’ho sentita sono rimasto molto sorpreso dalla scelta di mettere in testa un pezzo strumentale di oltre sei minuti. La traccia funge da ouverture all’intera opera, e data la sua natura camaleontica -si tratta di una magnifica amalgama di progressive, power e hard rock cristallino- risulta essere una scelta assolutamente vincente. Il pezzo -molto prog- è di qualità assoluta, e metterlo come opener non fa che aumentare il suo valore e quello dell’album, perché gli dona -oserei dire- un tono di sacralità. Per una volta non abbiamo a che fare con la solita intro/filler da un minuto, ma con un pezzo ispirato e ben strutturato che, per quanto possa spiazzare al primo ascolto, risulta incredibilmente vincente a partire dal secondo. Altro fatto che salta subito all’orecchio è la pulizia sonora e il calore del suono: ogni strumento è bilanciato perfettamente e resta sempre distinguibile, le due chitarre di Marco Pastorino e Aldo Lonobile godono del miglior sound della loro carriera, per merito di Simone Mularoni che si è occupato della produzione. Insomma, se le premesse sono queste, è lecito aspettarsi un gran disco. Si continua con X, che grazie al suo incipit sembra seguire la direzione prog dell’opener, per poi virare maggiormente su lidi power, ben più noti alla band. Dopo più di un minuto entra in scena Michele Luppi e lo fa quasi in punta di piedi, sussurrando i primi versi, ma niente paura, perché il potenziale espressivo del cantante viene fuori immediatamente dopo, dando il via ad un’eccellente power song, dove vengono fuori tutte le influenze della band. Si tratta di un altro pezzo vincente da ogni punto di vista, a partire dall’ottimo ritornello (sarà perfetto in sede live), per giungere alle parti più d’atmosfera, anch’esse costruite magistralmente. Grande prova di Luppi e di tutta la band che sembra esprimersi al meglio delle proprie possibilità. Wish & Steadiness gode di un’apertura sinfonica tipica dei piemontesi, per poi lasciare spazio ad una cavalcata metal tirata e aggressiva. Altro grande refrain, altro grande lavoro di chitarra, tanto in riffing quanto in assolo, per quello che a conti fatti è il pezzo più tirato del disco. Union è un concentrato melodico di puro, adrenalinico e cristallino hard rock, a partire dal ritmo più cadenzato, merito dell’ottima sessione ritmica formata da Federico Pennazzato dietro le pelli e Andrea Buratto al basso, per passare al bellissimo assolo di chitarra e alle stupende linee melodiche create da Luppi che mette un altro tassello nel complesso mosaico costruito dai Secret Sphere. La roboante The Fall squarcia la quiete lasciata dalle ultime note di Union per dare sfogo a un riffing pesantissimo, al limite col thrash, ma perfettamente integrato con gli elementi sinfonici ad opera della tastiera di Gabriele Ciaccia; quanto mai prezioso il suo contributo che rende sempre riconoscibile il sound della band. C’è anche spazio per la componente più melodica, ma fondamentalmente questo pezzo granitico spacca in due il platter che non ci dà tregua a causa della continua alternanza tra pezzi più tirati e più cadenzati. Healing è un’altra canzone che viaggia totalmente in equilibrio tra la potenza di fuoco del gruppo e le melodie tipiche della band. Straordinaria l’interpretazione di Luppi, mai così aggressivo e graffiante. Il pianoforte apre Lie to Me, pezzo decisamente di stampo hard rock, magnetico per le sue linee melodiche, e che non a caso è stato scelto per realizzare un video. Dopo aver tirato il fiato, si torna pesantemente a correre con Secrets Fear, episodio costruito sulla velocità e sulle bordate di chitarra della coppia Lonobile/Pastorino, mai così ispirati quanto su questo disco. Bellissimo il break melodico centrale, squarcio di sole nelle nubi nerissime di questa canzone. The Rising of Love sembrerebbe suggerire dal titolo una ballad tutta miele e zucchero, e invece la band riesce a sorprendere ancora una volta, registrando una power ballad dal piglio aggressivo e dall’atmosfera cupa che Luppi fa decollare grazie alla sua interpretazione; se fino a questo momento la prova di Michele è stata ottima, a partire da questo punto diventa semplicemente eccellente, rasentando la perfezione in ambito metal. Eternity, ultima traccia del disco, dà ancora sfoggio delle magnifiche capacità della band di scrivere ballad -anche questa originalissima- costruite su linee melodiche da applausi a scena aperta. Chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare dalla melodia del pezzo, scovatene le più recondite sfumature e riuscirete ad apprezzarla ascolto dopo ascolto. In un crescendo di emozioni vorticose, Luppi fa la parte del leone facendo registrare un finale su altezze vocali inavvicinabili per noi comuni mortali e suggellando come meglio non potrebbe la sua miglior prestazione di sempre.
Ci troviamo davanti ad un disco maturo e molto vario, che fa dell’amalgama delle numerose influenze che hanno forgiato il sound della band il suo punto di forza. Sì, è un disco power, ma non aspettatevi il power furente degli esordi, perché il sound dei Secret Sphere è mutato e maturato col tempo, e trova in questo disco la migliore incarnazione possibile, sempre in perfetto equilibrio tra progressive, power e hard rock. La band ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, facendo registrare, strumento per strumento, la migliore prova di sempre. Tutto sembra funzionare come meglio non potrebbe su questo album. Non ho dubbi sul fatto che Portrait of a Dying Heart sarà il disco della definitiva consacrazione per la band, così come non li ho nell’affermare che questo disco entra di diritto nella top ten dei migliori album di quest’anno, sicuramente il migliore in ambito power tra tutti quelli che ho avuto modo di ascoltare. Se amate il power, il metal melodico e affini, non potete ignorare Portrait of a Dying Heart. Acquisto veramente obbligato.
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Che palle.. con Luppi hanno preso un bel cantante ma evidentemente inadatto a fare Power metal, visto che hanno cambiato genere. |
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Quoto Gamma, a sto punto meglio i vision divine.. |
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Dopo diversi ascolti sono giunto ad una conclusione.....a me onestamente nn piace. Come ho già detto in precedenza ben suonato, cantato etc...però nn mi lascia nulla.... |
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solo perchè c'è Luppi per me vale l'acquisto!! |
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A diversi mesi dall'uscita l'ho preso e ho fatto bene. E' un grande album, potente,melodico e tecnico. Sono d'accordo con il recensore:acquisto obbligato! Tra i migliori dischi del 2012 e in assoluto uno dei migliori dischi di questo genere mai usciti in Italia. Voto 90 pieno. |
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A time never come resta il loro disco migliore. |
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Sicuramente un buon disco ben suonato ben cantato (adoro Luppi) amio parere però un pò poco diretto, merita qualche ascolto prima di essere aprezzato. |
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Un buon album di power metal , ben suonato e ben cantato . |
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Più l'ascolto e più mi piace! |
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luppi,nella recensione,è definito cavallo di razza.verissimo,è un grande vocalist però si vanta proprio tanto.la copertina dell'album è forse un autocitazione sua? |
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ho provato ad ascoltarlo fino alla fine e non ci sono riuscito. il punto debole dell'album secondo è Luppi. |
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@piemme: ti quoto al 100%. Più l'ascolto e più, purtroppo, mi sembra piatto come una sogliola. |
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Concordo con lux chaos, purtroppo, perché i Secret Sphere sono una delle mie band preferite, ma questo tanto osannato Portrait non mi convince... Luppi è un fenomeno, ma tutti i dischi in cui canta suonano uguali... manca qualcosa a questo disco, pur essendo molto bello è un gradino sotto ai precedenti dischi dei Secret, che ho sempre trovato bellissimi. Spero di ricredermi con gli ascolti, ma non basta un disco tecnicamente perfetto, suonato e prodotto alla perfezione per essere un capolavoro.... "cuore e rabbia" non collimano in questo disco... |
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E' un continuo ascolto in questo giorni, e più l'ascolto più mi piace! Stupendo veramente! |
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Allora, da amante del power metal, l'ho ascoltato una volta per ora...di questo gruppo possiedo il valido "A time never come", i successivi pur ascoltandoli non mi hanno mai convinto fino all'acquisto...questo nuovo platter vedo che sta prendendo voti allucinanti a destra e a manca...purtroppo per ora non mi convince...la musica è buona, luppi è un fenomeno tecnicamente ma, uccidetemi pure, mi sembrano proprio le sue linee vocali il punto debole dell'album...spesso simili tra loro nella costruzione, gioca sempre sugli stessi motivi e sulle medesime melodie, carine ma troppo intricate e poco anthemiche per essere memorizzate (ad esempio secrets fear..)...o comunque sia, dopo averle memorizzate, restano non esaltanti...boh, ci sento dentro lo stesso problema che avevo riscontrato nei Killing Touch...luppi è una voce stupenda (anche se a me stufa abbastanza in fretta) ma un songwriter mediocre nella costruzione delle sue linee vocali...spero di cambiare idea, gli darò ancora delle possibilità per vedere se cresce. |
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@nightblast: ahahahaah  |
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@lux chaos:...uhm...la cosa comincia a "puzzare"...ahahahahahah!!! |
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@nightblast: comunque te lo svelo, dai: esattamente nello stesso posto dove vorrebbe mettertelo olaf thorsen!!  |
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@luxchaos: ehehehehe...bè dai dimmelo tu...sembri così preparato in materia... |
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@nightblast: noooooooo non dovevi mangiarlo il limone!!!!....sai dove dovevi mettertelo???  |
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Eccomi finalmente all'ascolto del disco (beh, sinceramente lo so quasi già a memoria...). Poco da aggiungere alla bella recensione di Roberto. La produzione è stupenda, tutto si sente in maniera favolosa ed è ben distinto, la qualità delle composizioni elevatissima, la prestazione di Luppi è incommentabile (in senso buono intendo, anzi ottimo!). Sembra quasi il 4°disco dei Vision Divine dell'era Luppi (e detto da me che ho amato alla flooia quei tre album stupendi non può che essere il complimento dei complimenti per il metal tricolore). E' davvero un disco stupendo e lo consiglio vivamente a tutti gli amanti non solo dei Secret Sphere ma anche a tutti gli amanti dei Vision Divine e del power / prog metal in generale. L'unica cosa che mi ha fatto storcere un pò il naso è la prima traccia strumentale, l'avrei messa a chiusura del disco, aprire con un pezzo strumentale mi è sembrato un pò strano ma sinceramente chissenefrega, voto 94 netto, deciso e preciso e forse tendente a salire! meglio di così è difficile anche solo immaginare...STUPENDO! |
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Ho ascoltato il disco...dopodichè ho mangiato limone ed ascoltato i 4 Arm per ore...Sconsigliato a chi soffre di glicemia... |
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4
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Mi sto ascoltando qualcosa sul tubo....SPETTACOLO!!!! Domani vado a comprarmelo! Sisisissisissi!  |
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3
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La recensione mi ha convinto definitivamente a non ascoltare il disco(senza offesa per il recensore)hahahahahahah |
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La presenza di Luppi alla voce mi obbliga all'acquisto a scatola chiusa...per il resto mi fido del recensore e del suo voto! |
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Gran bella recensione, mi ha convinto definitivamente ad ascoltare il disco |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Portrait of a Dying Heart 2. X 3. Wish & Steadiness 4. Union 5. The Fall 6. Healing 7. Lie to Me 8. Secrets Fear 9. The Rising of Love 10. Eternity
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Line Up
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Michele Luppi (Voce) Aldo Lonobile (Chitarra) Marco Pastorino (Chitarra) Gabriele Ciaccia (Tastiere) Andrea Buratto (Basso) Federico Pennazzato (Batteria)
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