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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Swallow the Sun - Moonflowers
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24/12/2021
( 4188 letture )
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Per quanto tempo il dolore e la perdita possono essere il combustibile che alimenta l’arte? Fino a che punto la commiserazione e il lutto sono catalizzatori dell’espressione creativa e quando invece diventano la zavorra che trascina a fondo l’artista annegandolo nel ristagno putrido dei sentimenti infetti? Queste domande devono aver attanagliato la mente e lo spirito del primo condottiero dei Swallow the Sun, Juha Raivio, negli ultimi quattro anni. Dopo aver affrontato, interiorizzato e dato voce alla perdita della compagna di vita, Aleah Liane Stanbridge, in arte Aleah Starbridge (Trees of Eternity, Aleah) nel 2016, prima grazie al progetto Allatar del 2017 e poi con il penultimo lavoro in studio della band madre, When a Shadow Is Forced Into the Light del 2019, il chitarrista e compositore finlandese si sofferma ossessivamente su questo tragico evento, vero spartiacque musicale e stilistico per la sua creatura. Il trauma che ha scatenato il cambiamento, acuito dalla lunga prigionia del lockdown, pur essendo stato scalfito ed aggredito con forza, è tuttora presente, un macigno nero che con il suo peso e la sua ombra minaccia di schiacciare l'animo e i sogni di chi l'ha vissuto. L'effetto catartico e rigenerante della musica delle ultime composizioni dell'artista ha lenito e attenuato il cordoglio, ma il viaggio come si vedrà in Moonflowers (fiori tropicali che sbocciano di notte), è ancora lungo e pieno di insidie, il rischio di rimanere invischiati e immobilizzati in un claustrofobico tunnel senza via d'uscita è una spada di Damocle che minacciosa pende su di lui. Il nuovo nato in casa Swallow the Sun è il figlio naturale di queste elucubrazioni, uno specchio oscuro che riflette le profondità dell'abisso. A partire dalla cover minimale, dipinta da Juha Raivio utilizzando il proprio sangue, l'intera opera trasuda sofferenza, condensata e cristallizzata in otto velenosi fiori del male.
Bastano infatti pochi versi del'incipit, Moonflowers Bloom in Misery, per vedere questi dubbi e questo plumbeo stato d'animo affiorare:
Can you die of a broken soul? Leave you in woe, carved in your soul
E' davvero possibile riuscire a ripartire, rinascere, dopo che la morte prima e la pandemia poi, hanno così brutalmente devastato lo spirito umano? I frantumi possono essere ricomposti, oppure il danno subito è così rilevante che ogni tentativo di rinascere è destinato al fallimento prima ancora di essere intrapreso? Musicalmente il brano riprende lo stile del penultimo full-length, la melodia soffuse di malinconia, grazie all'uso degli archi in sottofondo, è l'assoluta protagonista, mentre la componente metal è imbrigliata, libera di esprimersi in brevi e controllati sfoghi di furia, quando i riff e il cantato in growl irrompono e ne lacerano le trame fragili ed evanescenti. La discesa agli inferi prosegue con The Enemy, la constatazione che per riemergere alla luce occorre affrontare il nemico interiore, quello che avvinghia ed immobilizza lo spirito, che infetta la mente e la risolutezza. La voce dalle mille e una sfumature di Mikko Kotamaki canta:
Enemy, inside of me Torn from a trail of light In this tomb of light
Concetto ribadito con le successiva Woven Into Sorrow e Keep Your Heart Safe From Me, ballad oscure che scavano a fondo, alla ricerca delle radici del male che affondano nell'animo mutandolo e che rischiano di corrompere pure il ricordo della felicità passata. Ancora una volta il veicolo della poetica di Raivio è il cantante Mikko Kotamaki, che per tutta la durata di Moonflowers inanella prestazioni profonde e sentite, sublimando i versi del mastermind. E se un fuoriclasse al canto non fosse abbastanza, ecco che in All Hallows' Grieve entra in scena la suadente e vellutata voce di Cammie Gilbert degli Oceans of Slumber per quello che è l'apice emozionale assoluto di Moonflowers. Un dialogo spirituale, immaginario, frutto amaro del dolore di Raivio, tra gli amanti, separati dall'irreversibilità della morte. Parole che trascendono il piano spirituale per giungere su quello fisico, colpendo con tutta la loro forza evocativa:
And I know, your sorrow Will you feed the fires of the past I died for?
Un brano che si stampa nella memoria di chi ascolta, indelebile come un marchio a fuoco. Il successivo The Void è il punto d'arrivo del dialogo sovrannaturale di All Hallows' Grieve, la canzone, malinconica e struggente, evoca il vuoto come l'unico approdo possibile, e si pone come amaro preambolo al secondo apice dell'album. The Fight of Your Life sembra seguire il mood di Moonflowers, con un incipit acustico, lento e meditativo. Ma di fronte alla rassegnazione, all'immobilismo ecco che si accende una prima fiamma, una rabbiosa reazione: il rifiuto prima, e la muta impotenza poi, lasciano spazio alla furia che lacera i confini della razionalità, le emozioni contenute a fatica sfondano la diga della sanità mentale e possono finalmente dilagare ed esprimersi nella loro forma più primordiale, selvaggia ed atavica:
Here I stand on a mountain, my wings nailed to Earth All Kingdoms meant to fall! My body in you ashes, I dive into the cold
Ancora una volta il mondo spirituale dell'oltretomba, circoscritto dagli strumenti acustici e dagli archi, si contrappone al mondo fisico della carne, definito invece dalle distorsioni rabbiose degli strumenti elettrici e dalle improvvise accelerazioni della sezione ritmica condotta da Matti Honkonen e Juuso Raatikainen. Unico anello di congiunzione, unico ponte tra questi due mondi all'apparenza inconciliabili è l'artista, che con i suoi versi e la sua musica può dare voce al dolore sordo del lutto, al muto cordoglio di chi piange i defunti. Il commiato da Moonflowers è lasciato a This House Has No Home. Il titolo gioca sapientemente sulle due parole inglesi “house” e “home”, che denotano i confini fisici ed emotivi della casa. Nuovamente alla malinconia degli archi si contrappongono le chitarre elettriche, e la batteria di Raatikainen fino ad ora quasi sempre lenta e cadenzata, ha modo di lanciarsi in un'esplosione liberatoria di blast beat. La sovrapposizione delle clean vocals e del growl è una soluzione geniale, in grado di far convergere e coesistere i due aspetti contrastanti della fisicità e della spiritualità. Un conflitto interiore che per stessa ammissione di Raivio non è ancora cessato, che tuttora attanaglia i sentimenti e la mente, senza concedere la tanto agognata pace interiore:
Hold your light, there's sky for each one to see But I steel bleed this, the war inside!
Vorremo concludere questa recensione con una nota lieta, ma è chiaro invece come Juha Raivio abbia intrapreso un personalissimo viaggio ai confini della notte da cui deve ancora fare ritorno. La sua musica, la sua poetica priva della sua musa ispiratrice, vaga tra le ombre senza riuscire a ritrovare un raggio di luce in grado di guidarla fuori da un labirinto di tenebre impenetrabili. I frammenti di una coscienza annichiliti dagli eventi non sono più ricomponibili, i bordi scheggiati non combaciano più e non è più possibile ricreare una parvenza di vita precedente; sarebbe una farsa, un’illusione che Raivio giustamente nega e rifiuta. Questi frantumi vanno invece fusi tra di loro e riforgiati nel fuoco sacro dell’arte, unica strada percorribile per uscire dall’immobilismo dell’angoscia, e come i fior di luna, schiudersi nella notte a riveder le stelle.
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7
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Grazie per la recensione, sono andato ad ascoltare e ne sono incantato. Lavoro magnifico |
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6
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Sublime, adoro la versione strumentale del secondo disco, tra le migliori cose mai sentite in questi anni. |
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5
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Si sente che dietro a questo album come gli ultimi c'è una sofferenza profonda. Ma da questo status, Raivio tira fuori un album intensissimo e supportato da un eccellente songwriting. Gli Swallow the Sun hanno una discografia intrisa di ottime release e questa non è da meno. Non c'è un brano che sia inferiore come bellezza a nessun altro, anche se diversi tra loro. Tra le migliori uscite del 2121 in assoluto. Jusqu'àla prochaine fois. |
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4
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Disco stupendo. Confesso che è la prima volta che li ascolto. 90 abbondante. |
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3
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Semplicemente, band di un altro pianeta. |
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2
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Fantastico....!!! Nel genere il migliore disco del 2021...!!! |
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1
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Questo sarà uno dei primi dischi che recupererò o gli ultimi giorni di quest'anno o nei primi dell'anno nuovo. Non l'ho ancora ascoltato, sono molto curioso. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Moonflowers Bloom in Misery 2. Enemy 3. Woven Into Sorrow 4. Keep Your Heart Safe From Me 5. All Hallows' Grieve 6. The Void 7. The Fight of Your Life 8. This House Has No Home
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Line Up
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Mikko Kotamaki (Voce) Juha Raivio (Chitarra, Tastiera) Juho Raiha (Chitarra) Matti Honkonen (Basso) Juuso Raatikainen (Batteria)
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