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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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05/08/2023
( 1727 letture )
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In Trance, uscito nel 1975, è il terzo full length degli Scorpions ed è anche il primo "vero" disco col tipico marchio di fabbrica dei tedeschi: non che i primi due album -invero ancora piuttosto acerbi e con forti accenti di psichedelia- non lo fossero, ma qui c'è un netto salto di qualità generale che, se non fa gridare al capolavoro per qualche piccolo difetto, ci si avvicina molto. A partire dalla copertina (che inaugurerà una serie di censure anche nell'immediato futuro) per passare al songwriting e infine alla performance degli stessi musicisti In Trance si presenta come un lavoro maturo e ricco di personalità.
Le canzoni presenti nella tracklist sono di grande livello e, nonostante alcuni testi piuttosto semplici, di gran presa anche se in realtà l'album poggia moltissimo sui lenti; dalla title track a Life's Like a River passando per Living and Dying sono le melodie a farla da padrone, infarcite ovviamente dalla stupenda chitarra di Uli John Roth che lascia decisamente la sua impronta nella stesura dei brani, risultando assai più impattante che nei due predecessori. Ne abbiamo una prova fin dall'esplosiva opener dove il buon Roth si prodiga anche al microfono, relegando il più vocalmente dotato Klaus Meine ai cori, come farà anche in Sun in My Hand, pezzo decisamente blues che strizza l'occhio al vero punto di riferimento di Uli, vale a dire Jimi Hendrix. Anche Top of the Bill è un pezzo di puro hard rock settantiano che ti scuote dal di dentro portandoti a un air guitar forsennato grazie a un riff semplice ma incisivo come pochi altri e a un drumming davvero efficace; a tal proposito va evidenziato l'apporto del nuovo entrato Rudy Lenners che reca con sé un'attitudine molto più rock e meno prog rispetto a chi lo aveva preceduto dietro le pelli e che va a costituire una sezione ritmica di gran spessore insieme a Francis Buchholz, il quale brilla in particolar modo sulla già citata ottava traccia e soprattutto su Longing for Fire (ma non è da sottovalutare nemmeno il basso di Life's Like a River). Klaus Meine, particolarmente versatile nella futuristica Robot Man, dimostra una volta di più la sua classe cristallina dapprima rimpolpando i cori di Dark Lady e successivamente sfoderando una prestazione magistrale in Life's Like a River e nel refrain a metà pezzo di Evening Wind, anche se è soprattutto la title track a farsi ricordare essendo un brano completo e 100% Scorpions, ritmica precisa di Schenker sulla quale si incastonano gli assoli sognanti del Maestro Ulrich Roth per uno dei brani migliori dell'intera discografia dei tedeschi, perfetto sotto ogni punto di vista e con un finale di twin guitar che esplode nell'etere lasciando l'ascoltatore senza parole... da applausi. La chiusura è affidata a una malincolica strumentale che manco a dirlo mette in risalto le capacità di Roth che qui ricorda nello stile un altro Mostro Sacro, Gary Moore.
Al di là di qualche piccolissimo difetto (volendo cercare il pelo nell'uovo Longing for Fire e Sun in My Hand potrebbero essere visti come gli unici filler del disco) In Trance è un album che rispecchia perfettamente gli Scorpions dell'epoca, probabilmente superato dai due successivi dell'Era-Roth, ma ammantato da un oscuro fascino che scaturisce da ogni solco per avvolgere e ipnotizzare qualunque amante della buona musica. Disco da avere e da ascoltare isolandosi dal mondo esterno, in piena meditazione rock.
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10
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Con In Trance si definisce lo stile SCORPIONS diviso tra splendide power ballad, di cui loro saranno i Re, e riff indiavolati su cui appoggiano melodie accattivanti di voce e chitarre soliste (Dark Lady, Top Of The Bill, Robot Man...). / Gran bel disco ma non capolavoro x qualche pezzo non memorabile. La title track rimane uno dei pezzi + belli degli SCORPIONS, scommetto ancora oggi nel cuore di moltissimi. /// Copertina simbolo, bellissima, iconica al massimo e, x l\'epoca, molto coraggiosa. |
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8
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Album splendido e passo fondamentale per gli Scorpions, che - al netto di qualche raro passaggio - consolidano con convinzione il proprio stile (relativamente al periodo settantiano). Per i miei gusti, si supereranno nei successivi Virgin Killer e Taken by Force, ma la presenza qui di pezzi come Dark Lady, la title-track, Top of the Bill o Robot Man rende comunque quest’album tra gli imprescindibili della band. Voto 85 |
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7
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Eh be, storia. Clamoroso |
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5
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Primo vero classico degli Scorpions, con la title track e Dark Lady in bella evidenza, molto del merito va anche a Dieter Dierks, che diventerà il loro produttore di fiducia. Voto 85 |
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4
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Gli Scorpions nascono da questi solchi e ritengo che il merito è sia da ascriversi a Uli Jon Roth, chitarrista straordinario (e mi tengo basso), ma purtroppo cantante scarsino (per me). Hendrixiano quando basta, neoclassico (quando a parte Blackmore di classico nell\'hard rock ce n\'era poco) quanto basta, compositore eccelso. In trance, il brano, è proprio bello. E il resto dell\'album tra rock durissimo (Dark lady) e le \"solite\" stupende ballads Evening wind e Life\'s Like a River è un concentrato di emozioni. 80 |
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3
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Questo è il vero capolavoro di quelli con Uli John Roth, anche meglio dei due successivi. |
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2
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Dark Lady e ho detto tutto. Uno dei prototipi perfetti della \"canzone heavy metal\". Ed è solo la prima... monumentali. |
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1
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Cosa avete tirato fuori, che album! Che musica senza tempo! Uno dei miei dischi preferiti. È uno di quei dischi che non potrei recensire perché sarei poco obiettivo. Probabilmente chi si approcciasse all\'album oggi non riuscirebbe a coglierne il valore. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dark Lady 2. In Trance 3. Life's Like a River 4. Top of the Bill 5. Living and Dying 6. Robot Man 7. Evening Wind 8. Sun in My Hand 9. Longing for Fire 10. Night Lights
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Line Up
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Klaus Meine (Voce, Cori) Ulrich Roth (Chitarra, Cori, Voce su tracce 1 e 8) Rudolf Schenker (Chitarra, Cori) Francis Buchholz (Basso, Cori) Rudy Lenners (Batteria, Percussioni)
Musicisti Ospiti Achim Kirschning (Tastiera)
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