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27/07/24
DIVINE METAL FEST 7
ALTERNATIVE, C.DA ULIVETELLA - MONTENERO DI BISACCIA (CB)
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Elvenking - Two Tragedy Poets ...And a Caravan of Weird Figures
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( 6766 letture )
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Un albero, imponente e orgoglioso delle proprie fronde, è il soggetto universale della cover di Two Tragedy Poets...And a Caravan of Weird Figures, un soggetto ricorrente nella storia degli Elvenking. Fa capolino sulla cover del primo demo To Oak Woods Bestowed, in seguito compare sulla facciata di Wyrd e per rivederlo troneggiare solenne e selvaggio bisogna aspettare novembre 2008.
Era l’ottobre del 1997 quando l’incontro di Aydan e Jarpen, due chitarristi di Sacile, provincia di Pordenone, sentenzia la nascita degli Elvenking; correva il 2001 quando il debutto ufficiale Heatenreel vede la luce, inaugurando una felice stagione di power/folk all’insegna del tricolore nazionale. Invece è il 2008 quando il percorso del gruppo, maturato tra innovazioni ed esperimenti, trova quello che forse è il legittimo risultato di una determinata scelta stilistica: il sound dei friulani infatti, seppur contaminato da fortissime influenze folk, è sempre stato riconosciuto ed identificato in un power metal volitivo; quindi certamente folk, ma anche tanto power.
Con Two Tragedy Poets...And a Caravan of Weird Figures questo sinallagma viene meno.
Le venature più pesanti vengono accantonate e riposte temporaneamente, come se dopo l’uscita di The Scythe, disco che aveva mostrato il lato più oscuro dei friulani, bisognasse giungere al polo diametralmente opposto. Così è nata l’idea di proporre un album totalmente acustico, o quasi, che concluda in un certo senso il tragitto musicale intrapreso dagli Elvenking più di dieci anni or sono.
Un folk puro -scremato dai carichi rabbiosi del metal- che mostra il lato intimistico della band, ma allo stesso tempo che non si lascia prendere troppo sul serio, esibendo oltre ai temi più malinconici, anche lati ironici e divertenti.
Un disco che racchiude la ricerca di una poetica emozionale diversa rispetto all’ultimo The Scythe: mentre in questo vi era un’indagine romantica incentrata sul tema della Morte, nel suddetto Two Tragic Poets vi è sempre questa tensione però volta al benigno, non oscura e tenebrosa.
I brani brillano di luce propria e, anche se ad un primo ascolto si può cadere in una sensazione di forte omogeneità, non lasciatevi ingannare perché il fattore acustico può sviare la comprensione. In verità è un disco vario, acceso, emozionante. Tra le composizioni che riflettono maggiormente le idee e le sensazioni introspettive e festaiole dell’album possiamo subito tirare in ballo la fantastica opener Another Afwul Hobs Tale, mostruosa nell’incedere dinamico e tambureggiante. La seguente From Blood To Stone, primo singolo estratto da questo Two Tragic Poets, si abbandona a melodie più riflessive e cadenzate - malinconia tramutata in emozioni positive ed avvolgenti. Ask a Silly Question deve annoverarsi tra i brani più riusciti, in cui sia il lato brioso che quello psicologicamente più intimo riescono ad amalgamarsi alla perfezione. Altra traccia da citare obbligatoriamente è l’impertinente Not My Final Song, nella quale ritornano ad eruttare i lapilli dei passaggi più dissacranti ed ironici. Con passo sempre allegro e colorito Miss Conception, tra tonalità rockeggianti e dirette, chiude il vivace binario di Two Tragic Poets...And a Caravan of Weird Figures.
Ulteriori fermate che la nostra locomotiva deve doverosamente effettuare lungo l’intrecciato tragitto dell’ascolto sono le splendide cover di The Winter Wake e The Wander: rivisitate in chiave acustica ardono come un ceppo nel camino. Suggestive e poetiche.
Nel dipanare la matassa si ode una melodia famosissima: quella di Heaven Is a Place On Earth, stranota hit degli eighties di Belinda Carlisle. Un passaggio sinceramente divertente per una cover senza infamia e senza lode, che spezza un po’ l’atmosfera dell’album, lasciandosi ascoltare piacevolmente.
Gli Elvenking ci regalano un album appassionante, sincero e fresco. Dal forte animo popolare e dal profumo di bosco, può essere considerato come il naturale arrivo della loro musica. Ma questo traguardo non deve stare a significare forzatamente termine della loro evoluzione stilistica e poetica. Anzi, sono certo del fatto che già la prossima uscita sarà detentrice di nuove e diverse peculiarità, perché il loro sentimento di ricerca è perpetuo, e si staglia nelle fronde e scorre come una linfa lungo i rami di un albero, magari proprio di quel salice raffigurato nel primissimo demo.
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12
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Gran bell'album! Il migliore degli Elve secondo me, anche se non ho ancora ascoltato The Pagan Manifesto; a proposito, a quando una recensione? ![](../../images/smilies/smile.gif) |
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11
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Album stupendo,l'ho letteralmente divorato! Secondo il mio modesto parere,gli Elvenking sono il miglior gruppo italiano,e non solo! Fino ad ora non hanno fatto nemmeno un disco anche solo discreto,si vedrà cosa combineranno con il nuovo disco,di prossima uscita.. |
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buon lavoro ma li preferisco "metal"... ho scoperto da poco i loro vecchi lavori e mi piacciono molto di più. in questo album not my final song è una spanna sopra le altre... |
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Quest'album è un vero capolavoro! |
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L'ho comprato sabato, gran bell'album veramente gli Elvenking non hanno ancora fatto passi falsi, Bravi! Bella rece e gran bell'album! voto: 82 |
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Sinallagma non mente![](../../images/smilies/wink.gif) |
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e dei vecchi cd? cosa ne pensi dell'artwork interno? |
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Il booklet non ce l'ho perchè la label ha mandato il promo. @raven: faccio consulenza del lavoro, un indirizzo di giurisprudenza... |
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cosa ne pensi del booklet interno del cd? |
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3
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mi è piaciuto un casino!! voto: 85 |
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Bella rece fabio mo me procuro sto cd... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Caravan of Weird Figures 2. Another Awful Hobs Tale 3. From Blood to Stone 4. Ask a Silly Question 5. She Lives at Dawn 6. The Winter Wake 7. Heaven is a Place on Earth (Belinda Carlisle cover) 8. My Own Spider's Web 9. Not My Final Song 10. The Blackest of My Hearts 11. The Wanderer 12. Miss Conception 13. My Little Moon (bonus track)
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Line Up
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Damnagoras (Voce) Aydan (Chitarra) Elyghen (Tastiera, Violino) Gorlan (Basso) Zender (Batteria)
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RECENSIONI |
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