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ELVENKING - In costante evoluzione
19/10/2010 (3138 letture)
Non sono poi molte le band italiane che, in Italia, sono riuscite a farsi un seguito: tra queste sicuramente ci sono gli Elvenking, che in occasione della pubblicazione del nuovo Red Silent Tides ci hanno permesso di approfondire diversi aspetti della sua creazione. A voi scoprire quali :-)

Rob: Ciao ragazzi, benvenuti su Metallized.it! Dunque, inizierei subito parlando del vostro ultimo album, Red Silent Tides. Il nuovo platter lo trovo abbastanza diverso da The Scythe, soprattutto per quanto concerne il sound finale, meno graffiante e potente, correggetemi se sbaglio; inoltre, mi pare che ci sia stato un leggero cambiamento in fase di songwriting da parte vostra, dove mi siete sembrati più focalizzati sull’immediatezza dei ritornelli rispetto alla cura per gli arrangiamenti, cosa ci dite a riguardo? Dico questo soprattutto pensando al singolo The Cabal o a un pezzo come Those Days.
Lethien: Il nostro nuovo lavoro è senza dubbio risultato della maturità che abbiamo acquisito in questi anni. Come più volte ci è stato fatto notare, ogni album che abbiamo realizzato possiede delle sfumature che lo differenziano dai precedenti. Anche questa volta possiamo dire di aver voluto esprimere le nostre canzoni con un lavoro diverso, ma che rispecchia a pieno quello che sono gli Elvenking. Le canzoni hanno sicuramente un ascolto più diretto rispetto a dischi precedenti, ma è stato comunque fatto un grande lavoro negli arrangiamenti. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare con Dennis Ward, che ci ha aiutato nella creazione sia di suoni più “duri” che di suoni tendenti all’hard rock. Sicuramente è il nostro disco più maturo, e nonostante i cambiamenti dai precedenti lavori, possiede sicuramente una forte personalità.

Rob: Non che ami etichettare i gruppi e imbrigliarli in un genere, però, fin dal vostro debutto c’è sempre stata la diatriba sul considerarvi power o folk. A mio avviso, a partire da The Scythe per giungere a Red Silent Tides avete definitivamente intrapreso la strada del power, relegando il vostro potenziale folk nella meravigliosa parentesi semiacustica di Two Tragedy Poets.... Gli Elvenking cosa si sentono nel 2010?
Lethien: Sinceramente non amiamo neppure noi essere etichettati in un genere specifico. Probabilmente siamo stati spesso etichettati come un gruppo folk esclusivamente per l’utilizzo del violino, ma noi ci consideriamo innanzitutto un gruppo metal, con molte influenze e sfumature. Tutte queste sfaccettature siamo riusciti ad esprimerle tramite il nostro ultimo lavoro.

Rob: Cosa mi dite a riguardo dei testi di Red Silent Tides?
Lethien: I testi sono nati dalle menti di Damna ed Aydan. Ogni canzone rispecchia un sentimento o un’emozione che vogliono trasmettere, ed è stato fatto un lavoro molto curato e personale. Ogni testo è ricco di significato ed è strettamente collegato al mood della canzone.

Rob: Red Silent Tides lo vedo un album di transizione, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto melodico, forse mai come in passato, così tanto valorizzato su questo disco, e mi riferisco soprattutto al cantato di Damnagoras. In quale direzione andranno gli Elvenking per il prossimo disco?
Lethien: Bella domanda! :-) Ogni album possiede il proprio filo conduttore, e solo nel momento della realizzazione ci siamo resi conto di come volessimo finire il nostro lavoro, seppure le idee fossero già chiare. Se vogliamo vederla così, tutti i dischi sono stati di transizione, perché gli Elvenking sono sempre in continua evoluzione. Quello che ci preme sempre è di trasmettere qualcosa di personale al pubblico che ci ascolta, e così sarà anche per il prossimo disco!

Rob: Solitamente, come nasce un pezzo degli Elvenking?
Lethien: I nostri brani vengono costruiti di pari passo con musica e parole. Damna ed Aydan sono responsabili della stesura dei testi e delle melodie, che poi vengono lavorate in sala prove con tutto il gruppo. Le canzoni vengono poi suonate parecchio, registrate in sala prove, se necessario modificate strutturalmente, fino a quando non viene trovata la soluzione che più ci aggrada e rispecchia il messaggio che vogliamo trasmettere.

Rob: Cosa dobbiamo aspettarci adesso sul fronte live? Ci sarà un tour di supporto a Red Silent Tides? Ci sono già in programma delle date?
Lethien: Abbiamo appena concluso un tour di due settimane che ci ha visto attraversare Germania, Austria e Italia come spalla dei Primal Fear, portandoci di fronte ad un buon pubblico, e dove abbiamo ricevuto parecchi consensi a riguardo del nuovo lavoro. In programma abbiamo il release party del disco che sarà il 27 novembre al Deposito Giordani di Pordenone, e dove stiamo organizzando un grande spettacolo. La nostra attività di promozione del disco proseguirà in seguito sicuramente nei primi mesi del 2011 con una serie di date che stiamo mettendo in calendario, che ci vedranno sicuramente in Italia e in buona parte dell’Europa.

Rob: Soprattutto per quanto riguarda l’aspetto live in Italia, più volte si è discusso anche su questa pagine. Negli ultimi anni ho notato una tendenza da parte delle agenzie (escludendo l’egemonia di una o due agenzie) ad organizzare eventi di medie-piccole dimensioni. Io stesso ho avuto modo di vedervi dal vivo al Metal Meating di Roma, ho notato la vostra partecipazione all’Italian Metal Fest (con Secret Sphere, DGM ed altri), ma più in generale non mancano festival di queste dimensioni. Alla luce della vicenda Sikelian Hell Fest (sostanzialmente un bill molto oneroso economicamente con un risposta timidissima da parte del pubblico) e della recente cancellazione del Play It Loud per lo scarso numero di prevendite, mi pare che si possa dire che in Italia manchi un po’ la cultura del grande evento. Forse c’è da un lato un po’ di mancanza di coraggio da parte dei promoters e dall’altra un bel po’ di pigrizia da parte del pubblico che non si muove in massa, se non per i soliti nomi e nei soliti posti. In molti, in queste occasioni, lamentano la mancanza di una cultura metal in Italia. Voi come la pensate?
Lethien: Da quello che ci è capitato di vedere in giro per l’Europa il problema della crisi dei concerti è abbastanza comune, anche se qui in Italia ci è parso molto più difficile organizzare eventi rispetto ad altri Paesi, per la scarsa presenza di pubblico. In Germania ad esempio le persone sono più ben disposte a muoversi per la musica. La scarsa partecipazione ad eventi influenza di certo la nascita dei successivi. E’ una situazione veramente paradossale. E’ starno vedere come alcuni eventi siano di gran successo e altri assolutamente un flop. E’ una cosa che non mi spiego e per questo è sempre difficilmente ipotizzabile il successo di un evento e di conseguenza anche difficilmente organizzabile.

Rob: Rimanendo tra le mura di casa nostra, voi ravvisate delle differenze tra l’Italia e il resto d’Europa, per esempio con la Germania, a partire dalla macchina organizzativa, passando per la stampa, per giungere al pubblico.
Lethien: Di sicuro la stampa tedesca è molto più influente di quella italiana per quanto riguarda il metal. Il mercato è molto più grande e il pubblico che viene preso dalla stampa è molto più numeroso di quello in italia. Il perché risiede probabilmente nel fatto che in Germania il metal sia molto più valorizzato come genere musicale, e in Italia vi sia una cultura completamente diversa e sotto certi aspetti non acculturata a riguardo. Riuscire quindi ad entrare nella macchina organizzativa della stampa tedesca è certamente importante per un gruppo che fa musica simile alla nostra.

Rob: Come vedete la scena metal in Italia? Credete che sia migliorata rispetto al vostro esordio? C’è qualche gruppo italiano che vi entusiasma in maniera particolare?
Lethien: Assolutamente migliorata. Penso che il livello di molte band italiane non abbia nulla da temere rispetto ai concorrenti esteri. Se solo il pubblico nazionale se ne accorgesse... Mi sembra ancora assurdo suonare in festival di tutto il mondo come il Summer Breeze, Progpower USA, Metal Fest in Ungheria, Rep. Ceca, Germania ecc. e non avere la possibilità di esibirsi nei palchi del proprio Paese.

Rob: Quali vantaggi, ammesso che ce ne siano, ci sono ad avere un contratto con una label tedesca delle dimensioni della AFM?
Lethien: Lavorare con persone serie che conoscono bene il proprio lavoro e hanno la forza di AFM è di sicuro un bel vantaggio. Dall’altro lato abbiamo sempre molta più difficoltà in Italia dove non siamo nel cerchio degli “addetti ai lavori”.

Rob: Ok, ragazzi. Per me è tutto. Vi ringrazio per la disponibilità e vi lascio chiudere l’intervista come volete. Spero di rivedervi presto dal vivo. A presto!
Lethien: Grazie mille a voi, ci vediamo presto in giro per l’Italia per promuovere Red Silent Tides!



Michele
Mercoledì 20 Ottobre 2010, 14.47.12
3
Khaine
Mercoledì 20 Ottobre 2010, 14.16.35
2
Yesss!! Entro stasera il vincitore
Michele
Mercoledì 20 Ottobre 2010, 14.13.18
1
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Elvenking dal vivo al Summer Breeze (credits: Anthony D.; myspace.com/roots_vc)
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