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Death SS - Resurrection
( 12003 letture )
E’ stata un’attesa quasi spasmodica, ma al tempo stesso stimolante, quella che ci ha portati ad oggi, giorno ufficiale del ritorno sulle scene dei Death SS. Tra i più contestati ed amati nel nostro scenario musicale italiano, hanno senz’altro l’innata capacità di attrarre a sé le attenzioni di chi, fan sfegatato, li esalta o di chi, critico irremovibile, li ha da sempre osservati con sguardo scettico.
La curiosità di sapere come questo Resurrection suonasse si è instillata dal primo momento in cui, lo scorso 21 dicembre, la band ha deciso di diffondere il singolo che anticipava la release, The Darkest Night, distribuito successivamente con un EP omonimo in 666 copie. L’ascolto dell’EP aveva fatto maturare alcune ipotesi su quali sarebbero potute essere le articolazioni sonore del full length, nonostante Steve Sylvester avesse a più riprese precisato come i due lavori fossero talmente diversi da necessitare una lettura ed un approccio all’ascolto altrettanto differenti. Nonostante questo avvertimento, brani come Witches’ Dance mi avevano talmente tanto conquistata, nell’essere così indelebilmente impregnati di venature elettroniche, che mi accingo ad iniziare l’ascolto convinta di trovarmi di fronte ad un continuum di quanto avevo già potuto saggiare.

Così, con una certa trepidazione, premo play

Sarà sufficiente ascoltare le prime note dell’opener Revived per sentire tutti i mattoncini del castello sgretolarsi nella mia testa. Mi sento completamente disorientata davanti a qualcosa di totalmente inaspettato e la sensazione di stordimento mi perseguiterà per tutta la durata dell’ascolto.
La nuova creatura della band fronteggiata da Steve è tutto fuorché una release scontata e prevedibile: Resurrection, infatti, seppur rispettando a pieno il filone tematico che tanto ha reso celebre il gruppo, si presenta con una personalità molto forte e ben distinta ed è l’ennesima ibridazione musicale dei Death SS, nella quale la band flirta con il rock’n’roll, l’industrial, il gothic e sfumature più progressive con una naturalezza davvero singolare.
Ciò che ne deriva è senz’altro un’estrema eterogeneità dell’album, che lo rende anche di più difficile assimilazione. Non sarà, infatti, sufficiente un unico ascolto per maturare una qualsiasi opinione, in quanto solo con successive repliche si sarà davvero in grado di percepire l’opera nella sua interezza ed in tutte le sue sfaccettature.

Molte delle track qui racchiuse sono state concepite in tempi cronologicamente diversi, avendo avuto una gestazione di ben quattro anni complessivi per raggiungere un quantitativo di materiale di qualità sufficiente per comporre un ritorno degno del nome Death SS. Un senso di discontinuità resterà tuttavia percepibile, nonostante il lavoro di mixaggio finale abbia livellato le diversità e conferito una certa unione a tutti i brani. Si passa, infatti, dagli scenari electro dark e gothic di The Crimson Shrine e Dionysus alla durezza heavy metal di The Darkest Night, agli scenari orrorifici di Eaters, fino ad arrivare all’eleganza di The Song Of Adoration. The Crimson Shrine, articolandosi in una sovrapposizione molto interessante tra le tastiere e la soffice voce della corista, è un omaggio crowleriano al dio Pan, che il noto occultista ha celebrato nel suo Hymn to Pan, esaltando la potenza e la bestialità della divinità mitologica, che stupra e strappa e infuria eternamente, manichino, fanciulla, ninfa, uomo. Echi di una sessualità estrema sono ravvisabili anche nel quarto brano, dove la citazione al dionisiaco impulso alla vitalità, all’ebbrezza ed all’estasi ci fa percepire la similarità tra Pan e Dioniso, da sempre insieme a Priapo imbevuti di forti connotazioni erotiche nell’immaginario folkloristico. Tutti temi noti e già affrontati durante il percorso artistico della band e che senza dubbio ci fanno venire in mente l’album Panic (che è necessario tradurre come “panico”, ossia collegato alla divinità di Pan e non, erroneamente, come se avesse qualche attinenza alla paura) nel quale lo stesso Sylvester in copertina assume sembianze a metà tra uomo e caprone.
Ciò che è palese dopo aver apprezzato i primi pezzi di Resurrection è che saranno le chitarre di Al De Noble a traghettarci come il Caron Dimonio in questa discesa infernale, sensazione che trova appiglio anche nella struttura dei successivi brani musicali, dove gli assoli del chitarrista hanno la capacità di enfatizzare e talvolta sovvertire le atmosfere, rivestendo un ruolo quasi preponderante, ma avendo l’intelligenza di conservare una collocazione secondaria laddove ad affiorare indiscusse sono le tastiere di Freddy Delirio.
La sfrontatezza di Eaters, scritta come colonna sonora per il film splatter-zombie del regista tedesco Uwe Boll, la rende certamente uno dei brani più riusciti della release, insieme alla suggestiva ed inquietante Ogre’s Lullaby, dove il carillon intersecato con le pesanti e ronzanti chitarre fa crescere un senso di profondo disagio: il pezzo racchiude in sé qualcosa di maligno, l’atmosfera è cupa ed asfissiante. Le influenze più rockeggianti le avremo, invece, con Santa Muerte, che sia nel titolo che nell’incipit iniziale -in cui sembra quasi di ascoltare il parlottare di narcotrafficanti messicani- denuncia un tributo al culto ispanico della morte, molto sentito proprio tra i narcos e talmente radicato nella cultura popolare messicana da essere stato da sempre condannato dalla Chiesa Cattolica, in quanto considerato quasi al pari di una setta, per l’ossessiva ed esclusiva venerazione che gli adepti riservano alla Santissima Morte.
Ma veniamo al pezzo migliore tra i dodici proposti in Resurrection: The Song Of Adoration, al pari di uno schiaffo, destabilizza il sottile equilibrio che credevamo di esserci lentamente costruiti, rinnovando la sensazione di turbamento che avevo provato all’inizio di questo viaggio musicale. Oltre che essere il brano più lungo (nove minuti), è anche il più completo ed è una perfetta summa di ciò che i Death SS sono stati e di ciò che sono diventati dopo le continue mutazioni. L’incipit con i fiati ci catapulta in ambientazioni egiziane ed ha lo stesso effetto incantatore che il pungi indiano ha sui serpenti per le strade di Nuova Delhi. E’ senza dubbio un’opera a sé, che riusciamo ad apprezzare nella sua totalità anche grazie alla collocazione nella tracklist in mezzo a brani come The Devil’s Graal e Precognition, che nel loro essere così diversi e quasi opposti al loro intermediario, incuneano la track e la elevano nella sua grandezza ed eleganza di diamante grezzo. Concludiamo con Bad Luck, divertissement in cui Steve Sylvester con ghigno autoironico rivolge una dedica a tutti coloro che in questi anni hanno legato il nome dei Death SS ad un qualcosa non propriamente di “buon auspicio”, giocando con i cliché della superstizione -come l’essere nati in un giorno sfortunato come il venerdì- ed avvalendosi di una piacevole base rock’n’roll .

Giunti al termine del nostro ascolto, risulta complicato descrivere in maniera unitaria tutta la release. Le track, seppur connesse tra loro dalle tematiche e dal filone della filmografia, in quanto in gran parte studiate come soundtrack per film o serie tv, impongono con arroganza la loro indipendenza reciproca. Rimandi alla cinematografia vengono anche evidenzianti nello stile fumettistico della copertina, quasi la locandina di un horror movie anni ‘70/’80, grazie anche al prezioso contributo di Emanuele Taglietti, autore di molte copertine di fumetti sexy/horror italiani, che nell’artwork ripropone in primo piano la voluttuosa Belzeba.

Nonostante la molteplicità di stili ed ambientazioni che lo rendono un album discordante, nel quale apparentemente manca un trait-d’union, Resurrection resta un lavoro molto ben organizzato, complesso, che non mancherà di far discutere e di dividere nelle opinioni. In puro stile Death SS.

Non mi resta quindi che dire… Bentornati.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
65.03 su 521 voti [ VOTA]
Deathland
Venerdì 24 Dicembre 2021, 23.38.21
28
Ora bestemmio, questo è il disco più bello dei Death SS
dEVIL1
Martedì 23 Novembre 2021, 14.52.53
27
Ottimo disco, superiore agli ultimi due che restano sopra la sufficienza, ma lontani dai picchi del passato
Wingo
Martedì 23 Novembre 2021, 14.00.18
26
Album stupendo,mix perfetto tra hard rock,metal e dark,il brano che apre il disco Revived è il mio preferito,un autentico pugno nello stomaco 😎🎸
GRANMASTERZILLA
Martedì 22 Settembre 2015, 0.09.50
25
Non ho il coraggio di ascoltare questo album (conosco solo eaters. ...) Adoratore del gruppo dai tempi di in Death of ss .... li ho seguiti fino a panic senza sosta . Poi qua e là ho ascoltato giusto un Po di cosucce che non mi hanno convinto. Dopo la cantonata dell ultimo dei Bulldozer non vorrei b eccarne un altra .......... Vedremo
AL
Lunedì 31 Agosto 2015, 10.18.08
24
album veramente bello. Steve un grande come sempre. album che cresce con gli ascolti. Eaters colpisce subito ma poi, una volta assimilato tutto l’album, ci sono tante altre canzoni di primissimo livello. stupendo anche l’artwork. per me 85
DeathMask
Mercoledì 20 Agosto 2014, 16.14.20
23
DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS DEATH SS
AndreA
Venerdì 29 Novembre 2013, 11.13.23
22
Che sorpresona! Non gli avevo dato una lira bucata. Panic non mi era piaciuto x niente. Per curiosità morbosa ho sentito l'ultimo album e devo dire che sono rimasto colpito. Tecnologia non invadente e ben misurata. Suono perfetto. Canzoni cattive e voce di Steve Sylvester sempre acida e fortunatamente il signor Silvester non usa i tanto odiati (da me) Growl guasta canzoni. Voce femminile non fastidiosa e poppeggiante. Canzoni Horror in grande spolvero e quasi tutte bellissime. Per me è allo stesso livello di Do What You Wilt. Grande Steve voto 80
Barabba
Domenica 20 Ottobre 2013, 13.55.35
21
Notevole, un ritorno in pieno stile Death SS, meritano un 84 pieno
Diego
Mercoledì 7 Agosto 2013, 10.00.16
20
Gran bel ritorno questo dei Death SS. Concordo sulle diversità stilistiche, frutto di molteplici ispirazioni, ma anche di decenni di generi introiettati nelle diverse sfacettature di Steve Sylverster. Se si possiedono tutti i "plug-in" dei vari generi non si fatica ad accettarlo ed apprezzarlo.
dheim
Mercoledì 19 Giugno 2013, 13.00.47
19
gran bel disco, devo dire... a proposito. è vero che a volte dire "song" o "track" è un inglesismo un po' aggratis, ma BASTA con questo cavolo di snobismo autarchico della serie "siamo in Italia e si parla italiano". se qualcuno mi dice che ha preso un dischetto ottico di un complesso di metallo della morte lo prendo a sberle, o a cornate, essendo io una CAPRA.
METALABBA
Lunedì 17 Giugno 2013, 19.36.42
18
IO SONO COMMOSSO....... L'HO ASPETTATO TANTO E SONO APPAGATO!!! VOTO 90!!!!!
anvil
Martedì 11 Giugno 2013, 13.16.21
17
Bel dischetto per me un 80 secco! fatta bene la rece.
Arrraya
Lunedì 10 Giugno 2013, 15.28.30
16
Una spruzzata di tastiera anni '80, una di W.A.S.P. che fanno capolino ogni tanto, del sano metal...bell' album, 75 come voto ai primi due ascolti. L' unica pecca riscontrata al momento è il riff di Santa Muerte, rifatto quasi di sana pianta da Better By You, Better Than Me degli Spooky Tooth (poi ripresa dai Judas Priest) ma in versione velocizzata, ma comunque un peccato veniale. Diciamo che in questi Death SS odierni c'è piu luce che oscurità, che è comunque sempre presente.
antonio
Lunedì 10 Giugno 2013, 14.05.51
15
L'ho appena messo nel recorder, le songs mi piacciono parecchio expecially la track n.2. Molto presenti le guitars e le keyboards. Ora do uno stop perché devo andare a brucare....... si sono una CAPRA CAPRA CAPRA CAPRA CAPRA CAPRA CAPRA (proseguire x altri ten minutes)
brainfucker
Domenica 9 Giugno 2013, 21.24.02
14
quanto cazzo è bella la copertina..proprio da locandina horror anni '50..ragazzi cuccatevi anche i sancta sanctorum, il progetto stoner doom di steve, davvero bravi!!
METALABBA
Venerdì 7 Giugno 2013, 20.11.21
13
DEATH SS......UNA GARANZIA!!!!! AH VORREI DIRE UNA COSA A QUELLI CHE SI TOCCANO GLI ZEBEDEI A SENTIRLI NOMINARE,IL TEMPO CHE SPRECATE A PORTARE LA MANO VERSO TALI ZONE USATELO PER PREMERE PLAY AL VOSTRO LETTORE,NE TRARRETE MAGGIORE PROFITTO!!! LONG LIVE DEATH SS!!!!!!!!!
Arrraya
Venerdì 7 Giugno 2013, 0.23.18
12
Vai tranquilla Selenia@ l'album non l'ho ancora ascoltato ma la tua recensione mi ha incuriosito ulteriormente. Ad essercene come voi di Metallized. poi per quanto riguarda i termini anglofoni ci siamo cresciuti, anche se Luca@ ha ragione (anche se non proprio in questo ambito musicale, dove è piu che giustificabile) per quanto l'uso spropositato, specialmente in tv e addirittura in politica, ma li lo fanno proprio per non far capire un cazzo.
Selenia
Giovedì 6 Giugno 2013, 19.42.47
11
@Arrraya: credo che Luca si riferisse a me perché nella recensione ho scritto più volte ''track", ma vabè, la prendo con simpatia solo per la citazione a Sgarbi ahaha! @Doomale: ti ringrazio!! come sempre vi invito a tornare qui dopo l'ascolto dell'album, anche per smentirmi, per carità, alla fine le vostre sensazioni/il vostro giudizio potrebbero essere diversi dal mio e ben venga il confronto
Doomale
Giovedì 6 Giugno 2013, 17.18.56
10
l'album non l'ho ascoltato ma da buon vecchio fans dei sopratutto primi Death ss lo farò quanto prima..invogliato anche dall'ottima recensione di Selenia, davvero completa sotto ogni punto di vista. Brava!
Arrraya
Giovedì 6 Giugno 2013, 15.19.31
9
Luca@ io ho scritto "i pezzi".
Attila Csihar
Giovedì 6 Giugno 2013, 15.02.26
8
Il 16 agosto saranno al MetalCamp! Non vedo l'ora di vederli, credevo che non ne avrei mai avuto l'occasione çwç
luca
Giovedì 6 Giugno 2013, 14.57.45
7
Ma volete finirla di scrivere sempre "song" oppure "track"? Vi svelo un segreto:la nostra lingua ci mette a disposizione parole come "brano" o "canzone" o ancora "pezzo" o "traccia". Scrivete bene nella nostra lingua, CAPRE!
Black Face
Giovedì 6 Giugno 2013, 14.06.21
6
Non vedo l'ora di vederli al Metal Camp Sicily ad Agosto! Per tutti i siciliani: veniteci, saranno a Noto assieme ad Aborym e tante altre band!
Arrraya
Giovedì 6 Giugno 2013, 14.02.56
5
Spero di poterlo avere presto, i pezzi ascoltati fin'ora mi son piaciuti. Una band da preservare.
Galilee
Giovedì 6 Giugno 2013, 11.31.47
4
Intramontabili. Non vedo l'ora di ascoltarlo. La recensione ispira bene.
Sad_wings
Giovedì 6 Giugno 2013, 10.11.07
3
Ottimo lavoro gli darei un otto pieno! Sento un po' di influenze del suo progetto opus dei. Bellissima the crimson shine
Andy '71
Giovedì 6 Giugno 2013, 9.25.31
2
Ottimo!Le song che ho ascoltato mi son piaciute tantissimo,ora manca solo di comprarlo e spararmelo tutto d'un fiato!Bentornati!
Raven
Giovedì 6 Giugno 2013, 8.34.03
1
Bene, bene. Attendo con sempre maggiore impazienza la loro data siciliana del 16 agosto.
INFORMAZIONI
2013
Lucifer Rising
Heavy
Tracklist
1. Revived
2. The Crimson Shrine
3. The Darkest Night
4. Dionysus
5. Eaters
6. Star in Sight
7. Ogre’s Lullaby
8. Santa Muerte
9. The Devil’s Graal
10. The Song of Adoration
11. Precognition
12. Bad Luck
Line Up
Steve Sylvester (Voce)
Al De Noble (Chitarra)
Freddy Delirio (Tastiere)
Glenn Strange (Basso)
Bozo Wolf (Batteria)
 
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