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26/04/25
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METALLICA - James Hetfield - La biografia, parte 2
15/03/2010 (17696 letture)
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Metallica, li ami o li odi: non c'è spazio per compromessi, e l'ultimo ventennio di contestazione e scelte stilistiche opinabili e completamente lontane dalla prima porzione di carriera non ha fatto che allargare a dismisura il divario incolmabile tra chi li accusa di alto tradimento e chi invece continua ad apprezzarli soprattutto per quanto fatto nei loro primi album. Continua il nostro viaggio alla riscoperta del fenomeno mediatico della band più discussa al mondo: se nello scorso capitolo della biografia del leader maximo James Alan Hetfield avevamo trattato gli episodi e gli aneddoti della sua vita dentro e fuori la band, stavolta ci soffermiamo sul filone ideologico che ha dato nucleo ai suddetti cinque album pubblicati tra il 1983 e il 1991, riconosciuti all'unanimità come i migliori della discografia dei Four Horsemen. Attraverso l'analisi dei testi, suddivisi per argomento, andiamo dunque alla scoperta dell'Hetfield-pensiero, quello del giovane metallaro che era più che dell'uomo maturo che è diventato dopo, e che oggi afferma: 'Quando guardo le foto della mia gioventù vedo una persona felice, che ride, scherza e dice parolacce al momento sbagliato. Piuttosto sgradevole, forse, ma felice. Una persona che invece dentro era sola, brutta e odiosa. Ma grazie a Dio c'era la musica! Sì, c'é un lato romantico in quei giorni che forse mi manca, guardo quelle foto e un pò vorrei tornare indietro. poi però guardo anche il mio rapporto con i ragazzi del gruppo, con gli amici e con la mia famiglia, e penso che se oggi fossi ancora quella persona probabilmente non avrei tutto questo'. Una riflessione che conferma l'umiltà e la maturità dell'uomo, affinata da tanti anni di sofferenza nascosta agli occhi dei più.
METAL MADNESS: CUOIO E METALLO, LE NOSTRE UNIFORMI. La passione viscerale per l'heavy metal e l'appartenenza alle milizie cuoioborchiate emerge in maniera evidente nell'album d'esordio Kill'Em All, e praticamente solo in quello. Sono gli anni dell'ingenuità, del divertimento adolescenziale, spensierato e grintoso, che puzza di birra e si colora delle toppe cucite sugli smanicati in jeans scoloriti e sdruciti; gli anni del pogo e delle comunelle nella Bay Area di San Francisco, per molti i più esaltanti e coinvolgenti dell'intera saga di questa band leggendaria. Hit The Lights, la prima canzone scritta in assoluto da James, presenta versi e dichiarazioni d'intenti abbastanza esplicite, in tal senso: Spaccheremo il culo stasera, siamo colti dalla pazzia metal; quando i nostri fan iniziano ad urlare va bene, va proprio bene. Quando incominciamo a fare rock non ci vogliamo più fermare, con tutto il nostro urlare squarceremo il tuo cervello, abbiamo il potere letale, ti sta dando un dolore dolce, oh un dolore dolce. Il suono degli amplificatori demolisce il cervello e annichilisce la resistenza della massa benpensante, della società borghse, della routine noiosa einquadrata che mette il bavero agli adolescenti; l'inno di ribellione classico del thrash metal è Whiplash, nel quale il sentimeno devastante che cresce nel sangue degli headbangers diventa incontenibile, e va sfogato a costo di lesioni fisiche, onde evitare l'esplosione del proprio corpo in preda al delirio: C'è una sensazione dentro che vi fa impazzire, la sensazione di una mazza: ne avete così tanto bisogno, l'adrenalina comincia a scorrere, vi dimenate, vi comportate come dei pazzi; frustata, picchiate la testa contro il palcoscenico come non avete mai fatto prima, la fate risuonare la fate sanguinare, la indolenzite In una pazzia scatenata. Con il vostro cuoio e i vostri chiodi le teste si agitano tuttintorno: fa caldo come all'inferno stanotte, il rumore di Marshall vi penetra attraverso le orecchie, vi domina, vi colpisce la faccia, una sensazione di esplosione si avvicina. Adesso è il momento di andare a tutto gas, di lasciarsi andare: siamo qui riuniti per mutilare ed uccidere perché è quello che scegliamo. 'Comportarsi come dei pazzi' nel mondo dei presunti 'giusti' significa essere se stessi e seguire la propria strada anche in un sistema che nega l'essenza selvaggia di ogni individuo; per gli headbangers, gli unici 'giusti' sono gli headbangers stessi, e i pazzi sono tutti coloro che la fuori fingono di essere felici con le loro ventiquattr'ore, le camice stirate e le cravatte di lusso. Essere metallaro è quasi una missione di vita, è una strada che significa battaglia perenne ma anche essere onesto, naturale, genuino, a costo di apparire incivile, sporco, ignorante. La realtà è ben diversa, perchè nessuno può negare che i metallari hanno una sensibilità spiccata ed un gusto notevole per la filosofia, la cultura, l'essenza cerebrale delle cose. Medesimi ideali si riscontrano pertanto in Jump In The Fire, che spiega come l'inferno che tradizionalmente ci immaginiamo come 'eterna punizione' dei nostri mali in realtà non sia che un paradiso: il vero inferno è la terra, è la società, scenario di falsità e malignità, prigione nella quale la più ingenua forma di evasione e divertimento viene bollata come trasgressiva. Il testo è ironico, è idealmente proferito da Caronte (il traghettatore delle anime dannate) e schernisce la tendenza comune ad additare come perversi peccati e peccatori: La campana della convocazione suonerà, per tentare te e tutta la terra ad unirsi a noi peccatori. C'è un lavoro da fare e sono la persona giusta, voi gente me lo fate fare: é l'ora del tuo destino e non esiterò a spingerti giù in questa fossa. Allora dai, salta nel fuoco, allora dai salta nel fuoco, con l'inferno negli occhi e con la morte nelle vene. La fine si sta avvicinando sempre più, nutrendosi con la mente dell'uomo. Caronte sottolinea come sia 'costretto' a trascinare quelle anime con sé, è solo un lavoro da svolgere per lui, perchè l'inferno e la dannazione tanto temuti dai timorati di Dio non sono che frutto dell'immaginazione umana (concetto che spicca nella frase 'Nutrendosi con la mente dell'uomo'). Il vero inferno è sulla terra, dunque, e il salto verso le fiamme luciferine equivale alla salvezza: Ti do la caccia come una preda, vivendo la tua vita come me, sono te, capisci? Allungati, afferrami la mano, cammina con me sulla terra, vieni a casa dov'è il tuo posto, allora dai salta nel fuoco. Ancor più sottile è il testo di Phantom Lord, elogio di una figura mitologica che incarna l'essenza stessa del verbo metallico, intenta a punire gli Infedeli nel nome dell'acciaio: Il suono vi assale le orecchie, il suono assordante del metallo si avvicina, i vostri corpi aspettano le sue frustate, il gusto del cuoio sulle vostre labbra. Udite il grido di guerra più forte di prima, con la spada in mano, per controllare la terra: i metallo che annienta colpisce in questa notte spaventosa, inginocchiatevi per il Signore Fantasma . Le vittime cadono sotto le catene, li sentite piangere il dolore della morte, i pugni del terrore irrompono, adesso non c'è niente che possiate fare per controllare la terra. Gli eserciti di cuoio hanno prevalso, Il Signore Fantasma non ha mai fallito, si alza del fumo dal terreno: il volume in aumento del suono metal, udite il grido di Guerra. Vengono menzionati gli eserciti di cuoio, elemento predominante nell'inno più glorioso di tutti, quella splendida sfuriata di thrash metal che risponde al nome di Metal Militia. Unirsi alla Milizia equivale a distinguersi dalla massa conformata e bigotta, equivale, per i 'soldati corazzati', a sposare la 'metallizzazione più profonda della propria anima'; il passaggio anthemico è da brividi, una bandiera che sventola fortissima e sintetizza appieno il messaggio orgoglioso che gli imberbi Metallica diffondevano agli esordi: Siamo un'unica cosa dato che siamo tutti uguali, lottiamo per una causa: di cuoio e metallo sono le nostre uniformi, proteggono quello che siamo. Ci raduniamo per sfidare il mondo con il nostro heavy metal, diffondiamo il messaggio a tutti: lasciatevi andare. Compromessi, nessuno.
SOCIETA': UN BURATTINAIO CHE PROMETTE SOLO BUGIE. La critica alla società e al dramma di chi vive sulla propria pelle le quotidiane difficoltà del vivere diventa presto il principale cavallo di battaglia dei Metallica ed un elemento dominante nei crudi e direttissimi testi vargati dal pugno del furioso Hetfield; già in Kill'Em All si possono trovare tracce di questa critica, anche se molto tra le righe, esaminando la struttura di Seek & Destroy, che parla di una lotta cittadina tra gang nell'underground ma che potrebbe essere esteso anche alla società, a chi viene rincorso e omogeneizzato alla massa: Cerca e distruggi, non c'è via di scampo e quello è certo; questa è la fine che non vogliamo più, dì addio al mondo in cui vivi. Hai sempre preso, ma adesso dai, c'è una sola cosa nelle nostre menti, non cercare di scappare via perché sei quello che troveremo. Tuttavia il primo testo veramente impegnato è quello di Ride The Lightning, titletrack del secondo album, accentrato sulla tematica della sedia elettrica. Anche qui i Metallica si sono attirati nugoli di polemiche e accuse da parte dei pacifisti, ma ancora una volta il testo si limita a narrare un dato di fatto gli ultimi momenti di un condannato a mortein modo crudo, ma senza sbilanciarsi da una parte o dall'altra. Che poi anni dopo Hetfield si sia detto favorevole alla pena capitale in un'intervista è un altro discorso, un'opinione personale per la quale nessuno ha il diritto di polemizzare. Terribile è la crudezza con la quale le sensazioni del condannato vengono descritte: Accusato colpevole ma, dannazione, non è giusto! C'è qualcun altro che mi controlla, la morte nell'aria, legato alla sedia elettrica; non è possibile che stia succedendo a me! Chi ti ha fatto dire 'ti toglierò la vita!' Un flash da vanti agli occhi, é ora di morire: bruciando nel cervello, posso sentire le fiamme; aspetta il segnale per girare l'interruttore della morte, é l'inizio della fine, sudore, freddo gelido mentre osservo spiegarsi la morte. La coscienza la mia sola amica, le mie dita si stringono per la paura: che cosa ci faccio qui? Qualcuno mi aiuti, per piacere, Dio aiutami, stanno cercando di portarsi tutto via, non voglio morire! Il tempo scorre lento, i minuti sembrano ore: vedo l'ultima chiamata di scena, quanto è vero tutto ciò? Finiamola, se questo è vero, lascia che sia svegliato dall'orrido urlo liberato dal sogno spaventoso. Unanimemente risconosciuta come caplavoro assoluto della band, la canzone che dà il titolo all'album Master Of Puppets ha a lungo rivestito la doppia valenza di metafora della società e ammonimento sul rischio della dipendenza dalla droga e da ogni tipo di sostanza. Anche se la chiave di lettura di un sistema 'padrone' che muove le teste dei cittadini come un mastro burattinaio è affascinante, il pezzo sembra essere stato volutamente composto come manifesto anti droga, a detta dello stesso Hetfield: Sono la vostra fonte di autodistruzione, vene che pompano la paura, che succhiano limpido il torbido, che vi conducono alla costruzione delle vostre morti, assaporatemi, vedrete tutto ciò di cui avete bisogno e di più, siete dediti a come vi uccido, venite strisciando più veloci, obbedite al vostro padrone, la vostra vita brucia più veloce; obbedite al vostro padrone, padrone burattinaio, manovro i vostri fili contorcendo la vostra mente e distruggendo i vostri sogni; accecati da me, non riuscite a vedere nulla, chiamate il mio nome perchè vi udirò urlar; sminuzzate la vostra colazione su uno specchio. In molti continuano però ad associare questo capolavoro leggendario, impreziosito dalla straordinaria parte melodica centrale e da un assolo di chitarra spaziale alla vita comune di tutti i giorni, riferita o alla società o comunque ad un destino, ad un Dio o a qualcosa di superiore -a seconda delle credenze e delle esperienze di ognuno- che promette un futuro migliore ma viene puntualmente smentito dalla triste realtà dei fatti: Padrone, padrone, dove sono i sogni che ho inseguito? Padrone, padrone, hai promesso solo delle bugie! Riso, riso, tutto quello che sento e vedo è riso riso, riso, ridere delle mie grida; l'inferno vale tutto ciò, habitat naturale, solo una rima senza una ragione, labirinto senza fine, lasciarsi andare alla deriva su giorni numerati. La società vuole automi, e chi va contro i dettami e le rigide abitudini anche psicologiche che si sono incancrenite nelle nostre menti viene etichettato come pazzo: o meglio, si vuole convincerlo di esser tale. Di questo parla Welcome Home (Sanitarium), che attraverso i tormenti di un rinchiuso in un ospedale psichiatrico spiega la difficoltà della vita per chi nutre sentimenti e ideali troppo forti e troppo personali, libertini, sognatori per limitarsi ad essere una parte silenziosa della catena di montaggio: Benvenuto dove il tempo è immobile, nessuno se ne va e nessuno lo farà; etichettato pazzo, sogni la stessa cosa ogni notte; vedo la nostra libertà nel mio mirino, nessuna porta chiusa, nessuna finestra sbarrata, nessuna cosa per fare sembrare spaventato il mio cervello: dormi amico mio e vedrai che il sogno è la mia realtà; mi tengono rinchiuso in questa gabbia, non vedono che è perché il mio cervello dice rabbia! Costruisci la mia paura di quello che è là fuori, e non posso respirare l'aria fresca; sussurri cose nel mio cervello, assicurandomi che sono pazzo; credono che le nostre teste sono nelle loro mani, ma un uso violento porta a dei piani violenti: tenetelo legato, lo fa star bene: sta migliorando, non vedi?Damage Inc. è la canzone più veloce e devastante mai scritta dai Metallica. Sia nella musica che nel testo, assolutamente ribelle, incazzato, con il quale il Nostro Eroe si scaglia addosso alla Società tutta denudando il marcio e la corruzione che si insinua nelle stanze dei bottoni, ad ogni livello, e innalzando a ideale fiero e strenuo l'esaltazione del proprio 'io' in quanto unica strada giusta, mai conformizzata, decisamente lontana dal piegarsi alle mode e a quello che la gente vorrebbe fingere di vedere. A costo di morire, perchè l'onestà è l'unica scusa. Anche nella terminologia vengono utilizzate parole forti e censurabili, dando l'idea di un tsto scritto di getto, senza pensarci su, in un momento di collera intensa, elemento che ha catalizzato le solite polemiche portando la band sotto i riflettori di chi li accusava di istigazione alla violenza. I soliti perbenisti, che non si accorgono insomma che l'Associazione Danni Spa non è costituita da quei luridi capelloni casinisti bensì dai potenti ingelatinati e dal vocabolario erudito che muovono i fili del potere: Vivendo in ginocchio per conformità o morendo in piedi per onestà, i nostri corpi lavorano come un tutt'uno sanguinante, ma senza mai invocare sottomissione, seguendo il nostro istinto, non una moda: farlo a malincuore sino alla fine, al sangue seguirà sangue, i tempo di morire è qui. Uscire fuori? Sentirai il nostro inferno sulla tua schiena, al sangue segue sangue e ci assicureremo che la vita non sia per te e noi siamo la cura; l'onestà è la mia sola scusa, cerca di rubarcela, ma non serve! Azione di rullo compressore che annienta tutto, vittima è il tuo nome e cadrai, ridiamo, tu urli e gridi, sciacalli del danno che ti squartano: vada tutto a fanculo e nessun rimorso del cazzo, mai una bella fine in questi posti scuri, tutto è corretto per Danno SpA. capisci? Pesante accusa alla società e alla corruzione della giustizia arriva da And Justice For All, title track dell'omonimo album che si infiamma sul marciume del Sistema Sociale americano. In particolare in questa canzone lunga e intricata, potentissima, vengono denunciati gli scandali tinti di verde dollaro che impazzano nei tribunali, mettendo sulla bocca dei nostri delle accuse pesanti, non definibili 'politicamente impegnate' ma sicuramente non così frequenti o facili da digerire per la società stessa: Tribunali dipinti di verde, comanda il denaro, i lupi del potere assediano la tua porta, li senti appostati: presto farai piacere al loro appetito, la giustizia è andata persa, la giustizia è violata, la giustizia se n'è andata: vincere è tutto, lo trovo così triste, così vero, così reale! La signora giustizia è stata violentata, la verità assassina, rotoli di burocrazia ti sigillano le labbra, adesso sei finito, i loro soldi spostano di nuovo l'ago della bilancia: che cos'è la verità? Non saprei, non riesco a sentirla. Nel disco datato 1988 c'è spazio per la fine polemica di Eye Of The Beholder, attacco all'ipnosi da 'Grande Fratello' che induce il cittadino medio a liquefarsi davanti alla televisione per seguire pedissequamente la falsa realtà che gli viene propinata dal video, realizzando come oro colato il mondo patinato di festa, felicità, sorrisi ed ipocrisia che impazza nei reality e nei talk show; e c'è spazio per l'opposto, la paranoia di chi si sente perseguitato dal sistema, dal destno, da tutto e da tutti, indotto dagli stessi mass media ad aver paura anche della propria ombra. Perchè TV e giornali se non si limitano alle scemenze da cabaretspazzatura, calcano la mano in senso opposto, enfatizzando le notizie di cronaca nera per saziare la morbosa fame di truculenza dell'individuo medio. Shortest Straw si focalizza su chi viene schiacciato dagli ingranaggi della giustizia e chi coglie 'la pagliuzza più corta' in uno di quei momenti in cui si trova di fronte ad un bivio capitale: da quella scelta tirata quasi a sorte dipende il proseguio di un'esistenza. Esistenza che viene addirittura devastata per il protagonista di One, uno dei capolavori lirici assoluti di Hetfield; ispiata ad una storia vera già protagonista di un romanzo e di una vecchia pellicola cinematografica, la canzone narra l'agonia di un ragazzo che in guerra viene mutilato e perde gli arti, la vista, la possibilità di comunicare; attaccato ad una macchina, vorrebbe che la spina della sua sofferenza venisse staccata ma, non potendo 'né vivere né morire' non può trasmettere questo suo volere; tuttavia un'infermiera pone fine al suo dolore, venendo successivamente punita per questa scelta coraggiosa e accorata. Il brano è di una crudezza e di una desolazione lirica impressionante: Non posso ricordare niente, non capisco se sia la realtà o se sto solo sognando, dentro di me vorrei gridare ma sono fermato da questo mostruoso silenzio; ora che ho terminato la mia guerra mi sto svegliando, non posso vedere nulla, non c’è più molto di me: ora l’unica cosa vera che sento è il dolore! Trattieni il mio respiro perché desidero di morire, oddio, ti prego, svegliami/, é troppo reale ritrovarmi ancora qui dentro alla pancia, pompa dentro la vita che deve arrivare sino a me; ma non riesco a guardare oltre per scoprire, grazie al tubo che hanno infilato in me posso nutrirmi, proprio come una novità in una guerra, vivo grazie a delle macchine che sono legate al mio corpo: tagliate tutto, non voglio questa vita! Il buio mi imprigiona, tutto ciò che riesco a vedere é solo orrore, non posso vivere, non posso morire, sono imprigionato in me stesso, é il mio corpo la mia stessa cellula che m’imprigiona La mina mi ha rubato la vista, mi ha rubato la voce, mi ha rubato l’udito, mi ha rubato le braccia, mi ha rubato le gambe, mi ha rubato l’anima: ora la vita che mi resta è un inferno. Harvester Of Sorrow ha invece molteplici chiavi di lettura, davvero disparate tra loro. Alcuni ci vedono riferimenti ai contrasti del cantante e chitarrista col padre, altri al tema della schiavitù o dell'aborto, qualcuno persino il genocidio degli ucraini ai tempi dell'URSS. L'ipotesi più accreditata, però, è quella di un uomo di mezza età che si sente soffocare guardando il suo passato, segnato da una vita in cui ha fallito tutto. Interessantissima la serie di metafore e intrighi che appaiono in Sad But True, ispirata da un film del 1978 a sua volta derivato da un romanzo, nel quale una marionetta si ribella al suo burattinaio ventriloquo e lo comanda in omicidi e scempi, portandolo fino alla morte. Sta a significare il lato 'triste ma vero' che è in ognuno di noi, laddove si cela quella parte di noi disposta a tutto e che nei comuni rapporti quotidiani è nascosta da una maschera che varia a seconda dell'occasione e dell'interlocutore. Il testo si potrebbe collegare al pirandelliano 'Uno, Nessuno, Centomila' e alla futura dipendenza dall'alcool che sottometterà lo stesso Hetfield, perchè il fine giustifica i mezzi fino al punto di poter sdoppiare la nostra personalità. Sono la tua vita, sono chi ti conduce là, sono il tuo unico vero amico, adesso Loro tradiranno; sono per sempre lì, sono il tuo sogno, ti rendo reale, sono i tuoi occhi quando devi rubare, sono il tuo dolore quando non puoi sentire: triste ma vero, sono il tuo sogno, mente smarrita, sono i tuoi occhi mentre sei via, sono il tuo dolore mentre ripaghi, sai che è triste ma vero! Tu Sei la mia maschera, sei la mia copertura, il mio riparo; tu sei la mia maschera, sei quello che è incolpato, fai il mio lavoro, fai il mio lavoro sporco, capro espiatorio, fai le mie azioni perché sei quello che è disonorato; odio, sono il tuo odio, sono il tuo odio quando vuoi amore, paga, paga il prezzo, paga perché niente è giusto! Hey, sono la tua vita, sono quello che ti ha portato qui, sono la tua vita e non mi importa più, sono il tuo sogno, ti rendo reale, sono i tuoi occhi quando devi rubare, sono il tuo dolore quando non puoi sentire, triste ma vero, sono la tua verità, dicendo bugie sono il tuo alibi ragionato, sono dentro te, apri gli occhi, sono te: triste ma vero. Riferimenti similari, ma più puri compaiono in Of Wolf And Man, esaltazione dell'io selvaggio che alberga in tutte le nostre anime e che ha necessità di essere sprigionato. Potrebbe, questa canzone, avere riferimenti anche con la folle adrenalina che si scatena nel rito dell'heavy metal, e rappresentare dunque un collegamento con i testi primordiali scritti da James; più in generale, la figura del lupo solitario mitifica la sua indole di condottiero solo e inflessibile che procede a testa alta dinnanzi alle difficoltà di una vita che gli toglie amore e spensieratezza infantile (i genitori), che gli toglie gli amici e la serenità (per esempio nel dramma di Cliff Burton), in una vita che sembra sempre contraria e ostica.
GUERRA: FAI AGLI ALTRI COME E' STATO FATTO A TE. Il tema della guerra è l'altro grande filone lirico che tante volte ha visto Hetfield tramutarsi in arguto osservatore e cantore della realtà quotidiana. Tantissime le canzoni orientate sul tema del conflitto, in senso metaforico o meno: si inizia già ai tempi di Kill'Em All, con la ruvida No Remorse. Sebbene 'No Remorse' fosse un motto dei nazisti sconfitti dopo i disastri della II Guerra Mondiale e pertanto questa canzone è stata a lungo accusata di filonazismo, impropriamente, proprio come accaduto per tante opere degli Slayer, nelle quali la band si limitava a mettersi nei panni del 'cattivo' i Metallica hanno quasi sempre assunto una posizione antibellica, e anche questo pezzo serve a delineare la mentalità distruttiva che le Grandi Potenze assumono quando si tratta di mandare a morire i propri figli, con totale disprezzo verso il nemico, ossia l'inferiore: Nessuna pietà per quello che stiamo facendo, nessun pensiero di appianare quello che abbiamo fatto, non abbiamo bisogno di sentire il dolore, nessun rimorso per l'indifeso, guerra senza fine; nessun rimorso, nessun pentimento, non ci interessa cosa significa, un altro giorno, un'altra morte, un altro dolore, un altro respiro, nessun rimorso, nessun pentimento. Il sangue nutre la macchina della guerra mentre si fa strada per il paese, non abbiamo bisogno di sentire il dolore, nessun rimorso è l'unico comando; sopravvivono solo i forti, nessuno a salvare la razza più debole, siamo pronti ad uccidere chiunque venga, come una pistola carica dritto in faccia: attacco, volano i proiettili, la gente sta morendo, con la pazzia tutt'intorno si sta scatenando l'inferno; i soldati si sono dati all'inseguimento, i corpi stanno salendo, i cannoni stanno gridando per prendersi le loro ingiurie, con le macchine della guerra in funzione. il sangue incomincia a scorrere, nessuna pietà per nessuno, udite la lotta furiosa, le spade sono come saette, tutto vi incomincia a fare paur, sapete che la morte è vicina: nessun rimorso. Il concetto di guerra non è stato approfondito solo in senso intrinseco, ma anche sotto forma di metafora dell distruzione tra uomo e uomo, oppure derivando dal timore per un eventuale ed ipotetico conflitto nucleare, un timore molto sentito in America negli anni '80. In questo contesto si colloca la tellurica Fight Fire With Fire, che ancora una volta afferma il contrario di ciò che sembra voler trasmettere; non è una negazione della morale del 'porgere l'altra guancia', anzi, la drammatica esemplificazione di quello che viene generato dall'incapacità dell'uomo di perdonare e capire il proprio simile: Fai agli altri come è stato fatto a te, ma cosa diavolo sta diventando questo mondo? Annienta il mondo, la guerra nucleare ci seppellirà: combatti il fuoco con il fuoco, la fine è vicina, combatti il fuoco con il fuoco; scoppiando di paura moriremo, il tempo è come un fusibile, corto e brucia veloce: é arrivato l'Armaggedon, come è stato detto nel passato, i venti caldi della morte riempiranno presto i nostri polmoni, gli dei stanno ridendo, perciò respirate per l'ultima volta. Più difficile da interpretare è il testo di Battery; che sembra narrare della droga da bombardamento, di quella triste routine che potrebbe essere probabilmente il sequel della stessa Fight Fire With Fire: la violenza diventa abitudinaria, bombardiamo un ipotetico nemico senza poter più fare a meno della potenza che gli scagliamo addosso, presumendo di essere gli unici giusti, la razza padrona: Attaccare, rispondere alla reazione, i deboli vengono squarciati e dilaniati: potere che ipnotizza, annientando tutti quelli che si acquattano, la batteria rimarrà qui, a sfondare i confini; la pazzia mi ha trovato, non riesco a fermare la batteria, martellare l'aggressione diventa un'ossessione; non riesco a uccidere la batteria, non riesco a uccidere la famiglia: la batteria si trova in me, la batteria annienta tutti gli imbroglioni, schiaccia i non credenti, potenza infinita, cercatori di violenza affamati, che si alimentano dai più deboli. La spesso sottovalutata Disposable Heroes è una sorta di botta e risposta tra il comandante e i suoi soldati, con il primo che ordina ai secondi cosa fare senza però spiegargli il perchè. Lo Stato manda in Guerra i propri ragazzi mettendo loro in mano un fucile così come se fosse un computer per un impiegato o un macchinario per un operraio: la guerra diventa un lavoro come altri, da eseguire freddamente e ciclicamente, senza che nessuno si preoccupi dei sentimenti e delle sofferenze di quegli 'operai di violenza', talmente giovani e fragili da sparire senza lasciare traccia sulla pelle dei Governanti, comodamente seduti sulle loro poltrone: I Corpi riempiono i campi che vedo, la fine degli eroi famelici, nessuno a giocare a fare il soldato, nessuno a fare finta, correndo alla cieca tra i campi di morte, allevati per ucciderli tutti, vittima di quello che dovrebbe essere detto: un servitore, finché cadrò, ragazzo soldato, fatto d'argilla, adesso un guscio vuoto: Ventun'anni, l'unico figlio, Ma ci ha servito bene, allevato per uccidere, a non preoccuparsi, fai come ti diciamo! Finito qui, la morte che saluta, é vostro per poter essere portato via, di nuovo al fronte: farai quello dico io, quando lo dico io, morirai quando lo dico io, devi morire codardo servo cieco. Urla rabbiose di fuoco di mitragliatrice, non mi fa niente adesso, suono dell'orologio che fa tictac, ti ci abitui in qualche modo: più uomo, più galloni esibisci, mode di cercatori di gloria, i corpi riempiono i campi che vedo, il macello non finisce mai. Perché sto morendo? Uccidi, non avere paura, menti, vivi sulle bugie; l'inferno, l'inferno è qui, sono nato per morire, la vita pianificata prima della mia nascita, niente che potessi dire. Non avevo occasione di vedermi, modellato giorno dopo giorno; guardando indietro capisco, non ho fatto niente, lasciato morire con un unico amico, solo stringo il mio fucile. Blackened è un altro esempio di testo esplicito che narra di come venga spazzata via l'intera umanità, anche se non è dato sapere se a causa di un disastro nucleare, di una catastrofe climatica o, in metafora, dell'ipocrisia umana. Si parla di un inverno nucleare, si vede la Grande Madre Terra morire sotto i nostri occhi. A ognuno di noi va la propria interpretazione, anche a seconda delle diverse situazioni nelle quali ci si trova a leggere queste liriche. In fondo il bello della musica, e dei Metallica in particolare, sta proprio nel poterla adattare nel nostro piccolo ad ogni situazione dell'esistenza quotidiana: L'oscurità è la fine, l'inverno la manderà gettando tutto ciò che vedi nel buio; la morte di Madreterra, senza una rinascita, la fine dell'evoluzione; l'infestazione della terra fa terminare la sua utilità, la nicotina mortale uccide ciò che avrebbe potuto essere: gelo insensibile e glaciale, oscurato, opposizione, contraddizione, premonizione, compromesso, agitazione, violazione, mutilazione, il pianeta muore: colori più scuri, terra infestata, morte reale della vita, estinzione, espirazione, soppressione, razza umana, prospettiva, liberazione, popolo insediato per distruggere. Guarda nostra madre esposta alla morte, guarda nostra madre morire, rovine bruciate, si prendono il suo respiro, milioni dei nostri anni spariscono in pochi attimi, oscurando senza motivi; rimane la decadenza, tutto è detto e fatto, ma non lo è mai il sole. Curiosamente, con la rivoluzione sonora del Black Album i Metallica sembrano cambiare anche opinione. Pur non essendo un brano militarista, Don't Tread On Me appare ineditamente patriottico, aperto dal riff che rivisita in chiave rock l'inno americano e con quel titolo rievoca il motto dei ìvolontari della guerra d'indipendenza americana del 1773-1753, chiamati Minute Man (perchè dovevano essere pronti alla battaglia anche con avvisi di soli pochi minuti),sul cui drappo vi era un serpente arrotolato identico a quello del logo del disco. Stranamente, l'ottica della band è proprio quella di chi cerca di difendere orgogliosamente il Proprio Paese: Assicurarsi la pace è prepararsi per la guerra: così sia, sistema il conto, toccami di nuovo per sentire le parole che sentirai sempre: non mi devi calpestare.
TESTI BIBLICI: I CAVALIERI SI STANNO AVVICINANDO SUI LORO DESTRIERI DI CUOIO. Il fiero rifiuto dell'autorità religiosa ha generato in Hetfield una spiccata dose di epicità 'ironica' rigettata in brani come The Four Horsemen, che da un lato potrà essere interpretata quale fiera autocelebrazione (e rientrante dunque anche nella saga delle canzoni generate dalla 'metal madness'), ma dall'altro mette sontuosamente in scena un passo biblico spettacolare e misterioso, accattivante, quello dell'Apocalisse: Con l'ultimo respiro del colpo del quarto vento, faresti a meglio a rizzare le orecchie: il suono degli zoccoli colpisce la tua porta, chiudi dentro tua moglie e i bambini, e' ora di brandire la spada; hai compagnia, i cavalieri si stanno avvicinando sui loro destrieri di cuoio, sono venuti a prendersi la tua vita; nel cuore della notte, cavalca con i quattro cavalieri o scegli il tuo fato e muori! Stai morendo dal giorno in cui sei nato, sai che è stato tutto pianificato, il quartetto della liberazione cavalca: chi pecca una volta pecca di nuovo, non è necessario confessarsi adesso perché hai la battaglia più importante della tua vita: il tempo si è preso la sua rivincita su di te, le rughe che incrinano il tuo viso; la carestia: il tuo corpo si è lacerato, sfiorito dappertutto; la pestilenza, per quello che hai dovuto sopportare e quello che hai fatto passare agli altri; la morte, la liberazione per te, sicuramente. Non c'è niente che puoi fare, perciò raduna dei giovani guerrieri e montate in sella ai vostri destrieri, uccidendo un sacco di gente con spade e demoni: adesso è la morte di chi ha fatto del male, buttate giù il martello del giudizio, al sicuro dentro le armature, sangue, viscere e sudore. Hetfield ha sempre avuto premura di porre l'accento su un Dio, quello dell'Antico Testamento, cruento e vendicativo, lontano da quello buono e comprensivo del Nuovo Testamento; la minaccia e la violenza che si abbatte dal Cielo verso i peccatori sono massacri universali di proporzioni mastodontiche, e questo emerge anche in Creeping Death, gemma del secondo album attraverso il quale James manifesta un dubbio: se un Dio esiste, forse, è malvagio. Difatti Esso si presenta come cespuglio di fuoco, promette punzioni atroci e chiama gli ebrei 'massa mortale', in maniera quasi dispregiativa: Creeping Death si rifà ad un altro passo biblico, quello delle sette piaghe d'Egitto: Schiavi Ebrei, nati per servire il faraone, prestate attenzione ad ogni sua parola, vivete nel terrore; fede In colui che è sconosciuto, il salvatore; aspettate, qualcosa deve essere fatto, quattrocento anni, che sia scritto, che sia fatto: sono inviato dall'eletto, che sia scritto, che sia fatto: uccidere il primo nato, il figlio del Faraone, sono la morte che striscia. Adesso lasciate andare la mia gente, la terra di Dio, andate, sarà con voi, arbusto di fuoco, sangue che scorre rosso e forte, lungo il chiodo, flagello, oscurità per tre giorni, salute al fuoco: morite per mano mia, avanzo per la terra uccidendo il primo nato dell'uomo, io governo l'aria di mezzanotte, il distruttore nato, sarò presto là, massa implacabile, io avanzo per i gradini e inondo di oscurità, sangue d'agnello, porta dipinta, io passerò . Tipica visione timorata di stampo cristiano.
SENTIMENTI: IL VUOTO MI STA RIEMPIENDO FINO ALL'AGONIA. Con Fade To Black (1984) James dà per la prima volta sfogo alla melodia strumentale e vocale e ai sentimenti, narrando il dolore di un uomo che ha perso la voglia di vivere, condizione forse ispirata dal furto della strumentazione della band ma estendibile a qualsiasi individuo colto in un momento di tristezza davvero pesante. Una situazione che potrebbe colpire ognuno di noi: sembra che la vita svanirà, lasciandomi andare di più ogni giorno, perdendomi in me stesso; niente importa a nessun altro, ho perso la voglia di vivere, semplicemente niente più da dare, non c'è nient'altro per me; ho bisogno della fine per liberarmi. Le cose non sono come erano una volta, sentendo la mancanza di uno dentro di me: perdita mortale, non può essere vero! Non riesco a sopportare l'inferno che sento, il vuoto mi sta riempiendo sino all'agonia, buio che cresce e si prende l'alba; ero io, ma adesso se n'è andato, nessuno se non io può salvarmi, ma è troppo tardi. Non riesco a pensare, pensare perché dovrei persino provarci, ieri sembra che non sia mai esistito: la morte mi saluta amichevole, adesso dirò addio. Escape, invece, è il clamoroso ed unico esempio di ottimismo nei testi di Hetfield, e sta a significare l'ideale di chi sa trovarsi un appiglio ed una via di fuga anche laddove questo non esiste, battendo fieramente e senza nessun compromesso il sentiero dei propri ideali e del proprio modo di vedere il mondo: Non sento dolore, ma la mia vita non è facile; so di essere il migliore amico di me stesso, a nessuno importa, ma sono molto più forte, lotterò sino alla fine per fuggire dal mondo veramente falso, da solo per essere libero, tutt'uno con la mia mente, non riescono a capire: non ho bisogno di sentire le cose che dicono, la vita è per me stesso, da vivere a modo mio; non ditemi cosa fare, non mi importa adesso, perché sto dalla mia parte e vi posso vedere dentro. Nutrite il mio cervello con i vostri cosiddetti standard, chi dice che non abbia ragione? Sfuggite ai vostri modi comuni, guardate attraverso la vostra vista annebbiata: vedete, cercano di colpire duro, nessuna dannata catena può tenermi per terra. Alcuni anni più tardi, James sfoga in Dyers Eve tutto il suo rancore per dei genitori che hanno tarpato le sue ali da piccoli, coprendoli di insulti con una rabbiosa e satirica carica di dolcezza: traspare quasi un volere di vivere la vita del figlio, non contenti della propria, da parte dei signori Hetfield. Il ragazzo non ci è mai stato, e anche fattosi uomo e allontanatosi dalle catene adolescenziali ci tiene a riversare tutto il suo odio per quelle imposizioni taglienti: Cara mamma, caro papà, cos’è questo inferno che avete addossato su di me? Da una parte credente dall’altra bugiardo, giorno dopo giorno vivo la mia vita attraverso di voi: mi avete inculcato cos’è giusto e cosa sbagliato, nascosto da questa cosa che alcuni chiamano vita; cara mamma, caro papà, mi davate sempre torto, avete amministrato la mia vita, siete stati dei dittatori, avete sempre censurato quello che volevo fare; 'i bambini si vedono ma non si sentono', mi toglievate tutto ciò che mi potesse ispirare, l'innocenza me l’avete lacerata senza proteggerla, considerata una realtà proibita; ho vissuto nella cecità, cara mamma, caro papà, il tempo ha indurito quel che era rimasto. Non sentire nulla, non dire nulla, non tollerate che io pensi da solo, non c’è nessuna garanzia, è la vita reale. Maledetti, non mi avete dato la mia possibilità! Cara Mamma, caro Papà, mi avete mozzato le ali prima che imparassi a volare; non sono stato viziato, non ho mai detto niente, sono cresciuto, non voglio più sentire quella fottuta ninnananna, mi avete sempre detto la stessa cosa: 'fa come io dico, non come io faccio'. La vita è un Inferno senza di voi, non posso andare avanti senza voi due, ciò che vedo al mondo è scioccante: sono una vittima innocente, per favore, salvatemi! Cara mamma, caro papà, mi nascondo nel vostro mondo che mi avete costruito, sono arrabbiato, sto sanguinando, ho ferite squarcianti che non si rimarginano, nutro verso di voi un rancore infinito, sopravvivo in quest’inferno di cui avete sempre saputo. Simili trame mentali si possono percepire in Enter Sandman, che parla delle paure di addormentarsi di un bambino: gli incubi che potrebbe fare lo annichiliscono, e i sermoni che tutti noi ci siamo dovuti sorbire sull'uomo nero o il lupo sotto al letto lo terrorizzano a tal punto da mozzargli il fiato: Di le preghiere piccolino, non dimenticare, figlio mio, di includere tutti; ti rimbocco le coperte, caldo dentro, ti mantiene libero dal peccato fino a che arriva l'omino dei sonno; dormi con un occhio aperto, stringendo forte il cuscino: esce la luce, entra la notte. Adesso mi corico per dormire, prego Dio che conservi la mia anima se morirò prima di svegliarmi, prego Dio che si prenda la mia anima; silenzio piccolo bimbo, non dire una parola e non badare a quel rumore che hai sentito, é solo l'orco sotto il tuo letto, nel tuo armadio, nella tua testa. The Unforgiven è il pianto di rammarico di un vecchio che si accorge di non aver bissuto come avrebbe voluto la propria vita, a causa della sua incapacità di ribellarsi a quanto gli veniva propinato; pietra dello scandalo definitiva per i fans di vecchia data, inoltre, è Nothing Else Matters, classica ballatona d'amore che James non ricorda a chei avesse dedicato. Proprio per questa ragione oggi rivolge queste parole a tutti i fans della band: Così vicini, non importa quanto lontani, non poteva essere molto di più dal cuore; abbiamo per sempre fiducia in chi siamo, e niente altro importa; non mi sono mai aperto così, la vita è nostra, la viviamo a modo nostro; cerco la fiducia e la trovo in te, ogni giorno qualcosa di nuovo per noi, mente aperta per un'opinione diversa, e niente altro importa. Abbiamo per sempre fiducia in chi siamo, no niente altro importa. Ognuno di noi affronta delle difficoltà in cui si trova a lottare da solo, e sente lontano ogni ausilio, anche dei propri cari; My Friend Of Misery parla di questo, ma sembra indirizzato a una persona che ha piacere nell'autocommiserazione e ritiene di ricevere dalla vita meno di quello che meriterebbe. Alcuni ci hanno letto una frecciatina all'ex amico Dave Mustaine, tuttavia il testo è anche paradossalmente un messaggio che incita a non mollare mai a tutti quegli individui che si trovano ad attraversare un momento doloroso: Il divertimento di un uomo è l'inferno di un altro: questi tempi arrivano per provare le anime degli uomini, ma c'è qualcosa di sbagliato in quello che vedi, tu ti prenderai tutto sulle spalle. Ricorda, l'infelicità ama la compagnia, insisti che il peso del mondo dovrebbe essere sulle tue spalle; la vita ha molto più senso di quello che vedi, mio compagno di sventura. Il problema, semmai, é trovarlo, il senso di questa vita.
LETTERATURA: PER CHI SUONA LA CAMPANA?. Anche letterati, i Metallica sono anche letterati: una certa cultura di base è pietra angolare di brani come For Whom The Bell Tolls, traccia completamente ispirata all'omonimo romanzo di Ernest Hemingway, che oltretutto si può collegare alle numerose ambientazioni guerresche da sempre punto di forza della produzione dei Four Horsemen: Lottava sulla collina all'inizio, un freddo perenne dentro, un urlo di fucile, corrono per il grigio infinito, avanti con la lotta, perché hanno ragione, sì, ma chi lo può dire? Per una collina gli uomini ucciderebbero, perché? Non lo sanno, ferite sofferte mettono alla prova il loro orgoglio, gruppi con cinque uomini, ancora vivi nel bagliore che impazza, impazziti dal dolore che conoscono sicuramente. Per chi suona la campana, il tempo va avanti, per chi suona la campana? Guarda il cielo prima di morire, é l'ultima volta che lo farai. Un boato annerito, un boato enorme riempie il cielo che si sgretola, uno scopo distrutto riempie la sua anima con un grido spietato: sono estranei adesso, i suoi occhi, a questo mistero, sente il silenzio così forte all'alba, tutto è perduto tranne la volontà di esistere; adesso la volontà vede quello che sarà, occhi accecati per vedere. L'influenza letteraria di Cliff Burton e la sua passione per l'horror fantasy di Howard Phillips Lovecraft contagiano tutti i componenti della band, e da questo interesse culturale si generano pezzi come la maestosa strumentale The Call of Ktulu o Trapped Under Ice, sottovalutato brano di puro thrash metal incentrato sui mostri e delle divinità del phanteon mitologico lovercraftiano, che sono in attesa di tornare alla vita per prendere il dominio della terra. Questo avverrà solo quando il loro nome verrà evocato correttamente, difatti spontaneamente sia Lovercraft che i Metallica sbagliano a scrivere nelle loro opere il nome di Chtulu, uno dei Grandi Antichi. Non so come sopravvivere a quest'inferno, sveglio, sono ancora rinchiuso in questo guscio, anima ghiacciata, ghiacciata sin nel profondo; rompi il ghiaccio, non ce la faccio più, non riesco a muovermi, urlare, non riesco a sentire il mio richiamo, sto morendo dalla voglia di vivere, sono intrappolato sotto il ghiaccio! Sono sfuggito dal sonno profondo, non lo sa nessuno, nessuno sente quello che dico, urlo dalla mia anima, nessuna liberazione dal mio stato d'ibernazione. L'apice dei riferimenti lovercraftiani lo si coglie nel macigno di heavy metal che è The Thing That Should Not Be, che riporta ben tre versi del romanzo originale: In essi si parla di Ktulu, guru dei Grandi Antichi, le divinità primogenie che hanno governato il nostro pianeta per milioni di anni ma sono state spazzate via da un cataclisma. Ktulu ha ibernato gli unici sopravvisuti nella città di R'lyeh: il suo sortilegio permette loro la vita eterna, ma il risveglio avverrà solo dopo svariate ere, e solo se invocati con determinati riti dagli uomini. Essi, che possono viaggiare nel tempo e impadronirsi delle menti delle persone, bramano di tornare presto alla vita. Di per sè, 'la cosa che non dovrebbe essere' è rappresentata dagli Shoggut, mostruosi schiavi di materiale protoplasmatico capaci di prendere la forma e il controllo di ogni cosa; essi sono stati generati come servi dagli Antichi, ma si sono ribellati e ne hanno distrutto la civiltà. L'ibernazione degli Antichi si ricollega ai tanti misteri che circondano il continente Antartico e, parallelamente, l'origine della specie umana. Messaggero della Paura in vista, l'oscuro inganno uccide la luce, bambini Ibridi osservano il mare: pregate per il Padre, che vaga libero, impavido, poveretto; pazzia, guarda nascosto sotto il mare il grande vecchio luogo proibito, cerca il cacciatore delle ombre, si sta alzando immortale; dimori nella pazzia, caos strisciante, sottoterra Il culto è stato convocato, suono contorto fuori dalle rovine una volta possedute; città caduta, morte vivente, miliardi di anni, sconosciuta la morte ti prosciuga la sanità di mente; fronteggia la cosa che non dovrebbe essere. Più che riferimenti metaforici, una pura citazione letteraria.
RELIGIONE: IL CIRCO E' ARRIVATO IN CITTA'. Quello della religione è un tema tra i più delicati e ispiratori per il giovane Hetfield, che come abbiamo visto è stato turbato fin dall'infanzia dai dogmi rigidissimi dello Scientismo Cristiano e che in seguito non ha mai lesinato polemiche e attacchi alla religione, ai suoi fedeli 'di routine', alla paura quasi scaramantica che essa incute nei suoi seguaci; secondo lui, chi si affida alla religione e al sogno di una vita dopo la morte è un debole, che cerca come un bambino un appiglio, una speranza affinchè il domani sia migliore. Anche se a metà anni '90 la morte del padre ha riavvicinato il cantante a Dio forse anche solo in segno di rispetto e ricordo del genitore col quale si era riappacificato restano pepati i suoi testi sul tema del sacro e del profano; in Leper Messiah James si scaglia contro i predicatori domenicali, definiti come 'circo', che giocano sulle credenze e le superstizioni dei fedeli per spillare loro denaro sonante, garantendo un posto in Paradiso: Senza spina dorsale dall'inizio, inghiottito nella parte, il circo arriva in città, fai la parte del primo clown; per favore, per favore, diffondendo la sua malattia, vivendo secondo la sua storia, cadendo in ginocchio, soffri per la sua gloria, lo farai, tempo per la lussuria, tempo per la vergogna, tempo per dare un bacio d'addio alla tua vita: spediscimi denaro, spediscimi del contante, incontrerai il paradiso; dai un contributo e avrai un posto migliore, inchinati al Messia lebbroso! Stupisciti dei suoi trucchi, hai bisogno della tua dose della domenica; arrivò la devozione cieca, facendoti marcire il cervello, catena, catena. Stregoneria che s'indebolisce, vede le pecore che si raggruppano, prepara la trappola, ipnotizza. La tematica della religione ritorna in The God That Failed, ancora in riferimento alla madre morta di cancro rifiutando ogni cura, in attesa solo della Provvidenza Divina. Pesantissime le parole di James: La mano che guarisce trattenuta dal chiodo che affonda. segui il Dio che ha fallito, Trova la tua pace, trova le tue parole, trova la strada facile nel tuo percorso: hai dato fiducia, un bambino da salvare, ti ha lasciato freddo e lui nella tomba.
ALTRO: ALCOOL E RABBIA VERSO IL NUOVO MILLENNIO. Load del 1996 segna una svolta totale non solo nella musica dei Metallica, ma anche nei testi di Hetfield, i quali si fanno completamente introspettivi, autobiografici, personali. In moltissimi il tema affrontato è quello di una dipendenza (dall'alcool) dalla quale non ci si riesce a liberare, fino a venirne impossessati: in altri il cantante piange sulla tomba dei propri genitori (è il caso di Mama Said, la country ballad nella quale chiede clamorosamente perdono alla madre) o tratta l'argomento della malattia che se li è portati via (Until It Sleep). Identico sentiero lirico infarcisce le tracce di Reload, in cui però appare anche un pezzo come Fuel, curioso successore della remota Motorbreath (1983) nel suo accostare il brivido per i motori e l'alta velocità alla metafora di un'ipotetica droga capace di fungere da carburante eccitante. In Carpe Diem Baby si parla di sessualità, dello sfruttare il proprio corpo ancora giovane: ma sono canzoni comunque secondarie nella discografia del quartetto, che procede nel 2003 con la rabbia di St. Anger, completamente rivolto sul processo di recupero di James dall'alcool. La sua furia e l'ira per il male che covava in lui e lo ha fiaccato per anni emerge in canzoni esplicitamente dirette all'espiazione, prima che il singer e la sua band potesse riprendere con Death Magnetic il flusso naturale della sua carriera.
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Ottimo articolo veramente. Metti in risalto le molteplici facce di una band che ha avuto da dire sia musicalmente che concettualmente, poi sarò di parte perché è il mio gruppo preferito... Vorrei aggiungere che secondo me Hetfield ha anche un certo occhio per la nostra cultura, più di una volta ha fatto dei riferimenti a delle divinità Greche/Romane, si basti pensare alla sola copertina di Justice, che raffigura proprio la Dea Romana della Giustizia, oppure la nuova "Atlas, Rise!" che parla proprio di Atlante, come metafora di un uomo che regge l'intero peso del mondo e non può farcela... |
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Grazie per i complimenti! Fa sempre piacere poter aiutare a capire ed interpretare i testi anche ai più giovani, che magari non avevano ancora avuto modo di carpirne il significato. Sul discorso del ''chissà dove sarebbero arrivati'', beh, è una domanda che purtroppo tutti ci poniamo tante volte...  |
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complimenti veramente per l'articolo... è scritto molto , molto,, mooolto bene. Forse è proprio grazie se possiamo a dire al suo passato un po' travagliato che Hetfield ha sprigionato testi bellissimi. Quello che mi ha veramente colpito é One.. riesce a trasmettere tutta l'angoscia e l'orrore ... anche Dyer's Eve è molto profondo secondo me. Peccato che musicalmente si siano lasciati andare. Se avessero continuato a produrre seguendo il filone di Master o And Justice for All, chissà dove sarebbero adesso!!! complimenti ancora per l'articolo. |
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PS: comunque ottimo articolo!!! |
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Ehm, Rino...non per fare il guastafeste, ma "who made you god to say I'll take your life from you" si traduce in: "chi ti ha reso dio per dire ti toglierò la vita"...ed è evidentemente una critica verso uomini che si arrogano il diritto di togliere la vita ad altri uomini...peace and love. |
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Grazie a voi dei complimenti, ragazzi. fa immenso piacere vedere come articoli come questo continuino a riscuotere consensi anche ad oltre un anno dalla pubblicazione... |
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Complimenti come sempre a The Thrasher, questi articoli sono scritti col cuore. |
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Complimenti a The Thrasher! Grande articolo! grandissiomo Hetfield! |
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Letto tutto, sono senza parole ! Bellissimo |
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Gran bell'articolo rino....bravo davvero fatto col cuore....disposable heroes l'ho sempre calcolata come una delle canzoni migliori dei metallica,per testo e fase strumentale in più Kirk fa un'assolo fantastico. |
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e fade to black ? da erezione |
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@Painkiller: io li ho visti dal vivo a milano nel 2009 e a bologna nel 2008: ottima la resa di death magnetic ma lo show del 2008 resta da brividi, con in scaletta tutti i vecchi calibri da whiplash a motorbreath, da the four horsemen a ride the lightning, and justice for all, for whom the bell tolls.. da brividi a fine concerto quando james 'chiamò' seek & destroy.. una notte da pelle d'oca, un pogo incessante, un ricordo indelebile... avranno anche fatto album di merda ma quelle emozioni, quella notte e quelle canzoni non le toglierà mai nessuno dai ricordi di chi non li aveva mai visti prima... |
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Rino, comunque non vale!!! Gli album dagli anni '90 in poi non mi piacciono proprio ma ora, mannaggia a te, mi hai fatto venire voglia di rivderli dal vivo!  |
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e grazie anche a Desmadre per la giusta precisazione su lovecraft! |
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Grazie a tutti, davvero di cuore, degli apprezzamenti ragazzi! sono contento vi sia piaciuto questo articolo! |
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No comment... articolo stupendo!! Complimenti davvero! Troppo spesso si tende a non badare ai testi ed alle storie che raccontano... Invece, la bellezza di molte canzoni, si trova proprio lì |
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Oh ma certo che scrivi articoli davvero fantastici!!Comunque quoto con Painkiller per i testi!!! |
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Bell'approfondimento, soprattutto per quanto riguarda i testi delle song un po' meno famose. Un unico appunto: il visionario di Providence si chiama Howard Phillips Lovecraft, non "Philippe LoveRcraft", please..  |
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Gran bell'articolo, Per quanto riguarda The unforgiven non avenvo mai letto il suo significato, ma quello che avete scritto era indentico a quello che avevo interpretato io della canzone. |
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Bell'articolo, mi sembra però che il motivo all'inizio di Don't Tread on Me sia quello di West Side Story, non l'inno americano. Le critiche su questo pezzo poi si ampliarono anche a causa della concomitanza con la Guerra nel Golfo |
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Già, One è da brividi.. grazie dei complimenti, painkiller! |
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Bellissimo articolo Rino, un approfondimento molto ben scritto!!! Personalmente ho sempre ritenuto Ride the Lighting, Master of puppets, Disposable Heroes e One quattro esempi di eccellente songwriting. La tematica della guerra ha sempre avuto una certa rilevanza per i Metallica e credo che come pochi altri siano stati capaci di scivere testi che facessero "pensare" senza essere scontati o celebrativi della guerra stessa. Ero un pischello ma il testo di One mi colpì profondamente ... |
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