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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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11/06/2016
( 7408 letture )
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Forse troppo spesso i Marillion, gruppo inglese divenuto un'icona del progressive anni '80, sono stati additati da una critica che già al tempo faceva del facile "passatismo" come fossero dei semplici imitatori del prog rock anni di settantiana memoria e quasi "agenti inquinanti" all'interno di una corrente musicale definita "colta", ma che si trovava ormai sull'orlo della scomparsa. Per rendere omaggio all'iconica band dei due frontman naturali, Fish e Rothery, qui vogliamo definire i Marillion non più come imitatori, bensì come eredi di una tradizione musicale che in realtà, più che tramontare, negli anni '80 ha conosciuto piuttosto una vera e propria trasformazione. Band come i Genesis stavano iniziando a conoscere il profumo dei quattrini grazie alla svolta "commerciale" (definizione che non deve piacere ma che ormai è diventata comune per definire la "Collins-era") iniziata con And Then There Were Three, mentre i King Crimson entravano in una fase di estrema sperimentazione difficile da inserire in un panorama di commercio globale; per questi motivi, il testimone della diffusione delle sonorità aperte e sognanti del prog-rock di stampo inglese passava di fatto nelle mani di gruppi quali Marillion e IQ che mai rinunciarono ad includere nei loro brani una linea melodica credibile anche agli occhi del grande pubblico. In particolare fu il gruppo formatosi ad Aylesbury nel 1978 per opera di Steve Rothery a conoscere, proprio tra il 1983 e il 1985, un enorme favore da parte del pubblico che portò la band ad abbandonare i palcoscenici dei pub locali e ad entrare nelle classifiche di tutto il mondo. L'attenzione dei media e degli appassionati -tra cui includiamo anche i numerosi "nostalgici" del decennio musicale precedente- fu però solo l'effetto che derivò dalla pubblicazione dei primi tre album del gruppo inglese, ovvero quelli che costituiscono la cosiddetta Jester's Trilogy (l'epiteto deriva dalla continuità tematica delle copertine delle tre release): Script for a Jester's Tears (1983), Fugazi (1984) e infine Misplaced Childhood (1985).
Complici il fatto che Script for a Jester's Tears costituì il "battesimo di sangue" della band e che a Misplaced Childhood, con i suoi due singoli Kayleigh e Lavender, spettò il primo enorme successo commerciale, il disco meno ricordato e rinomato della trilogia sopraddetta è senza dubbio Fugazi. Forse per la sua difficile gestazione, poiché il batterista Mick Pointer fu costretto ad allontanarsi in seguito a forti contrasti con Fish, forse per la sua "sfortuna" di costituire il punto di passaggio tra i due riconosciuti capolavori del gruppo di Aylesbury, Fugazi si è visto spesso privare dell'importante valore artistico che lo contraddistingue. Il platter si può vedere come primo reale banco di prova dei Marillion per il successo che non sarebbe tardato a venire. Registrato tra il novembre del 1983 e il febbraio del 1984 presso svariati studi di registrazioni inglesi e prodotto da Nick Trauber, che nei primi 70s promosse gli irlandesi Thin Lizzy, oggi pur spesso dimenticato, Fugazi contribuì fortemente a rafforzare la visibilità internazionale dei Marillion tanto da portare Fish & Co. ad aggiudicarsi il Disco d'Oro e la Top 5 nelle classifiche inglesi degli album più venduti (i due singoli, Punch and Judy e Assassing, raggiunsero rispettivamente le posizioni n. 22 e n. 29 in classifica). Quella che si vuole recensire è un'opera in cui una parte fondamentale è costituita dal simbolismo, pregnante non solo all'interno dei testi dei singoli brani bensì anche nella copertina, disegnata magistralmente da Mark Wilkinson, già autore delle illustrazioni di Script for a Jester's Tears.
Per godere a pieno di tutto ciò che viene raffigurato da Wilkinson nella cover di Fugazi sarà necessario distendere il booklet (il riferimento è ovviamente alla versione in CD) su un tavolo e concentrarsi minuziosamente su ogni dettaglio: in primo piano, disteso sul letto abbiamo la straniante figura del Jester, Punch, che fissa lo sguardo nel vuoto e stringe un papavero (simbolo dell'oppio), coperto solo in piccola parte dal suo costume multicolore. Distogliendo lo sguardo dalla scena centrale possiamo vedere un camaleonte che si erge su un teschio (entrambi un richiamo alla cover art del primo album del gruppo) nel tentativo di afferrare quella stessa gazza che re-incontreremo in Misplaced Childhood. Completano il quadro una veduta di una rovinosa città (Lincoln, secondo alcuni) e una serie di dischi in vinile abbandonati sul pavimento. Tra questi dischi, tra i quali è possibile scorgere il singolo Punch and Judy (che fu distribuito poco prima dell'album completo), possiamo discernere alcune preferenze musicali degli stessi Marillion: The Wall dei Pink Floyd e due LP di Peter Hammil, Over e Fool's Mate. Sulla copertina ci si potrebbe dilungare ancora a lungo ma il discorso ci condurrebbe davvero troppo lontani. Ciò che più deve interessare, pur senza perdere mai di vista la correlazione tra immagini e note, è la musica originalissima che il monicker riuscì a proporre all'interno della loro seconda opera.
L'apertura dell'album è affidata ad uno dei pezzi più rappresentativi dell'intero lavoro e destinato a entrare in pianta stabile nelle proposte live del gruppo: Assassing. Stiamo parlando di un brano completo, introdotto dal tappeto di tastiere di Kelly che ci accompagna fino all'inizio vero e proprio della canzone, ritmato e prorompente. Quando la chitarra di Steve Rothery passa da un ritmo funky al riff, ci rendiamo conto di essere immersi in Assassing e nella sua narrazione della doppia personalità, nel suo racconto di lotta tra le sfumature positive e negative che si manifestano all'interno di ogni essere umano. Nel brano è davvero difficile trovare uno strumento "fuori posto" e, inoltre, la voce di Fish, maestoso nel finale, si inserisce quasi rabbiosa sullo sfondo creato da Trewavas, Mosley, Rothery e Kelly. Raramente, nella storia della musica, l'apertura di un album è stata più convincente di questa. Dopo il "And what do you call assassins who accuse assassins anyway, my friend?" recitato in chiusura del primo brano, l'arpeggio di sintetizzatore di Kelly ci annuncia che stiamo per ascoltare il primo singolo di Fugazi: Punch and Judy. Entriamo in un terreno minato per i più, perché quella narrata da Fish e compagni in questo pezzo è una storia di un amore accidentato, tema molto caro all'autore del testo (il cantante, appunto) il quale nelle lyrics da lui composte spesso riflette sull'argomento. Con buone probabilità questo pezzo e, più in generale, gli argomenti del disturbo della personalità e della follia che attraversano l'intero album, potrebbero essere state suggerite ai Marillion dalla tragedia lirica di Harrison Birtwistle e del suo librettista di fiducia Stephen Pruslin. L'opera citata è stata rappresentata per la prima volta l'8 giugno 1968 al Festival di Aldeburgh e i protagonisti portano proprio i nomi di Punch e Judy (si noti che i due personaggi sono a tutti gli effetti delle "maschere" della tradizione buffonesca anglosassone). Ci troviamo dinanzi a un brano che difficilmente può essere catalogato come "singolo" se non per la sua ridotta durata di circa tre minuti. In realtà, l'operazione portata avanti dal gruppo resta fedele ai "canoni" del progressive anni '70 che quasi impongono l'abolizione della lineare struttura strofa-ritornello. Punch and Judy si erge, così come Assassing, sulla capacità senza pari dei Marillion nel coniugare testo e musica: ancora una volta la storia di travaglio, che si chiude con il definitivo "Goodbye Judy", viene fedelmente impostata sulle fondamenta di una sezione ritmica incisiva interrotta da momenti di apertura dove a dominare sono la chitarra di Rothery e le tastiere di Kelly. Con Jigsaw, ci concediamo la prima sosta melodica dell'album, costruita su atmosfere sognanti e basata -questa volta sì- su una struttura con un ritornello che definire meraviglioso e ben riuscito è quasi riduttivo. Una menzione la merita anche l'assolo di Steve Rothery: si percepisce l'influenza di Hackett è vero, ma il chitarrista ha dimostrato, in tutto l'arco della sua onorata carriera, di avere uno stile anche estremamente originale che, in questa Jigsaw, dà vita ad una delle sue migliori performance soliste. Davanti a una canzone ben riuscita come questa non resta che toglierci il cappello e fare un inchino. In Emerald Lies i Marillion tornano a immedesimarsi in un songwriting più oscuro, fatto di cambi di tempo radicali: il synth "à la" Alan Parson's Project dell'avvio viene improvvisamente sostituito dal canto che si appoggia morbidamente su un arpeggio di chitarra molto settantiano; a sua volta questo dialogo tra chitarra e voce viene bruscamente interrotto dal nuovo incedere del riff di tastiera precedentemente offerto. Anche qui la musica torna a descrivere attraverso i suoi repentini cambiamenti le parole pronunciate dal cantante: si parla della sofferenza derivante dal difficile mantenimento di una relazione fatta di abbandoni e subitanee riconciliazioni. She Chameleon, quinto brano di Fugazi, si aggiudica senza dubbio il titolo di "traccia più straniante" dell'album. L'intero pezzo si erge su un ipnotizzante tema di organo che si offre come sfondo alla prestazione di Fish, mentre gli altri musicisti subentrano, almeno per i primi due minuti, solo per porre accenti, quasi volessero confermare e, in un certo senso, rafforzare il cantato nei suoi momenti clou. Il risultato è quasi psichedelico e l'eco dei Pink Floyd è percepibile, non solo nell'assolo di chitarra, ma pure in alcune grida sullo sfondo che richiamano alla mente alcuni brani di The Wall. Gli ultimi due brani, Incubus e la title-track, Fugazi, costituiscono la degna chiusura di un album ottimo. Da segnalare in Incubus, c'è un bellissimo assolo di tastiere di Kelly che riporta alla mente il Banks di The Cinema Show e che termina lasciando il posto, ancora una volta, a una sezione tenuta in piedi da Fish e Rothery: i due riescono a creare, in ogni occasione, un'alchimia mai scontata. Contraddistingue il brano la performance solista di chitarra: stiamo parlando di un solo ispirato, che lancia dolcissimi dardi dritti nel cuore. Incubus costituisce il manifesto del progressive dei Marillion. Infine vi è Fugazi, title-track che riflette sulla desolazione nel mondo, come indica il termine stesso che Fish ha mutuato dallo slang dei soldati americani impegnati in Vietnam e che possiamo tradurre in lingua italiana con "tutto è fottuto". La conclusione di un disco che, fin dal titolo, si fa promotore di una visione pessimistica della vita non può che essere rabbiosa e, infatti, il cantato in alcuni momenti ha il sapore dello sfogo, della sfida al mondo. ”Where are the prophets, where are the visionaries, where are the poets?” è l'interrogativo irrisolto con cui si chiude l'album.
Fugazi dei Marillion è sicuramente una pietra miliare della musica progressive tout court e segna, in modo più marcato rispetto a Script for a Jester's Tears, la presa di coscienza da parte degli allora ragazzi di Aylesbury di poter giocare il ruolo di principali innovatori di un genere che, fino agli inizi degli 80s, si era fermato ad uno stadio un po' autoreferenziale. Se infatti, nell'"opera prima" gli echi di gruppi del decennio precedente sono a volte persino troppo evidenti, con Fugazi Fish, Rothery e i loro compagni hanno saputo portare una folata di freschezza, costituita forse da melodie più velocemente assimilabili ma anche "mettendo in musica" riflessioni di una certa raffinatezza argomentale come la follia, l'amore distruttivo e il pessimismo cosmico. Fugazi, così come la stessa lineup di Aylesbury, è stato spesso ascoltato da una critica che nelle orecchie aveva ancora "grumi" del passato e che perciò non è riuscita ad apprezzare una musica che non è soltanto da vedere come una "citazione" o, nel peggiore dei casi una mera "imitazione", ma come evoluzione a tutti gli effetti del prog-rock. Con il loro secondo album, i Marillion hanno fatto decisamente centro, tanto che, se ascoltato attentamente, si potrebbe azzardare anche che a livello concettuale e forse anche musicale, l'offuscato Fugazi pottrebbe anche adombrare i più blasonati Script for a Jester's Tears e Misplaced Childhood.
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Ricordo che i primi Flash erano a carattere monografico e per quello dedicato alla nwobhm Fugazi fu inserito negli album imperdibili, ovviamente non è nwobhm in senso stretto, ma in qualche modo facente perte di quel pentolone ribollente di idee più disparate che arrivava a lambire anche il prog ( Grand Prix, Limelight, Shiva per esempio ); questo per dire che comunque Fugazi è un disco più moderno e contemporaneamente più aggressivo rispetto a Script. Immancabile |
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Sarò un nostalgico...sarà che son stati la colonna sonora dei miei anni 80...ma è triste vedere l involuzione che hanno avuto dopo clutching at straws.. |
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Grandissimo disco, epocale! Tra l\'altro uscito nell\'84, il mio anno di nascita |
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Jigsaw è una delle più belle canzoni che abbia mai ascoltato |
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Non avevo ancora dato il mio 95 ad un disco del genere!!!
I am the assassin, with tongue forged from eloquence
I am the assassin, providing your nemesis
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Capolavoro! Per me qualitativamente con Fugazi siamo già ai livelli massimi espressi dalla band insieme ai due album successivi, masterpieces più famosi sebbene questa seconda prova non sia assolutamente da meno (l'esordio, pur già di altissimo livello, io l'ho sentito sempre un pelo inferiore, anche se è un'opinione molto soggettiva). Non c'è un calo dall'inizio alla fine del platter, anche se la mia personale preferenza va ai due ultimi pezzi, Incubus e la title-track, di fronte ai quali non ci posso che genuflettermi. Voto 91 |
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Il più bello dell'era FISH. Il più potente, magnetico, trascinante. All'epoca mi ricordava i Genesis, solo che i Genesis non mi erano mai piaciuti. Mi ricordava il prog italiano anni 70 ma molto più "ritmato" ed aggressivo. Più metallico ma al tempo stesso onirico, cangiante, raffinato, esaltante. Ascoltare "Assassing" ancora adesso spazza via ogni malinconia. Grandioso. Superbo. Se avesse contenuto "Forgotten Sons" avrebbe meritato 100. Così "solo" 95. Con il nuovo cantante ora sono solo un buon gruppo di pop easy-listening. Ed ora accetto il "crucifige!" e sparatemi pure addosso! |
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Però qualcuno mi deve davvero spiegare l'analogia tra l'inizio di "emerald lies" e Alan parsons project. davvero mi sembrano due robe agli antipodi,l'inizio del brano made in marillion è talmente trascinante da avere sentori Metal che proprio con Alan parsons per natura non hanno niente da spartire. per non parlare dei due batteristi qua Mosley fa un ritmo e da delle rullate mai sentite dal simpatico Stuart Elliott. risentito oggi, album come detto da altri sotto dai sentori molto heavy a dimostrazione di una band assolutamente non cover dei Genesis, ma in grado di evolversi ed esplorare più territori. Forse questo insieme a cas del 1987 è l'album meno genesis di tutti, e lo dimostrano bene l'intro, e l'ossessiva FUGAZI dove rothery e fish creano veri e propri patemi nel finale. incubus è un capolavoro e non si dice mai, e forse vista la complessità dei testi non è inusuale, quanto la side B dell'album abbia veri e propri connotati sessuali se non addirittura pornografici... leggetevi bene "she chameleon" o appunto incubus, il filo conduttore è tutto basato su quello. da ricordare sempre Trewavas, un grandissimo, sempre presente un bassista a mio avviso mai abbastanza menzionato, in ogni suo brano il suo apporto è indispensabile e pesante ma non per questo invadente. mi dicessero di scegliere tra questo album e "powerslave" uscito nello stesso anno, dove molti elementi prog iniziavano a farsi pesantemente strada, davvero sarebbe arduo. |
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Album pazzesco per intensità e vigore espressivo emanato, dei primi 4 ho solo questo e Misplaced,Un gruppo che si mostra in particolari momenti come se fossero dei Genesis più muscolari elevati al cubo, compresa la voce di Fish che a tratti può ricordare il miglior Peter Gabriel ma con un timbro più efficace e magnetizzante, Jigsaw Emerald Lies e Assassing sono veramente da incorniciare, sono le mie preferite con livelli di altissima qualità, i vertici dell'album a mio avviso,ma anche Incubus, e Fugazi non scherzano mica, in realtà anche tutto il lato b è ben costruito.Per non parlare della chitarra di Rothery (anche il suo disco solista The Gosts of Pripyat la dice lunga sulla sua maestria), con il suo tocco magistrale arrichisce l'album di un sapore mu dsicale tutto particolare come nell'elegantissimo tocco sprigionato nella traccia 1 divisa tra arpeggi e spigolature funky rock seguita a ruota dal buon tocco di appoggio del bel basso di Trewas, per non parlare di Jigsaw brano malinconico ma dal climax intenso, che raggiunge vette di liricità commovente e solenne, basti pensare allo stupendo assolo imbastito a metà brano appunto dal solito Rothery, assoli di prim'ordine li troviamo sia da parte di Kelly che di Rothery anche in Incubus, branno stupendo che nel finale viene impreziosito anche dai bei cori di Linda Pike, stupendi poi i caratteristici cambi tempo di Emerald Lies che alterna emotivamente momomenti più romanticamente intimi a deflagrazioni improvvise.La accusatoria Title track è fantastica, chitarra tormentata di Rothery e ritmica azzecatissima unita al tono invettivo di voce assunto da Fish, ne fanno uno dei più bei brani di questo lavoro, insomma album con bel songwriting, ritmiche e assoli sublimi , composizioni efficaci, ben scritto , suonato e prodotto.Un bel 90 se lo merita tutto. |
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fish continuo a seguirlo e ti dico che dà ancora grandi soddisfazioni,come cantautore di pop rock sofisticato è più che valido,anzi preferisco che ai suoi live faccia solo roba sua,riguardo ai marillion ultimamente si sono un po persi,vogliono fare troppo gli originali e non vanno da nessuna parte,l'ultimo "sound that can't be made" è fiacco,pollice su per metallized se fanno una rece di "subterranea",altro caproglavoro di fine anni 90 |
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disco fantastico per me il migliore dei Marillion Capolavoro !!!! disco nervoso a tratti quasi metal era sopratutto questa la differenza tra il prog anni 70 e i marillion la musica era più al passo con i tempi quindi piu potente il brano fugazi resta tra le cose migliori testo e musica nel finale da brividi grandissimo Fish un po sottovalutato da tutti...copertina bellissima un diso che ho sempre voglia di sentire FUGAZI è uno dei più bei dischi di sempre non solo nel panorama prog !!!! gli ho visti a MIlano al rolling stones ed in concerto erano ancora più duri grandissimi seguo ancora i nuovi marillion con affetto ma quelli dei primi 4 album erano un altra cosa che fine a fatto Fish ???? NON DIMENTICATE anche gli IQ l'ultimo album doppio era eccezionale si perchè era doppio e voi avete recensito solo un disco se uno ama il genere o anche no corra a comprare Fugazi ciao al di la della vostra recensione |
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l'unica cosa per cui sono statii criticati sono quei pochi minuti di grendel che somigliano a "supper's ready",una goccia nell'oceano cui tutti i critici si sono scagliati contro,trovatemi una singola nota di fugazi rubata al prog degli anni 70 ,per fortuna all'epoca qualcuno se ne fregò delle critiche ,grazie a loro,iq,pendragon,twelfth night pallas il prog rinacque,ricordo ancora una recensione di "misplaced" su "ciao 2001!,li defini' delle fotocopie,intanto il disco stravendeva e "kayleigh" ruotava a palla nelle radio,malgrado tutto reputo fugazi il loro capolavoro |
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All'epoca, mi ricordo, non mi presero molto, perché mi ricordavano (come a tanti, immagino) un po troppo i Genesis di Gabriel. Poi ho cominciato ad approfondire, partendo da Misplaced Childhood, poi Script, poi questo Fugazi. Ai tempi dell'uscita di Fish, erano tra le band che ascoltavo di più e ho visto molti dei loro concerti, sia con Fish che con Hogart. Penso che i due periodi dei Marillion non siano uno migliore o uno peggiore. Sono diversi. Resta il fatto che i quattro album con Fish, sono assolutamente dei grandissimi dischi, incluso Fugazi. Qualcuno mi piace di più, ma le differenze sono veramente al minimo. Band immensa. Au revoir. |
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Forse il mio preferito dell'era Fish: grande band! |
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@ ayreon  |
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"recital of the script" e "grendel-the web" comprati e strapagati cari in vhs li ho dovuti duplicare subito perchè li ho strarovinati,poi avevo molti live bootleg in vhs anche del tour di fugazi,uno bellissimo all'hammersmith odeon dove fish entrava con un coltello puntandolo alla gola del presentatore,il tour di fugazi era bellissimo e ne trassero il live "real to reel" registrato in più luoghi ,andarono anche in USA di supporto ai rush ,prima dell'uscita di fugazi cambiarono 2 batteristi prima di scegliere Ian mosley.sempre in fugazi,c'è a mio avviso uno dei più belli assoli di mark kelly,quello in "she chameleon", e una verisone demo di "assassing" suonata poche volte live prima che uscisse il disco includeva a metà brano un lungo assolo di tastiere e chitarra poi eliminato |
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Brave (1994) Afraid of Sunlight (1995) This Strange Engine (1997) anche questi cd album appartengono alla categoria di ''CAPOLAVORI'', ''Seasons End'' rimane uno dei miei cd preferiti come anche ''Script For A Jester’s Tear'' ho un cd live ''Recital Of The Script'' solo dedicato a questo album magnifico. Possiedo anche ''The Thieving Magpie'' & ''Live From Loreley'' live leggendari. |
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spero tu la stia sparando grossa,i marillion di hogarth hanno avuto altri picchi(brave,afraid of sunlight,strange engine ,marbles) ,ma i primi 2 dischi erano ancora alla ricerca di un suono distinto e ben lontano da quelli dell'era fish,io da li' salvo "berlin","the space", "easter","splintering heart","the party", bei dischi li hanno fatti,ma niente a che vedere con "fugazi".per la cronaca,i marillion in italia divennero famosi con "misplaced childhood" ,fugazi gli creò notorietà in tutta europa ma non da noi |
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prendete pure quel SUPER-CAPOLAVORO che è ''Seasons End'' '89. Album di classe alla pari di primi 4 cd dell'era fish se non addirittura superiore a ''Script For A Jester’s Tear'' e alla pari con ''Misplaced Childhood'' |
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Altro capolavoro di una grandissima band, l'era Fish fu davvero magica e indimenticabile. Amo tutti e 4 i dischi prodotti da quella lineup, questo personalmente nella mia classifica personale lo metterei al 2° posto (stupende Punch & Judy e la titletrack in particolare) dopo lo strepitoso "Clutching at Straws" (quanto sono belle Sugar Mice, White Russian e Slainthe Mhath ??) del quale aspetto la recensione. Comunque nell'era Fish solo capolavori. Dopo con l'arrivo di Hogarth sono effettivamente diventati un'altra band, anche se anche qui i capolavori non mancano (Brave assolutamente stupendo). |
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@d.r.i: poi hai tirato fuori clutching at straws che in quanto ad arte... mamma mia!!! |
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Ora aspetto con curiosità la rece del tanto criticato "clutching at straws" @Awake: non devi nasconderlo, questa è arte e in quanto tale va rinfrescata la memoria. |
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Avevo 16 anni al tempo, rimasi folgorato da 'sta uscita. Ogni tanto non nascondo che ci do una ripassata. Imprescindibile. |
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Questo disco ce l'ho anch'io in tutte le versioni e , in più, ho avuto la fortuna, a suo tempo, di vedere i Marillon dal vivo in un concerto strepitoso. Amo Fugazi e, abitando in un alloggio d'epoca, con mura spessissime, pochi vicini, quando metto su questo disco lo sparo a tutto volume e, dopo decenni , mi dà sempre le stesse grandi emozioni. Un brano bellissimo interpretato in modo egregio da Fish. Ciao a tutti. |
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non dare 100 a questo disco è un suicidio ,è il più bello di tutta l'era fish,il meno "genesis",il più metal,il più "lisergico " (she chameleon è da trip ),per cui cambiate il voto perchè "misplaced childhood" al suo confronto era già pop,è un disco della madonna,da mettere tra i primi 5 che hanno rivoluzionato il new prog dagli anni 80 ad ora,non c'è un solo minuto che non valga la pena diascoltare,lo sfogo di rabbia di fish nel ritornello di jigsaw ti entra nell'anima e non esce più cosi' come la cavalcata finale di "fugazi",e poi "punch and judy",come fare prog in meno di 3 minuti,e "assassing",brano che ogni metal band sogna ancora di scrivere,che dire poi dell'assolo di rothery in "incubus",la somma perfetta del guitar solo,io amo sto disco,comprato in vinile,cassetta,cd e poi cd doppio rimasterizzato,anche picture disc |
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E' l'album che mi ha fatto conoscere i Marillion. Bellissimo. 80 |
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Per me il loro album migliore. Solo la title track vale oro. |
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Bellissimo disco, poco inferiore a Misplaced e Clutching At Straws. Assassing e Jigsaw sono due perle da incastonare nel buonissimo periodo del new prog anni '80. |
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D'accordo con d.r.i. , anche se per me questo e il primo sono i migliori. |
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ottima recensione, di quelle che ti invogliano ad ascoltare il disco in questione. |
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Bella recensione per un grande disco, non saprei dire quali dei primi 4 dei Marillion preferisco. Sono tutti, per diversi motivi, dei pezzi da 90 (voto minimo per i loro 4 capolavori). Qui probabilmente siamo al top ma davvero è troppo dura mettere in pole uno dei loro dischi era Fish. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Assassing 2. Punch and Judy 3. Jigsaw 4. Emerald Lies 5. She Chameleon 6. Incubus 7. Fugazi
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Line Up
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Fish (Voce) Steve Rothery (Chitarra) Mark Kelly (Tastiere, Sintetizzatori) Pete Trewavas (Basso) Ian Mosley (Batteria)
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RECENSIONI |
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