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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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25/05/2019
( 3253 letture )
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Capita spesso che una band si trovi costretta a sostituire uno dei membri più importanti e che, quando questo accade, la cosa abbia delle conseguenze nelle percezione del nuovo album da parte del pubblico. Proprio questa situazione si trovarono a dover affrontare gli Uriah Heep quando ad entrare in formazione fu John Lawton (Lucifer's Friend) al posto di David Byron (R.I.P.) davanti al microfono. Il ragazzo fu indicato loro da tale Roger Glover ed a prescindere dalla qualità complessiva del disco, la sua prestazione fu davvero ottima. Tutto questo senza contare il contestuale ingresso di Trevor Bolder (Spider's From Mars) al basso in luogo di John Wetton, che già aveva sostituito l'indimenticato Gary Thain (R.I.P.), a delineare un quadro generale relativo ad un gruppo in trasformazione.
Il successore di High and Mighty segnò un inevitabile cambio di stile (capzioso soffermarsi adesso su tutto il contorno che portò a quella sostituzione, allontanamento di Byron compreso) che venne recepito in maniera non esaltante dal mercato e dalla critica. Eppure, al netto di un alleggerimento complessivo del suono, Firefly non era affatto male; anzi. All’interno di un lavoro in cui la melodia di ogni pezzo risulta sempre quantomeno piacevole, con punte di valore elevato qua e là, la voce di Lawton spicca per freschezza ed aggressività ed al suo fianco si conferma il lavoro di Hensley in sede di composizione. Efficace come sempre quello degli altri musicisti coi loro strumenti. In particolare Mick Box, chitarrista mai troppo osannato. The Hanging Tree descrive bene il nuovo corso del gruppo ed a spiccare sono un ritornello vicino a certe cose dei Rainbow con Dio e le tastiere. Been Away too Long è un pezzo estremamente sentito, quasi da Arena Rock nello spirito e comunque di grande classe, mentre Who Needs Me è un vero e proprio rock’n’roll abbastanza facile e radiofonico almeno nel senso americano, condito da piacevoli armonizzazioni. Gran ballatona con Wise Man, un po’ stantia e troppo “regolare” per essere collocata tra i momenti top del disco. Ben più ritmo all’inizio del lato “B” con il trascinante hard rock di Do You Know, per quanto anche in questo caso non di primissimo piano come scrittura. Relativamente spiazzanti gli accenti funky/blues di Rollin On, molto anni 70, mentre abbastanza personale risulta Sympathy. Il veleno, ma di quello buono, sta in coda, con la chiusura del vinile affidata a Firefly. La title-track ci restituisce infatti gli Uriah Heep HR/Prog/Rock nella loro forma migliore. Prima parte del brano sognante e seconda da incorniciare anche per le sue atmosfere sospese ed acustiche di rara dolcezza.
Firefly non può essere certo valutato come il capolavoro del gruppo, ma questo decimo album dei londinesi non merita probabilmente la freddezza cui dovette far fronte al momento della sua uscita, causata in parte anche da un contesto generale che si stava spostando altrove. Un paio di filler, qualche brano troppo standard, il cambio di stile provocato da quelli della line up e qualche strizzatina d’occhio di troppo a qualche soluzione di facile presa non possono infatti renderlo tra quelli appartenenti alla categoria dei “Buy or Die”. Tuttavia, è ancora un lavoro piacevole da ascoltare e restituisce uno spaccato di un momento preciso di un gruppo fondamentale e di un certo modo di far musica in un decennio molto peculiare.
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Con questo disco si sono ripresi dopo l'abbandono di Byron. È un grande album che contiene bellissime canzoni (wise man è meravigliosa), cantate molto bene da John Lawton che in questo lavoro non fa rimpiangere Byron. Il disco è stato praticamente composto da Ken Hensley, forse l'ultimo grande album da lui ideato. |
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formazione meravigliosa al pari della classica. Disco bellissimo come anche il successivo innocent victim e in parte anche fallen agel (e conquest se è per questo) nei quali si aggiunge progressivamente qualche filler in mezzo a meraviglie. John Lawton fantastico.
Grande attuale dolore per la sua perdita e grande rimpianto per le recenti scomparse di trevor bolder (ormai già non più così recente), di lee kerslake, ken hensley e john lawton che rendono reale il senso del certi musicisti non ci saranno più, certa musica che emozionava non tornerà. sono contento che gli Uriah Heep abbiano continuato tutti questi anni ed essendo l'unica formazione che ho visto live (nel senso: con bernie shaw) mi ha sempre regalato emozioni, però nel corso degli anni questa band è stata tante diverse band e per quanto le formazioni siano sempre state ottime non consolavano la perdita della precedente. Ad esempio quando lawton e shaw cantarono insieme anni fa, non avrei saputo come fare a meno di nessuno dei due cantanti e avrei voluto rivedere vive e vegete più formazioni contemporaneamente con chi era ancora vivo. |
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Grande disco e grande band....John Lawton R.I.P. |
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Penso che abbia ragione Mikael Åkerfeldt degli Opeth quando sostiene che tutti gli album degli UH meritano l'acquisto perché contengono sempre almeno 2 o 3 capolavori... In questo caso sono The hanging tree, Wise man, Sympathy e Firefly, il resto non è male... Lawton dimostra di essere un cantante maestoso... Voto 80 |
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@Lele 12 DiAnnö: con una precisazione doverosa da parte mia. Dal '95 (da quanto di là se ne è andato via Blackmore? uhm...), cioè da Sea of light, però non c'è storia a favore degli Heep. Visti per il tour dell'ultimo stupendo album e sono stati dei fuoriclasse assoluti. |
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Quando mi rileggo mi accorgo di scrivere veramente poco chiaro! Intendevo che "misterioso" e "magico", in senso esteso, sono entrati nel linguaggio comune, mentre "esoterico" conserva ancora una connotazione tecnica.
@Rob Fleming: sono d'accordo anche sulla superiorità dei DP... |
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@Rob Fleming e InvictuSteele: sulle atmosfere degli Heep siamo (quasi) perfettamente d'accordo: parole come "sognante", "misterioso", "magico", "fantasy" le userei anch'io, ma non "esoterico" perché quest'ultima ha un significato piuttosto tecnico. Come scrivevo al #16, è solo questione di intendersi sullle parole...
@Epic, sono passati parecchi anni (quasi trentai) dal mio periodo Heep. Se mi suggerisci quali testi rileggere, quando ho tempo lo farò volentieri |
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Concordo con Rob, tranne sul fatto che i Purple siano superiori, anzi, per me non c'è paragone alcuno tra le due band, gli Heep mille volte più geniali. Ma lì andiamo a gusti. |
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Esoterico e occulto non significa per forza satanico o wicca o quello che è, descrive in maniera generale mondi oscuri, demoniaci, storie magiche, fantasy, rituali arcani, ecc... Tutta roba che gli Uriah Heep hanno sempre trattato, oltre alla musica che è esoterica perché cerimoniosa, misterica, con quelle tastiere inquietanti che sembrano una liturgia e i coretti demoniaci di Byron in sottofondo. Poi ovvio, è hard rock, non black metal. |
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Io la vedo come @Epic. Se poi per "esoterismo in musica" intendiamo riff oscuri e plumbei, voci declamanti riti arcani, allora siamo d'accordo che gli Uriah Heep sono lontani anni luce da Coven, Black Widow, Sarcofagus (quelli finlandesi). Ma non si può nemmeno negare che l'organo di Hensley (Gipsy ne è l'esempio perfetto), le atmosfere dilatate e magiche di alcuni brani o interi dischi (Magician e Demon nella loro interezza) fanno sì che gli Heep siano "diversi". Se ci fermiamo alla composizione della formazione non individueremmo alcuna differenza con i Re (cioè i Purple). Ma se si conoscono i due gruppi non si può che prendere atto che gli Uriah Heep avevano qualcosa nel modo di comporre che nemmeno i Deep Purple (che reputo ovviamente superiori) avevano; qualcosa di diverso: in primo luogo l'amalgama delle voci, le melodie e le atmosfere tra il sognante e il misterioso. Un modo di comporre che con Lawton iniziò a scomparire per lasciare spazio "solamente" a grandi canzoni |
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Ti consiglio di tradurre i loro testi 😉 |
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@Epic: i testi non sono "tutti incentrati sulla magia", anzi molti dei loro successi con la magia non c'entrano nulla: Easy Living, Bird of Prey, July Morning, Sunrise, Gipsy, Stealin', etc...poi capisco che in senso esteso si possa parlare di rock esoterico o meglio occulto, ma lo si fa per gruppi che fanno riferimento a delle correnti occultistiche precise: satanisti, telemiti, wicca e via discorrendo. Nel caso degli Heep direi che il filone sia più un fantasy generico. |
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E con questo? Misteri antichi, riti oscuri. Ossia la musica degli Uriah Heep di quegli anni. |
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eṡotèrico agg. – Nel linguaggio filos., detto dell’insegnamento riservato dagli antichi filosofi greci e spec. da Aristotele ai soli discepoli (contrapp. a exoterico o essoterico); [...] Analogam., nei misteri antichi, riti e., quelli riservati ai soli iniziati e la cui conoscenza non era comunicata ai profani; [...] Per estens., detto di ciò che può essere inteso solo dai più preparati, dagli iniziati, e quindi misterioso, celato ai più: significati e.; linguaggio e.; poesia, critica e. (cfr. ermetico).
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Le tastiere di Ken sono esoteriche, le controvoci di Byron sono esoteriche, i testi sono tutti incentrati sulla magia e l'incanto. Non a caso sono considerati precursori di tutto il metal sinfonico, specialmente quello gotico. |
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Forse è questione di intendersi sulle parole, ma dove sarebbe l'elemento "esoterico" negli Uriah Heep? (la discografia del periodo Byron la conosco molto bene) |
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Mi aggancio al post di @Rob Fleming #14, che sebbene io non sia assolutamente un appassionato di hard rock, possiedo sia very 'eavy, very' umble sia abominog. Sono album diversissimi musicalmente parlando, però entrambi, almeno per me, sono molto belli. Il primo indubbiamente un masterpiece di dark sound (esoterico), il secondo (abominog) un buonissimo album di power/aor per niente edulcorato tipico degli eighties. Scusate OT 😉 |
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...Sea of light e l'ultimo Living the dream. E se avete avuto la possibilità di vederli dal vivo capite cosa intendo: mostruosi, suontuosi, eleganti e potentissimi. Conquest con John Sloman è eccellente. Abominog è stupendo. Il periodo "scarso" riguarda per me solo Raging e Different world. Due album poco ispirati, soprattutto il secondo, ma dal vivo erano sempre una garanzia. Grandissimo gruppo. Concordo con @InvictuSteele quando parla di album dark ed esoterici. Il debutto in tal senso è clamoroso. |
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Invictusteele Concordo con te sul periodo Byron, High and Mighty di quella fase è l’album che mi piace meno, diciamo l’eccezione che conferma la regola. Boh, non mi prende più di tanto, motivo per cui -seppur di poco- preferisco Firefly. Anche io comunque i cosiddetti album “minori” degli anni ottanta li ascolto volentieri. Sea of Light invece è un capolavoro vero e proprio secondo me!!! |
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No no ragazzi, io adoro tutta la carriera della band, ho tutti i cd, vorrei precisarlo, però le vette raggiunte con Byron sono irraggiungibili per loro e per chiunque. Proprio il cambio di stile con questo album ha fatto perdere magia, da qui hanno iniziato a togliere la parte esoterica che li rendeva dei geni assoluti per diventare più semplici, meno prog esoterico e più rock n roll e poi, dagli anni 80, sono diventati aor. Comunque io amo anche gli album trascurati, Innocent Victim, head first, abominog, raging silence, persino i minori quali Equator e Conquest, ma solo con Sea of light e Wake the sleeper gli Uriah heep torneranno all'eccellenza, pur comunque non raggiungendo più la grandezza del periodo con Byron, dove li era un capolavoro dopo l'altro. |
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Gran bell’album! Spesso sottovalutato, come anche qualcun'altro tra quelli pubblicati fino ad oggi, solo perché gli album “fondamentali” degli Uriah Heep sono quelli con Byron... come se la band dal 77 avesse smesso di comporre grande musica. 😏 Niente di più sbagliato, e, nel caso in questione, la dimostrazione sta ad esempio in pezzi stupendi come la title-track, Sympathy o Been Away Too Long. A dirla tutta, inserendomi nel dibattito dei commenti precedenti, anch’io preferisco Firefly al precedente High and Mighty, che non amo particolarmente (a parte la stratosferica Weep in Silence), però Wonderworld sta più su. Per Firefly comunque voto 81 |
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@InvictuSteele: Wonderworld non si discute come Return to Fantasy, ma onestamente High & Mighty, eccenzion fatta per One way or another e Weep in silnce, è un album poco più che discreto. La tripletta con Lawton, se da un lato, non può raggiungere le vette del periodo d'oro (il cui apice risiede nei solchi di Magician's birthday) dall'altro, con meno fronzoli e più rock and roll, fu aria fresca con l'arrivo anche di quel funambolo di Bolder. Per me il vertice sarà il successivo Innocent Victim. |
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Aggiungo che Firefly è il miglior album con Lawton alla voce, da 78, seguono Innocent victims da 74 e Fallen Angel da 70, quindi non proprio una tripletta memorabile. Come fate a dire che sono album più belli di quelli con Byron? Addirittura del livello di Wonderworld e Return to fantasy che sono dischi da 90. Io Bo, non lo so... |
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Wonderworld ha la title track che è una delle canzoni più belle degli heep e di tutti l'Hard rock anni 70, poi tra i brani immensi abbiamo so tired, suicidal man, dreams e la delicatissima e spettacolare the easy road. The high and mighty ha la struggente Confession, le clamorose Weep in silence, Misty eyes, footprints in the snow. Per quanto possano essere belle tracce di Firefly non reggono proprio la genialità dei pezzi citati. Oh, poi sono gusti, ci mancherebbe |
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Oddio no, meglio di Wonderworld assolutamente no, su quello concordo. Però personalmente High And Mighty non mi è mai piaciuto particolarmente, mentre Firefly mi è sempre parso più ispirato. Però alla fine sono gusti, l'importante è lunga vita agli Heep  |
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No, assolutamente, non scherziamo. Meglio di Wanderworld e di High and Mighy? No, non lo accetto. Bastano solo un paio di canzoni prese da questi per album per demolire Firefly. |
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Un gran bell'album molto sottovalutato, a mio parere anche meglio di lavori precedenti come High And Mighty, che come dice Rob Fleming sono a volte troppo celebrati per la sola presenza di Byron. Un 78 è il voto giusto, sarei curioso di leggere anche le recensioni di altri lavori degli Heep anni 80', come Head First o Abominog (: |
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Esatto @phillives! Di Wonderworld non saprei, ma di sicuro i 3 lavori con Lawton sono superiori a High and Mighty e se la giocano dignitosamente con Return to fantasy (sebbene in quest'ultimo la sola Title track vale intere discografie) |
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Grandissimo album, molto sottovalutato nonostante la presenza di un grandissimo John Lawton con un pedigree di assoluta eccellenza (Lucifer's Friend e Les Humphries Singers, mica si scherza) e Trevor Bolder, il bassista di Bowie. Per quanto mi riguarda molto meglio di lavori come Wonderworld o High and Mighty, citati a sproposito solo perché c'è Byron ma indubbiamente non all'altezza dei veri capolavori. Un 85 se lo merita tutto. |
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Un nuovo inizio per gli Heep, grande album e grande vocalist Lawton, però la magia di tutti gli album precedenti con Byron sfuma per sempre. Voto 80 |
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Per me John Lawton è un cantante magnifico (e chi conosce i Lucifer's friend o lo ha ascoltato nell'album di Roger Gover Butterfly Ball and the Grasshopper's Feast sa a cosa mi riferisco) che, pur diverso, non teme confronti con chi l'ha preceduto (Wetton compreso sebbene si limitasse sostanzialmente a suonare il basso). E pur avendo durato lo spazio di tre dischi (tutti belli) ha continuato ad aiutare Mick Box anche in tempi recenti ogni volta che Bernie Shaw aveva qualche intoppo.
Sympathy è un capolavoro. 78 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Hanging Tree 2. Been Away Too Long 3. Who Needs Me 4. Wise Man 5. Do You Know 6. Rollin’ On 7. Sympathy 8. Firefly
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Line Up
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John Lawton (Voce) Mick Box (Chitarra) Ken Hensley (Tastiera) Trevor Bolder (Basso) Lee Kerslake (Batteria)
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