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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Uriah Heep - The Magician`s Birthday
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( 9577 letture )
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Era il 1972 e gli Uriah Heep stupivano ancora una volta il mondo intero col quinto album in soli tre anni di attività, che dava inizio ad un decennio glorioso che avrebbe portato a grandi successi e gradite conferme. La band originaria del Regno Unito contribuì a definire un periodo storico fatto di grandi cambiamenti dal punto di vista degli stili musicali: gli anni Settanta, su un piano generale, hanno segnato il passaggio dalle sonorità blues rock di fine anni Sessanta alle varie forme di rock più duro nate in seguito, dal prog tipico di quegli anni dei vari Genesis, King Crimson o Jethro Tull (gruppi molto diversi tra loro ma raggruppabili nello stesso filone) all’heavy metal di Iron Maiden e Judas Priest emerso principalmente nel decennio successivo. In tutto questo, gli Uriah Heep riuscirono a stare sempre al passo coi tempi, dando vita ora ad album di puro hard rock, ora ad altri con più evidenti influenze prog, altri ancora, più tardi, a stretto contatto con l’heavy metal. The Magician’s Birthday può essere definito senza troppe esitazioni come la prova in studio più vicina alle sonorità prog di quel decennio. Pur mantenendo la sua essenza hard rock, l’album mostra infatti ben più di una leggera volontà di muoversi attraverso percorsi fino a quel momento esplorati solo in parte. Forti di una formazione tra le più conosciute della loro carriera, composta per tre quinti dai membri fondatori, ovvero il vocalist David Byron, il chitarrista Mick Box (l’unico ad essere sempre presente dal 1969 ad oggi) ed il tastierista Ken Hensley, e completata da Gary Thain al basso e Lee Kerslake alla batteria, i cinque inglesi immettono sul mercato mondiale quello che per molti è considerato il masterpiece di un’intera carriera, a volte comparato al precedente Demons & Wizards, altre volte superato proprio da quest’ultimo in un’ipotetica classifica di gradimento. Sia chiaro: il paragone è legato solo alla scala di valori, non ai contenuti effettivi dei due album in questione, in quanto differenti tra loro sotto svariati aspetti. Maggiori sono infatti, nel nostro caso, le componenti prog, mentre meno marcata è la vena hard rock tipica del gruppo inglese.
Tastiere e batteria dai toni appena accennati ci introducono Sunrise, la prima gemma dell’album. È la voce di Byron, soave ed armoniosa come sempre, a trasportarci lungo tutta la sua durata, con un insieme di suoni maestosi e un crescendo che si conclude solamente negli ultimissimi secondi del brano. Più diretta e vivace la successiva Spider Woman, canzone fortemente legata al sound tipico della band inglese, a cui segue Blind Eye, episodio dal ritmo curioso e frizzante, che si lascia ascoltare assai piacevolmente pur senza eccedere particolarmente all’interno della tracklist. Il meglio deve ancora arrivare ed è rappresentato dalle fenomenali Echoes in the Dark, che tanto ricorda i Pink Floyd per il suo essere psichedelica e struggente allo stesso tempo, canzone dall’incedere accattivante grazie ad un’ottima prova di Thain e Kerslake, e Rain, ballata strappalacrime che evidenzia il lato più dolce della già meravigliosa voce di David Byron. Di notevole fattura anche Sweet Lorraine, brano che nel vinile apriva il lato B, un hard rock dai toni vivaci costruito attorno alle tastiere di Hensley, tra l’altro autore e compositore principale della maggior parte delle canzoni qui presenti. Torna la componente psichedelica in Tales, canzone dai toni bassi e magistralmente narrata dalla voce di Byron, preludio a quella lunga ed articolata composizione che è la titletrack. Lunga ed articolata, ma anche travolgente ed arrembante, visionaria e spassionata, con all’interno un breve intermezzo in cui il batterista Lee Kerslake si cimenta in un’improvvisazione col kazoo intonando la melodia di Happy Birthday to You e, poco dopo, sempre Kerslake si prodiga in un prolungato assolo dietro le pelli, sorretto dalla chitarra impazzita di Mick Box, che collega la prima parte di canzone a quella conclusiva. Come in un gioco di luci, dove è difficile cogliere le sfumature di ognuna di esse, The Magician’s Birthday ci trasporta in un viaggio di colori ed atmosfere mai uguali tra loro, ora ben presenti dinnanzi ai nostri occhi, ora sfuggevoli e remote.
Prodotto da Gerry Bron, fondatore dell’etichetta inglese Bronze Recods, sorta soltanto l’anno prima, registrato tra il settembre e l’ottobre del 1972 e pubblicato il mese successivo, The Magician’s Birthday rappresenta una tappa fondamentale per gli Uriah Heep. La scia fortunata di grandi dischi continuerà ancora per alcuni anni, con una band capace di mostrare una prolificità non da poco, fino al calo di fine decennio, con alcuni rimaneggiamenti in line-up ed alcuni sfortunati eventi che hanno fatto seguito. Ma la magia di quest’album resta inossidabile tutt’oggi, a distanza di oltre quarant’anni, segno del fatto che la musica riesce ancora nel suo intento primordiale di suscitare emozioni ed accrescere la nostra passione. Un capolavoro è per sempre.
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22
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Il capolavoro totale degli Heep, insieme al precedente \"Demons And Wizards\", entrambi usciti nel 72. Per me il loro apice è sempre stato rappresentato da questa coppia perfetta, in cui si riassume il loro tipico sound, un hard rock diretto, magico, suggestivo, con marcatissime influenze psichedeliche, prog, acide... un caleidoscopio di colori e sensazioni davvero sbalorditive. Preferisco di un pelino il precedente, ma siamo lì in quanto ad estasi sonora. Qui dentro troviamo perle di magico ed epico rock come l\'iniziale \"Sunrise\" (forse la mia preferita), la madrigalesca \"Blind Eye\", l\'oscura \"Echoes In The Dark\", la ballata crepuscolare \"Tales\", la meravigliosa e dirompente suite prog che è la titletrack... insomma, c\'è di tutto! Magia pura, come nel precedente!! |
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21
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Se esiste una band geniale e sottovalutata è questa |
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Globalmente come album lo trovo un po’ inferiore ai precedenti, ma la title track è davvero un pezzone monumentale con un grande assolo “hemdrixiano” di Mick Box. |
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19
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Bellissimo, ma non il mio preferito. Demons and Wizard un poco migliore per me. |
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Rain è da lacrime, con un Byron eccezionale. Titletrack interessante nelle scelte musicali, poi ci sono altri pezzi da 90 come Sunrise, Echoes In The Dark, e Tales. Gran disco, non il mio preferito degli Heep, ma gran disco 85. |
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Meglio lasciarci che non esserci mai incontrati... |
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E' probabile che ognuno di noi abbia il suo disco Heep preferito che suonerà oggi 5 novembre nelle rispettive case. Non pensavo però di rimetterlo su così presto dopo il 20 settembre. Guardi quella formazione e ti rendi conto di che razza di giganti fossero. Guardi quella formazione e ti rendi conto che 4/5 non ci sono più. Che amarezza. 100 |
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Caro Lee, ho appena saputo. E ho scelto l'album con cui ti ho conosciuto e che tutt'ora preferisco. 100 |
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Anno magico il 1972 per gli Uriah Heep, che pubblicano i loro due capolavori più famosi a distanza di 6 mesi l'uno dall'altro. Difficile trovare l'apice in un album come questo... La spettacolare title-track con le sue tante sfaccettature, mischiando hard rock, prog e psichedelia, probabilmente riassume un po' l'intera opera; ma come non ricordare la delicata Rain, la più hard Sweet Lorraine, o la celeberrima opener Sunrise, con un magistrale David Byron, singer che faceva venire i brividi ogni volta che apriva bocca! Voto 92 |
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13
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In effetti pura magia traspare da questi solchi. Ogni canzone è un capolavoro. Quindi mi limiterò a citare la ballata Rain, la pinkfloydiana Echoes in the dark e la TT in cui pop, hard rock acido e psichedelia convivono in caleidoscopio di emozioni. Per me il loro vertice assoluto. 100 |
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11
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Possiedo The magician's birthday in musicassetta, acquistata al mercato del mio paese tanti anni fa. Provoca sensazioni di libertà, magia, tranquillità, distacco dalla materialità, benessere, purezza e visionarietà. Indimenticabile.Voto 90. |
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10
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Quoto The Nightcomer e Lorin.Dischi come questi dovrebbero essere imparati a memoria come l'alfabeto.. Tra i miei preferiti degli Uriah Heep Voto 90. |
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9
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Mi aggiungo al novero di estimatori di questo gruppo e dell'album in oggetto. LORIN, sono spiacente quanto te che molti dischi storici qualitativamente rilevanti vengano spesso ignorati da diversi frequentatori della webzine (suppongo di giovane età), ma l'importante è che se ne parli e ne rimanga traccia; chi vorrà approfondire avrà sempre tempo per farlo.  |
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8
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Beh, non per spocchia ne perché "chiamato" da Monsieur LORIN, ma perché a quel tempo, album come questo, venivano letteralmente consumati, a forza di ascolti. Grande musica, anche per le contaminazioni prog, che nel 1972 erano quasi un obbligo. Questa comunque per me, è la formazione migliore degli Uriah Heep. Come copertina, preferisco Demons & Wizards, a mio avviso, molto più nello stile classico di Roger Dean. Allora si facevano grandi album e grandi copertine. Peccato che i vinili si sfasciavano presto... Au revoir. |
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7
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Surnise è il capolavoro di questo album, o almeno il pezzo che amo di più. Poi lo dirò sempre, Byron è stato uno dei più grandi cantanti di sempre, uno che ha oltre alla voce anche quella magia che appartiene solo a pochi. |
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6
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Non riesco a credere che un disco come questo, in un sito come questo, abbia solamente 5 commenti. Sta cosa mi rattrista veramente e da ragione al Vichingo di quando nel forum parla di cultura musicale..........chiedo scusa ma non riuscivo a non scriverlo, lo dovevo dire. |
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5
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Gruppo che per me ha scritto grandi pezzi , ma alcuni mi fanno venire sonno, gli do la sufficienza, non scenderei mai sotto il 65 con loro, questo non è tra i miei preferiti. |
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4
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Disco stupendo, commovente nella sua bellezza. Un plauso allo strepitoso artwork dell'album, uno dei più belli a mio avviso. |
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3
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Eh bè altri tempi..altra musica e che musica! voto 90 ci sta tutto! |
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2
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Mamma mia che bran bel disco che è questo. Un vero capolavoro degli anni 70, una fiaba musicale meravigliosa. Mi fa venire i brividi ad ogni ascolto. Un album da paura (quindi 90 ahahah). Complimenti per averlo "rispolverato" |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Sunrise 2. Spider Woman 3. Blind Eye 4. Echoes in the Dark 5. Rain 6. Sweet Lorraine 7. Tales 8. The Magician’s Birthday
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Line Up
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David Byron (Voce) Mick Box (Chitarra) Ken Hensley (Tastiere, Chitarra, Moog) Gary Thain (Basso) Lee Kerslake (Batteria, Percussioni, Kazoo) Musicisti Ospiti: Brian Cole (Pedal steel guitar su traccia 7)
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