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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 8904 letture )
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Tutti i death-fan del pianeta terra possono gioire perché finalmente i Signori del Brutal sono tornati, pronti a cavalcare ancora una volta la scena e mietere nuove vittime. Mi riferisco chiaramente ai leggendari Suffocation, band per la quale ogni verbo è già stato proferito e quindi qualsiasi parola potrebbe conseguire come superflua. Ragion per cui mettiamo da parte i cerimoniali, per quanto legittimi, e saltiamo a piè pari al nuovo prodigio.
A dispetto di alcune sottili perplessità della vigilia, che di qui a breve andrò a giustificare, con Blood Oath i newyorchesi non accennano la minima genuflessione in appoggio ad espressioni che in linea di massima non siano riconducibili al loro marchio di fabbrica. Infatti, nonostante la totale devozione e fiducia incondizionata nei riguardi di Frank Mullen e soci, ammetto che il cambio di etichetta, ovvero il passaggio dalla Relapse Records alla Nuclear Blast, non mi aveva lasciato del tutto indifferente, timoroso che il potere dell’influente label potesse in qualche modo condizionare i nostri eroi. Fortunatamente i ragazzi della grande mela dissipano ogni mio timore con un prodotto senz’altro carico di alcune interessanti novità, ma, come già segnalato, non per questo distante dalle coordinate alle quali ci hanno abituati in venti anni di scintillante carriera. Siamo quindi al cospetto dell’ennesima naturale evoluzione – badate bene, non rivoluzione - che da un lato fissa tutti i principi già collaudati nei previi sette appuntamenti (due EP e cinque full-lenght), ma che parallelamente sottolinea alcuni caratteri che in passato erano stati solo delineati. Il neonato è, infatti, al tempo stesso il platter più groovy e pesante che il quintetto statunitense abbia mai dato alle stampe. Un dualismo in apparenza infattibile, eppur reso possibile e convincente da una serie di soluzioni micidiali: la ritmica subisce un percepibile rallentamento, abdicata in favore di una schiera di opportuni mid-tempo tali da rendere il mood complessivo molto più opprimente e solenne, mentre il guitar work si fa più aperto perché pronto a cogliere ogni spiraglio, disorientando con repentine armonizzazioni e altrettanto fulminee accelerazioni. Ciò chiaramente non inficia di una virgola la genuina aggressività, semmai quest’oggi rilevata da una forma canzone estremamente varia e complessa. Nemmeno a dirlo il training strumentale e annessi virtuosismi restano un caposaldo, come sempre da lasciare a bocca spalancata, eppure inseriti in un contesto che mai si perde in orpelli o inutili esercizi di stile. Appunto, se è vero che i blast beat dell’immenso Smith derivano meno protagonisti, è altrettanto vero che il drummer si conferma sommo maestro dietro le pelli, forte di una performance chirurgica ed equilibrata, solo di primo acchito statica; lo stesso Boyer pare trovarsi molto a suo agio, predisposto come non mai ad incidere ogni passaggio con le sue corde indemoniate. Anche Mullen non si accontenta di svolgere il compitino, ma piuttosto intuisce di dover cambiare qualcosa imprimendo nella timbrica vocalità ancor più ragionate e sinistre, seppur meno assassine. Provare per credere la terrificante opener, nonché title-track, che con le sue trame asfissianti strangola sin dal principio il malcapitato di turno, così come le più immediate Dismal Dream e Come Hell Or High Priest, forti di un dinamismo scellerato che non temono eguali. Degna di particolare menzione anche la splendida Marital Decimation, riesumata da Breeding the Spawn, alla quale viene data nuovo lustro grazie ad un’interpretazione nuova di zecca. Dulcis in fundo una produzione semplicemente ottima, a mio avviso la migliore di sempre perché perfettamente calibrata con le innovazioni stilistiche introdotte, pertanto pulita e graffiante quanto basto ma contestualmente dal sapore volutamente retrò, distante anni luce dalla miriade di prodotti plastificati in circolazione.
Cala dunque il sipario su Blood Oath accompagnato da una fragorosa dose di applausi e consensi. In buona sostanza i Suffocation, senza stravolgere il loro corso, riescono ancora una volta a colpire nel segno al suon di coerenza, tecnica e personalità, confermando il loro ammirevole status di mito vivente in ambito brutal/death. Probabilmente quest’ultimo capitolo richiederà un maggiore sforzo e più ascolti per essere apprezzato in toto, anche da coloro che masticano abitualmente questo genere di sonorità e hanno confidenza con la band, ma è fin troppo ovvio che ogni singola nota risulti essere l’ennesima lezione di stile che i maestri americani hanno voluto impartire a tutte le nuove leve.
Immensi!
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22
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disco brutale solido con quel sound schiacciasassi come piace a me....quelle ritmiche che si assestano anche su mid tempo micidiali.... mi piace. Concordo con il voto |
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21
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Riascoltato oggi. È una questione probabilmente relativa al mio gusto personale, ma io dei Suffocation proprio non riesco a non farmene piacere uno. Anche se preferisco il successivo questo pure è un bell’album, magari a tratti si sposta dal loro stile standard. In alcuni pezzi (Dismal Dream per esempio), come fatto già notare da altri, nelle parti chitarristiche sono piuttosto evidenti tracce dei Morbid Angel di fine secolo. Voto 78 |
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20
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Spacca e alla grande... sia su disco che Live sono sempre una garanzia |
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19
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Bloccata a letto dalla febbre, a 39, mi riascolto una delle mie band preferite, con questa sassata..Concordo con l'ultima parola del recensore.."immensi". |
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18
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Non sono mai stato un fan di death, brutal e simili, ma questi qua sono avanti millenni, stamattina mi sono alzato con la voglia di riascoltarlo ed ho fatto veramente bene. Voto: 80 |
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17
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Blood Oaht e' veramente un gran discone che spacca da bestia insieme ad The Razors'Edge degli AC/DC!!!!!!!!!!!!!! Minkia se spacca davvero!!!!!!! Non vedo l'ora di farmelo scaricare dal mio papi!!!!!!!!!!! Cosi' l'ho ascolto oh yeahhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!! voto 100  |
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16
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Un album che necessita di qualche ascolto per essere metabolizzato, almeno a me inizialmente non aveva colpito particolarmente, poi pian piano è cresciuto. Alcuni pezzi sono veramente notevoli, Pray For Forgiveness su tutte (nella limited edition c'è anche la versione strumentale). Voto 77 |
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15
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Per me è veramente un grande album, anche superiore ai grandi Souls to Deny e l'omonimo. Band maestra che ha creato una propria personalissima interpretazione del Brutal Death. Adoro tutta la discografia di questa band, compreso il sottovalutato Breeding the Spawn ma alla fine non è una band facile da assimilare ma quando la assimili è veramente difficile trovare un qualcosa di deludente e io di deludente in tutto ciò che hanno fatto nella loro invidiabile carriera non ne riesco proprio a trovare. Per me almeno un 90 e non di meno |
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14
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Sono d'accordo al 100% con il recensore e questa volta non capisco il voto utenti  |
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13
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Oltre al danno (cioè disco mediocre) la beffa. Mi è arrivato stammattina in originale e quale delusione! Booklet di 3 pagine 3, testi che ci vuole la lente di ingrandimento. Io i dischi li compro in originale, ma visti questi scempi capisco chi scarica solo e basta là. E fortuna che l'ho preso alla Relapse e ho risparmiato, ma immagino chi non ha questa possibilità e lo prende al negozio sborsando, se tutto va bene, 18/19 euro!!! Che fregatura, EMULE RULE & fuck the nuke!!! |
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12
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Ragazzi quanto vanno perfetti in tutto...sono sempre loro !!!!! |
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11
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Minchia ragazzi questo disco è un calcio in faccia! A me certi passaggi di chitarra ricordano molto l'ultimo dei Pestilence, si vede che in questo momento i suoni death vanno in quella direzione. La cosa che mi piace di più però è il basso che di solito in generi così pesanti rischia di passare in sordina, mentre in questo disco riesce a ritagliarsi il suo spazio. |
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10
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anch'io ho notato molte somiglianze coi morbid angel, fino ad ora i suffocation mi sembravano + personali, ma si sa, con gli anni si assimilano molte influenze (tipo suina, ecc...) |
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9
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Forse il miglior disco del post-reunion. Mi ricorda vagamente Gateways to annihilation dei Morbid Angel come approccio, ovviamente con il classico trademark dei Suffo però. Buon disco davvero... |
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8
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niente da fare, sono troppo legato ai vecchi lavori, effigy e' stato troppo importante x tutto il movimento , niente male anche questo, so già pero' che lo ascoltero' poco |
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7
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Sound colossale. Pezzi colossali. Album colossale. |
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6
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mi dispiace ma mi ha deluso... ben lontano da Effigy, Despise e compagnia purtroppo |
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5
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una bella mazzata su denti!!! |
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bella rece Arakness! Ottimo album davvero, il rallentamento generale l'ho molto apprezzato: prova solamente che sparati o cadenzati i Suffocation sono e rimarranno eterni maestri del death più brutale! |
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3
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Arakness una spanna sopra il mondo! Come sempre, d'altronde 8-) |
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2
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Ne abbiamo giusto parlato ieri "tra amici". Oggi, incuriosito, mi sono ascoltato dal myspace Blood Oath. Una splendida mazzata! La voce è ancora più bella che in passato (già stupenda) ed il drumming performato per far male senza stupire (ed esagerare). True death! Mi procuro l'album in men che non si dica... e magari poi ci risentiamo su queste frequenze. Quasi dimenticavo: ottima rece del maestro Arakness! |
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1
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Il disco lo devo ancora ascoltare e lo farò assolutamente dopo aver letto questa rece, ma a costo di risultare noioso voglio sottolineare che secondo me la copertina è veramente MERAVIGLIOSA |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Blood Oath 2. Dismal Dream 3. Pray For Forgivness 4. Images Of Purgatory 5. Cataclysmic Purification 6. Mental Hemorrhage 7. Come Hell Or High Priest 8. Undeserving 9. Provoking The Disturbed 10. Marital Decimation
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Line Up
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Frank Mullen - Vocals Terrance Hobbs - Guitars Guy Marchais - Guitars Derek Boyer - Bass Mike Smith – Drums
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