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24/04/24
KARMA
CENTRALE ROCK PUB, VIA CASCINA CALIFORNIA - ERBA (CO)
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Il debutto degli Accept, insieme con quello di tanti illustri colleghi, è una delle prove che la filosofia «first things first» come approccio migliore con la musica –ovvero scoprire una band seguendo il suo percorso storico– è spesso e volentieri una vaccata. Ma procediamo con ordine: first things first, appunto. Già nei lontani anni a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta si impianta nell'utero della scena rock della Germania Occidentale il primo embrione di quello che diventeranno gli Accept: la Band X, poi chiamati, appunto, Accept, nei quali canta il tracagnotto Udo Dirkschneider. Dopo un paio di anni di attività live e vari cambi fisiologici di formazione, la band firma un contratto per la Brain, dando alle stampe questo omonimo esordio nel 1979. Ma, come detto, il «first things first» stavolta non è di molto aiuto a chi si avvicinasse per la prima volta alla band metal più importante in terra teutonica: Accept è un album spesso disomogeneo ed in molte occasioni esterna comprensibile immaturità e un'originalità non certo memorabile. La mancanza di coesione a livello compositivo non mina il discreto risultato finale, ma suggerisce l'idea di una simpatica raffazonatura di canzoni, già presenti –con più o meno longevità– dentro il repertorio live dei cinque giovincelli della Renania Settentrionale, senza però una rifinitura adeguata. Apre le danze la romanticona Lady You, opener a base di un hard rock catchy nei riff della Premiata Forneria Hoffmann/Fisher e nel ritornello corale scanzonato, formula "femminile" che invece nella successiva Tired of Me lascia più spazio agli incroci dei due axemen, senza comunque che i due riescano ad abbattere ad asciate l'ombra dei padri spirituali Scorpions di Virgin Killer. Se in Tired of Me nella voce di Udo si inizia a delibare quella punta di raschiante acidità che condirà con tocco unico la produzione successiva, cambia la storia con la seguente Seawinds, in cui prende le sue veci il bassista Peter Baltes, che ingentilisce i toni creando un'atmosfera sognante a metà via tra gli Uriah Heep con Ken Hensley e gli UFO più bucolici. La sgraziata e prosaica Take Him in my Heart, con i suoi coretti faciloni e il ritornello amorfo, precede lo stupendo groove di Sounds of War, in cui il giro di basso dark di Baltes accompagna le sue lyrics guerresche. La struttura quadrata di Free Me Now è malgestita, rendendo ripetitiva e fastidiosa la pur riuscita formula delle due voci in armonia; mentre l'intro in simil processione di Glad To Be Alone, ad opera dell'ottimo Hoffman, apre l'episodio più lungo del platter, che richiama nuovamente, in alcuni momenti, i connazionali Scorpions. E' lo stesso Hoffman che "salva" That's Rock 'n' Roll –altrimenti due minuti anodini e quasi disturbanti– con l'ottimo assolo centrale, che sembra anticipare di quasi dieci anni l'incipit di I Want Out degli Helloween. Al contrario il tarchiatello guitatore di panzer delle Waffen SS –alias Udo– rovina, con voce sgraziata, la conclusiva Street Fighter. "Sempre per colpa sua", il ritornello guasta la divertente Helldriver, canzone dall'andatura iniziale simile ai Blue Oyster Cult di Me 262… Divertente anche come quest'ultima parli di uno scontro aereo della Seconda Guerra Mondiale, dal punto di vista di un tedesco. L'esordio omonimo degli Accept è un lavoro discreto, che risente dell'inesperienza e, probabilmente, della fretta con cui è stato concepito: ci sono pochi episodi con una forma canzone solida e curata, mentre moltissimi sono quelli strutturati in modo poco efficace. Nonostante ciò, Accept rimane un disco divertente, in cui si può ravvisare, più di trent'anni dopo, il background musicale squisitamente hard rock della band; così come si possono rintracciare i primi spunti –la voce gracchiata di Udo e la poderosa scuderia ritmica– che saranno approfonditi e diventeranno il trademark degli inossidabili teutonici già a partire dal successivo I'm a Rebel. Quindi, per questa volta: «second things first».
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14
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Lo stavo riascoltando ieri..lavoro acerbo ma con molti buoni spunti che sarebbero stati ben sfruttati da Breaker in poi. |
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13
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Per quanto mi siano simpatici gli ACCEPT, al pari di altri calibri storici (SCORPIONS, JUDAS, SAXON...), fanno un debutto che, se non è proprio da dimenticare, quantomeno si può classificare come trascurabile. Anche in petto a ciò che faranno dopo. |
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12
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Lavoro un po' acerbo, stilisticamente discontinuo e con qualche caduta di tono, ma ogni tanto s'intravedono gli Accept più importanti (penso alla velocità di Free me Now per esempio). Siamo lontani dal top della band, ma tutto sommato un ascolto piacevole. 70 anche per me. |
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11
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esordio ancora acerbo ma tutto sommato piacevole. Il tridente Glad to Be Alone-That's Rock N' Roll-Helldriver lo salva dall'anonimato! |
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10
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Comunque il primo brano si intitola Lady Lou e non Lady You |
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9
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Gradevole album hard'n heavy,con qualche spunto geniale..ma il meglio doveva ancora arrivare.. |
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8
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Un disco piacevole , genuino e ancora troppo ingenuo, ma assolutamente di valore. 75 |
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7
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la donna a una sega in mano |
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6
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quella copertina la donna e Sart Wuors |
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album ottimo pur se ancora derivativo, con un chitarrismo torrenziale che talora omaggia lo stile 'effettato' di Uli Jon Roth, ad esempio su 'Sounds Of War' o sulla veloce 'Free Me Now', che è un po' la loro 'Robot Man'. a mio parere un debutto già maturo, anche se, ovviamente, 'Restless And Wild' è di un altro pianeta. |
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4
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Gli Accept veri, cominciano con 'Breaker' e 'Free Me Now' già preconizza qualcosa. il riff galoppante di 'Take him in my heart' non è distantissimo dai primi Maiden. Per chi vuole avere tutto |
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3
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Non mi è mai piaciuto molto, i veri Accept arrivano dopo e li sono mazzate |
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2
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Gli Accept con Udo alla voce non li ho mai retti...preferisco ora con il nuovo cantante anche se i brani migliori li han composti proprio nell'era Udo. Per "colpa" della timbrica di Udo e anche del personaggio Udo non ho mai apprezzato più di tanto questa band e questo disco non fa eccezione. Poi naturalmente questo heavy è stato il là alla scena power teutonica che tanto amo quindi non posso non ringraziare gli Accept per il sentiero che han tracciato! |
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1
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l'ho semrpe trovato un lavoro molto spartano, una produzione sporca ma questo non l'ho mai considerato un difetto, anzi spesso questo da maggior fascino ad un album! free me now per me è stupenda, ed anche le ultime tre tracce le trovo assoluitamente degne di un ottimo album, per me migliore di i'm a rebel, ma non di breaker |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Lady Lou 2. Tired of Me 3. Seawinds 4. Take Him in My Heart 5. Sounds of War 6. Free Me Now 7. Glad to Be Alone 8. That's Rock N' Roll 9. Helldriver 10. Street Fighter
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Line Up
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Udo Dirkschneider (Voce) Wolf Hoffmann (Chitarra) Jörg Fischer (Chitarra) Peter Baltes (Basso) Frank Friedrich (Batteria)
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