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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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RACCONTARE IL MITO - # 23 - Coroner, Cinema Moderno, Cassino (FR), 11/01/1992
03/09/2011 (5344 letture)
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Ci sono gruppi nella storia del metal che avrebbero meritato maggior successo e che, invece, per i motivi più disparati sono caduti nell’oblio inopinatamente troppo presto. Nel novero inserirei sicuramente gli svizzeri Coroner, un trio che fortunatamente sta tornando alla ribalta negli ultimi tempi visto che, dopo tanti anni, si sono finalmente riuniti e stanno tenendo concerti in giro per il mondo riscuotendo ampi consensi. Come ho già avuto modo di esplicitare nelle due recensioni di No More Color e Mental Vortex (i loro album migliori), la band proponeva agli esordi un thrash brutale, funereo, strutturalmente complesso e pregno di cambi di tempo, per poi passare ad un sound molto più ricercato, pulito e molto tecnico, completato da elementi progressive che all’epoca aveva davvero pochi rivali. Il punto di forza era costituito da uno dei chitarristi più sottovalutati della storia e tra i miei preferiti in assoluto, parliamo di Tommy Vetterli alias Tommy T. Baron. Dopo lo scioglimento dei Coroner, avvenuto nel 1995, il musicista entrò nei Kreator suonando nei dischi Outcast (1997) e Endorama (1999) non riuscendo, tuttavia, a mettersi ben in evidenza come sarebbe stato giusto. Forse furono anche penalizzati per il fatto di essere svizzeri, ma in realtà sono state le beghe contrattuali con la casa discografica Noise Records la reale causa della fine (momentanea per fortuna) della carriera dei Coroner.
Nei primi anni ’90 mi tenevo costantemente informato sui concerti tenuti nella nostra penisola per mezzo di riviste specializzate quali Metal Hammer, H/M e Metal Shock e fu proprio un autentico shock che mi colpì quando lessi la notizia che i miei beniamini si sarebbero esibiti a Cassino (FR) l’11 gennaio 1992, durante il tour a supporto di Mental Vortex, un full lenght che ascoltavo indefessamente tutti i giorni e che reputo la loro opera omnia. La location era il Cinema Moderno e, come gruppi di supporto, avremmo trovato i semisconosciuti e poco significativi Tremors ed i Jeast Beast (devo dire che la cosa non mi interessava minimamente). Così la data fatidica arrivò e partii da Roma insieme ad un mio amico con il treno e raggiungemmo nel pomeriggio la località resa tristemente famosa a causa dei violentissimi bombardamenti a cui è stata sottoposta durante la seconda guerra mondiale. Dopo una pizza e svariate birre, ci siamo infine recati sul luogo dove si sarebbe tenuto il tanto atteso show. Beh, qui mi ritrovo per l’ennesima volta a dover ferocemente criticare gli organizzatori di eventi metal in Italia, perché di certo l’angusto cinema Moderno non è propriamente il sito ideale dove tenere un concerto thrash di tale fattura! I presenti, peraltro, non erano moltissimi nonostante fosse stata privilegiata una località nel sud del Lazio e, per tale motivo, era auspicabile la presenza di parecchi metallari meridionali. Glisso sulle anonime esibizioni dei due citati gruppi di supporto ed arriviamo al momento clou, quando entrarono loro! I Coroner! Tutti vestiti di nero, Tommy T. Baron si posizionò sulla parte sinistra del palco, mentre il singer Ron Royce si mise dietro al microfono più a destra. Un gioviale e sorridente Marquis Marky passò in mezzo al pubblico dando il cinque un po’ a tutti e repentinamente si accomodò dietro la batteria. Naturalmente io stavo a ridosso del palco proprio sotto Tommy T. Baron: volevo ammirare da vicino le sue mani volteggiare sulla tastiera della sei corde e capire, ove possibile, come riuscisse a suonare senza sbavature ed a grande velocità tutta la devastante musica del repertorio della sua formazione (ad un certo punto rimasi a bocca aperta in stato catatonico a guardarlo suonare). I pezzi che eseguirono furono strabilianti: rammento la dirompente Divine Step (Conspectu Mortis), Semtex Revolution dotata di una ritmica portante da sturbo, Son Of Lilith con sugli scudi uno stratosferico e malvagio Ron Royce (aveva in bella evidenza al collo una collana con una bara d’oro!), l’incredibile Die By My Hand dove tutta la capacità tecnica del chitarrista emerge come uno tsunami, Read My Scars con il refrain che tutti i presenti urlavano a squarciagola ed ancora No Need To Be Human, D.O.A., Pale Sister, Reborn Through Hate, Masked Jackal... Una delizia, uno sballo da paura. La prestazione del combo svizzero fu all’altezza delle aspettative e, se c’era bisogno di una conferma, Tommy T. Baron suonò in modo assolutamente fantastico. La sequenza delle note scaturite dalla sua sei corte rasentò praticamente la perfezione assoluta: velocità, tecnica, pulizia del suono tutto, davvero tutto, quello che un amante della musica si attende dal suo idolo. Raramente mi è capitato di rimanere totalmente estasiato come in quell’occasione e dire che di concerti ne ho visti in vita mia! Il drumming di Marky non fu da meno, un autentico metronomo ad impreziosire le fantastiche canzoni del gruppo. Che dire del divino Ron Royce, con la sua voce abrasiva e cattiva come il genere richiede? Semplicemente fantastico, mi si accappona la pelle a pensarci. C’era qualcosa di ammaliante nell’aria quella sera che mi rapì totalmente, trasportandomi in una dimensione di pace e serenità. Che sensazione meravigliosa! Purtroppo, ad un certo punto un ubriaco si avvicinò a noi e con una spintone fece volare in terra il mio amico per prendere il suo posto sotto il palco, evitai la rissa per poco e riuscimmo così a gustarci tutto l’incredibile show. Sono cose che in certi concerti possono capitare, purtroppo, come si suol dire: La mamma dei cretini è sempre incinta.
Stremati ci avviammo alla stazione ferroviaria per riprendere il treno per Roma, non prima di aver acquistato un magnifico poster che campeggiò in una stanza di casa mia per qualche anno per poi andare malauguratamente distrutto a seguito di lavori di ristrutturazione. Il tragitto verso la stazione non fu una cosa semplice perche faceva un freddo allucinante e dominava una nebbia talmente fitta che si poteva tagliare con il coltello. Il primo treno per la Capitale sarebbe partito solo di mattina presto, per cui ci accomodammo nella sala d’aspetto insieme a numerosi altri metallari. Passammo tutta la notte all’addiaccio a parlare di musica senza mai fermarsi con quell’adrenalina addosso che solo un evento di tale fattura è in grado di scatenare. Che tempi! Che ricordi! Che gruppi che c’erano una volta! Un giorno, molti anni dopo, mi misi alla ricerca per curiosità di informazioni sulle sorti dei componenti dei Coroner e mi prese una tristezza incredibile quando scoprii che Ron Royce non suonava più e si era messo a fare l’imbianchino nella terra natia con il padre! Ma a volte i miracoli avvengono, ho saputo attendere paziente e forse chissà potrei rivederli molto, ma molto presto dal vivo (date un po’ un’occhiata alla foto del poster a lato!).
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Io all'epoca c'ero. Gran concerto, uno dei primi a cui partecipai, e feci anche amicizia con tanti, compreso quel punk bassissimo con il crestone che sicuramente ricorderai. Di recente ho scoperto che anche un amico recente c'era, per cui il concerto è davvero il trai d'union di passato e presente, per me. |
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quanto avrei voluto andare a vederli insieme agli onslaught ... |
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Grin disco semplicemente meraviglioso. |
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io ho il biglietto del rock hard da 2 giorni chi viene? sarebbe molto triste vedere il live club mezzo vouto perchè questo evento ha proprio tutto!!! |
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Grin Pietra Miliare album Capolavoro! |
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grin è uno dei capolavori più sottovalutati della storia..come i coroner stessi |
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Cazzo questi si che MERITANO ho tuttli i vinili (e per me sono tutti allo stesso livello ) uno fra i miei preferiti gruppi di tutti i tempi e a Trezzo ci sarò e come ci sarò mancano esattamente 14 giorni |
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PS Ci si vede al Rock Hard, ovviamente. |
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Bella Fabio. Avrei potuto raccontare una storia simile...pochi giorni dopo, allo Studio2 di Torino: Coroner - Mental Vortex Tour. Il mio primo concerto in assoluto. Avevo 15 anni. Sob. |
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Metallo pesante è la legge hai messo una band STRATOSFERICA, IMMENSA, LEGGENDARIA, MITICA, dico solo una cosa che il riff di chitarra di Grin (Nails Hurt) è un qualcosa che non si può spiegare a parole per quanto è bellissimo. |
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2
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Oh! Ci si vede al RockHard! \m/ |
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