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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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DONNE ROCCIOSE - # 3 - Joan Baez
07/04/2013 (8516 letture)
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Torna dopo un lungo periodo di pausa la rubrica Donne Rocciose, riprendendo idealmente la serie da dove l'avevamo interrotta. Il nome del quale ci occupiamo infatti, segue adeguatamente quelli di Janis Joplin e Patti Smith, ed è ancora quello di una donna non appartenente al settore metal (comunque ne verranno), ma rocciosa in quanto appartenente ad un'epoca in cui bisognava esserlo per forza e perché impegnata nel sociale con una intensità ed una dedizione che oggi, purtroppo, non è più comune. Molte dovrebbero prendere esempio dalla vita di artiste come questa, capaci di incidere sulla coscienza di almeno due generazioni e di passare alla storia come donna nel senso più pieno e vero del termine, come è sempre più tristemente raro riscontrare. Stiamo parlando di Joan Baez.
LE ORIGINI Nata a New York il 9 gennaio 1941, Joan Baez è nota sia per la sua musica ed il suo peculiare stile vocale che per l'impegno costante e continuo in favore delle cause sociali della pace e dell'uguaglianza, durante anni in cui farlo significava rischiare concretamente la prigione o peggio. Figlia di un importante fisico al quale si devono testi importantissimi e la co-invenzione del microscopio a raggi X assieme a Paul Kirkpatrick, la Baez deve molto del suo carattere all'illustre genitore, uno scienziato figlio di un emigrato che si rifiutò di partecipare al Progetto Manhattan relativo alla bomba H. Anche questa una posizione scomodissima, specialmente in tempo di guerra. Questa posizione viene da lui mantenuta anche negli anni della fanciullezza della figlia, rifiutando anche di partecipare a progetti relativi alla guerra fredda per lavorare invece per l'UNESCO e plasmando così il carattere di Joan, unitamente alla figura della madre, professoressa di letteratura. Il lavoro del padre provoca frequenti spostamenti per la famiglia, negli USA ed all'estero, comprese l'Italia e l'Iraq. Proprio questo paese incide ulteriormente nella formazione della futura cantante a causa delle condizioni di povertà ed emarginazione che lo contraddistinguono. Al suo rientro in patria soffre ella stessa per le continue discriminazioni cui viene sottoposta a causa delle origini messicane della sua famiglia, una condizione sociale che l'Italia vive proprio in questi anni. Si interessa alla figura di Martin Luther King, ed a soli 16 anni (siamo negli anni '50, ricordatelo), rifiuta di partecipare ad una esercitazione antiaerea all'epoca di routine a causa della possibilità di conflitto nucleare con l'URSS, come gesto antigovernativo. Da quel momento viene bollata come comunista, il tutto in anni in cui il maccartismo era ancora parte del costume Statunitense, nonostante fosse ufficialmente terminato nel '54. Con King parteciperà poi a numerose e più che rischiose manifestazioni.
GLI ANNI '60 - WE SHALL OVERCOME Nel '59 debutta insieme ad altri giovani artisti con una raccolta di ballate folk e blues che non ottiene molto successo. Dopo un'esibizione ad un Fest con Bob Gibson si comincia a parlare di lei come la Madonna Scalza. Tutt'altra musica (appunto) coi successivi lavori: rifiuta un contratto con una major e con Joan Baez (album per sola voce e chitarra contenente le cover di Silver Dagger e Fare Thee Well tra le altre) e Joan Baez, Vol. 2 oltre ai due seguenti, ottiene invece dei dischi d'oro. In questo lasso di tempo diventa un punto di riferimento del ritorno del folk tradizionale e stabilisce un legame non solo artistico con Bob Dylan, per il quale risulta decisiva nel lanciarne la carriera; il loro rapporto sentimentale si interromperà nel '65. Si distingue per le sue posizioni radicali: canta We Shall Overcome alla marcia di Martin Luther King nella capitale ed il pezzo le rimarrà cucito addosso per sempre, oltre a restare nel patrimonio culturale mondiale come inno pacifista immortale. Nel '65 la troviamo nelle posizioni più alte delle charts inglesi per merito del brano There But For Fortune. Rifiuta di pagare le tasse per le spese militari (6%) e fonda l'Institute for the Study of Nonviolence. Nei suoi concerti incita palesemente alla diserzione e viene arrestata due volte (un mese di carcere) per attività antimilitariste. Tra il '65 ed il '68 comincia a strutturare maggiormente la propria musica e a comporre canzoni proprie; del 1967 è il Live in Italy. L'anno in questione però è assolutamente topico. La guerra in Vietnam è in pieno svolgimento, i movimenti per i diritti civili cominciano ad avere un peso notevole ed a provocare grande fermento nel paese, visti come al solito soltanto come pericolosa ribellione antiamericana. Per Joan Baez è l'anno di Baptism : A Journey Through Our Time, un concept in cui la cantante inserisce anche la lettura di poesie di James Joyce, Federico García Lorca e Walt Whitman, ma anche quello del matrimonio con David Harris, un pacifista renitente alla leva conosciuto in prigione. Nel 1969 si esibisce a Woodstock, risultando tra gli artisti più significativi e ricordati della storica manifestazione; anche la definizione di usignolo di Woodstock le rimarrà addosso per sempre. Curiosità: ottiene successo anche da noi cantando in italiano Un Mondo d’Amore e C’era un Ragazzo che Come Me.... Intanto gli anni '70 sono ormai alle porte.
GLI ANNI '70 - DIAMANTI E RUGGINE Nel '71 lavora alla colonna sonora del film 2002: La Seconda Odissea, che però non ottiene alcun successo e con Ennio Morricone a quella di Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo, pellicola di ben altro spessore contenente l'inno Here's To You, oggi incluso addirittura nel videogioco Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots. Nel 1972 passa alla major A&M con l'album Come from the Shadows (il diciassettesimo dal 1959) ma sopratutto a Natale attraversa il Vietnam del Nord con una delegazione pacifista per chiedere il rispetto dei diritti umani e la consegna della posta ai prigionieri di guerra americani. Proprio in quei giorni piove su Hanoi il "bombardamento di Natale" voluto da Nixon. Il tutto costituirà il materiale di Where Are You Now, My Son? del 1973, il cui lato "B" è occupato per intero dal brano omonimo, sospeso tra canto e recitazione. Intensifica anche la sua collaborazione con Amnesty International lavorando alla fondazione della sezione americana. Dopo Graçias a la Vida in spagnolo, nel '75 ottiene il grosso successo con "l'elettrico" Diamonds & Rust, il cui singolo omonimo -oltre a descrivere il suo love affair con Dylan- dovrebbe dire qualcosa ai nostri lettori a causa della celeberrima cover dei Judas Priest, senza contare quelle dei Blackmore's Night e dei Thunderstone. Continua con lavori di successo -rimarchevole Gulf Winds- fino a Honest Lullaby del 1979, più ampolloso e meno valido. Sempre durante quest'anno riconferma la sua feroce critica della situazione americana e della violazione sistematica dei diritti umani in Vietnam da parte del nuovo regime comunista, mediante una lettera aperta pubblicata a pagamento su quotidiani ed a questo indirizzata, dai toni decisamente espliciti che la pose in aperto contrasto con Jane Fonda (anche lei in quegli anni paladina dei diritti civili) che sosteneva che non c'erano prove delle sue affermazioni. Come sappiamo da tempo, era la Baez -purtroppo- ad aver ragione. Nel 1978 intanto, aveva anche sposato la causa della difesa degli omosessuali, suonando contro la cosidetta "Proposizione 6" (o "Iniziativa Briggs"), che introduceva il licenziamento per legge degli insegnanti omosessuali dalle scuole pubbliche Californiane. A cavallo tra gli anni '70 e gli '80 intrattiene una relazione con Steve Jobs.
GLI ANNI '80 - TRA GAZA E PRAGA Il suo 1980 si apre con il conferimento della laurea honoris causa in lettere alla Antioch University e Rutgers University. Fonda Humanitas International, organizzazione contro le oppressioni dei governi 'sia di destra che di sinistra', ottenendo il bando musicale da parte di Brasile, Argentina e Cile -all'epoca governati da feroci regimi totalitari- con i suoi soggiorni in quei paesi conditi da svariate minacce di morte. Contesta apertamente il golpe contro Allende palesemente favorito dalla CIA. Nell'83, cosa impensabile anni prima, partecipa ai Grammy Awards e nel 1985 apre il Live Aid di Filadelfia. Tra l'84 e l'87 rimane però senza casa discografica; ne approfitta per scrivere la sua seconda autobiografia (And a Voice to Sing With) che diventa un best-seller. La sua attenzione si sposta ora verso la condizione dei palestinesi nella striscia di Gaza. Nel 1988 è in tour con Mercedes Sosa e Konstantin Wecker, sempre portando on stage l'attivismo e le canzoni di protesta. L'anno seguente è in Cecoslavacchia -all'epoca ancora un regime comunista- dove impedisce l'arresto di Vaclav Havel (poi presidente) consegnandogli la sua chitarra e facendolo passare quasi per una specie di roadie. In quella occasione sfida apertamente il regime dal palco salutando gli esponenti dell'opposizione, il microfono le viene staccato e lei continua a cappella senza fare una piega. Tempo dopo Havel indicherà il gesto come importante per spronare la rivoluzione pacifica dell'89. Dopo Speaking of Dreams e la raccolta Brothers in Arms passa alla Virgin, ma nel frattempo siamo già arrivati agli anni '90.
GLI ANNI '90 - IN CIMA ALLA SEQUOIA Seguono Play Me Backwards nel 1992 e poi, dopo altri cambi di etichetta, l'album dal vivo Ring Them Bells, poi Gone from Danger, ma come sempre nulla può fermarla dal suo impegno a favore dei deboli e degli esclusi. Quello stesso anno canta a San Quintino contro la reintroduzione della pena di morte e la prima nuova esecuzione. Nel 1993 -già ultracinquantenne- è in Bosnia Erzegovina ed è la prima ad esibirsi nella città di Sarajevo in guerra civile. In patria suona nell'ex penitenziario di Alcatraz, esperienza che poi ripeterà nel 1996; esce intanto Live At Newport, con vecchie registrazioni del periodo 1963-1965. Nel 1998 sale con l'amica Bonnie Raitt in cima ad una sequoia per solidarizzare con l'attivista ambientalista Julia Butterfly Hill nella sua lotta contro la speculazione edilizia. Gli anni '90 volgono ormai al termine, ma Joan Baez non accenna a perdere la sua carica contestataria evidenziata tanto in musica, quanto in azioni concrete. Gli anni 2000 non saranno da meno a dispetto dell'età che comincia inesorabilmente ad avanzare.
GLI ANNI 2000 - SCUSE AL MONDO E FABIO FAZIO Nel 2003 -dopo la ristampa di alcuni vecchi album- la troviamo giudice dell'Independent Music Awards in favore degli artisti indipendenti, ma soprattutto suona contro l'invasione dell'Iraq. Per tutta la durata del governo di G. W. Bush aprirà i suoi concerti con la frase: "Chiedo scusa per quello che il mio governo sta facendo al mondo". Nell'Agosto dello stesso anno è invitata da Emmylou Harris e b>Steve Earle a Londra al concerto contro la produzione e l'uso delle mine antiuomo. Nel 2004 poi, è con Michael Moore per lo Slacker Uprising Tour effettuato nei licei americani per stimolare il voto a favore dei candidati pacifisti. Intanto esce Dark Chords on a Big Guitar seguito nel 2005 dal live Bowery Songs. E' il momento di mettere la testa a posto? Nient'affatto. Nel 2005 partecipa in Texas alla protesta pacifista della Sheehan, indi il mese successivo canta in un Fest un tributo alle vittime dell'uragano Katrina per poi concludere l'anno partecipando alle manifestazioni contro l'esecuzione di Stanley "Tookie" Williams, fondatore dei Crips, una delle gang di ragazzi più famigerate, per poi divenire in prigione un attivista contro di queste e scrivendo libri che miravano ad educare i ragazzi a non finire nelle grinfie di quel meccanismo; venne giustiziato comunque. Nel 2006 insieme a Julia Butterfly Hill si trasferisce a vivere su un albero in un parco per protesta contro lo sfratto dei contadini per lo sfruttamento industriale della terra. Tutto quell'anno sarà segnato da concerti con grandi nomi impegnati con lei nella protesta. Dello stesso anno il Distinguished Leadership Award. Infine partecipa a sorpresa alla cerimonia d'apertura della conferenza internazionale Forum 2000 a Praga, provocando nel presidente Havel un vero tuffo al cuore nel rivederla dopo tanti anni; esce anche una nuova edizione di Ring Them Bells. Nel 2008 ottiene il Grammy Lifetime Achievement Award e sostiene l'elezione di Obama, schierandosi per la prima volta con un candidato politico. Viene in Italia per suonare con Vinicio Capossela al Live for Emergency a Venezia in favore di Emergency e presenta l'album Day After Tomorrow da Fabio Fazio nella trasmissione Che Tempo Che Fa. Nel 2009 diffonde su YouTube una versione di We Shall Overcome in cui canta anche in lingua farsi per protesta contro la repressione dell'attuale regime iraniano. Dal 2010 è Dama dell'Ordine delle Arti e delle Lettere di Spagna. Nel 2011 è parte della protesta Occupy Wall Street e riceve un riconoscimento da Amnesty International.
OLTRE LA MUSICA, UN ESEMPIO Come avrete certamente notato, queste note biografiche riguardano molto più la persona di Joan Baez che non la sua musica. In effetti l'aspetto artistico della sua vita è stato spesso schiacciato dalla sua vita privata/pubblica, eppure la Baez non è trascurabile nemmeno da questo punto di vista. Dotata di una voce chiara, molto "british" ed estesa per tre ottave, la sua musica, pur basandosi sul folk, ha inglobato molti altri stili, arrivando a toccare anche il rock e confezionando brani e/o interpretazioni di valore assoluto come The Night They Drove Old Dixie Down, Sweet Sir Galahad, Love Is Just a Four-Letter Word e Joe Hill, quest'ultima dedicata al famoso sindacalista e della quale si ricorda la sua esecuzione a Woodstock. Tuttavia la sua influenza si deve ancora in buona parte all'intreccio tra musica e personalità che la hanno resa un esempio che è risultato decisivo per la definizione di cantautrice così come la intendiamo al giorno d'oggi, facendo da catalizzatore per l'avvio di innumerevoli carriere di donne in musica, da Joni Mitchell in poi, senza contare la diffusione presso il grande pubblico della tradizione folk e del cantautorato americano misto col blues, col country e col R'n'B. Al di là di questo però, per una volta voglio insistere maggiormente sulla figura di questa donna capace di dedicare l'intera esistenza, attraverso le varie fasi della vita, all'impegno, alle cause ritenute importanti, contro lobbyes e poteri forti, superando con la propria dimensione di donna quella dell'artista di fama mondiale. Spero che in particolare molte donne leggano queste righe e si interessino alla sua figura laddove non la conoscano, perché in un mondo che dopo il flusso delle rivendicazioni femministe degli anni '70 ed il riflusso velinaro dagli anni '80 che si trascina ingigantito fino ad oggi, l'idea di donna della società attuale è una mortificazione totale dell'altra metà del cielo, passata da pilastro della società (anche con eccessi da condannare) a tappezzeria sculettante di trasmissioni da intrattenimento facile. Un tempo le ragazze volevano essere Joan Baez, oggi invidiano la Minetti e sperano di diventare veline. Non credo che le lettrici di questa testata rientrino nella categoria -se no leggerebbero Top Girl e non Metallized- ma spero che per caso, per vie traverse, qualcuna di quelle che credono che essere ben truccate e saper far finta di ballare seminuda risolva l'esistenza e che ciò sia normale leggano queste righe e si interessino alle storie di donne che sono davvero tali e rendono l'esserlo motivo di fierezza. Come Joan Baez, una donna rocciosa morale nell'oceano di schiene piegate della storia degli ultimi cinquant'anni.
DISCOGRAFIA UFFICIALE DI JOAN BAEZ - Folksingers 'Round Harvard Square (1959) - Joan Baez (1960) - Joan Baez, Vol. 2 (1961) - Joan Baez in Concert, Part 1 (1962) - Joan Baez in Concert, Part 2 (1963) - Joan Baez/5 (1964) - Farewell Angelina (1965) - Noël (1966) - Joan (1967) - Live in Italy (1967) - Baptism: A Journey Through Our Time (1968) - Any Day Now (Songs of Bob Dylan) (1968) - David's Album (1969) - One Day at a Time (1970) - 24 luglio 1970 Dal vivo all'Arena Civica di Milano (1970) - Blessed Are... (1971) - Come from the Shadows (1972) - Where Are You Now, My Son? (1973) - Gracias a la Vida (1974) - Diamonds & Rust (1975) - From Every Stage (1976) - Gulf Winds (1976) - Blowin' Away (1977) - Honest Lullaby (1979) - Live -Europe '83 (1984) - Recently (1987) - Diamonds & Rust in the Bullring (1988) - Speaking of Dreams (1989) - Play Me Backwards (1992) - Ring Them Bells (1995) - Live at Newport (1996) - Gone from Danger (1997 - 2009) - Dark Chords on a Big Guitar (2003) - Bowery Songs (2005) - Day After Tomorrow (2008)
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Quello che non ho mai capito è, che quando in Francia spaccano su tutto, c\'è gente in Italia che approva.. Se la stessa cosa viene fatta in Italia, si viene crocifissi.. Decidetevi.. |
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Quello che scrive Un soffio gelido di vento (!) fa riflettere. Io so quello che vedo in giro ed il quadro è desolante. La cultura dell\'usa e getta ha creato apatia. Da lavoratore ho visto decenni di lotte e di conquiste dei nostri padri andare in fumo senza che muovessimo un dito. I francesi per esempio, non che li adori, ma non si fanno mai mettere i piedi in testa: andateci voi in pensione a 67 anni, che io lavoro da quando ne ho 16. Xché noi (mi ci metto anch\'io anche se all\'epoca qualche battaglia la ho combattuta e anche vinta, xché uniti si vince sempre) dobbiamo sempre tirar fuori i coglioni solo quando stiamo affogando? /// Un popolo senza la conoscenza delle proprie origini è come un albero senza le radici. (ROBERT NESTA \"BOB\" MARLEY 1945-1981) |
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Quello che ha successo nel mondo, specialmente in questa epoca, è l\'apparire, il niente fatto persona. Ma la colpa, secondo il mio parere, è soprattutto della stragrande maggioranza delle persone che a quelle persone, uomini o donne che siano, danno importanza e visibilità interessandosi ad esse proprio perché sono appariscenti o qualcosa di simile. Le scrittrici, le artiste...non interessano, generalmente parlando e quindi si vive meglio, soprattutto economicamente, apparendo e usando il proprio aspetto. Quando la gente comincerà a dare credito e rilevanza alle donne che fanno arte, invece di presenza scenica, le cose potranno anche cambiare, quindi ritengo che la vera colpa sia dei fruitori, che hanno libertà di scegliere a chi dare maggiore importanza. |
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Diciamo che dopo Gorbaciov-Reagan e tutto il resto, nel 2013 non si pensava di arrivare ai Ferri corti con la Russia. |
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Non sono d\'accordo quando si dice che nel 2013 era diverso, la situazione era più o meno la stessa, solo che 11 anni fa non eravamo così inondati da tutti questi social, con relativi video e foto, e forse c\'era meno consapevolezza, ma certe \"battaglie\" si sono sempre portate avanti, e certe guerre c\'erano già allora. |
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Solo per la precisione: Gracias a la Vida si scrive senza Cediglia sotto la C.. Bell\' Articolo comunque.. Joan Baez è una Donna meravigliosa.. Ha una dolcezza nel modo di cantare che lascia senza fiato.. Mi ricordo la sua interpretazione da brividi de La Canzone di Marinella. |
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Commento 14: Sì, penso anche Io che per fortuna, tante Persone non facciano parte della Categoria dell\' \"apparire\", ma dell\' \"essere\".. Sicuramente la situazione nel 2013 era diversa.. Ora le guerre si avvicinano sempre più fisicamente a Noi e quindi le Sensibilità vengono fuori. |
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Siamo in democrazia. Tutti quelli che dissentono in modo fastidioso vengono manganellati, e tutti allo stesso modo. Come chi manifestava contro le guerre nel Vietman, Iraq, Afghanistan, ecc. nel Paese della Libertà a stelle e strisce. Tutto va bene. |
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confermo ciò che dice il buon Raven, saluti da Pisa... dove di manganellate qualcosa ne sappiamo |
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Non nel 2013. Ora vedo qualcosa. E viene manganellato. |
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Non me ne voglia il buon @Raven ma l\'ultima parte dell\'articolo mi sembra un pochino avventato: penso che sia quantomeno improprio paragonare una donna come la Baez, vissuta negli Stati Uniti in un periodo storico e politico molto difficile, avendo a che fare con delle guerre vissute \"in casa\" come il Vietnam, con un fenomeno invece tipicamente italiano, nato da un certo tipo di televisione, e vissuto in un momento di (apparente) benessere della società. Esiste certamente un certo numero di sgallettate che vogliono diventare veline o influencer, ma è altrettanto vero che per fortuna c\'è una maggioranza di ragazze e ragazzi giovani che studiano e che vogliono affermarsi, e che portano avanti discorsi di pace, di ambiente e in generale di miglioramento per la società. Forse non saranno così diretti come la Baez, ma quel certo tipo di lotta per fortuna esiste ancora. |
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Purtroppo si  |
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Minchia Raven che bel finale di articolo... ed è un articolo del 2013, la situazione è ulteriormente peggiorata. /// V / Peace and Love. |
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Io invece l\'ho scoperta grazie a mio zio. Meglio, l\'ho scoperta quando mio zio se ne è andato via decisamente molto presto lasciandomi un suo disco. Ancora oggi quando sento la sua voce mi commuovo. Articolo molto bello ed interessante. Decisamente una tipa che si è sempre esposta in prima persona. Una voce straordinaria (e donna bellissima). Si può volere di più? Sì, un articolo su Eva Cassidy. Anche se non so se possa rientrare nella categoria \"docce rocciose\". Non ne ha avuto il tempo...
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Cantante folk leggendaria.l'unica completamente differente tra le altre in rubrica! |
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Grandissima persona,oltre che cantante.La sua voce scalda davvero il cuore...oggi invece ci tocca sorbirci le voci che i talent scout ci passano per innovative e queste che fanno?! non valgono un fico secco rispetto a gente come la Baez e tante altre;non solo grandi voci ma anche persone da ammirare...altro che Britney spears,Laura Pausini,Miley cyrus... |
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Purtroppo, a parte qualche pezzo che ho studiato nelle lezioni di canto, non conosco molto di Joan Baez. Interessantissimo quindi questo articolo, di cui per una volta condivido la scelta di non concentrarsi sulla musica ma sulla vita privata dell'artista: perché un tale impegno, un tale spirito di sacrificio, una tale umanità non vanno che sottolineate e premiate. Molti la vedono solo come l'eterna fidanzata di Bob Dylan, niente di più sbagliato. Detto da una che la Minetti e compagnia le manderebbe a lavorare nelle miniere. Insieme a chi, direttamente o indirettamente, tende a sminuire il ruolo delle donne e a lavarne il cervello, prima instillandogli falssissimi ideali di perfezione salvo poi dire che devono essere loro stesse sempre e comunque, prima premiandone i risultati a scuola e poi penalizzandone sul lavoro. E potrei andare a lungo, ma non farei altro che divagare. |
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@Unia : ringrazia chi parla, non il megafono che ne amplifica la voce (ma ti ringrazio dei ringraziamenti ) @Bobo: calma con i giudizi, negli anni 60 coverizzare e/o citare e sviluppare fraseggi altrui era normale, le canzoni erano di tutti e nessuno lo trovava strano. La stessa Baez è più famosa per le cover che non per i pezzi propri. |
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chiedete ai quegli scopiazzoni dei led zeppelin... |
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Una vita a combattere per quello in cui credeva veramente, una vita a inseguire e a rispettare i Diritti di tutto e di tutti. Una vita senza vergogna. Una voce che non aveva bisogno di commenti, una cultura vastissima, cover stupende come "Blowin' in the Wind", "No Woman No Cry", "Let it Be" e una forza di volontà che spacca le montagne. Inomma, grazie raven, grazie! |
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Io spero davvero che, a parte i complimenti per i quali vi ringrazio, siano le donne a leggere queste righe. Non certo perchè le ho scritte io, ma perchè di simili esempi la nostra società e le donne in particolare hanno un estremo bisogno. PS - Anch'io devo ringraziare i Judas  |
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Conosco poco di Joan Beaz come composizioni, ma la sua storia, abilmente riportata da Raven, quella si. Mi associo comunque ad Arraya, ascoltai qualcosa all'inizio proprio grazie ai Judas. |
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Bellissimo articolo. Musicalmente non mi è mai piaciuta (come bob Dylan daltronde) ma come donna l'ho sempre ammirarta. Mi ha fatto molto piacere leggere con un buon ordine cronologico la sua vita. Caro Raven sottoscrivo con un forte rammarico la parte finale del tuo articolo.  |
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Monumento. Devo ringraziare i Judas Priest per averla conosciuta con la cover di "Diamond and Rust" |
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