|
26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
|
|
DONNE ROCCIOSE - # 18 - Leather Leone
20/11/2014 (3639 letture)
|
Non avrà la grazia di certe donne di estrazione goth e/o zone limitrofe, non avrà la violenza vocale assoluta di certe altre che operano nel settore thrash/death, ma Leather Leone è stata uno dei riferimenti femminili nel mondo del metal fin dalla metà degli anni 80. La sua storia metal, come vedremo, non si è comunque esaurita nel decennio d’oro del metal, ma continua anche ai nostri giorni. Sempre nel segno dell’heavy di una volta, grezza e vera.
RAGAZZE MALEDUCATE C’è stato un tempo, tutto sommato non troppo lontano, in cui le voci femminili nel mondo del metal, oltre ad essere notevolmente inferiori dal punto di vista numerico rispetto al presente, erano anche mediamente più “cazzute”, per quanto questa espressione possa essere adatta alla descrizione di una donna. Kate degli Acid, Maryann Scandiffio dei Blacklace ed altre che magari avevano anche una tecnica superiore, ma in generale un atteggiamento “old school” (visto con gli occhi di oggi), di aderenza assoluta a modelli duri e puri, che testimoniava più che il semplice cantare in sé e per sé, bensì uno stile di vita. Una delle figure più interessanti in tal senso è quella di Leather Leone. Dopo aver cominciato a cantare nei primissimi anni 80, la nostra unisce le forze con la batterista Sandy Sledge per creare le Rude Girl. Il gruppo, operante a San Francisco, dopo aver suonato con Megadeth e Suicidal Tendencies tra gli altri, riesce ad ottenere un contratto di sette anni con Sandy Pearlman (manager dei Black Sabbath), che prevede l’iniziale incisione di un primo LP per la CBS, ma si scioglie prima di concretizzarlo. Alcune di loro continuano come Malibu Barbi riuscendo poi a produrre un maxi-singolo con due pezzi nel 1987, oggi piuttosto raro. Intanto, però, Leather Leone entra nel gruppo che le darà la notorietà: i Chastain. L’operazione fu orchestrata da Mike Varney, il boss della Shrapnel, al quale serviva assemblare una band attorno al chitarrista David T. Chastain, il quale necessitava a sua volta di personale per la produzione e la promozione di un suo album solista dopo essersi messo in evidenza con i CJSS. Il fiuto della vecchia volpe orchestrò un colpo da maestro, dato che anche Leather aveva mostrato di meritare la sua occasione. Metterli insieme in una singola band poteva essere una mossa azzardata, visto che due personalità forti messe a contatto potevano creare più tensioni che altro, ma in questo caso ciò non accadde, dal momento che i Chastain produssero cinque album nello spazio di sei anni, alternando in formazione molti musicisti che avrebbero fatto carriera partecipando a dischi di band di grande importanza. Dopo il discreto Mystery of Illusion dell’85, Leather Leone inanella assieme ai Chastain un filotto di dischi di buonissimo livello. Ruler of the Wasteland nell’86, The 7th of Never nell’87, ma soprattutto The Voice of the Cult nell’88; il titolo dell’album le rimarrà appiccicato addosso per sempre a testimoniare quanto il suo timbro e la sua carica interpretativa siano ormai entrati nell’immaginario collettivo come due tra i più caratteristici del giro.
UNA LUNGA PAUSA Nell’89 David T. Chastain si trova con un bel po’ di materiale a disposizione per la band, addirittura troppo, e con qualche brano leggermente fuori focus. Alla fine, dopo averlo integrato con un pezzo scritto nientemeno che da Mark Shelton che farà da title-track, esce un album accreditato alla sola Leather intitolato Shock Waves. La scrittura dei brani è responsabilità quasi totale di David, ma la presenza di Shelton non è casuale, dato che il mood generale del disco è più tendente verso l’epic ed i pezzi più cadenzati fanno ripetutamente capolino in scaletta. Il timbro della Leone, autrice anche di molti testi, conferisce al tutto il classico tocco “raw” imprescindibile trattandosi di lei. Del 1990 il ritorno in “casa base” con For Those Who Dare e con una formazione che vede all’opera il bassista David Harbour (King Diamond, tra le altre band in cui egli ha suonato) e poi un lungo tour che si conclude nel 1991. Al termine della promozione del disco, però, arriva lo split causato dalla voglia del mastermind di valorizzare la propria carriera personale. I Chastain si rifaranno vivi a metà anni 90, ma con Kate French alla voce e poi ancora nel 2004 con In an Outrage, mentre di Leather Leone non si avranno più notizie. La ragazza in passato presentata come una sorta di Bruce Dickinson al femminile, sembra persa per il mondo della musica e nessuno scommetterebbe più nulla sul suo ritorno, quando all’improvviso la morte nel 2010 del suo mentore ed amico Ronnie James Dio cambia tutto. Il piccolo elfo aveva sempre invitato Leather e Sandy Sledge a tornare a far musica insieme e, profondamente scossa dall’accaduto, la nostra decide di produrre un demo omaggio al cantante insieme all’amica/collega intitolato Egypt che ottiene grande successo, tanto da fruttare un’acclamata esibizione al Keep It True fest del 2011 dalla quale viene anche tratto un DVD. Il passo successivo è del tutto naturale: nel 2012 viene dato alle stampe Imagine Me Alive, album firmato Sledge/LeatherProject con Matthias Weisheit alla chitarra, ma soprattutto con Scott Warren alle tastiere e Jimmy Bain al basso, il tutto nel segno di R.J. Dio; e non è tutto. Anche i Chastain ritornano in pista, con David che a causa di una serie di incastri e combinazioni della vita (privata ed artistica) ricontatta Leather e le fa provare un po’ del materiale nuovo. La scintilla scocca ancora, il tempo sembra non essere trascorso e nel 2013 il mercato saluta l’uscita di Surrender to No One, nuovo e come sempre cazzuto CD dei Chastain poi edito anche in versione uncut, che mostra una Leather Leone ancora nel pieno possesso delle sue facoltà vocali. The Voice of the Cult è ancora in pista.
UNA BUONA BIRRA Accostata -invero azzardando forse un po’- nel corso della carriera a Dickinson, Geoff Tate e Rob Halford, Leather Leone è il classico esempio di metal queen di una volta. Dura, fiera, divertente e completamente dentro al metal-trip, anima e corpo. Lontanissima dai modelli di raffinatezza e tecnica di alcune delle più amate cantanti odierne, la ragazza i cui nonni venivano da Cerda (Palermo) è semmai accostabile a Doro, Veronica Freeman ed in generale al tipo di singer richiamato in apertura dell’articolo. Senza dimenticare le sue grandi doti interpretative e la capacità di comunicare un metal-feeling diretto, immediato e spontaneo come forse solo chi viene da un certo periodo può fare. Leather Leone è la classica ragazza che non mette soggezione, ma con la quale non fatichi affatto ad immaginarti durante una serata al pub in mezzo a fiumi di birra, risate e musica ed insieme a te sotto un palco a fare headbangin forsennato, oppure sopra un palco a fartelo fare. Niente mediazioni, niente sovrastrutture, niente fumo. Leather Leone è un assalto frontale, uno schiaffo in faccia improvviso seguito da un sorriso divertito, un sorso di birra -magari del discount- quando hai sete, l’immagine stessa della fierezza di essere una donna che vive il metal per la vita. Ingenua? Superata? Forse, ma di certe figure questo mondo ha sempre bisogno per ricordarsi un modo di viverlo che si va sempre più perdendo e godere pienamente degli aspetti positivi della modernità.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
9
|
6 on a ten scale, non di più |
|
|
|
|
|
|
8
|
Anch'io c'ero a quel monster e posso confermare. |
|
|
|
|
|
|
7
|
@ Spiderman, intanto ci tengo a precisare che il mio non era un "attacco" a quello che hai espresso, ma solo una contrapposizione di vedute, anche perché sebbene io abbia vissuto quegli anni, non sono uno di quelli che pensa che in quel periodo le cose erano più "vere" rispetto ad oggi, anzi questi discorsi mi fanno rabbrividire. Sicuramente le dinamiche sono diverse, ma non più o meno "genuine". Poi è ovvio che quel periodo era l'inizio e l'esplosione di tutto quello che è arrivato fino ai giorni nostri, ed ovviamente momenti irripetibili per chi li ha vissuti in prima persona, ma quello che voglio dire è che in molti individui c'è un'ipocrisia di fondo che sfocia in affermazioni ipocrite. Come ben dici, anche gruppi maschili hanno ricevuto lo stesso trattamento ed a tal proposito ti faccio un esempio risalente al Monsters of Rock 1988 quando al posto di Y.J.Malmsteen vennero annunciati all'ultimo momento i Kings of the Sun per un forfait dll'ultimo momento del suddetto chitarrista. Sicuramente io me ne rammaricai perché ci tenevo molto, ma quando uscì il gruppo sostitutivo gli tirarono addosso di tutto e gli insulti si sprecavano, e nel mentre tra me e me pensavo:"ma perché sto casino? Non sono mica male!" I successivi report del concerto sulle rispettive riviste dell'epoca (non molte per le verità) non mancarono l'occasione di tirare ulteriore merda sulla band di rimpiazzo Qualche tempo dopo sulle stesse riviste rimasi perplesso nel leggere ottime recensioni del disco dei Kings of the sun da parte degli stessi "critici" che li massacrarono in occasione di quel Monsters! Sono misteri che mi porterò nella tomba! |
|
|
|
|
|
|
6
|
@Klostridium, niente di particolare, io intendevo il modo di approciarsi, di interpretare e l' attitudine di vivere il metal, non so , semplice supposizione personale in un tempo in cui non c'era internet, playstation, computer, cellulari, credo ci fosse un modo piu' vero di interpretare il metal o il rock, piu' forte tosto, piu' genuino ecco, anche da parte delle donne , che allora suonavano o cantavano, che come si dice nell'articolo erano molto meno di oggi ma secondo me con piu' passione rispetto a oggi, ma ripeto e' solo una mia ipotesi, per quanto riguarda gli insulti credo ci siano stati e ci saranno sia per i maschi che per le donne, tanto per fare un es., cosa successe al Gods alla Scabbia(vabbe' non piace quasi a nessuno qui in Italia e di certo non la paragono alle donne di allora), ma i suoi brutti insulti se li e' presi con relativo lancio di oggetti.Ma questo e' successo anche a gruppi maschili credo.Oggi abbiamo anche donne che si lamentano dei flash e del contatto dei fans. |
|
|
|
|
|
|
5
|
@ Spiderman, scusa, ma ho letto il tuo post e non so se ho mal interpretato, ma da quello che dici sembra che tu pensi che una volta la considerazione del sesso "debole" era maggiore rispetto ad oggi in campo metal, ma credimi che non è cambiato niente!! Basta guardare ai commenti fatti su professioniste come Alyssa, Angela Gossow, e altre che non "meritano" in quanto messe li solo perché gnocche, quando in realtà si trascura volutamente (e a mio avviso incomprensibilmente) la loro bravura, talento e professionalità a tutto tondo, che molte volte surclassa i colleghi maschietti. Poi sicuramente in alcuni casi è questione di gusti, ma sono propenso a pensare che il più delle volte è questione di pregiudizio o ancor peggio misoginia acuta! Riguardo alle female band anni 80 prova ad andare sul tubo a vederti qualche concerto delle Vixen o Lee Aaron oppure Alannah Miles (se non l'hai già fatto) e dimmi se come a me non ti cresce dentro un sentimento rancoroso pensando che ai concerti venivano "smerdate" di insulti gratuiti (io le Vixen le ho viste due volte e mi vergogno anocra oggi per l'atteggiamento di un pubblico che pretende di essere civile!). Poi oggi a distanza di decenni tutti a "celebrare" il rispetto per queste artiste. Lodi espresse magari dalle stesse persone che le insultavano... lasciamo stare và.... |
|
|
|
|
|
|
4
|
Finché la rubrica viene letta le varie donne rocciose disponibili possono essere considerate  |
|
|
|
|
|
|
3
|
Conosciuta con i Chastain. Brava e persona da ammirare anche per dedizione e caparbietà (il paragone con Doro e la mia "amica" Veronica Freeman da questo punto di vista è azzeccatissimo! Vorrei fare il "rompicoglioni" supplicando un articolo sulla suddetta Veronica (semplicemente una donna fantastica sotto il profilo umano caratteriale nonché estetico), e uno su Candace Kucsulain anch'essa incontrata in un paio di occasioni e ne sono rimasto folgorato! Grazie in ogni caso per l'attenzione  |
|
|
|
|
|
|
2
|
Non amo particolarmente le voci femminili -nella musica ,intendo- comunque ho The 7th of never, bel disco, in questo caso la voce non mi dispiace. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Complimenti a @Raven, per questo stupendo articolo, una voce veramente stupenda, l'ho scoperta due anni fa, che donna! E che voce! Gli album citati nell'articolo sono semplicemente stupendi.E' bello che ci siano questi articoli come questi, cosi' almeno gli adolescenti o i ragazzi di oggi capiscano di che stoffa erano fatte le donne nel rock e nel metal allora, pochi fronzoli e incarnazione diretta del rock/metal, io non l' ho mai vista per ovbie ragioni di eta' , sono giovane e quegli anni non li ho vissuti, pero' devono essre stati bei tempi. Ma possibile che nessun anzianotto commenta!? A nessuno piace la Leone!?. Mah, sono allibito. E che bella quella foto con Dio, eh si! Devo dire che simboleggia e incarna alla perfezione il sano spirito del Metal  |
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|