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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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METALLIZED CHARTS 2021 - Hard Rock
13/01/2022 (1791 letture)
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Dopo un 2020 straordinario in campo hard rock siamo tornati con i piedi per terra. Sia ben chiaro: di buoni prodotti ne sono usciti anche nell’anno appena trascorso, ma quantitativamente e qualitativamente parlando il 2021 non regge il confronto con l’anno della pandemia. Nel 2020 infatti l’interruzione dell’attività live ha costretto le band a rintanarsi nei propri studi di registrazione a comporre nuovo materiale. Gli strascichi di ciò permangono pure in alcune uscite del 2021, ma ciò che si è percepito nell’ambiente è una gran voglia di riprendere l’attività dal vivo, peraltro fondamentale per gruppi appartenenti a questo filone. Fra i soliti noti che si confermano e album decisamente inaspettati, rimane la solida compagine svedese a farla da padrone. Ma bando alle ciance, ecco una carrellata di quelli che sono i 10 migliori prodotti in campo hard rock secondo Metallized, raccontati proprio attraverso le parole dei nostri redattori.
BLIND GOLEM – A DREAM OF FANTASY Le quattordici tracce di A Dream of Fantasy regalano ben più di una soddisfazione agli appassionati del rock targato Seventies, tenendo vivo un dialogo con il passato che non sbiadisce ma esce anzi rafforzato dalla convincente prima prova in studio della formazione italiana. Partiamo subito con una sorpresa: i Blind Golem. Certamente non un nome altisonante della scena hard rock internazionale, bensì cinque ragazzi veronesi che si rifanno agli Uriah Heep: se da un lato l’influenza del gruppo inglese è insita nelle coordinate lungo le quali si dirama la proposta dei nostri, dall’altro va sottolineato l’interesse ad abbracciare molteplici altre varianti guizzanti in quel ricchissimo calderone che era l’hard rock di quegli anni, dalle tendenze heavy a quelle prog, passando per il doom. La presenza di Ken Hensley in una traccia dell’album è vista come: una sorta di passaggio di consegna generazionale fra il maestro e gli allievi, ma anche testimonianza dell’ultima apparizione in studio del tastierista inglese prima della recente scomparsa: motivo in più per tenersi stretti quest’album nel quale è registrato l’atto finale della carriera di un grandissimo protagonista del rock.
CRAZY LIXX – STREET LETHAL Un suono energico, tagliente e decisamente carico, che negli eighties avrebbe impensierito, non poco, i numi tutelari di questa tipologia di rock duro... l’ennesima alabardata a firma Crazy Lixx, questa volta con toni meno class metal e più AOR/hard americani, ma va detto che il risultato non cambia molto a livello qualitativo. Una certezza insomma! Ancora una volta i Crazy Lixx non deludono le aspettative dei nostalgici degli anni ‘80 realizzando un album indirizzato ai (pochi) giovani rockers degli Stati Uniti. L’artefice della produzione eccellente di Street Lethal è il frontman Danny Rexon, il quale si fa anche portavoce di una nuova generazione di rockettari. Ci riuscirà?
DIRTY HONEY – DIRTY HONEY I Dirty Honey raggiungono il traguardo del debut senza tradire le aspettative di chi ne aveva acclamato i pregi con entusiasmo e sincera convinzione. L’album è la degna prosecuzione dell’EP e compie un passo in avanti, giacché interiorizza l’influsso blues favorendo l’esplosività tipica dell’hard rock ancora parzialmente inespressa, e di fatto completa il puzzle relativo all’identità della band con l’aggiunta di nuovi preziosi tasselli. Blues/rock dai richiami settantiani per una delle compagini più interessanti degli ultimi anni: i californiani Dirty Honey. L’unica pecca del loro convincente primo omonimo full length è la durata di soli 30 minuti. Ce ne faremo una ragione! Disco breve ma intenso.
ECLIPSE - WIRED Un’opera che non può essere etichettata come puro AOR, anzi, in queste undici tracce spicca, trasuda e filtra un sano hard rock mutuato con gli inevitabili trascorsi dell’ensemble svedese: meno elementi soffici, più potenza e consistenza strumentale, poi la vena melodica fa la differenza ed eleva questo platter che, merita di essere riascoltato tante volte, per soluzioni, ingegno, doti tecniche e capacità di assemblamento, senza mai perder un grammo di interesse. A venti anni di distanza dal loro debutto gli Eclipse continuano a stupire e a farci sognare. Wired è il loro ennesimo grande album. Consigliato per chi è attratto da melodie trasparenti, cristalline e di classe sopraffina, o più semplicemente per chi ama la buona musica tout court. La petizione per costruire una statua di Erik Mårtensson nel centro di Stoccolma è già pronta.
HOUSTON – IV Arrangiamenti argentei, perizia strumentale e melodie a tonnellate; in fondo il genere è questo, senza melting pot astrusi o innovazioni capaci di snaturare suono e attitudine”. Nella nostra disamina non poteva mancare il disco melodic rock dell’anno, cioè il quarto raffinatissimo album degli Houston. Chi adora le stampigliature dell’AOR americano si troverà estremamente a proprio agio su questi solchi e gradirà l’ennesimo ottimo prodotto di questo quintetto nordico, nato per caso in Svezia e non tra i confini degli States. L’unica cosa che dovete fare con IV è schiacciare il tasto play e attivare la ripetizione automatica.
PLATENS – OF POETRY AND SILENT MASTERY Seconda band italiana, seconda sorpresa. Il progetto Platens di Dario Grillo merita la top 10. Non ci credete? Ascoltatevi una dietro l’altra le 12 fantastiche canzoni (bonus track compresa) che compongono Of Poetry and Silent Mastery e cambierete sicuramente idea! Il terzo capitolo della saga Platens si dimostra estremamente qualitativo, dalle tracce più sostenute a quelle più morbide, che brillano tutte per songwriting, perizia, arrangiamenti, idee e produzione. Un mix originale che travalica le frontiere dell’hard rock: il risultato finale si attesta sulla base di una miscela colta di rock melodico, musicalità orientate all'AOR e influenze power ed epic, tutte incastrate sapientemente dal lavoro di produzione del factotum. Chapeau.
RONNIE ATKINS – ONE SHOT La storia del debutto discografico come solista di Ronnie Atkins, splendida voce dei Pretty Maids, non può prescindere dall’urgenza del vocalist danese di mettere nero su bianco pensieri ed emozioni in risposta alla severa diagnosi di un carcinoma avanzato ai polmoni comunicatagli un anno fa. È così che a 56 anni suonati Ronnie Atkins ha deciso di regalarsi e di regalarci il suo primo album solista. Nessun favoritismo per lui: One Shot è una bomba! Lo è partire dai tre singoli rilasciati e piazzati in apertura: Real, Scorpio e la title track. Ma lo è anche e soprattutto nella sua prosecuzione: si ha la sensazione, infatti, che One Shot migliori a vista d’occhio man mano che avanza nel suo minutaggio, a riprova dell’eccellente e minuzioso crafting operato nelle varie fasi di composizione, arrangiamento e missaggio. La voce di Ronnie Atkins risplende come non mai e pare che il nostro ci abbia preso gusto: il secondo album solista è quasi pronto….
SMITH/KOTZEN - SMITH/KOTZEN Cosa accade quando due chitarristi come Adrian Smith e Ritchie Kotzen decidono di collaborare assieme? Succede che esce un gran disco rock. Smith/Kotzen trabocca di schitarrate asfaltanti, luccicanti, rimbombanti, e porzioni solistiche libidinose, sempre al servizio di tracce ben composte e sviluppate, ovvio che trovandoci al cospetto di due eroi della sei corde, gli assoli rappresentino canzoni nelle canzoni. Questo primo capitolo scintilla di luce propria, pervaso dalla voglia di voler fare musica a modo proprio, senza condizionamenti o imposizioni, valore che ne accresce la valutazione. Il canto non costituisce un ostacolo per i due. Essi si alternano al microfono e l’ex Poison e Mr. Big ottiene risultati notevoli. Trascinato da canzoni squisite (e dalla fama del chitarrista degli Iron Maiden) l’album ha avuto un ottimo riscontro anche in termini di vendite. Attendiamo quindi impazienti il successore.
THE DEAD DAISIES – HOLY GROUND Un disco devastante, esplosivo, fantastico: pura dinamite per le vostre orecchie malandate da tonnellate di hard. Amen. Questa top 10 non è una classifica ma non ci nascondiamo; se lo fosse Holy Ground guarderebbe tutti dall’alto verso il basso. La carta vincente dell’ultima fatica dei The Dead Daisies ha un nome e un cognome: Glenn Hughes. Il nuovo cantante/bassista della band porta alla vittoria l’intera squadra, un team comunque ben collaudato: le iniezioni vocali sono il valore supremo di questo album, ma anche le chitarre incendiarie, la drum tuonante, la scrittura e gli arrangiamenti sono da rinchiudere in cassaforte per sempre. La terremotante ugola di “The Voice of Rock” fa ancora la differenza.
THE WILDHEARTS - 21st CENTURY LOVE SONGS Follia, violenza, imprevedibilità, gusto (inaspettato) per la melodia… sebbene il titolo, condito dall’immancabile humour, possa fuorviare alludendo ad una pacata e romantica successione di tracce sdolcinate, capiamo sin dalle prime note della title track quanto il marchio di fabbrica dei The Wildhearts sia più vivo che mai, anzi persino ostentato. Sfuriate punk, cavalcate hard’n’heavy, rockabilly, thrash metal e tanto altro. Tutto contenuto in un unico album: 21st Century Love Songs dei veterani The Wildhearts. Catalogare il prodotto dei britannici risulta difficile e fuorviante, perciò meglio rimarcare il fatto che ci troviamo di fronte ad uno dei migliori album del 2021. Il mastermind Ginger Wildheart è interprete intelligente di un rock suonato con frenesia e a 360 gradi.
NOTE DI MERITO In un anno che ha visto il ritorno di Alice Cooper, Styx, dei 13 di Joel Hoekstra, dei Treatment, di Danko Jones, Lee Aaron, dei Greta Van Fleet, dei Buckcherry, di Jeff Scott Soto e ancora di Cheap Trick, The Darkness, Wolfmother, Victory, Hardline, Sunstorm e tanti altri, meritano una menzione speciale gli artisti che con i loro album hanno mancato la Top 10 di pochissimo. L’ esordio rock contemporaneo di Wolfgang Van Halen con il fortunato Mammoth WVH risulta essere un ottimo biglietto da visita per il figlio d’arte. Child of the State del promettente cantante/chitarrista Ayron Jones ha apportato un po’ di sana innovazione al genere e fa ben sperare per i prodotti futuri di questo artista di Seattle. E ancora, proseguendo nei progetti solisti, vanno citati due dischi d’esordio patinati targati Frontiers, appartenenti a due cantanti particolarmente dotati come Kent Hilli e Robin McAuley. I loro album, rispettivamente The Rumble e Standing on the Edge, tardano ad uscire dalle nostre librerie sonore. Arrivano le ennesime conferme importanti dalla solida Scandinavia: W.E.T. con Retransmission (altro progetto riuscito di Erik Mårtensson) e The Night Flight Orchestra col secondo capitolo di Aeromantic. Infine continuano a viaggiare a vele spiegate veterani del genere come i californiani Night Ranger con ATBPO e i londinesi Thunder con All the Right Noises (per chi scrive, la loro The Smoking Gun è uno dei brani più belli e significativi del 2021).
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Personalmente dall'elenco sottolineo, gli Eclipse (che hanno sempre fatto ottime uscite) e Smith/Kotzen, ascoltato anche ieri e dove sento anche delle influenze blues. Au revoir. |
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Mi sono dimenticato Ronnie Atkins, di cui attendo il secondo disco solista tra qualche mese. |
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Annata molto interessante; i miei preferiti, in ambito rock (poi c'è chi è più melodico, chi è hard rock, chi ha influenze grunge, ma rimaniamo nel grande calderone del rock duro), sono stati Blind Golem, Smith/Kotzen, Pretty Reckless, Tea Party (loro il mio disco preferito del genere quest'anno), i Seventh Crystal (tra l'altro copertina bellissima), bene anche i Deep Purple con Turning to Crime, anche se non sono un amante dei dischi di cover. |
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Interessante resoconto, sono d'accordo sui Dead Daisies sicuramente nel suo campo uno dei dischi dell anno, ed anche sugli Eclipse. Bello anche Smith/Kotzen. Mancano i Wet altro album sicuramente buono, mentre non conosco affatto Dirty Honey che dovrò recurerare |
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I boomer sono gli uomini di mezz'età, |
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Che bello tutti questi "nuovi" utenti. Non so' neanche cosa sia un boomer e non mi interessa. Poi qual'e' la musica contemporanea?? Trap? Hip hop? Elettronica?😏 |
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Qui siamo tutti boomer, e i ragazzini si camuffano da boomer, ovviamente parte della redazione è l'eccezione che conferma la regola |
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"ti racconto una cosa, visto che all'epoca eri ancora un poppante mentre da anni io già ascoltavo metal ed hard rock" ---> da leggere come: sono un boomer e di musica contemporanea ci capisco meno di zero |
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Shock ora hai messo nella mia testa Bruce Dickinson che canta in growl..che viaggione.😍 |
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Hahaha grazie slow🤣 effettivamente i Cherokee sono stati una graditissima scoperta e poi quel sound l adoro |
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@Alberto: mai detto quello! Se leggi le recensioni qui sul sito dei Tool vedrai come la loro proposta sia stata definita "Inclassificabile" più volte, proprio perché di difficile categorizzazione. Lo stesso per me i Soen. |
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@dariomet amico mio per avere citato i Cherokee  |
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Hard Rock? Hard Rock? Allora gioco anch'io!
PRETTY RECKLESS - Death By Rock And Roll e BLIND GOLEM - A dream of fantasy su tutti.
Ma assolutamente belli sono anche i NOVA HAWKS - Redemption; BILLY F. GIBBONS - Hardware; BLACKBERRY SMOKE - You Hear Georgia.
I GOV'T MULE con Heavy load blues hanno fatto finalmente il loro album (hard) blues ed è magnifico. Simpatico e gradevole l'album di cover dei DEEP PURPLE. Ci sono anche i TEA PARTY e...semi-provocazione: siamo sicuri che i Mastodon non abbiano suonato un album di vero hard rock? Per contro chi dice che i DEAD DAISIES sono gli HUGHES DAISIES ha ragione. Per quanto concerne KOTZEN-SMITH i miei entusiasmi si sono lievemente smorzati, ma Scars resta un brano capolavoro. Quanto ai SOEN...boh, per me sono pinkfloydiani (e in ogni caso hanno scritto un album infinitamente bello) |
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@Shock: però se tra il primo dei Tool e tutto ciò che è venuto da Aenima in poi non senti la differenza, la questione è piuttosto grave. Direi che c'è stata una evoluzione piuttosto notevole nella loro musica che giustifica il fatto che fossero definibili alternative prima e prog adesso.... |
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Nestor sorpresona, Smith/Kotzen pregievole. Ascolterò altro dalla lista di Shock. |
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@Dariomet: ti racconto una cosa, visto che all'epoca eri ancora un poppante mentre da anni io già ascoltavo metal ed hard rock. I Soen vengono spesso paragonati ai Tool; ebbene, il primo disco dei Tool all'epoca fu recensito da tutti i magazine come album di genere grunge, di certo non prog. Per me progmetal sono i DT, Threshold, Conception, eccetera, e l'ultimo dei Soen non si avvicina neanche lontanamente a questi gruppi. Spesso si sentono echi Pinkfloydiani, moto soft, accanto a riff più duri. Vogliamo chiamarlo metal? Ok, perfetto,. Magari ho sbagliato lista dove metterlo? Ok. Ma invece di sfottere gli altri magari basta parlarne tranquillamente. Evidentemente non ne sei capace. Comunque, tanto per ribadire, se gli Iron facessero un disco death, riuscirebbero a fare canzoni con intro di tre minuti basati su un continuo "uh-uh-uh-uh"😏 |
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L'articolo sul prog arriverà a breve, calma e sangue freddo... evitate le polemiche personali, per favore. |
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Ora ho capito..tu non senti del prog nei soen, quindi magari per lo stesso principio consideri death metal l ultimo degli iron Maiden ed è per questo che non ti piace 🤔 |
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Fenomeno, il sito giudica i Soen progmetal: allora dov'è il prog? Ma poi devo rendere nota a chi esalta certe porcate solo per il nome?😏 |
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Cavoli in effetti mi ero dimenticato dei victory e anche dei Black label society. Comunque si in effetti i soen sono una tipica rock band.. perché non ci aggiungi pure i cannibal corpse shock?😂 |
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@Shock: Beh ci sta Comunque li si voglia chiamare, Holy Ground è clamoroso! |
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@Altered: sì, ma non sono più i Dead Daisies, sono i Hughes Daisies, perché praticamente sembra un disco di Glenn🙄 |
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Annata ricca come sempre in ambito hard rock e sono tanti i lavori che meriterebbero il podio. Dovessi eleggere uno fra i dischi menzionati, scelgo i Dead Daisies. Lavoro mostruoso ed un Glenn Hughes che più invecchia più migliora, se possibile. Ai Victory andrebbe invece il premio ''sorprese dell'anno'': non li aspettavo né mi aspettavo potessero sfornare un disco roccioso e divertentissimo come Gods of Tomorrow che resta ben ancorato nei miei ascolti fissi dalla data di uscita ad oggi. |
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Il caps lock va benissimo per evidenziare gruppi e dischi, mi spiace solo che, avendo scordato il "modernismo" di Metallized che non prevede gli "a capo", sia venuto tutto attaccato. Quindi: NESTOR – KIDS IN A GHOST TOWN, ECLIPSE – WIRED, THE NIGHTFLIGHT ORCHESTRA – AEROMANTIC II, THUNDER – ALL THE RIGHT NOISES, KENT HILLI – THE RUMBLE, W.E.T. – RETRASMISSION, CREYE – II, SEVENT CRYSTAL – DELIRIUM, CHEZ KANE - OMONIMO, CRAZY LIXX – STREET LETHAL, SPEKTRA – OVERLOAD, CROWNE – KINGS IN THE NORTH, TEMPLE BALLS - PYROMIDE, SOEN – IMPERIAL, WIG WAM – NEVER SAY DIE, NIGHT RANGER – A.T.B.P.O., MADHOUSE – BAD HABITS, THE VINTAGE CARAVAN – MONUMENTS, L.A.GUNS – CHECKERED PAST, JON DIVA & THE ROCKET OF LOVE – AMERICAN AMADEUS, HITTEN – TRIUMPH & TRAGEDY, JESS AND THE ANCIENT ONE – VERTIGO, INGLORIUS - WE WILL RIDE, BUCKCHERRY - HELLBOUND.
E aggiungo FANS OF THE DARK - OMONIMO, gran bel debutto.
I SOEN li ho semplicemente messi perché ho fatto due liste, una metal e l'altra hard rock e secondo me si avvicinano di più al secondo gruppo. Ah, tra l'altro mancano tante recensioni dei gruppi da me segnalati, chissà forse tra vent'anni... |
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Shock è storicamente il Re del benaltrismo |
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@Shock: puoi anche toglierlo il caps lock quando scrivi... mi sa che ti è rimasto il dito incastrato nella tastiera col copia incolla, perché hai infilato i Soen... tipico gruppo hard rock |
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Assolutamente criminoso che non sia né citato né recensito il miglior disco di A.O.R. dell'anno e non solo, e cioè i NESTOR con il loro gioiello KIDS IN GHOSTTOWN. Per il resto faccio prima a mettere tutto il meglio dell'anno per me. NESTOR – KIDS IN A GHOST TOWN
ECLIPSE – WIRED
THE NIGHTFLIGHT ORCHESTRA – AEROMANTIC II
THUNDER – ALL THE RIGHT NOISES
KENT HILLI – THE RUMBLE
W.E.T. – RETRASMISSION
CREYE – II
SEVENT CRYSTAL – DELIRIUM
CHEZ KANE - OMONIMO
CRAZY LIXX – STREET LETHAL
SPEKTRA – OVERLOAD
CROWNE – KINGS IN THE NORTH
TEMPLE BALLS - PYROMIDE
SOEN – IMPERIAL
WIG WAM – NEVER SAY DIE
NIGHT RANGER – A.T.B.P.O.
MADHOUSE – BAD HABITS
THE VINTAGE CARAVAN – MONUMENTS
L.A.GUNS – CHECKERED PAST
JON DIVA & THE ROCKET OF LOVE – AMERICAN AMADEUS
HITTEN – TRIUMPH & TRAGEDY
JESS AND THE ANCIENT ONE – VERTIGO
INGLORIUS - WE WILL RIDE
BUCKCHERRY - HELLBOUND
Si tutti in ambito puramente hard rock direi gli Eclipsed. |
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Sono letteralmente drogato di NFO! Grandissimi. |
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Dimenticavo di segnalare i nestor e il loro rock melodico davvero pregevole |
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...crazy lixx...eclipse....w.e.t....the night flight orchestra....dirty honey....i migliori ..... |
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In questo genere per me il disco dell' anno è senza dubbio quello dei blind golem,sognante e stupendo. Per il resto direi Eclipse,Crazy lixx ,the dead daisies e soprattutto la sorpresina Smith kotzen.ps in tema retro rock segnalerei i Cherokee con il loro Blood and Gold ( nella canzone il grande silenzio sono presenti influenze morriconiane che me li rendono particolarmente graditi) |
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