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Metal Church - Hanging in the Balance
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07/05/2016
( 4379 letture )
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Quante volte abbiamo sentito il detto "Non bisogna giudicare un libro dalla copertina"? Mai come in questo caso tale adagio si rivela veritiero: se infatti ci soffermassimo solo sull'artwork di Hanging in the Balance bypasseremmo sicuramente questo album senza pensarci un attimo; troppo brutta quella punkettona in sovrappeso con tanto di mise metallica in procinto di appoggiare il piede su una fune che sembra non poterne sostenere il peso. Per fortuna la sostanza si rivelerà tutt'altra cosa.
Chissà cosa è saltato in mente ai Metal Church per permettere che qualcuno decidesse di vestire il loro quinto album -nonché uno dei migliori- con una confezione tanto orrenda: già, perché a dispetto della veste grafica ci troviamo di fronte a un disco a tratti clamoroso, variegato nel songwriting e ottimamente suonato da ogni elemento della storica band statunitense. Ciononostante l'anno successivo alla sua uscita, a causa di problemi di diversa natura (si parlò di cattivo management e vendite al di sotto delle aspettative) il gruppo si sciolse per poi riunirsi nel 1998; Hanging in the Balance sarà quindi per molti anni l'ultimo lavoro con Mike Howe dietro al microfono (ritornerà in seno alla band solo nel 2015) e proprio la sua prestazione è uno dei punti di forza del platter: l'interpretazione del singer proveniente dal Michigan, con la sua voce alta e al tempo stesso leggermente roca, si attaglia perfettamente ai brani, ora potente e spavalda, ora più sommessa e intimista a seconda dei casi. Va segnalato che il chitarrista fondatore Kurdt Vanderhoof nonostante fosse ormai da tempo ufficialmente fuori dal gruppo, collaborò come al solito -oltre che in quella esecutiva- in fase compositiva scrivendo dieci delle undici song di modo che il sound rimanesse fedele al passato. Già dall'opener Gods of Second Chance, con la sua partenza in sordina che deflagra poi in un inarrestabile rullo sonoro si intuiscono le potenzialità del disco, e man mano che si prosegue nell'ascolto queste vengono confermate da un pezzo più bello dell'altro, in un turbinio di note e riff di grandissima classe. Che dire infatti del semplice ma efficacissimo refrain di Losers in the Game o dell'assolo di Waiting for a Savior, fantastico sia per costruzione che per fluidità? Più si va avanti nella tracklist più le canzoni sembrano avvincenti, e anziché calare la seconda parte del disco ne aumenta la qualità. Come accennato c'è grande varietà all'interno dell'album e proprio questo forse ha fatto sì che il medesimo sia "invecchiato bene" donando alle tracce ancora più fascino di quanto non ne mostrassero all'epoca della loro uscita; un esempio su tutti viene dato dalla zeppeliniana End of the Age, caratterizzata da chitarre acustiche sorrette da ritmi folk e con un chorus da brividi (anche qui l'ugola di Howe è sugli scudi) che precedono una sfuriata di ottimo heavy. Dopo la strumentale Lovers and Madmen (tanto semplice quanto bella e ipnotica) la chiusura è affidata alla buona -ma non eccezionale- A Subtle War, epica nel suo incedere cadenzato e nei suoi stacchi old school (per non parlare delle vocals) che pone degnamente fine ad un album di gran classe.
I Metal Church si presero un rischio di non poco conto con Hanging in the Balance, variando la propria proposta e andando così "contro" i gusti dei puristi dell'heavy più classico (col pericolo di inimacarsi i fan storici, come sempre accade in questi casi) ma la scelta a distanza di tempo ha dato loro ragione; questo è un album di ottima fattura, affascinante e longevo: basta solo chiudere gli occhi per non vedere quell'orribile cover e si rivelerà in tutta la sua bellezza.
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19
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Io lo trovo molto migliore di human factor e probabilmente al pari do blessing on disguise. Peccato si perda un pochino con le ultime due o tre canzoni |
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Album riascoltato a distanza di qualche anno, bellissimo, come la maggior parte dei loro lavori.
\"Gods of the second chance\" e \"Waiting for a savior\" stupende.
Voce di Mike Howe (RIP) al top.
Copertina abominevole......ma passa assolutamnete in secondo piano.
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17
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Rispolverato oggi. Grandissimo album, per me poco al di sotto dei precedenti quattro. Specialmente la prima metà è tanta roba, con pezzi splendidi come Gods of Second Change, Losers in the Game, Conductor e Hypnotized. La seconda parte ha un paio di pezzi meno convincenti… anche se poi l’album si conclude alla grande. Voto 86 |
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16
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Il potere ipnotico che suscita in me la copertina di questo cd è qualcosa di incredibile... più la guardo più cerco di dargli un senso... |
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Malgrado la copertina devo comprarlo - è molto buono! |
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Ovviamente parlo sempre del mio gusto |
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Hahaha, vero, che strane quelle dei Riot, orribili ! Ma questa x me non e' da meno, soprattutto considerando quella del primo album che era una figata. Invece l'album e' molto bello, non eccellente come i primi 3 (Human Factor non mi dice molto anche se lo comprai). Stupenda la voce di Mike che qui prova (egregiamente) qualcosa di leggermente diverso. Band che mi piace moltissimo  |
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12
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Come ho gia scritto è talmente brutta da essere fica. Ad esempio, quelle dei Riot sono brutte e basta..  |
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Caspita penso di esser l’unico al mondo ad amare questa copertina ! |
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10
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solo un filo... solo un filo ...solo un filo... solo un filo... |
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c'èanche Jerry cantrell che contribuisce amodo suo . |
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7
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Grande album, solo un filo solo un filo sotto i primi quattro. |
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grandissimo album. Sullo stesso livello di human factor. Voto 85 |
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Li vidi in questo tour insieme ai Vicious Rumors. Durante l'esibizione Albert (morì poche settimane dopo) mi chiese se potessi fargli un po' di spazio per vederli dalla mia postazione...altri tempi. |
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4
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Copertina orribile, ma talmente orribile da risultare quasi simpatica. |
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3
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Questo disco, e non so il perchè, viene considerato da molti una schifezza. Io lo trovo davvero ottimo. La potenza trasmessa è moltissima e le canzoni sono tutte buone. L'opener dice tutto. 80/85 ci sta tutto. |
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2
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Una fra le copertine più brutte che abbia mai visto, ma disco bestiale, anche qui siamo un po' stretti con il voto, non lo reputo minore a "Blessing In Disguise", 88 per me andrebbe bene. |
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1
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Grande disco. Lo ascolto ancora con frequenza. Riguardo alla copertina diciamo che nella Chiesa del Metallo l'abito non fa il monaco... |
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