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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Metal Church - Blessing in Disguise
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( 7574 letture )
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La sostanziale differenza tra una band planetaria, colma d’elogi in tutto il mondo e una band altrettanto valida ma seguita da un numero molto più ristretto di fans è dovuta a dettagli davvero infinitesimali: un contratto firmato al momento sbagliato, una scelta stilistica azzardata o un disco al di sotto delle aspettative in un periodo delicato della storia del gruppo. Quando si parla dei Metal Church, si parla di un complesso musicale dall’infinito potenziale che non ha ottenuto il successo meritato per i vari cambi di line-up e gli scioglimenti, ma che è stato in grado di sfornare album validissimi a intervalli di tempo decisamente regolari. La storia dei Metal Church inizia a San Francisco nel 1980 (per poi spostarsi ad Aberdeen) ed è sin da subito legata a quella di una band che di lì a qualche anno avrebbe dato alle stampe a uno dei manifesti della musica thrash metal: Master of Puppets. Infatti è proprio il futuro batterista dei Metallica, Lars Ulrich, a ricoprire il ruolo dietro le pelli nel 1981 in qualche concerto dei Metal Church, salvo poi dedicarsi agli allora sconosciutissimi Metallica ed essere sostituito da Tom Weber. Dopo la pubblicazione dell’omonimo debutto nel 1984 e dell’incredibile The Dark nel 1986, i Metal Church tornano sul mercato con questo Blessing in Disguise, che vede l’ingresso nelle fila della line-up di John Marshall, in sostituzione del fondatore Kurdt Vanderhoof, che preferì rimanere quale membro “esterno” e compositore della band, rinunciando alla vita on the road. Marshall era un roadie degli stessi Metallica e lo sarà poi sino a metà degli anni novanta, sostituendo durante un tour James Hetfield in seguito al suo famoso infortunio. Le similitudini tra le due band, almeno a livello di successo, terminano qui; i Metallica diventeranno famosissimi, forti del loro sound, mentre i Metal Church si concentreranno sul loro stile che mescola con sapienza il classico heavy metal con sfumature thrash e speed, rendendo le sonorità dei loro album facilmente riconoscibili da un ascoltatore attento, ma incontrando decisamente meno successo.
Quando si parla di un terzo album, ci si immagina sempre il grande passo per diventare una band grandissima, di fatto proiettata nella storia: questa sensazione viene incentivata se i due dischi precedenti sono stati più positivi del previsto e hanno mostrato un’interessantissima evoluzione artistica che aspetta solo lo step successivo, la cosiddetta ciliegina sulla torta. Proprio per questo motivo, Blessing in Disguise si trova a dover fare i conti oltre che con i masterpiece che stavano uscendo in quegli anni in America, anche con il passato della band e con quel The Dark che aveva quasi fatto gridare al capolavoro; nel 1989 non restava che far vedere se con la terza registrazione i Metal Church avevano mantenuto fede alle alte aspettative o se avessero pubblicato una mezza delusione: con la storia dalla nostra parte si può già tranquillamente preannunciare che la prima opzione è quella giusta.
Il disco si apre con un riff lento, che non può che coinvolgere intensamente il collo di qualsiasi ascoltatore: Fake Healer, forte del suo incedere ritmato e del refrain coinvolgente già al primo ascolto, mostra subito di che pasta sono fatti i Metal Church del terzo album; un modo di suonare che ripercorre gli stilemi dei Motorhead, degli Anvil e degli Accept, irrobustito con qualche rimando all’innovazione thrash dell’annata d’oro del 1986. Procedendo nell’ascolto della registrazione, si trovano brani sempre coinvolgenti e di alto livello, come Rest in Pieces (April 15,1912) che si apre con un giro di batteria effettato e le chitarre di Marshall e Wells che s’incrociano in un riffing travolgente. Of Unsound Mind, con il suo riff principale, detta le basi dell’intero stile riportato da Zakk Wylde nei suoi Black Label Society, pinch harmonics esclusi. Non solo la sezione ritmica è preponderante in questo disco, dato che basta ascoltare la lunghissima ballad Anthem to the Estranged per rendersi conto dell’elevata qualità solista dei due axe-men, oltre che dell’incredibile voce di Mike Howe. Nella seconda parte di questo Blessing in Disguise il minutaggio medio cala, ma si mantiene comunque su livelli piuttosto elevati per un disco heavy metal: malgrado ciò Badlands, The Spell Can’t Be Broken e la conclusiva The Powers That Be scorrono senza offrire nemmeno uno spiraglio di noia all’ascoltatore. Particolare menzione va a Cannot Tell a Lie, uno dei brani più corti, ma anche uno dei più trascinanti e riusciti di tutta la setlist.
Con Blessing in Disguise i Metal Church hanno dimostrato ai propri seguaci di essere una band dall’infinito potenziale, dalla grande capacità strumentale e dallo stile valido e trascinante. Il lavoro alle chitarre di John Marshall e Craig Wells spicca sia per quanto riguarda i riff trascinanti sia per quanto riguarda gli assoli sempre pertinenti; Kirk Arrington e Duke Erickson offrono, come dovrebbe fare qualsiasi accoppiata basso-batteria, un tappeto ritmico potente e intenso che non viene mai meno; su tutti gli strumenti spazia la voce acuta, valida e dirompente di Mike Howe, il quale trova il suo punto di forza nei refrain carichi di fervore. Come in tutti i lavori targati Metal Church ante-split, non esiste la parola filler: ogni brano è carico, coinvolgente e caratterizzato da un songwriting ispirato; i riempitivi non servono assolutamente a nulla quando, con un’apparente facilità disarmante, il quintetto riesce a proporre nove brani uno più bello dell’altro per una durata complessiva di poco inferiore all’ora. Unico neo di questo Blessing in Disguise è la produzione non ottimale, non tanto per quanto concerne il mixing degli strumenti nei brani ma per un’evidente differenza di equalizzazione da una canzone all’altra; si tratta comunque di un difettuccio che non preclude il risultato finale davvero ottimo che, con le precedenti pubblicazioni, va a completare un triplete di heavy/thrash metal coi fiocchi. Volendo fare un paragone a ogni costo, questo Blessing in Disguise non è un passo avanti rispetto al magnifico The Dark (sarebbe stato davvero difficile per loro superare quell’album), ma non è neppure un passo indietro: si tratta semplicemente di un grandissimo disco metal come pochi se ne trovano in giro. E questo dovrebbe bastare a chiunque.
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Disco splendido da 90, ma ritengo i primi due ancora superiori anche perché per me Wayne è nettamente superiore, anche se Howe è ottimo e in questo avallo Lizard al 5 che definisce il cantato più normale. Howe che veniva dagli Heretic ( molto buono Breaking Point, prodotto da Vanderhoof e con cui si avviarono i primi contatti col vocalist ). Badlands da brividi |
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Seattle non e’ in California, per il resto buona recensione |
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Prestazione monstre di Howe |
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Se la gioca col debutto anche se ritengo sia un filo sotto. Fake Healer, Anthem to the Enstranged, Badlands su tutte. Ma anch'io faccio parte tra coloro che preferiscono Mike Howe |
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39
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una delle recensioni che preferisco su questo sito, scritta con la passione che si deve a questo gruppo immenso che ci ha regalato negli anni almeno 5-6 album memorabili. su blessing in disguise c'è da dire che i pezzi diventano piu intricati e di difficile esecuzione rispetto ai precedenti(niente affatto semplici sia chiaro) la produzione risale di un gradino rispetto a the dark ma non all'omonimo , l'importanza di wells praticamente pari a quella di vanderhoof e la gigantesca voce di howe (bello sarebbe un sondaggio howe/wayne). non cito nessun pezzo in particolare perche come giustamente detto non ci sono filler.c'è infine da dire che sicuramente i MC non hanno ottenuto il successo che avrebbero meritato anche in paragone a cosa hanno raccolto ad esempio metallica o megadeth , però risultano nella loro discografia varie apparizioni nella classifica di billboard, ciò significa che qualche album l'hanno venduto di sicuro. |
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Grandissimo disco! Stupendo! |
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Totalmente d'accordo con la rece, nulla da aggiungere. Disco all-killer no-filler |
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35
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Fantastico!!! Arriva il nuovo cantante, scelgono di puntare un po' di più sulla melodia proprio per le sue caratteristiche vocali , cambiano stile rischiando anche di perdere fans ... e invece no! Un altro capolavoro!!! Solo le grandissime band riescono a fare queste cose! Inchiniamoci davanti all'altare della chiesa del metallo! Voto: 95 P.s.: per me anche The Human Factor è un capolavoro. |
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@Maurizio, si' sono d'accordo sulla trilogia, ma mi vien difficile scegliere il pezzo piu' bello di questo album, sicuramente pero' preferivo il lato A. Anthem to the Estranged e' molto atipica e se la segui col testo ti sembra proprio di vedere la storia, come x Rest In Piece. Humar Factor lo comprai ma mi lascio' indifferente |
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33
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Grandioso affresco musicale che chiude una trilogia di altissimo livello che può competere con quella dei Metallica di qualche anno precedente. Rest in pièce é un capolavoro misconosciuto che combatte ad armi pari con Disposable Heroes. Riverenza, e se non avete i primi tre della Chiesa Metallica, beh, vi perdete qualcosa di grosso. E pure il quarto the human f actor é di ben poco inferiore. |
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32
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Grandissima band, il primo album omonimo è tra i migliori degli anni 80, una decade di dischi da urlo, e anche questo e The Dark sono eccellenti. |
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31
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Anche qui se non e' 100 e' 99.9 periodico, un altro capolavoro dei Metal Church, e un album che mi porta indietro a dei ricordi speciali ! I pezzi grandiosi, genere unico, testi senza tempo e scritti con grande personalita', a cominciare da Anthem to the Estranged. Fantastica la voce di Mike, ancora oggi in gran forma. E' vero, l'equalizzazione e' un po' fastidiosa se si ascolta tutto l'album di filato. @Sandro 70, Badlands e' bellissima, anche il video, lo avevo registrato in VHS da Power Hour (credo) e lo guardavo a ripetizione, mi piaceva molto il passaggio giorno/notte! Anche se Mike era cosi' ridicolo con quel serpentello finto al polso, lol  |
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30
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Badlands è una delle canzoni più belle di tutti i tempi. Disco eccellente. Voto 90. |
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il migliore album dei MC,dove hanno armonizzato in modo piu' complesso... |
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Lontano anni luce dal loro album d'esordio, troppo ammorbiditi per i miei gusti. |
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Non linciatemi ma lo preferisco a the dark ( il primo resta inarrivabile) |
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Ma poi.... che nome stupefacente che hanno! "METAL CHURCH"!! Un nome che racchiude in sè tutto un mondo, un ideale di vita. |
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I Metal Church si sono formati a San Francisco e Laes NON ha mai suonato con loro! Leggenda metropolitana.... |
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Canzoni più lunghe e articolate rispetto ai primi 2 ma sempre stupefacenti!! Capolavoro pure questo,compratelo!! |
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Li ho conosciuti con questo album, e sono praticamente rimasto fermo qui, a parte "The dark" che ho recuperato in seguito. Sonorità molto potenti e lavoro d'insieme coinvolgente. |
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Il terzo disco, dopo due dischi eccezionali come il debut e the dark, era una prova durissima da superare. Loro ci sono riusciti: Disco Fantastico. La storia della Musica Metal americana, passa anche per questo capolavoro, secondo a nessuno. |
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100 / 100 non discutiamone più.... questo x me ha lo stesso valore incommensurabile di "Ride The Lightning" o "The Number Of the Beast"!!!! |
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The Nightcomer mi ha tolto le parole di bocca. Blessing in Disguise è un disco eccezzionale ma il primo omonimo è uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi. |
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probabilmente il mio preferito di questa band! |
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ciao ragazzi, ultimamente ho acquistato questo CD usato.ebbene, dentro cè apettite dei guns!! mi spiego meglio, non cè il cd sbagliato, il cd è serigrafato come quello dei metal church!! avete mai sentito qualcosa a riguardo?qualcuno mi ha detto che potrebbe essere una rarità ed avere un gran valore. |
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Fake Healer che ricordi ! |
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Hellion  |
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Se Hanging in the Balance avesse avuto i suoni del disco di debutto sarebbe stato l'ennesimo capolavoro! |
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10
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l'album in questione, per me un Super_capolavorO 10/10. Voglio un consiglio da tutti su Hanging in the Balance 1993? e Masterpeace 1999? accetto consigli da tutti. |
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9
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SUPERBO!!!!! qui si parla di capolavoro semza se e ma... |
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Eh be i Metal Church poco da dire 90 secco solo perchè preferisco The Dark.. |
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Anche qui si parla di un discone pazzesco di una band che come dice giustamente Nightcomer avrebbe senz'altro meritato molto di più di quanto invece ha raccolto. Voto 90 |
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Questo gruppo ha un solo difetto (se così possiamo definirlo): aver prodotto uno dei dischi che quasi sicuramente metterei nella mia ipotetica top ten assoluta, vale a dire l'omonimo debutto. Tutto il resto risente inevitabilmente dell'impietoso paragone, però ricordo di aver molto ascoltato ed amato questo ottimo lavoro, che considero secondo solo all'inarrivabile "Metal Church". Stiamo parlando di una band storica, che avrebbe senz'altro meritato molto di più di quanto invece ha raccolto. |
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5
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Disco clamoroso. Lo amo esattamente come i primi due, anche se si tratta di qualcosa di completamente diverso, una vera mutazione ma di livello grandioso. Howe è un cantante fantastico, anche se forse più "normale" di Wayne; in questo disco, secondo me, calca un po' troppo la mano, "urla" fin troppo. Ma siamo alle minuzie, è uno dei pochissimi album che ascolterei di continuo. |
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E' difficile scegliere quale disco dei Metal Church sia il migliore anche se tra Howe e Wayne io continuo a preferire il secondo come cantante. Qui si parla comunque di un discone della madonna. |
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Che album stupendo,adoro il fantastico lavoro delle chitarre e della voce di Howe. La lunghezza dei pezzi non stanca mai ed è la lunghissima e malinconica Anthem to the Enstranged a prendersi il podio di canzone simbolo del disco,senza dimenticare l'emozionante Badlands e le mazzate di Fake Healer (ritornello da cantare a squarciagola), The Spell Can’t Be Broken e Cannot Tell a Lie. Ma tutto il disco è sublime e i testi sono davvero ispirati e non scritti "tanto per". Personalmente gli darei il massimo dei voti,ma sono cosciente che ci sono ben altri dischi di importanza storica maggiore che meritano il 10/10. |
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Ragazzi, che ALBUM... \,,/ ...!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fake Healer 2. Rest in Pieces (April 15, 1912) 3. Of Unsound Mind 4. Anthem to the Enstranged 5. Badlands 6. The Spell Can’t Be Broken 7. It’s a Secret 8. Cannot Tell a Lie 9. The Powers That Be
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Line Up
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Mike Howe (Voce) John Marshall (Chitarra) Craig Wells (Chitarra) Duke Erickson (Basso) Kirk Arrington (Batteria)
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