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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Metal Church - The Final Sermon – Live in Japan 2019
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02/12/2024
( 1458 letture )
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Attivi da inizio anni Ottanta, i Metal Church si contraddistinsero come paladini dello US metal sin dall’omonimo album d’esordio del 1984, infiammando la Bay Area con una miscela al vetriolo di heavy metal, power e qualche spruzzata di thrash. La band assunse negli anni lo status di vero e proprio riferimento della scena, sia pure attraversando una carriera mai eccessivamente prolifica in termini quantitativi ed estremamente frastagliata da lutti e svariati cambi di formazione negli anni, si pensi solo alle epoche attraversate con il compianto David Wayne (protagonista dei primi e iconici lavori in studio della band), il talentuoso Mike Howe (subentrato a Wayne e in formazione fino al prematuro decesso nel 2021 a soli 55 anni), senza considerare gli intermezzi con Ronny Munroe e l’attuale formazione con Marc Lopes in veste di nuovo frontman.
Questo The Final Sermon, uscito quest’anno a ben quarant’anni dal disco di esordio, è una celebrazione non tanto del lodevole traguardo raggiunto, bensì un ricordo dell’ultimo tour svolto con Mike Howe alla voce, più precisamente il live immortala la data di Kawasaki del 24 agosto 2019, parafrasando il titolo l’ultimo sermone di Howe nella chiesa del metallo. Si tratta di una testimonianza vibrante ed energica dello status della band nel corso del tour a supporto dell’allora fresco Damned If You Do, sicuramente uno degli episodi meno riusciti dell’intensa discografia della band statunitense e qui rappresentato con tre brani in scaletta, incentrata prevalentemente sui pezzi dell’era Mike Howe, si pensi alle incendiarie Fake Healer e Badlands dal granitico Blessing in Disguise del 1989, disco in cui Howe si presentò come una miscela tra Halford e Dickinson, o Gods of Second Chance e No Friend of Mine dall’esplosivo Hanging in the Balance del 1993, brani su cui l’ugola di Howe, sia pure un po’ scalfita dall’età, risulta ancora graffiante tanto da renderlo uno dei più convincenti interpreti dell’heavy metal classico. L’apice della scaletta è tuttavia raggiunto con i classici ripescati dai primi lavori con Wayne, vale a dire Beyond the Black, Start the Fire e Watch the Children Play, qui interpretate con piglio da Howe in grado di aizzare l’headbanging tra i pur compassati fan del Sol Levante, peccato solo tre episodi tratti da quel periodo d’oro, non omaggiato a dovere dalla tracklist in questione. Il muro strumentale è come al solito ancorato alle chitarre di Vanderhoof e Van Zandt, in un suono secco, senza fronzoli né overdubs, mentre il sound della sezione ritmica risulta non sempre definito e ricorda come il pur buono Howland sia distante dall’apice in termine di dinamismo e potenza raggiunto nel periodo con il terremotante Kirk Arrington alle pelli. The Final Sermon è un meritato omaggio all’ultimo periodo live della band con Mike Howe e un ricordo dell’ugola d’oro del singer statunitense, che fotografa una band affiatata sia pure in una fase lontana dai picchi di energia e potenza raggiunta in fasi precedenti della carriera, tanto nel periodo Wayne quanto nei primi lavori con Howe. Un lavoro che nonostante la recente release risulta già di scarsa reperibilità, sia in formato fisico sia digitale (sulle principali piattaforme sono infatti presenti pochi selezionati brani), motivi che ne potrebbero presto fare un oggetto di collezionismo per i fan dei Metal Church.
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5
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La release è ancora reperibile. Preso da poco. Registrazione grezza e verace. I pezzi degli album recenti ne escono piuttosto male. In generale Il nuovo batterista, forse penalizzato anche dai suoni, risulta lontano anni luce dallo stile dei predecessori. La voce non è pienamente convincente. Ribadisco che un live riesumato dal primi anni 90 sarebbe stato un prodotto di ben altro livello. 68 |
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3
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Stessa scaletta del recente Classic Live. Interessante per la presenza dei tre pezzi recenti. Potevano omaggiare il cantante rispolverando un live del primi anni 90 |
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2
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Sottoscrivo...anzi direi questa e\' storia e icona immortale del metal.
Vallo a dire a quelli che vogliono tirarci dentro campionature, synth, tutine, mascherine da scemi e dj mixer....poveri noi! |
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1
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questo e\' metal, il resto sta a 0 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Damned If You Do 2. Needle and Suture 3. Fake Healer 4. In Mourning 5. Human Factor 6. Date with Poverty 7. The Black Things 8. Gods of a Second Chance 9. Start the Fire 10. Watch the Children Play 11. Beyond the Black 12. By the Numbers 13. No Friend of Mine 14. Badlands
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Line Up
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Mike Howe (Voce) Kurdt Vanderhoof (Chitarra) Rick Van Zandt (Chitarra) Steve Unger (Basso) Stet Howland (Batteria)
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