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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3952 letture )
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La storia dei Metal Church è una delle più sofferte e particolari nella lunga epopea del rock. Formatasi come Shrapnel già nel 1980, la band dopo il cambio di monicker, arriva allo spettacolare debutto nel 1984, in forma autoprodotta (70.000 copie vendute, tanto per capirsi). Grazie all’interessamento di Lars Ulrich e James Hetfield, ottengono l’agognato contratto con la Elektra Records, che rilancia l’album e lo trasforma nel classico assoluto che tutti conosciamo. Già dopo il tour del seguente The Dark, qualcosa comincia però a scricchiolare: le vendite non sono all’altezza della fama del gruppo, né delle aspettative dell’etichetta; Kurt Vanderhoof, leader e principale compositore della band, decide di volersi ritirare dalla stressante vita on the road e passa la mano a John Marshall, roadie e sostituto –dal vivo- proprio di Hetfield nei Metallica. Ma le grane non finiscono qui: David Wayne, spettacolare singer dalla voce acuta e straziata, vive un momento difficile. In gara con se stesso, il cantante vuole a tutti i costi dimostrare di essere il migliore, arrivando a forzare in maniera eccessiva sera dopo sera la propria voce; inoltre, la vita da rockstar ed i suoi stravizi lo impegnano forse un po’ troppo, tanto che il resto del gruppo comincia a non ritenerlo più affidabile, fino ad arrivare al licenziamento. E’ così che la line up classica della band finisce dopo appena sei anni e due album. Una storia, quella dei Metal Church, che non si ferma però qui e proseguirà col nuovo talentuoso cantante Mike Howe fino al 1994. Quattro anni dopo, l’annuncio destinato a scatenare le fantasie dei metalheads mondiali si materializza, i Metal Church si riformano nella loro classica line up e si lanciano nella produzione di un nuovo album. Come giusto e succosissimo anticipo, la SPV prova a scaldare il mercato con il lancio di questo fantastico Metal Church Live.
This is a collection of Live recordings from 1986. Due to the fact that these tapes have been in storage for quite a number of years, there is a little (if any) documentation on exactly where and when it was recorded. We do know that some of the tracks were recorded in Dallas, but that is all we know.
In order to no “fake” a live record very little studio repairs were done. So there are a few dropped sticks, bad notes and feedback here and there, but that is the way it went down. Hope you enjoy it.
Queste le note lasciate dalla band nell’inner sleeve del disco e questo è quanto basta per capire che siamo di fronte ad un album tutto sommato decisamente spontaneo e poco studiato, rilasciato per la gioia dei fans, al fine di aprire la strada all’imminente reunion. Uno dei rari casi in cui un’operazione commerciale dà veramente qualcosa anche in termini di emozione e valore artistico. Perché, diciamolo subito, questo Live è a dir poco strepitoso. Certo, la scaletta è piuttosto breve, appena dieci brani per quarantasei minuti, ma quello che ha reso grande questa band è racchiuso tutto in questi preziosi solchi e riesce benissimo a rendere giustizia ad un repertorio stellare e ad una formazione di eccelso valore, anche da un punto di vista tecnico, dando per scontata (anche se scontata non è) l’incredibile profusione di energia che proviene dall’ascolto del disco. Si può solo immaginare cosa dovesse essere un loro concerto in quegli anni: un vero massacro ed un inno al metal più puro ed incontaminato. La band incarna al meglio la natura stessa dello US Power, ovverosia un genere di chiara derivazione nwobhm, che accoglie però in parte le estremizzazioni ritmiche del thrash e dello speed, offrendo una scarica di adrenalina paurosa, ma sempre con un occhio di riguardo alla melodia metal, spesso esaltata da ugole potenti e graffiate, con un background espressivo comunque tutt’altro che scanzonato ed anzi spesso piuttosto oscuro ed arrabbiato.
La scaletta è equamente divisa tra i brani del primo album e quelli del secondo e bastano le rasoiate iniziali di Ton of Bricks per capire che la band è nella sua massima forma ed espressione, in particolare per quello che riguarda l’incredibile motore ritmico offerto da Kirk Arrington, uno dei batteristi più potenti ed adrenalici degli anni 80, vero e proprio talento mai troppo lodato, e l’incontenibile David Wayne, autore di una prova che lascia allibiti per potenza e dedizione. Incredibili i suoi acuti lungo tutta la scaletta, che uniti alla classica abrasività fanno davvero capire quali fossero le potenzialità di questo screamer, se tenute a bada da una impostazione meno forsennata e da uno stile di vita meno ai limiti. Assolutamente da brividi la sequenza di brani impostata, all classics no fillers, con versioni semplicemente entusiasmanti della celeberrima Gods of Wrath (Wayne sugli scudi), come dell’altra emozionante semiballad Watch the Children Pray, mentre da urlo risulta una tiratissima e parossistica Psycho, uno dei brani in assoluto più tellurici e devastanti mai prodotti, con un Arrington da applausi a scena aperta. Ancora lucciconi per le classiche The Dark e Beyond the Black, veri e propri esempi di cosa dovrebbe essere sempre l’heavy metal e per l’inno Metal Church. Chiude la forsennata cover di Highway Star che, all’epoca, fece un po’ gridare allo scandalo i puristi, ma comunque in grado di garantire energia&sudore a profusione.
Siamo insomma di fronte ad un live praticamente imperdibile, puro, che ci mostra una band nuda e cruda, dal talento incredibile, al suo meglio. Il solo arpeggio di Gods of Wrath vale l’Olimpo del genere e stiamo parlando di un episodio in una discografia comunque sempre di altissimo livello. Purtroppo, la reunion non andò come sperato: Masterpeace, l’album che la ritrovata band rilasciò, non era all’altezza del passato; Wayne appariva fin troppo in difficoltà su linee melodiche che la sua voce usurata non riusciva più a dominare ed anche l’accoglienza del pubblico fu piuttosto deludente, in anni nei quali poteva essere difficile attirare l’attenzione su album di puro heavy metal. L’avventura si concluse, di nuovo, con l’abbandono di Wayne, mentre la band proseguiva, ancora una volta, per conto proprio con un altro cantante, fino al 2008 anno del definitivo stop (in realtà, pare che il gruppo si sia nuovamente riformato con l'ultima line up da studio, vedremo se questo ennesimo ritorno si concretizzerà in un nuovo album). Wayne tornerà in realtà con un album solista nel 2001 (intitolato, indovinate un po’, Metal Church) con l’amico Craig Wells: un disco inaspettatamente di ottima fattura. Il cantante ci lascerà, purtroppo, il 9 maggio 2005, stroncato sulla porta di casa dalle complicazioni seguite ad un grave incidente d’auto che il singer aveva curato poco e male. Live potrebbe quindi essere il risultato migliore di quella estemporanea reunion, scrigno di incredibile valore, che getta una luce abbagliante su un passato magnifico che meriterebbe ben altro riconoscimento. Assurdo che una band del valore dei Metal Church goda ancora oggi solo del "rispetto" generico dei fans dell’heavy metal, tributato più che altro proprio al disco di debutto, pur a fronte di una discografia eccellente. Offritevi l’occasione di ascoltare il meglio che il metal può offrire su un palcoscenico e correte a rispolverare questo album. Subito.
In Loving Memory, David Wayne Carnell (1° Gennaio 1958, Renton Washington – 9 Maggio 2005, Tacoma Washington)
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8
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Questo Live è travolgente! Ottima recensione che mi trova d'accordo su tutto. |
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6
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L'unica Chiesa, visti di supporto ai Metallica al Palatrussardi, grandiosi!! ...la voce di David echeggia ancora lungo le gotiche navate. Supermetal |
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5
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Immensi! questo è il metal!! |
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4
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Band storicamente importante , questo live non lo conosco , vedrò di procurarmelo la recensione del ottimo Lizard parla chiaro . |
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3
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Grandi,immensi,unici Metal Church!I loro primi 2 dischi sono nell'olimpo del metal! |
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2
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ce l'ho.è bellissimo.i Metal Church sono stati una band straordinaria.una di quelle band che ha sempre scritto e suonato grande metal senza mai lasciare che gli andasse alla testa(se capite cosa intendo).un po'come gli Armored Saint.voto 90 |
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1
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Spettacolare live di una band da me molto amata.La recensione mi piace e mi piace il fatto di essersi ricordati di loro. D'accordo anche sulla valutazione. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ton of Bricks 2. Hitman 3. Start the Fire 4. Gods of Wrath 5. The Dark 6. Psycho 7. Watch the Children Pray 8. Beyond the Black 9. Metal Church 10. Highway Star
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Line Up
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David Wayne (Voce) Kurdt Vanderhoof (Chitarra) Craig Wells (Chitarra) Duke Erickson (Basso) Kirk Arrington (Batteria)
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