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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Cannibal Corpse - Violence Unimagined
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15/04/2021
( 6268 letture )
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Non è necessaria nessuna intro, tantomeno alcuna presentazione per una band che, nel corso di più di trent’anni di carriera giunge al quindicesimo album, gli eterni ragazzi di Buffalo inaugurano il 2021 come solo loro sanno fare (maestri e fautori del genere) ovvero con una violenza inimmaginabile. Violence Unimagined quindi, edito dalla storica partner in crime della band Metal Blade Records è formato da undici nuove tracce per poco più di quaranta minuti di sano e brutale death metal, in cui se da una parte la band regala nuovamente ai fans ciò che questi ultimi si aspettano, dall’altra, i nostri, riescono nuovamente a stimolare la curiosità generale con piacevoli novità. Su tutte la conclamazione ufficiale del nuovo chitarrista, tale Erik Rutan che non richiede presentazioni alcune (peraltro produttore del disco) la cui mano e mente si è perfettamente calata nel ruolo come in seguito analizzeremo.
Una delle caratteristiche che accompagna da sempre i Cannibal Corpse è la loro capacità di non aver mai compiuto un passo falso a livello qualitativo nei precedenti album, nonostante i cambi di line up, il piglio splatter e il genere comunque non apertamente mainstream (possiamo tranquillamente dire che loro siano tra i padri fondatori del brutal) il livello tecnico musicale è sempre stato elevato e anche in questo nuovo Violence Unimagined i ragazzoni non sono da meno anzi, l’ingresso di Rutan ha nuovamente fatto alzare l’asticella qualitativa, tirando fuori il massimo da ogni altro membro del gruppo. Nel loro attuale incedere i Cannibal Corpse si muovono tra binari death e thrash, con salti nel passato, sotto la paternale influenza degli Slayer nello sviluppo di parti musicali, con una consolidata e piacevolmente fruttata quantità di groove; ecco come possiamo riassumere in brevissimo spazio ciò che ci aspetta.
L’unico neo che si può riscontrare in Violence Unimagined riguarda il sound: se da un lato plaudo all’analogico dei suoni che la fa da padrone dando un effetto più reale, dall’altro la scelta di enfatizzare moltissimo le chitarre e lasciare la batteria (peraltro tecnicamente sublime) in secondo piano non ne rende giustizia, soprattutto in diffusori di suono sbilanciati o poco efficienti. I suoni delle antecedentemente citate chitarre sono in alcuni passaggi poco chiari a causa delle diverse stratificazioni di registrazione, mentre risultano nitidi e ben equilibrati nei soli e nelle metriche più ritmate. La voce di Fisher è canonica come sempre, spaziando tra vari stili il frontman incasella un piccolo manuale di canto estremo, da sottolineare anche la bellezza e l’efficacia delle metriche che sceglie di utilizzare sopra ad un riffing tecnicamente estremo ed articolato riproposto in più parti nei vari brani.
Passiamo all’anamnesi centrale ovvero quella dei pezzi: come da tradizione l’album si apre con una combo estremamente feroce e suonata a tutta velocità, in Murderous Rampage e Necrogenic Resurrection i Corpse mettono nero su bianco immediatamente ogni loro idea, come sempre han fatto d’altronde, regalando già in apertura ai loro fans tutto ciò che si aspettano: ferocia, brutalità e tonnellate di cattiveria musicale. Inhumane Harvest primo singolo ufficiale del disco smorza leggermente l’incalzante velocità di crociera, a caratterizzare il pezzo sono le influenze slayeriane e l’innesto di un buon groove di base con frequenti cambi di ritmo e di atmosfere. La seguente Condemnation Contagion ha ritmi potenti e trainanti, a guidare il brano sono la voce di Fisher e l’intensità dietro le pelli di Mazurkievicz, tecnicamente parlando il brano è estremamente qualitativo sia per la proposta di riffing che per la strutturazione delle parti. Surround, Kill, Devour si pone invece in essere come vera e propria mina esplosiva in sede live, da una parte è melodicamente trainante per le linee vocali utilizzate, dall’altra altrettanto coinvolgente e potente per i ritmi sostenuti dalla sezione musicale. Nella successiva Ritual Annihilation il gruppo scava tra le proprie radici più brutal e death oriented, non ci sono fronzoli o ornamenti che non si amalgamino con la loro primitiva sostanza ossia, l’oscura e feroce brutalità messa in note. Ennesimo cambio di velocità di marcia in Follow The Blood, qui si pone l’accento sul groove più totale ed anche in questo caso le ritmiche utilizzate in collaborazione con le atmosfere ricreano un effetto di abissale pesantezza e possenza, la band è ispirata ed efficace, sfrutta cambi di tempo e di intenzioni e dà vita ad un pezzo davvero funzionale. In bilico tra le sponde thrash e death si sviluppa Bound And Burned, nel suo incedere e sviluppo è uno dei pezzi più incisivi di Violence Unimagined mentre, la successiva Slowly Sawn si articola tra bordate di groove intramezzate da passaggi di stampo technical death, un brano immediato e efficiente, impreziosito altresì da un piacevole solo chitarristico finale. Overtorture è il brano più corto della scaletta e ci riconsegna i Cannibal Corpse degli antichi fasti, dei loro primitivi albori: diretti, veloci, brutali, senza pietà per nessuno, un brano che colpisce come un montante dritto in faccia, senza un attimo di respiro. A chiudere il disco troviamo infine Cerements Of The Flayed, quella che si rivela essere come un piccolo opuscolo di old school death metal, un pezzo che si discosta leggermente dal mood generale degli altri brani ma che nel suo incedere rivela piacevoli sorprese piuttosto inaspettate e ispirate.
Come postfazione di Violence Unimagined possiamo asserire che i ragazzi gli eterni ragazzoni di Buffalo hanno nuovamente soddisfatto tutti: sia i fans che cercavano bagliori delle loro origini, sia quelli che invece li amano per come si sono mossi negli ultimi anni. Hanno inoltre soddisfatto sicuramente loro stessi per la qualità proposta e per il divertirsi nel mettere in atto ciò. Han rinnovato la tradizione del loro sound (marchio di fabbrica) ed al contempo han portato novità con la N maiuscola (Mr.Rutan…) lasciando spazio ad un naturale evolversi del loro suono senza snaturare la propria essenza. Resta parecchio difficile trovare degli aspetti negativi legati a questo disco, ad alcuni potrà non piacere il loro perenne humor splatter, ciononostante resta fondamentale solo la musica ed in questo, i Cannibal Corpse centrano e distruggono nuovamente il bersaglio.
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22
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Mi piace molto l\'artwork metamorfico. In questo loro disco ci sono anche degli stop n\'go ? |
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21
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come fate a dire che e' bello questo, mazurkiewicz va piano come un bradipo che gia' non e' mostro di velocita' anche quando era giovane. Qui va troppo piano il caro paul batteria troppo ma troppo lenta. Adoro i cannibal comunque ma qui proprio no |
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20
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Non c'è pat cazzo, e si sente
Album peggiore dei cannibal |
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19
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Per me invece sono vivi come sempre, 80 voto giusto |
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Per me qui sono morti, nessunissima sorpresa. Sono sati grandiosi ma ora R.I.P. |
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Unica pecca: "Surround, Kill, Devour" ha il refrain copiato da "Time is Coming" dei Testament. |
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Questo non è semplicemente un disco...questo E' IL DISCO!
Inarrivabili! |
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Sound di livello altissimo, non rilevo il problema della batteria poco in evidenza, anzi lo trovo un disco bilanciatissimo e immune dagli eccessi di comoressione tipici del death metal che hanno inficiato buoni lavori della band (mi viene in mente su tutti Gallery of Suicide, che aveva anche un rapporto S/N ai limiti dello svantaggioso).
Tra i pezzi "Condemnation Contagion" che esalta particolarmente le numerose qualità della produzione; In "Ritual Annihilation" è evidente l'influenza dello stile di Rutan: il pezzo potrebbe trovare spazio in qualunque disco degli Hate Eternal o dei Morbid Angel, se mai questi ultimi decidessero di ricominciare a scrivere cose decenti. Chiude il trittico il thrashone di "Surround, Kill, Devour", trucido quanto basta e con un grande groove.
Plauso anche al fatto che col vinile in edizione limitata è incluso un redeem code per il download del disco in diversi formati fino alla risoluzione di 96kHz/24bit, scelta non più così scontata.
Bel disco. Un po' truce, un po' naif ma elegante dove serve.
Voto 85/100 |
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14
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Pur rimpiangendo quel matto di Pat... rutan non è per nulla da meno be porta con sé ottimi pezzi...album eccezionale...tra i loro migliori...ma del resto giocano un campionato a parte in quanto a classe
PS produzione spettacolare e George strepitoso |
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13
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Bello, moderno, ispiratissimo, secondo me la batteria non è lasciata in secondo piano, anzi è una mazzata sui denti come tutto il sound, 85 |
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La produzione monstre gli fa fare un figurone, meglio rispetto all'appena sufficiente predecessore. Voto 72. |
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11
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Ennesimo colpo messo a segno da queste leggende. Una certezza. Che in line-up ci sia Rutan si sente: pur non avendo apportato stravolgimenti, il suono e il riffing mi sono sembrati complessivamente più cupi e pesanti che nel passato più recente. Sorround Kill Devour e la sparatissima Overtorture le mie top tracks. Al livello di Kill forse no, ma comunque pollice in su, decisamente. Ancora una volta. Voto 82 |
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10
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Disco decisamente ispirato. Rutan si sente e come. |
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mitici i Cannibal. Ho iniziato ad apprezzarli al tempo in cui li conobbi dopo aver letto di loro su uno speciale di Dylan Dog, e da allora non ho smesso di ascoltarli.. spero proprio di poterli vedere dal vivo. |
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8
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Di una violenza inimmaginabile, brutali come sempre, buoni per tutte le stagioni, album bellissimo |
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7
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I CC non vendono sogni, ma solide mazzate.
Grazie ragazzi, speriamo di poter sentire presto dal vivo le nuove canzoni.
Anche per me disco da 78/80 |
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6
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doiscone . Il mio preferito era Corpsegrinder. |
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5
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Album assurdo. Erik resta il Re Mida del metal. |
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album enorme, per me siamo sui livelli di kill
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3
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Pat nettamente superiore con tutto rispetto, anche a livello di composizione... mancano linee e assoli malati. Comunque up the Corpse 🤟🏼 |
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2
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...appena prenotato.....penso proprio che girera' parecchio nel mio stereo.....come "kill".... |
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1
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Leggende immortali.. Ottimo album, il tocco di Rutan si sente🤘 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Murderous Rampage 2. Necrogenic Resurrection 3. Inhumane Harvest 4. Condemnation Contagion 5. Surround, Kill, Devour 6. Ritual Annihilation 7. Follow The Blood 8. Bound And Burned 9. Slowly Sawn 10. Overtorture 11. Cerements Of The Flayed
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Line Up
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George "Corpsegrinder" Fisher (Voce) Rob Barret (Chitarra) Erik Rutan (Chitarra) Alex Webster (Basso) Paul Mazurkiewicz (Batteria)
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