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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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14/04/2020
( 3102 letture )
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Se c’è una thrash band italiana dalla solida reputazione anche all’estero, la quale può vantare un corposo Curriculum Vitae che racconta circa 35 anni di musica e già solo per questo potrebbe anche prendersela un po’ comoda, si tratta certamente dei Necrodeath. Proprio perché si parla di loro, invece, la presenza sul mercato del gruppo è sempre ottima e abbondante, come ribadito dal loro nuovo EP. Edito a un anno esatto dall’album Defragments of Insanity, a sua volta degna celebrazione di Fragments of Insanity uscito trent’anni prima, il nuovo parto musicale qui analizzato presenta tre canzoni nuove, una versione live di un vecchio pezzo tratto da Mater of All Evil del 1999 e una cover che non ti aspetti. Questo il materiale inserito dai quattro musicisti in Neraka, parola indonesiana che traduce “inferno”.
Copertina d’effetto con in primo piano tre figure direttamente correlate con le canzoni inedite presenti in scaletta indicate come "canti" – da sinistra a destra: la Succube, Lucifero e Medusa, impersonate da Jacob Angel e Monica Tomaino - a loro volta da interpretare in chiave dantesca, un tema già affrontato in The 7 Deadly Sins, il CD è aperto proprio da Inferno. Un pezzo che davvero caratterizza il prodotto e il suo messaggio, qualificandolo subito come classicamente made in Necrodeath. Ciò dati i toni oscuri, i bpm elevati sostenuti dal lavoro di GL e Peso che rallentano ad arte quando serve creare pathos, la chitarra di Pier Gonella a macinare col suo tocco il riff di base ed a rasoiare gli assolo, la voce maligna di Flegias e un testo adeguato che parla del riscatto degli ultimi tramite la metafora di Lucifero. Insomma: tutto ciò che serve a definire nettamente un sulfureo pezzo dei Necrodeath. Petrify racconta di come il Sommo Poeta e Virgilio giungano alle porte della città di Dite, per essere fermati da Tisifone, Aletto e Megera - le tre furie - con l’aiuto di Medusa, la protagonista. Brano un po’ più ragionato del precedente, sempre oscuro e necrodethiano fino al midollo, ma con finale ben diverso da quello dantesco. Interessante il break centrale, decisamente maligno. Gli inediti terminano con Succubus Rises, altra discesa nel nostro inferno interiore a base di velocità non priva di melodia tipicamente thrash, che non mi stupirei di vedere proposta spesso in concerto vista la sua struttura concepita esattamente per scatenare il pubblico. Completano la scaletta una versione live di Flame of Malignance estratta da un’esibizione in Belgio e una cover piuttosto alcolica di California Uber Alles dei Dead Kennedys, scelta dietro suggerimento di un amico durante una cena che suppongo sia stata appunto condita da vari bicchieri di vino. Teoricamente lontana dalle sonorità di questo gruppo, ma in realtà meno di quel che si pensi di solito, la canzone è comunque divertente e metallizzata come d’uopo.
Concepito essenzialmente in sala prove e registrato presso il MusicArt Studio di Rapallo alla vecchia maniera come il gruppo usa fare da alcuni anni a questa parte - ossia in presa diretta, molto rapidamente ed evitando metronomi, trigger e "correzioni" varie - Neraka è legato a The Age of Dead Christ per quanto attiene alla costruzione dei nuovi brani, risultandone così una specie di propaggine. Anche la scelta di Flame of Malignance segue questa logica, mentre l’inserimento di una canzone dei Dead Kennedys riflette la scelta di completare il prodotto con qualcosa di inconsueto da incidere sull’onda dell’entusiasmo, anche per presentare al pubblico un lavoro di formato finale più che sufficiente. Non arrivare ai venti minuti circa di durata avrebbe probabilmente limitato l’impatto commerciale e il peso di Neraka, la cui valutazione prettamente numerica non può comunque superare un certo range proprio a causa della sua natura e del doveroso rapporto tra album completo ed EP. Tuttavia, si tratta un lavoro crudo, feroce e tenebroso che, per richiamare il titolo di un vecchio disco della band peraltro contenente a sua volta precisi richiami all’Alighieri, è ciò che deve essere: 100% Necro.
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9
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Sarò un nostalgico e riconosco la superiorità tecnica di Pier, ma con Claudio i necrodeath erano un altro gruppo |
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8
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Sempre in forma! Tre inediti di gran livello (Petrify è quello che mi è piaciuto di più), stilisticamente più o meno in linea con quanto ascoltato nelle ultime release. Cover dei Dead Kennedy molto riuscita a mio avviso. Voto 80 |
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7
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@Filippo spero che i Necrodeath abbiano parecchi fondi da investire allora, perché più ascolto Neraka e più penso che stiano vivendo un momento di forma notevole.
Se votassi adesso il mio voto salirebbe a 80. |
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6
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I Necrodeath, per usare il glossario pugilistica, sono un pò journeymen del metal. I tre pezzi nuovi sono ottimo thrash con influenze death e black, ma il prodotto in sé ha lo scopo di fare un pò di cassa da investire per i prossimi progetti. |
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5
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Grazie e te per aver letto. |
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4
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P.S. Grazie a Raven per le note sulla copertina. Da solo non ci sarei arrivato ad interpretare i simboli.  |
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3
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Sono sinceramente affezionato ai Necrodeath e, fosse per me, tutti i loro dischi sarebbero da 100, anche solo per quello che quei 4 ragazzi rappresentano per il metal di casa nostra.
Si tratta di un bel disco (voto 75) che, come giustamente puntualizza il recensore, si mantiene nel solco di “Dead Christ”. Mi piace molto come è stato registrato, hadei bei suoni. Generalmente non sono molto per le cover, tranne per pochi specifici casi, ma la cover dei DK (pezzo che non sentivo da chissà quanto!) è comunque piacevole.
Spendo una parola sul supporto: è da parecchio che dico che, visti gli esigui numeri di vendita, nessuno dovrebbe sentirsi obbligato ad incidere 50 o 60 minuti di musica se non ci sono idee a sufficienza. Basta con i dischi zeppi di filler o con le poche idee musicali diluite su troppe tracce. Hai 15 minuti di musica? Registrali al meglio che puoi e poi pubblicali! Non so voi, ma io davanti ai 20 minuti di Neraka penso di aver speso bene i miei soldi. |
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2
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Onore e gloria ai Necrodeath!!
Peso per anni in gioventù è stato il mio eroe nazionale...... Ossequi! |
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1
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ORGOGLIO ITALIANO E GRANDI PROFESSIONISTI. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Inferno 2. Petrify 3. Succubus Rises 4. Flame of Malignance (live version) 5. California Uber Alles (Dead Kennedys cover)
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Line Up
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Flegias (Voce) Pier Gonella (Chitarre) GL (Basso) Peso (Batteria)
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