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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Necrodeath - The 7 Deadly Sins
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( 4742 letture )
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Chi non aveva digerito l'ostico e prolisso Idiosyncrasy tirerà un bel sospiro di sollievo, ascoltando la nuova fatica delle icone nostrane Necrodeath: The 7 Deadly Sins è un disco più veloce e furioso del suo predecessore e, se vogliamo, pure di Phylogenesis del 2009. Pur non rappresentando a pieno titolo un ritorno alle radici furibonde e marcescenti degli esordi, si tratta di un lavoro di ottimo livello e che potrebbe riconciliare gli amanti del thrash più spinto con l'act ligure, che qui tra l'altro introduce l'inedito utilizzo di alcune strofe in lingua madre. L'album,'incentrato sul concept dei sette peccati capitali, ha un gran tiro e nella sua efferatezza svela sfaccettature persino catchy -sempre rimanendo nell'ambito estremo, beninteso- e proprio grazie allo sparuto innesto di vocals in italiano appare capace di portare un velo di originalità nella discografia del combo genovese. La voce di Flegias le canta a velocità talmente elevata e con una rabbia così decisa da mimetizzarle sapientemente, giusto per non scoprire troppo il fianco alle critiche di chi proprio non tollera l'abbinamento dei generi metallici alla lingua di Dante.
La tracklist è un'interrotta sequela di mitragliate caustiche, rapidissime sassaiole appestate da rallentamenti di rito e ripartenze a rotta di collo, con riff affilatissimi ed un groove decisamente meno caotico rispetto agli inizi. È bene chiarire subito che non c'è alcuna intenzione di recuperare lo stile di Into the Macabre o Fragments of Insanity, che erano accostabili per certi versi alle sonorità apocalittiche di un Pleasure to Kill, giusto per intenderci. Sin dalle prime note di Sloth la testa si agita a tempo ed i riff si rincorrono con un tiro esplosivo, prima cha la tiratissima e inarrestabile Lust sciorini quelle strofe serrate e quei plumbei rallentamenti che contribuiscono a renderla uno dei momenti salienti del platter. Per quanto spinto, dicevamo, il disco ha un aplomb molto coinvolgente, non melodico ma leggermente più accessibile fin dal primo ascolto rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare dai cruenti macellai tricolori. Le ritmiche sono talmente martellanti da assumere a tratti elementi quasi hardcore, fattore che non priva il lavoro di varietà in quanto ogni brano è ben riconoscibile e dotato della propria personalità; in altre parole, non c'è traccia di quella noia latente che appesantisce tante uscite del settore, inficiate da canzoni tutte uguali a se stesse. I riff caustici, le accelerazioni devastanti e il refrain iper thrashy di Envy, con cori e certi andamenti meno tirati, esaltano il lavoro ritmico del vecchio Peso, mentre nella testa dell'ascoltatore diventa piuttosto evidente la ricerca di una forma-canzone piuttosto classica; gli assoli di Pier Gonnella, invece, sono generalmente convulsi, pur piazzando qua e là qualche gancio melodico.
Non è spaziale, la produzione, ma ben si addice al sound del quartetto italiano, che con Pride piazza la zampata più catchy del lotto: certo, in essa compaiono anche momenti assolutamente soffocanti, ma le ritmiche medio-lente, alcuni riff simil-melodici ed un ritornello ipnotico ne fanno una sorta di tormentone che si imprime in testa ossessivamente. È molto confortante osservare come i Necrodeath siano ancora in buonissima forma, posseggano ancora un'intesa notevole e sappiano riservare altre mazzate micidiali agli amanti dell'headbanging: Wrath, Greed o Graveyard of the Innocents (quest'ultima é, così come Thanatoid, il rifacimento di un vecchio brano della band e non sembrerebbe quindi rientrare nel concept tematico del disco in oggetto) sono quelle più violente, incendiate da vocals straziate e blast-beat velocissimi. Particolarmente incisivo il messaggio che traspare da Greed, una sorta di emblema del pensiero dei Nostri: 'Vivi la vita con un solo manifesto, io sono io e voi non siete un cazzo', canta Flegias con la ferocia di chi vuole affermare il proprio credo, le proprie capacità. Sembrano quasi voler dimostrare al mondo di esserci ancora, i Necrodeath, e di non aver affatto perso il vecchio smalto: certo, qualche momento meno brillante ci sta ed è comprensibile (il remake di Thanatoid non sembra eccezionale), ma nel complesso The 7 Deadly Sins è un disco piacevole, una serie di calci nei denti che serviva come l'aria a chi si era annoiato col concept inestricabile di Idiosyncrasy.
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12
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@Uno: guarda che l`italia e` sempre stato un paese del terzo mondo metallico, anche adesso. Non e` che se ci sono tre o quattro band di livello internazionale allora siamo al livello di Germania od Inghilterra. Negli anni 80 e 90 purtroppo chi suonava metal andava incontro a mille difficolta` piu` di oggi: nessun posto dove suonare, produzioni pessime, pronuncia di inglese deficitaria ecc. tutte cose che tarpavano le ali alle band, considerando che i paesi dove c`era e c`e` maggior mercato per il metal, tipo i paesi menzionati, non e` che ci vedano cosi` di buon occhio (su Rockhard Germania l`ultimo dei Novembre ha preso sette, mica nove). Alcune band da te citate tipo DeathSs e Necrodeath, sono sempre stati una cult band all`estero, quindi non e` tutto da buttare. Anche perche`se il gruppi che vende di piu` ed e` piu` famoso sono i Lacuna io non sarei cosi` esaltato. |
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11
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Non riesco a capire come mai nessuno dice la verità riguardo a band come loro, gli Extrema, i Death SS e altre storiche. Negli anni 80/90 erano il meglio che l'Italia poteva offrire nell'ambito metal ed erano comunque di molto inferiori ai gruppi inglesi e americani che scopiazzavano. Sono cresciuti gli scandinavi e, negli ultimi anni, anche da noi sono nate band che finalmente ci rappresentano degnamente nel mondo. Ma questi gruppi "storici" non hanno mai fatto un salto di qualità e non sono mai riusciti a farsi apprezzare all'estero. Perchè? Perchè evidentemente erano e sono dei MEDIOCRI, che hanno contribuito a farci vedere come un paese di serie B, musicalmente parlando. Ora le band buone che fanno tour mondiali ci sono, e non sono questi qua. Questi signori qui recensiti suonano alle sagre di paese e rirpopongono negli album nuovi pezzi vecchi rifatti e cover, e non hanno influenzato e ispirato nessuno dei gruppi attuali. Se a voi piacciono non discuto sui vostri gusti. Ma Se li paragonate con gente come Selvans, Fleshgod Apocalypse o Novembre sinceramente mi viene da ridere. Eppure nessuno ha il coraggio di dire che la scena italiana non ha bisogno (e forse non ne ha mai avuto) di band come i suddetti intoccabili.... |
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10
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L'ho riascoltato meglio nel periodo festivo, mi accodo anch'io al giudizio della recensione. Fa il suo discreto lavoro, intrattiene e fa scapocciare con una buona dose di velocità e riff infami al punto giusto. Le parti di cantato italiano a me piacciono, apparte che con le vocals di flegias è pure una sfida carpirle qua e la. Niente di miracoloso dunque, ma ben vengano nel 2015 dischi thrash del genere. Con una produzione del genere. Bentornati Necrodeath. |
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9
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Concordo con la recensione,ritimiche tiraratissime,riff affilatissimi e un groove avvincente,calzano a pennello sul tema dei vizi capitali,il cantato in italiano non e' il massimo,ma fanno trash,quindi le parole,in sostanza non contano molto,la passione e l'energia ci sono stavolta,in fondo si son risollevati eccome dagli ultimi loro non proprio esatanti lavori,quindi benvenga questo disco energico e diretto,anche per me ci sta bene un 75. |
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8
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Io li adoro, ci tengo a precisarlo, ma ho due dubbi: 1) perché non si decidono? Alternano disconi ultra-prolissi (Draculea, Idiosincrasy) a dischi più pesanti e "thrashosi". Non possono decidersi una volta per tutte? 2) Perché ogni volta devono rifare qualche vecchia canzone? |
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7
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@Trucido, lo avevo capito che era un concept, però dai Necrodeath, sentir parlare di salatini, tartine, spritz ecc...almeno fossero stati in inglese i testi, li avrei tollerati maggiormente, così non mi vanno giù, niente da fare, ahah... |
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6
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@Ross: Magari la citazione non è ispirata a quella, ma "io sono io e voi non siete un cazzo" è una celebre battuta di Alberto Sordi nel film "Il Marchese del Grillo" a quanto ricordo. |
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5
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è un disco concept sui sette peccati capitali, mi pare ovvio che i vari testi ricalchino queste cose, quando parlano di cibo per la gola o quello citato. |
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4
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'Vivi la vita con un solo manifesto, io sono io e voi non siete un cazzo', Spero sia solo una frase ironica o legata a un concetto più ampio, perché le persone che detesto di più sono proprio quelle presuntuose. |
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3
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Concordo col @LAMBRU disco bello ma gli inserti in italiano mi lasciano perplesso, forse mi devo abituare ma l'è dùra. |
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Nettamente superiore alle ultime prove, forse addirittura il migliore dai tempi di Mater of all Evil. Buoni anche i remake di Graveyard e Thanatoid...78 per me. |
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1
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L'ho ascoltato, bella produzione , buoni riff, disco diretto come piace a me. Peccato che io non riuscirò mai ad ascoltare testi con frasi tipo "cibi succulenti... dimmi come mangi e ti dirò chi sei..." mi bastano queste -ed altre che non sto ad elencare - per farmi passare la voglia di ascoltare un disco, mi spiace.... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Sloth 2. Lust 3. Envy 4. Pride 5. Wrath 6. Gluttony 7. Greed 8. Thanatoid 9. Graveyard of the Innocents
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Line Up
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Flegias (Voce) Pier Gonnella (Chitarra) GL (Basso) Peso (Batteria)
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