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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Necrodeath - Idiosyncrasy
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( 6954 letture )
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Prima Recensione di: Diego Trubia "Er Trucido"
Diciamoci la verità, quando il 9 settembre è stato annunciato che Idiosyncrasy, il nuovo disco dei Necrodeath, sarebbe stato composto da un'unica canzone di quaranta minuti la maggior parte di voi ha scosso la testa, storto il naso, abbozzato paragoni con gruppi progressive o si è chiesto solo e semplicemente il perchè di tale scelta. Per carità, in maniera legittima (se non si cade nel disfattismo), d'altra parte è una scelta stravagante anche se solo fino ad un certo punto, dato che negli ultimi due dischi in studio la band genovese ha puntato sulla creazione di concept album ed in occasione di quest'ultimo ha voluto spingersi ancora oltre in questa direzione. Obiettivo raggiunto? Cercheremo di capirlo nel corso di questa recensione.
Per prima cosa vediamo di sgombrare il campo da alcuni dubbi: questo disco musicalmente con il progressive non ha nulla a che vedere, se non la struttura da suite della tracklist, e dubito fortemente che Peso e soci siano stati influenzati dai gruppi di tale genere per la scrittura e l'ideazione di Idiosyncrasy. Da quello che ho potuto riscontrare l'ispirazione più grossa per questo album arriva da At War With Satan dei Venom, terzo disco dello storico gruppo datato 1984, all'interno del quale troviamo l'esperimento più ardito della band, la lunga titletrack (19.56 minuti). I Venom sono sempre stati un'enorme e sempre ammessa influenza per i Necrodeath ed è quindi auspicabile che i nostri abbiano voluto fare un esperimento simile al combo di Newcastle, con dalla loro una perizia tecnica maggiore. Bisogna anche specificare che l'annunciata traccia unica è in realtà divisa in sette parti, legate tra di loro e che possono essere ascoltate separatamente, quindi la fruibilità del lavoro non viene intaccata più di tanto, anche se il modo in cui vengono unite le varie Part risulta in alcuni casi poco naturale e forzato.
Fatte le necessarie specifiche a riguardo, passiamo ad analizzare Idiosyncrasy, decimo album in studio per la formazione se consideriamo anche Old Skull. Musicalmente parlando ci troviamo di fronte ad un ibrido tra le atmosfere di Draculea (senza però cercare di risultare decadente e senza introduzioni eccessivamente prolisse) e lo stile cesellato di Phylogenesis (frutto della presenza di Pier Gonella), mischiati assieme alle tipiche sfuriate thrash nel corso delle varie parti in un sali-scendi musicale. Proprio questa incostanza è il punto debole del disco, a mio parere, perchè tale struttura si ripete più o meno in tutte le Part, alternando momenti veloci con break solistici o atmosferici in maniera forse troppo meccanica. A tutto ciò va aggiunto il fatto che per poter seguire il filo conduttore musicale del concept diversi passaggi vengono mutuati da un brano all'altro (come ad esempio il ritornello accompagnato da riff scanditi nelle Part II, Part IV e nella conclusiva Part VII) dando la sensazione di già sentito durante lo scorrere dell'album.
Dunque, lavoro da bocciare? Non propriamente: il disco si lascia ascoltare, è gradevole ed in alcuni punti risulta interessante, come nella quarta parte, dove il basso di GL è particolarmente in evidenza grazie al suo giro ipnotico. Certo, i più maliziosi potrebbero dire che come struttura assomiglia alla titletrack di Draculea, ma il pezzo è valido e probabilmente è il migliore del lotto, assieme alla sfuriata thrash che rappresenta la sesta parte, dotata anche di una coda insolita ma piacevole. Anche la produzione è uno dei punti di forza di questo Idiosyncrasy, dando il giusto peso e nitidezza a tutti gli strumenti senza però sembrare artefatta. Ovvio però che -questa volta più di altre- per poter valutare al meglio il lavoro bisognerebbe ascoltarlo nella sua interezza e tutto d'un fiato, gli ascolti spezzettati stile youtube non sono consigliati, in questo caso potrebbero dare un'idea sbagliata del prodotto.
Sinceramente mi sento di dire che siamo di fronte ad un passo indietro rispetto al precedente Phylogenesis, dovuto probabilmente alla rigidità dei vincoli imposti da un concept album di questo tipo, insomma qualcosa di simile a quello che è accaduto agli ultimi Iced Earth e che ha fatto perdere di vista la forma canzone. I detrattori dei Necrodeath troveranno probabilmente altri spunti per criticare la band, i fan nostalgici del black/thrash primordiale probabilmente saranno delusi, tutti gli altri potrebbero trovare le stesse note positive che sono riuscito a trovarci io e che mi hanno spinto ad andare poco oltre la sufficenza.
VOTO Prima Recensione: 65
Seconda Recensione di: Nicola Strangis "Khaine"
Un incubo. Un incubo tremendo. Dovessi riassumere l'ultimo album dei Necrodeath con poche parole, userei senz'altro queste. Perchè Idiosyncrasy, ennesima fatica del combo thrash/black italico, è quanto di più distante possa esserci dal concetto di "sogno": non è melodico, non è armonioso, non è coerente, non ci mette a nostro agio. Idiosyncrasy è crudo, folle, acido, quasi incute timore. Più di tutto, ed al di là del vespaio di polemiche che ha sollevato il suo annuncio, Idiosyncrasy è un disco inusuale, specialmente avendo a riguardo alla discografia della band, che per la prima volta si presenta in un formato diverso dal tradizionale otto/dieci tracce, offrendoci un'unica, lunghissima suite, divisa però in sette parti. Attenzione: non sette canzoni unite tra loro, ma una sola canzone divisa in sette parti tra loro diverse.
Ciascuno dei sette pezzi ha infatti uno specifico tema ed obiettivo: l'introduttivo Part I ed il conclusivo Part VII sono, giustamente, speculari; pur avendo contenuti diversi, entrambi (rispettivamente) iniziano e finiscono nello stesso modo, entrambi hanno una specie di voce narrante in comune, entrambi hanno una certa sezione di chitarre in sottofondo, ci sono persino dei riff uguali: insomma, i due brani si possono considerare l'uno l'opposto dell'altro, quasi a voler disegnare una cornice al disco. Part II è invece il primo pezzo in cui la parola Idiosyncrasy viene ripetuta diverse volte, ma non per questo lo si può considerare alla stregua di una titletrack, dato che questo frammento viene ripetuto anche in Part VII. In Part III la band si prende il primo break dalle distorsioni, offrendo alle dita del chitarrista Pier Gonella la possibilità di creare delle frasi soliste che, nella melodia e nello stile, sono tutto fuorchè "già sentito": presto però il gruppo ritorna a marciare, imbastendo dei riff pesanti, intervallati da brevissime pause, ritmicamente quasi cadenzati e che ben si sposano con le liriche in latino ed in generale con l'effettistica applicata alle malefiche tracce vocali incise da Flegias, per poi esplodere di nuovo nel classicissimo blast beat al fulmicotone, chiuso da un riffone cromatico di Gonella, posto quasi a fare da assist al successivo giro di basso di GL, che introduce Part IV e... insomma, avete capito cosa vi voglio dire, no? Qui non è proprio possibile parlare di "canzoni"; la divisione in pezzi è giusta perchè rispecchia la presenza di determinate tematiche all'interno del platter, consentendo all'ascoltatore di skippare a quella preferita -nel mio caso Part VI- ma, oltre questo, sulla struttura del disco non c'è proprio altro da dire: si tratta di un'unica canzone, composta, arrangiata ed eseguita nello stile dei Necrodeath.
Trattandosi quindi di un'unica canzone è così che ho effettuato i miei numerosi ascolti dell'album, ed è così che mi permetto di suggerirvi di procedere, qualora voleste ascoltare o acquistare il CD. Precisato che gli aspetti formali (ossia quelli relativi alla qualità del suono e più in genere alla produzione) non sono stati affatti lasciati al caso, consegnandoci un album che suona brillante, corposo e tagliente, considerato che la prestazione tecnico-esecutiva dei quattro musicisti soddisfa pienamente le aspettative che ci sono su band di questo calibro, è dunque chiaro che non posso far altro che promuovere Idiosyncrasy a pieni voti. Sarà mio piacere scoprire che effetto farà l'album dal vivo -ammesso che la band voglia suonarlo nella sua interezza- ma questo, ovviamente, è già parte di tutt'altra storia...
VOTO Seconda Recensione: 78
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VOTO LETTORI
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77.27 su 122 voti [
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20
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Sofisticato, Cattivo al punto giusto. Dischetto che merita più di un fugace ascolto... voto : 82 |
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18
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non saranno innovativi (ma poi è pur sempre thrash o sbaglio?) ma fanno il loro porco lavoro...cazzo se lo fanno |
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17
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Buon lavoro... Per me è uno dei migliori del 2011! |
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16
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Su questo tema, con Undercover, avevo già scambiato qualche battuta sotto la recensione di un live, però mi permetto di ribadire che on riesco a comprendere critiche così dure nei confronti di Flegias che mi pare non solo adeguato, ma pure INDISPENSABILE nell'economia dei Necrodeath. Tra l'altro questo Idiosincrasy, a livello vocale, mi sembra secondo solo a Draculea... |
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15
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Eh lo so caro enry, purtroppo ne sono consapevole  |
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14
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mi piace il post di Enry!! eh eh Donne la vostra "generosità " è come la precedenza, VA DATA !!  |
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13
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Diego ormai lo sai, il voto lettori non fa quasi più testo. Esce una rece e dopo 5 minuti c'è subito il minorato che vota zero, finchè l'email sarà facoltativa non cambierà niente. Ma va bene lo stesso, è sempre brutto togliere il giochino ai bimbi dell'asilo (e, ripeto, le donne hanno delle evidenti responsabilità, la loro mancanza di 'generosità' porta anche a questo). |
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12
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Era ovviamente una provocazione per dire che qualsiasi cosa buona o cattiva possano fare ci sarebbe qualcuno che dà zero in ogni caso. Antipatia? Astio? Troll? Tutte cose che a mio parere non c'entrano una fava con il giudizio di un disco, bello o brutto che sia. Alla fine le mie sono solo considerazioni amare, non tanto per il fatto che ho recensito il disco o che sono genovese, ma in maniera generale sulla nostra musica. Comunque vabbè, magari sto invecchiando e non ne capisco l'utilità  |
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11
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Completamente d' accordo con Undercover......per tornare ai vecchi tempi ci vuole ben altro......da dimenticare. |
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10
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Si il giudizio è decisamente troppo pesante, il pericolo però che facciano uscire un secondo "Fragments Of Insanity" non esiste in quanto per prima cosa dovrebbero cercarsi un cantante quantomeno degno di Ingo dato che Flegias non lo è neanche lontanamente. |
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9
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Si il giudizio è decisamente troppo pesante, il pericolo però che facciano uscire un secondo "Fragments Of Insanity" non esiste in quanto per prima cosa dovrebbero cercarsi un cantante quantomeno degno di Ingo dato che Flegias non lo è neanche lontanamente. |
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8
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33 su 16 voti... belin sarei curioso di sentire le ragioni di tale bocciatura dai lettori, se per lo meno chi ha votato ha ascoltato il disco... chissà perchè ho la sensazione che anche se facessero uscire un altro Fragments Of Insanity ci sarebbe sempre chi darebbe degli zeri a nastro |
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7
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I Necrodeath che fanno i sofisticati... ma che è, Scherzi a parte? Ridicoli! |
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5
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Diciamo meno tristi che nei due precedenti album veramente fangosi, dopo il proclama, l'ascolto e la voglia di non far loro troppo male, un cinquantacinque se lo prendono e sono buono. |
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4
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Sono molto incuriosito da questa loro scelta, anche grazie alle due recensioni. Ci darò un ascolto |
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3
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Li seguo da The shining pentagtam...quindi da qualche anno....saro' retrograda o chiuso di mentalita' ma a me i Necrodeath piacevano brutali e senza compromessi in pratica quelli dei primi dischi.....adios amigos.... |
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2
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Beh, dai, dall'annuncio della traccia unica alla presentazione della cover (comunque troppo fuori tema, secondo me) eravamo tutti già pronti a stroncarli. Invece sembra si siano salvati (almeno dal nostro giudizio, ma non dall'eterno amicone che vota zero!) |
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1
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uhmmmm...... Me lo procurerò sicuramente. Da notare l'artwork che fa riferimento alla locandina del film "Le Iene" di Quentin Tarantino. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Part I Part II Part III Part IV Part V Part VI Part VII
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Line Up
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Flegias (Voce) Pier Gonella (Chitarra) GL (Basso) Peso (Batteria)
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