Rino Gissi: Ciao ragazzi e benvenuti su Metallized! Come state?
Flegias: Tutto alla grande direi e poi è sempre un piacere essere ospitati sulle vostre pagine.
Rino Gissi: Da qualche tempo é sul mercato il vostro nuovo lavoro, The 7 Deadly Sins: che impatto ha riscontrato il disco fino a questo momento?
Flegias: Non possiamo esimerci dal pronunciare la solita frase che si usa per ogni uscita di un disco: “siamo pienamente soddisfatti!” (ride) Questa volta però anche pubblico e critica sembrano pensarla esattamente come noi. Mai come in questo caso, ho sentito solo commenti positivi ed entusiasti. L’impatto che ha avuto The 7 Deadly Sins ha superato ogni nostra più rosea aspettativa.
Rino Gissi: Il disco mi é sembrato molto più diretto, veloce, scorrevole e coinvolgente rispetto ai due precedenti; quali sono secondo voi le differenze salienti rispetto a Idyosyncrasy e Phylogenesis?
Flegias: Cerchiamo di fare sempre album dai connotati diversi, pur cercando di mantenere una propria identità. Per questo motivo trovo differenze evidenti tra ogni album Necrodeath. Nel caso degli album da te citati posso affermare che se Phylogenesis è un album molto potente e veloce ma con contaminazioni progressive, in Idiosyncrasy abbiamo portato quest’aspetto al limite, creando un unico brano che si struttura attraverso i suoi quaranta minuti di durata. Nel nuovo album invece abbiamo voluto spingere l’acceleratore al massimo senza però tralasciare l’aspetto tecnico acquisito in tutti questi anni.
Rino Gissi: Queste differenze sono figlie di un'evoluzione voluta oppure l'album é venuto fuori diverso senza pianificazioni?
Flegias: Le pianificazioni sono minime, nel senso che cerchiamo solo di darci delle linee guida a livello stilistico, poi il tutto nasce spontaneamente in sala prove. Nel caso di The 7 Deadly Sins ho soltanto espresso a Peso (principale compositore di tutti gli album Necrodeath) la volontà di fare un album violentissimo. Al resto ci ha pensato lui e Pier in fase compositiva.
Rino Gissi: Credo che proprio queste diversità facciano di The 7 Deadly Sins una dei vostri lavori migliori degli ultimi 10 anni, perché sinceramente prediligo i Necrodeath più veloci rispetto a quelli un po’ prolissi di Idiosycrasy. Credete che questa dimensione sia più consona alla vostra storia?
Flegias: Siamo stati etichettati così come dici soltanto per una questione storica. Negli anni degli esordi Necrodeath vinceva chi faceva l’album più veloce e marcio. Per questo motivo il pubblico è più appagato se spingiamo il pedale dell’acceleratore. Non che a noi dispiaccia questo, ma i Necrodeath sono tante altre cose e buona parte dei fans hanno dimostrato di apprezzare anche le altre nostre sfaccettature. Ad esempio sono in molti che citano come preferenza tra i nostri album proprio Draculea, forse il nostro disco più cupo.
Rino Gissi: Da segnalare é anche l'utilizzo inedito di alcune strofe in italiano. Da cosa nasce questa novità e come credi che verrà accolta dal pubblico?
Flegias: Come ti accennavo poco fa, non pianifichiamo mai troppo le cose. L’idea di inserire alcune parti in italiano è nata durante la composizione del primo pezzo. La cosa poi c’è talmente piaciuta che abbiamo deciso di adottarla per tutto l’album. Facendo riferimento alla prima domanda, direi che la cosa ha funzionato davvero bene, non faccio che sentire commenti positivi su quest’aspetto. Anche all’estero, dove magari non hanno molta padronanza della nostra lingua, la cosa è piaciuta moltissimo.
Rino Gissi: Avete già avuto modo di suonare dal vivo alcuni dei nuovi pezzi? Se sì, il pubblico ha gradito?
Flegias: Li abbiamo proposti in paio di festival proprio a ridosso dell’uscita del disco. La gente ovviamente non li conosceva ancora, ma a giudicare da come poi hanno preso d’assalto il nostro banco merchandise, direi che sono stati apprezzati.
Rino Gissi: Liricamente affrontate il tema dei sette peccati capitali. Ti va di parlarci dei testi delle canzoni e di tutto il concept che ci sta dietro?
Flegias: I sette brani sono legati solo dalla tematica, nessun filo conduttore che li unisce. Facendo un esempio cinematografico non si tratta di serial televisivo, ma di sette film diversi basati su un unico concetto. Per ogni peccato abbiamo affrontato la questione sia in prima persona che in terza, a seconda se il peccato trattato poteva coinvolgerci personalmente oppure no.
Rino Gissi: Da cosa nasce l'interesse nel trattare queste tematiche collegate in un certo modo all'ambito religioso?
Flegias: Nessuna strana dietrologia, semplicemente abbiamo pensato che per un album così violento ben si sarebbe sposato l’argomento in questione.
Rino Gissi: A proposito di religione: qual è il rapporto dei Necrodeath con essa?
Flegias: Non buono??? (ride) A parte tutto, se nei primi dischi potevamo affrontare determinati argomenti per una certa ribellione adolescenziale, con il passare del tempo ci siamo rafforzati nell’essere “contro” semplicemente perché abbiamo preso coscienza del nostro essere e di quanto siano false le prediche di chi razzola male.
Rino Gissi: Nel disco spiccano canzoni come Lust, che reputo forse la migliore in assoluto; quali sono, secondo voi, i pezzi meglio riusciti?
Flegias: Arduo a dirsi… è un po’ come chiedere ad un padre “quale figlio gli sia venuto meglio”. Ritengo che ogni capitolo abbia il suo gioiellino particolare che lo rende unico e affascinante. Per essere imparziale dirò che non posso esimermi dal tuo giudizio (ride)
Rino Gissi: Nel complesso, c'é qualcosa che avreste prodotto diversamente o siete soddisfatti al cento per cento di questo disco?
Flegias: The 7 Deadly Sins è perfetto così com’è a mio avviso e questo te lo dico senza falsa modestia. Se all’inizio non ero convintissimo del sound ottenuto, ad un secondo ascolto mi sono dovuto subito ricredere perché per questo album ci voleva proprio un sound così grezzo ma allo stesso tempo ben definito in ogni sua sfumatura.
Rino Gissi: In Greed compare una frase emblematica: 'Segui la vita con un solo manifesto: io sono io e voi non siete un cazzo'. Vi va di approfondire tale affermazione e spiegarci se questo pensiero riflette lo stile di vita della band?
Flegias: Ad onor del vero la frase è del grande Alberto Sordi. Non vedevamo l’ora di poterla usare proprio perché incarna perfettamente l’alter ego di chi scrive testi Necrodeath, ovvero il Superuomo che si rifà alla filosofia di Nietzsche . Nel brano Hate and Scorn dell’album Mater of All Evil ne facciamo ampio uso di questo concetto.
Rino Gissi: Come mai avete ancora una volta inserito nella tracklist dei remake di vostri pezzi vecchi come Graveyards of the Innocents e Thanatoid? Non eravate soddisfatti delle versioni originali?
Flegias: No, no… ogni album è per noi intoccabile considerando il suo periodo storico. Spesso e volentieri abbiamo riproposto, ri-arrangiato e ri-registrato in chiave odierna vecchi cavalli di battaglia (vedi Mater Tenebrarum, The Flag of the Inverted Cross, Iconoclast, ecc.). In questo caso aveva già pronti questi due pezzi fatti per precedenti produzioni come il DVD. Abbiamo pensato semplicemente di proporli anche su CD vista l’esigua durata dei sette brani sui peccati capitali.
Rino Gissi: So che i Necrodeath godono di ampio rispetto all'estero, avendo influenzato anche giganti del metal estremo mondiale come i Mayhem; voi personalmente che impatto sentite di avere sulla scena internazionale? C'è qualche aneddoto particolarmente gratificante che potete raccontarci a proposito della considerazione di cui godete oltre i nostri confini?
Flegias: Non ti nascondo che quando mi capita di incontrare questi “big” della scena metal internazionale sono sempre gratificato dalle loro lusinghe, ma è anche vero che non sento nessun peso particolare sulle spalle (a parte il “peso” che sta dietro le pelli). Siamo gente con i piedi per terra e di una certa età, cerchiamo semplicemente di fare bene quello che sappiamo fare senza montarci la testa con inutili “se” e “ma”.
Rino Gissi: A proposito di patriottismo, una curiosità personale extra-musicale: visto che nel momento in cui parliamo sono appena iniziati i Mondiali, seguite il calcio? Cosa ne pensate della Nazionale di Prandelli che in questi giorni sta giocando in Brasile?
Flegias: Caschi male, non so nemmeno cosa sia un fuori gioco e l’unica partita dei mondiali che mi è capitato di vedere in un pub è finita in sbronza colossale da parte mia che non ricordo neanche chi giocava e il risultato finale.
Rino Gissi: A livello politico, economico e sociale, invece, la nostra Nazione non è messa molto bene. Qual è la vostra idea sul momento storico che stiamo vivendo?
Flegias: Siamo molto distaccati da qualsiasi militanza politica e se un tempo potevamo magari appassionarci a qualche discussione del momento, oggi come oggi non ce ne può fregare di meno e preferiamo dirottare l’argomento versi lidi più pruriginosi. Detto questo però non manco mai un appuntamento in cabina elettorale, il voto è un diritto che i nostri avi hanno guadagnato con il loro sangue.
Rino Gissi: Sempre per restare in tema socio-politico: è giusto, secondo voi, che le canzoni metal parlino anche di questo? Io lo trovo essenziale e considero piuttosto banale chi continua a soffermarsi su cliché come violenza e satanismo.
Flegias: Il lato positivo della società moderna occidentale è che puoi fare e dire quello che vuoi (o quasi). Per questo motivo ritengo che ognuno può scrivere quello che vuole, poi uno è altrettanto libero di ignorarli. Dal nostro punto di vista cerchiamo sempre di metterci una chiave di lettura allegorica, così da poter essere interpretati a seconda della sensibilità dell’ascoltatore.
Rino Gissi: Torniamo all'ambito musicale: come state supportando il nuovo disco? Avete un tour o delle date già in programma?
Flegias: Quest’estate abbiamo suonato in vari festival e il prossimo sarà il Metal Camp Sicily il 14 agosto. Per il resto stiamo già programmando una serie di date per l’autunno/inverno 2014 che saranno presto disponibili sul nostro sito ufficiale appena definite nei dettagli.
Rino Gissi: Prima di salutarvi, vi lascio una mia considerazione personale: voi, assieme alla Strana Officina, siete a mio giudizio la band metal italiana più importante e influente di sempre. Sarà banale definirvi un pilastro storico ma é la pura verità, non credete?
Flegias: Ti credo sulla parola (ride) ma non dimentichiamoci però anche di band come i Bulldozer che hanno davvero esportato il Made in Italy in anni in cui si credeva impossibile e anche i mitici Schizo che hanno abbattuto la velocità della luce quando il termine “grind” non era ancora stato coniato.
Rino Gissi: L'intervista é finita, vi lascio il consueto spazio per salutare i nostri lettori!
Flegias: Grazie a te per quest’intervista piacevole e invito tutti ad entrare nei gironi infernali di The 7 Deadly Sins non ne rimarrete delusi, parola di Flegias.