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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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15/04/2025
( 2059 letture )
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Che suonare musica metal in Italia non sia facile è una dura realtà su cui molti hanno sbattuto la faccia. Poco interesse da parte del pubblico, continui boicottaggi dei moralisti… le cause sono tante e i Necrodeath le affrontarono fin dall’inizio della loro carriera. Concerti finiti nel caos con la polizia che irruppe sul palco a interrompere lo show, disordini interni e la difficoltà di continuare in una situazione dove semplicemente si era finiti con le spalle al muro portarono la band a sciogliersi nel 1989. Ma le ceneri erano ancora calde e presto il fuoco avrebbe ripreso a bruciare più forte di prima: infatti, dopo la parentesi di Peso nei Sadist, a quasi dieci anni di distanza dallo scioglimento la scena sembrava essere pronta per dare i giusti meriti a chi era pronto a lottare di nuovo. Così dopo Into the Macabre e Fragments of Insanity, seminali sulla scena estrema internazionale pur essendo figli di uno spirito underground e ribelle all’industria musicale, ecco che la band genovese ritorna nel 1998 con Flegias al posto di Ingo e John KillerBob al posto di Paolo e con Claudio che recupera la sua "ascia" pronto a ferire ancora dopo aver abbandonato tutto per anni. L’assalto sonoro riprese in grande stile, Mater of All Evil e Black as Pitch diedero alla band l’opportunità di registrare all’estero in Svezia e riportare in alto il nome del gruppo arrivando a suonare nel 2000 tra un disco e l’altro in festival come il Gods of Metal davanti a un grande pubblico. Ma le difficoltà tornano sempre in un modo o nell’altro e dopo aver cercato di proporre qualcosa che suonasse Necrodeath, ma allo stesso tempo fosse diverso con Ton(e)s of Hate, l’abbandono di Claudio fu un duro colpo. La band riuscì di nuovo ad alzare la testa stringendo i denti, reclutando il giovane Andy alla chitarra e dando alla luce 100% Hell che non solo contiene Master of Morphine che è il pezzo più famoso del gruppo, ma vedeva come ospite Cronos dei Venom, la band che con un suo concerto causò la nascita del progetto. Si sperimenta di nuovo con Draculea ed è qui che arriva Pier Gonella alla chitarra. La formazione definitiva e più duratura entra in scena con Phylogenesis con l’ingresso di GL al basso, da qui si susseguono album più elaborati e altri più diretti e violenti. Idiosyncrasy, The 7 Deadly Sins, The Age of Dead Christ, Singin’ in the Pain e infine nel gennaio 2025 Arimortis; tutti album che hanno portato avanti il percorso artistico dei Necrodeath dimostrando la loro capacità di miscelare gli elementi che fanno parte del loro songwriting incarnando ogni volta una sfumatura piuttosto che un'altra. Se infatti nella loro carriera ci sono stati dischi più ricercati e studiati arrivando addirittura con Idiosyncrasy ha portare il loro thrash/black a inglobare influenze prog, ce ne sono stati anche altri che hanno spostato la direzione sulla violenza più pura come The 7 Deadly Sins.
Consapevoli quindi di quanto fatto, dei propri traguardi e di aver lottato fino a oggi per portare sul palco la loro musica e fare ciò che amano, i Necrodeath realizzano un disco che potrebbe essere visto come un’opera che riassume nel pieno la loro carriera sebbene suoni anche come un lavoro capace più degli altri di collegarsi con quanto fatto agli esordi con quella stessa passione e voglia di suonare senza troppi compromessi. Storytellers of Lies, l’opener del lavoro, ci mostra subito l’energia della musica del gruppo. Un pezzo diretto e violento, che come un pugno in faccia apre l’ultima battaglia. Segue New God, pezzo che, oltre a presentare la solita potenza della musica targata Necrodeath riporta in scena parti atmosferiche che arricchiscono la traccia discostandosi dalla precedente e risultando più variegata. Ma ecco che come da tradizione il gruppo riprende la propria musica e ripropone il classico Necrosadist, pezzo da brividi riproposto in questa occasione con una produzione moderna che rende il brano molto interessante se confrontato con l’originale. Arimortis nell’avanzare della tracklist riprende le parti più atmosferiche e sinistre con la title track che sovrappone all’assalto sonoro del gruppo elementi capaci di aggiungere molto come le percussioni che entrano in scena nel procedere del pezzo, lo stesso vale per Near-Death Experience che più lenta e cadenzata, con parti di cantato in italiano come la band aveva già sperimentato ai tempi di The 7 Deadly Sins, si rivela una traccia capace di farsi notare in mezzo alle altre. Questo mix di violenza e sperimentazione con soluzioni più ricercate ed elaborate si ripresenta in Alien e No More Regrets, quest’ultima sicuramente più riuscita, rivelandosi uno dei punti più alti dell’album. Un altro tuffo nel passato con Metempsychosis (part two) che riprende la strumentale di Fragments of Insanity e la rielabora in una nuova forma. Arrivati quasi alla fine dell’ascolto Arimortis trasmette sensazioni di potenza e oscurità, con tracce intricate che rimangono comunque ancorate a quel viscerale metal estremo che ha sempre caratterizzato la musica di Peso e compagni. A livello di tematiche troviamo Storytellers of Lies che racconta della falsità del business musicale, New God che tratta delle illusioni di oggi, ci sono poi tematiche che raccontano proprio della band e del loro viaggio durato quarant’anni come la title track che come il significato della sua espressione parla della fine di qualcosa utilizzando parole che si legano a quanto fatto dal gruppo fino a ora e citando in qualche modo anche la demo The Shining Pentagram. Near-Death Experience racconta dell’orrore di trovarsi coscienti nel proprio corpo morto. Simile per tematiche ad Arimortis No More Regrets, senza più rimpianti la band sa di essersi presa le proprie rivincite affrontando difficoltà per decenni e ora preparandosi al giusto riposo. La traccia conclusiva Hangover è un altro pugno in faccia proprio come l’opener. Il suo testo che contiene anche parti in latino e la massima “in vino veritas” racconta nuovamente della carriera del gruppo come se si stesse per uscire da una terribile sbornia; con tanto di conati di vomito a fine canzone!
Arimortis è un disco che chiude la carriera di un gruppo leggendario nella scena metal italiana, inossidabili e pronti ad affrontare tutte le sfide che gli si sono presentate i Necrodeath sono arrivati fino al 2025 mantenendo ancora lo stesso spirito selvaggio che li ha sempre contraddistinti in cui la musica è al primo posto senza nessun compromesso. C’è solo tanta passione e tanta voglia di fare casino fino alla fine dei giochi.
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@Uno capisco il tuo punto di vista, però non condivido l\'idea che la loro formula sia uguale in tutti gli album. Hanno sperimentato prendendosi anche i rischi che ne derivano con Draculea e Idiosyncrasy e la loro in classe come musicisti si sente in dischi come Phylogenesis dove le tracce sono elaborate e piene di passaggi interessanti. Se poi non piacciono a tutti o a qualcuno trasmettono ripetitività c\'è poco da fare, de gustibus. |
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Vorrei ben vedere che dopo 40 anni non siano in grado di scrivere musica con qualche tocco di classe qua e là. Con tutto il rispetto per loro e per i loro fans, riconoscendo la loro caparbietà e coerenza a dispetto dei tempi che cambiano, il loro valore artistico è relativo al tipo di proposta Speed/Thrash Metal vecchia scuola e al pubblico a loro affezionato. In senso assoluto loro non hanno mai fatto musica di alto livello, come non l\'hanno mai fatta i Venom, ma questi erano inglesi e hanno saputo giocare bene le loro poche carte buone. Dopo 40 anni fare ancora ritornelli che consistono nel ripetere 4 volte il titolo della canzone su un riff basato su un accordo, siceramente, non mi sembra chissà che. parlo, ad esempio, di Storytellers of Lies e Arimortis (sì, l\'ho ascoltato l\'album). E questo in tutti i loro album. |
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@Uno ti invito ad ascoltare il disco perché come scrivo nella recensione e giustamente ha scritto anche Seba si trovano passaggi più elaborati e canzoni più sperimentali e particolari, la frase conclusiva è più che altro una metafora sul fatto che la band suona musica estrema andando avanti indipendentemente da questioni come il successo o i riconoscimenti, solo per passione e lo faranno appunto fino alla fine che ormai è prossima con la conclusione del tour. Quel \"casino\" per me è una metafora riferita al fatto che sia musica metal estrema, non certo al fatto che manchi la classe nelle composizioni |
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Mah... Si parla tanto di musica vecchia o che sia solo casino, ma la scrittura dei pezzi che continuano ad avere i Necrodeath, in ambito Speed/Thrash Metal la si trova in poche realtà purtroppo. Ci sono tanti piccoli tocchi di classe che fanno veramente la differenza, c\'è poco da fare. Credo che una volta che si saranno tolti dalle scene, mancheranno a più di qualcuno |
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Mah, in molti casi, soprattutto nel thrash ed affini, si parla( va ? ), almeno negli anni ottanta, di musica fatta da fans per i fans ( come la critica specializzata) e questo fatto mi è sempre andato a genio. I Necrodeath non fanno eccezione e questa genuinità mi ha sempre garbato. Ho seguito la band sino a Mater Of All Evil e 100% Hell, quindi su questo non mi esprimo. Ma già altre volte ho scritto che se fossero stati tedeschi anziché liguri qualcosa in più avrebbero ottenuto |
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@Deathland va tutto benissimo, ma qui parliamo di una band che purtroppo per loro è rimasta al palo. Mi sono sempre sembrati fuori tempo massimo, superati, ripetitivi. Hanno perso il treno quando si sono sciolti la prima volta, invece di cavalcare l\'onda. Probabilmente sarebbero diventati delle macchiette come i Venom che hai citato: dei vecchi che fanno musica vecchia, ma che almeno calcano palchi prestigiosi e non le sagre paesane. Peccato. |
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Un buon disco, semplice e diretto, un bel modo per chiudere una carriera onorevole salutando nel migliore dei modi i fans |
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@Uno e appunto tanta passione e tanta voglia di fare casino e ciò che contraddistingue alcuni degli album metal più belli di sempre come Black Metal dei Venom o Reign In Blood degli Slayer, quindi ben vengano dischi con questo spirito |
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C’è solo tanta passione e tanta voglia di fare casino (cit.) Esatto, altro non c\'è. |
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Mi spiace che sarà, a quanto pare, il loro ultimo disco. Rimangono tra le mie band preferite senza se e senza ma. |
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Fino a 100% Hell una serie di album eccellenti, ma anche successivamente sono rimasti per me una band con cui sono sempre andato a occhi chiusi, sicuro che non sarei rimasto deluso. E così è anche per quest’ultimo atto, album riuscito forse anche più del precedente. 80 ci sta tutto. Dispiace che si fermino qui, ad alcuni loro album sono molto legato, ma comunque sia… infinite volte: grazie!!! |
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Ho ancora la cassetta Into The Macabre..dal 87..miti assoluti.. |
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@Rain aka Area personalmente trovo che la produzione musicale e l\'attitudine live di una qualsiasi band siano più che sufficienti per definire qualcosa di \"estremo\", ma è puramente una questione di punti di vista, il mio commento non rappresenta mica la verità assoluta  |
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@MetalFlaz da un gruppo che si chiama NecroDeath io la truculenza sinceramente me l\'aspetto...
Ad ogni modo mai stato un loro grandissimo fan ma si tratta di una grande band che diversi appassionati (anche illustri) conoscono anche all\'estero. Forse nel 1989 era troppo presto, ma adesso dopo oltre 20 anni dal loro ritorno il cerchio può finalmente chiudersi. |
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Siamo su altissimi livelli. Il loro scioglimento un crimine contro la disumanità |
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Fantastici! Vi amo e custodisco ancora la felpa di black as pitch (il mio preferito ) |
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Grandissima band (e grandissimo Peso per quanto fatto anche con i Sadist), l\'unica cosa secondo me superflua è la scelta di alcune parti truculente nella parte \"visuale\", musicalmente parlando sono veramente bravi e non hanno bisogno di altro per colpire |
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Band che dimostra cosa significa fare metal sotto il cinquantesimo parallelo.... |
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eucharistical sacrifice scritta sul muro della mia classe....lacrime al loro scioglimento nel 1989...onore ai Necrodeath, sempre nel cuore! |
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Grande album, ma questi quando mai hanno toppato? Adoro ogni loro album, peccato che questo sia l\'ultimo. Band mitica. |
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i nostri slayer li abbiamo anche noi leggende |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Storytellers of Lies 2. New God 3. Necrosadist 4. Arimortis 5. Near-Death Experience 6. Alien 7. No More Regrets 8. Metempsychosis (part two) 9. Hungover
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Line Up
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Flegias (Voce) Pier Gonella (Chitarra) GL (Basso) Peso (Batteria)
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