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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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HOLLYBLOOD - # 15 - It
24/01/2018 (2629 letture)
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1986 Anno 1986: il trentanovenne Stephen King, scrittore attivo da dodici anni e già autore di alcuni romanzi divenuti veri e propri classici, pubblica quello che è con ogni probabilità il suo capolavoro: It è un'opera monumentale, lunga quasi 1300 pagine, nella quale il Re del Brivido narra la drammatica battaglia di un gruppo di bambini (poi divenuti adulti) contro una potentissima e malvagia entità che infesta da millenni l'immaginaria città di Derry e che, all'incirca ogni ventisette anni, fa ritorno per far scempio dell'anima e del corpo dei suoi abitanti. La descrizione appena tracciata è volutamente riduttiva, dal momento che il romanzo affronta una miriade di tematiche, molto care allo scrittore di Portland, fra cui l'incomunicabilità bambini/adulti, l'emarginazione dei “diversi”, l'amicizia, il timore ed assieme la voglia di crescere, la perdita dell'innocenza, la profondità dei traumi infantili, mescolandole in un'opera che costituisce un romanzo corale di formazione, prima ancora che una sinistra saga dell'orrore. It, l'entità immortale che il gruppo dei Perdenti (come si autodefiniscono i piccoli amici) trova il coraggio di affrontare, rappresenta infatti non solo l'iconico pagliaccio assassino scolpito nell'immaginario collettivo, ma incarna al meglio tutte le nostre paure, i traumi che ciascuno di noi si trova ad affrontare nella propria vita, in maniera per certi versi simile a quella in cui Moby Dick incarna il male insito in ogni animo umano. Pochi autori hanno saputo pennellare in maniera tanto efficace il concetto di Male Assoluto, celandolo per di più sotto l'aspetto apparentemente bonario e gentile di un clown, che offre un palloncino o restituisce ad un bambino indifeso la sua barchetta di carta.
1990 Il primo tentativo di trasposizione del corposo romanzo di King arriva quattro anni dopo la pubblicazione del libro; saggiamente, stante l'impossibilità di condensare in un unico prodotto un'opera tanto complessa ed imponente, la produzione opta per una miniserie di due puntate, basate sulle due epoche in cui It è diviso: il prodotto finale ha indubbiamente contribuito a veicolare il mito di Pennywise, il nomignolo con cui è noto il pagliaccio assassino, grazie soprattutto alla straordinaria interpretazione dell'attore Tim Curry, abilissimo nel mescolare ironia e crudeltà. Tuttavia, a mio personalissimo giudizio, la miniserie presenta anche difetti di varia natura, certamente imputabili in larga parte alla scarsità di budget ed ai limitati mezzi tecnologici di quasi trent'anni fa, che non le consentono di catturare appieno lo spirito del romanzo, se non in alcune sporadiche parti relative al periodo in cui i Perdenti sono ancora bambini. Va detto, per onestà di cronaca, che rendere al 100% la complessità e le mille sfaccettature di un libro come It è semplicemente impossibile, ma chi ha visto la miniserie sa come alcuni aspetti fondamentali siano stati modificati senza una vera ragione o resi in maniera discutibile (chi ha detto “Luce dei Defunti”?). Inoltre, consapevole che questa mia affermazione potrà non trovare unanime condivisione, specialmente da parte di coloro che hanno visto i loro incubi infestati dal nefasto clown durante gli anni 90, il Pennywise del pur bravissimo Tim Curry non comunica terrore. Almeno, non al giorno d'oggi.
2017 Come ormai avrete intuito, il romanzo di King è uno dei miei preferiti in assoluto (da vero maniaco, l'ho letto in tre giorni e buona parte di tre notti) e, essendo nato nel 1990, probabilmente non ho avuto modo di apprezzare al 100% la suddetta miniserie, che ritengo un prodotto interessante, ma molto lontano dal mio personale concetto di trasposizione riuscita. E' dunque con un misto di gioia e terrore che ho accolto la notizia della realizzazione di un'opera cinematografica, a sua volta divisa in due parti, destinata a comparire nelle sale nel 2017 (quando cioè ho compiuto ventisette anni...c'è di che aver paura!); da un lato, la speranza di vedere finalmente un It all'altezza delle mie elevatissime aspettative non mi ha fatto dormire per metà della notte, dall'altro il terrore di vederle atrocemente deluse ha turbato l'altra metà. L'approvazione ufficiale di Stephen King, lungi dal tranquillizzarmi, ha acuito le mie preoccupazioni, dal momento che negli anni il Re ha dichiarato il suo apprezzamento per molte trasposizioni delle sue opere che ritengo francamente improponibili, fra cui il recente film basato sulla saga della Torre Nera. Curiosamente, come è noto, King non ha gradito l'unica versione per il grande schermo che con ogni probabilità divora in un sol boccone il libro da cui è tratta (forse non a caso), vale a dire la monumentale resa di Shining operata da Stanley Kubrick. Ebbene, dopo due visioni, posso dire che il film realizzato dal regista argentino Andrés Muschietti, pur con alcuni difetti che elencherò, riesce dove la miniserie, anche per colpe non sue, aveva fallito: il nuovo It, basato sull'infanzia del gruppo dei Perdenti e sulla loro prima sfida all'entità malvagia, coglie infatti gli aspetti più squisitamente intimi del romanzo di King, ricreando quell'amicizia speciale e quel senso di unità che costituiscono gli elementi trainanti della battaglia contro Pennywise: è proprio l'idea di un porto sicuro dove rifugiarsi in caso di tempesta, l'elemento essenziale che cementa l'unità fra i bambini e consente loro di superare le reciproche paure, per non cedere all'orrore che It scatena contro di loro. Non a caso, è proprio quell'unità che la creatura cerca prima di impedire e poi, con ogni mezzo, di spezzare, approfittando delle paure più inconsce di Bill, Beverly, Ben, Eddie, Stanley, Ritchie e Mike. Anche la miniserie del 1990 ricostruiva in maniera tutto sommato convincente il rapporto fra i ragazzi, ma il film di Muschietti, in tal senso, fa un salto di qualità, mostrando di superare la visione enormemente riduttiva di Stephen King quale semplice scrittore horror. Il merito, oltre che al regista, va naturalmente ascritto ai bravissimi piccoli interpreti, fra i quali spiccano Finn Wolfhard (già apprezzato per la sua interpretazione in Stranger Things) nel ruolo di Ritchie Tozier e Sophia Lillis nel ruolo di Beverly Marsh; proprio Stranger Things è il riferimento più evidente per la costruzione del rapporto fra i piccoli Perdenti, ma il tutto rientra nella normalità, giacché è noto come la serie TV ambientata negli anni 80 sia fortemente debitrice proprio delle opere letterarie del Re del Brivido! Molto convincente è anche l'atmosfera che permea il film, soprattutto nei suoi momenti più iconici: la sequenza iniziale, in cui facciamo la conoscenza del piccolo George Denbrough e del malvagio Pennywise, è drammaticamente ansiogena anche per chi sa perfettamente come andrà a finire (la bava che cola dalla bocca della creatura è un piccolo colpo di genio); allo stesso modo, l'angosciante avventura nella casa maledetta di Neibolt Street ed il finale ambientato nelle fogne di Derry sono ricostruite con grande abilità e con un infinito rispetto per il romanzo originale, aiutate anche dall'ottima colonna sonora di Benjamin Wallfisch. Meno brillanti, ma comunque molto ben realizzati, i primi incontri di ognuno dei ragazzi con una differente incarnazione di It, ad eccezione forse di quello riguardante Eddie. Infine, l'interpretazione offerta dal giovanissimo attore svedese Bill Skarsgard nei panni di It è davvero notevole, decisamente meno ironica rispetto a quella di Tim Curry, ma molto più sadica e malvagia; la mia preferenza, fra i due, va proprio a Skarsgard ed al suo costume d'epoca. Messa così, si potrebbe pensare ad un capolavoro, ma come detto ci sono anche alcuni difetti da cui la pellicola non è (e per certi versi non può essere) esente. Innanzitutto, al pari della miniserie, il film non riesce a trasmettere l'idea di It quale Male Assoluto: naturalmente bisognerà attendere la seconda parte del film per dare un giudizio definitivo, ma l'impressione data dalla pellicola del 2017 è che, seguendo la tendenza degli horror moderni, si sia deciso di trasformare Pennywise in un'entità molto più “fisica” che spirituale. La scelta può avere senso per trasmettere sul momento una maggiore paura, ma alla lunga il timore è che il clown malvagio vada ad aggiungersi alla lunga lista di mostri cinematografici ben caratterizzati, ma incapaci di incarnare l'archetipo del Male. Un'obiezione a tale osservazione è che rendere un concetto tanto potente sia molto più semplice su carta che non su pellicola, cosa indubbiamente vera, ma forse qualche sforzo in più poteva (e potrà ancora) esser fatto, magari anche raccontando in maniera più dettagliata il passato di Derry. Una naturale conseguenza di tale scelta è che Pennywise risulta fin troppo presente nel corso del film, perdendo progressivamente la sua capacità di suscitare terrore, se non nei momenti basati sul più classico “jump scare”, per la verità comunque molto ben costruiti. Naturalmente, anche qui si può obiettare che un film, pure lungo come quello che stiamo analizzando, non può coprire in maniera davvero efficace un libro di 1300 pagine ed incredibilmente denso di eventi e personaggi; non a caso, un altro difetto del film è quello di lasciare un po' sullo sfondo alcuni aspetti importanti del libro, fra cui il morboso rapporto di Eddie con la madre, in certi casi molto più spaventoso delle mille forme assunte da Pennywise per terrorizzare le sue prede. Molto meglio, da questo punto di vista, è costruito il rapporto di Beverly con il violento padre, così come risulta convincente, nonostante lo scarso minutaggio, il personaggio di Henry Bowers, nemico giurato del gruppo dei Perdenti e diretta emanazione, da un certo punto in avanti, dell'oscura influenza di It. La speranza è che, forte del successo della controparte cinematografica, venga rilasciata una versione Director's Cut che integri questi aspetti e che, magari, aggiunga un po' di sequenze squisitamente crude. Per quel che interessa la nostra webzine, una piccola chicca musicale è presente proprio durante lo scontro fra i piccoli protagonisti e la banda di Henry Bowers, accompagnata dalle note di Antisocial, cover dei Trust eseguita dagli Anthrax. Non possiamo poi dimenticare l'esistenza di una band, i Pennywise, attiva fin dal lontano 1988 e palesemente ispirata alla narrazione kinghiana.
2019? La conclusione del film, che epura l'elemento più squisitamente lovecraftiano presente nell'opera originale a favore di uno scontro più scenografico, vede i ragazzi stringere un patto di sangue con la solenne promessa di fare ritorno a Derry, in caso di ricomparsa della loro nemesi. Se nel libro i Perdenti devono attendere quasi trent'anni per ritrovare il loro vecchio amico con cerone e naso rosso, noi saremo decisamente più “fortunati”, poiché solo due anni ci separano dalla seconda parte del film. La miniserie presentava i suoi maggiori problemi proprio nella parte riguardante le vite adulte di Bill e dei suoi amici, che d'altra parte anche nel libro non hanno lo stesso fascino delle vicende relative alla loro infanzia; Muschietti, così abile nel costruire il rapporto fra i bambini, dovrà esser capace di ricreare la stessa magia anche fra gli adulti, molto più disillusi e molto più in difficoltà nell'affrontare di nuovo l'entità che hanno combattuto anni prima, vedendo le proprie vite marchiate irrimediabilmente da questa battaglia. Un altro fattore importante da tenere in considerazione è che, a differenza del libro e della miniserie, il film ha spostato gli eventi dell'infanzia dei Perdenti dagli anni 50 agli anni 80, con il risultato di dover ambientare il sequel ai giorni nostri, dal che discenderanno conseguenze anche tecnologiche facilmente immaginabili (It terrorizzerà anche tramite WhatsApp?). Se poi, come detto, non mi aspetto che al Pennywise più spirituale venga resa giustizia, confido però che venga approfondita il più possibile la sua vera natura, magari grazie anche ad un budget sensibilmente superiore, frutto degli incredibili guadagni registrati dal primo film. Anche tale inaspettato successo, che ha reso It il film horror più fortunato della storia del cinema, sarà un'arma a doppio taglio per il regista argentino, che dovrà confrontarsi con aspettative sensibilmente più elevate rispetto a quelle riservate al suo ottimo “primo tempo”. Se confermerà quanto di buono fatto finora, allora il cineasta di Buenos Aires avrà regalato, a kinghiani e non, un prodotto forse non straordinario, ma suscettibile comunque di rendere giustizia ad uno dei libri più importanti degli ultimi cinquant'anni. In caso contrario, mio quasi omonimo, You'll float too...
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Ho letto tutti i libri di King semplicemente perché King è il migliore, punto. Non è uno scrittore horror come erroneamente gran parte dei media vuol far credere e/ o la gente crede, ma un genialoide che descrive a modo suo i difetti, le asprezze e le sfacettature dell' America profonda, accompagnando il tutto con ampie spruzzate di suspense e una giusta dose di fantastico; il quadro che ne esce è spesso crudo e tagliente, ma estremamente efficace. King sa scrivere anche fantastiche storie d' amore, a modo suo s' intende, "22/11/63" (favoloso) o "La zona morta" ne sono un esempio, non sembra ma è così. " IT" invece è un magnifico e complesso libro (che ho letto e riletto) sulla giovinezza, sui rapporti tra i ragazzi e le loro paure; a modo suo fa sognare, ridere e rabbrividire e scaraventa il lettore in mezzo alla storia con l' intento di fargliela quasi vivere di persona (e qui sta la bravura di King). Io mi sono commosso nel leggere le avventure dei ragazzi, ci rivedo la mia infanzia, le amicizie, gli spazi verdi nella città, le lotte tra le bande dei vari quartieri, le giornate infinite e piene di azione, tutte cose ormai perse nella presente società arida e tecnologica che ha spento tutte le passioni e le sorprese. Il film parla dei perdenti solo quando erano ragazzini ( '58 nel libro, ' 86 nel film) ed è una scelta ragionata, i fantastici passaggi tra le due epoche (bambini/ adulti) che contraddistinguono il libro non sarebbero stati traducibili e capibili nel grande schermo e la trama avrebbe perso fluidità. Ne è uscito tutto sommato un buon lavoro, che riesce a coniugare abbastanza bene le situazioni con il tempo della pellicola, i giovani attori sono tutti molto bravi (solo Ben mi pare fuori luogo) e la parte riservata ad It ben dosata, per cui direi che il voto è positivo. Chiaro che il libro è tutta un'altra cosa, lì siamo quasi a livello mistico mentre qui si parla di intrattenimento, ma giusto per passare due orette in "sana tensione" alla fine questo film non è male e si rivela una piacevole sorpresa. Aspetto il seguito! |
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Stesso discorso per la Torre Nera. Saga che si presta solo a un adattamento a serie televisiva. In questo caso il film però, a differenza di IT, si unisce alla schiera di ciofeche tratte dai libri di King. |
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Credo che la bravura straordinaria di King sia quella di rendere interessate tutto ciò che scrive, anche l’idea più banale o la situazione più insignificante. Da qui i pessimi risultati di quasi tutte le trasposizioni cinematografiche delle sue opere. Questa versione di IT invece è a mio parere una di quelle poche ben riuscite, forse proprio perché non è stata troppo fedele al romanzo, a partire dallo slittamento dell’ambientazione negli anni ottanta, in linea con la moda attuale (vedi Stranger Things, Guardiani della Galassia, Ready Palyer One etc) che va a colpire il target di persone 35-45 anni di cui faccio parte e che consentirà di sviluppare il secondo capitolo nei giorni nostri. Resto convinto però che avrebbero dovuto adattare IT in una serie tv auto conclusiva di almeno 10-15 puntate; con la qualità del già citato Stranger Things o di Westworld ne sarebbe scaturito un capolavoro. |
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Sul fatto de ghostwriter, fatico ad esprimermi perché sono molto dubbioso riguardo King. Sarà sicuramente aiutato nella composizione, considerando la quantità di libri pubblicato, ma fatico a credere che ci sia un’altrapersona che scrive al suo posto. Comunque adesso è uscito un libro scritto con suo figlio. Tornando a It, e considerando che King è da anni lo scrittore che amo di più e che ancora non mi ha deluso, mi risulta difficile parlare dell’opera in se’ in quanto è uno dei miei libri preferiti. Ma se Curry mi fece paura all’epoca per via di quel suo sorriso agghiacciante, Skarsgard mi ha detto poco ed in generale anche questo remake. Bella l’atmosfera, belle alcune parti “moderne”, ma trovo assurdo condensare 1300 pagine di un libro pieno di dettagli e storie, in soli due film. Peggio ancora è il film della Torre Nera, che ho abbandonato dopo 30 minuti perché non c’entra nulla con la saga e l’ha rovinata clamorosamente. Un abominio colossale, migliaia di pagine riassunte in un’ora e mezza di film. Assurdo. Bell’articolo comunque Andrea, sono d’accordo su molte cose |
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Difficile da appurare per ovvie ragioni, nel caso sarebbe vergognoso... |
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@blackiesan74: e non è nemmeno di recente istituzione. Uno dei casi più famosi e pacifici è quello di Dumas padre che pacificamente era coadiuvato da tal Auguste Maquet. Uno scriveva le cose che l'altro non era in grado perché da lui non conosciute. Dumas con il suo immenso talento poi creava i capolavori che tutti noi conosciamo. Per King non sono in grado di dire nulla visto che ho letto solo Carrie, un libro di racconti brevi e le Notti di Salem. Ma già ai tempi del liceo (cioè oltre 25 anni fa) ricordo che qualcuno ne parlava per sminuire King. Con suprema incacchiatura dei fedelissimi. Una delle ragioni della creazione di Richard Bachman fu anche quella di provocare i fautori di tali dicerie. Anche se poi Stephen King ha sempre negato questa ricostruzione |
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mi inserisco nella discussione solo per dire che, avendo lavorato per un certo numero di anni nel mondo dell'editoria, posso confermare che la pratica dei ghost-writer è di uso (e abuso) comune; le case editrici ne fanno largo uso, soprattutto con gli autori di rilevanza internazionale: Ken Follett, John Grisham, Stephen King, Patricia Cornwell... i ghost-writer sono professionisti del settore, che vengono pagati piuttosto bene per scrivere materiale nello stile e con le caratteristiche di chi dovrà appiccicare il suo nome in copertina. |
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Esatto Thrash Till Death avrà un esercito di correttori di bozze magari, ma sarebbe un truffa fare uscire un libro scritto da altri a proprio nome, assolutamente imperdonabile... |
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Ho letto con interesse l'articolo, pur non avendo visto ancora il film. Prima di guardarlo ho deciso di rileggere il romanzo, che avevo letto da adolescente. Non ci ho ritrovato la stessa forza evocativa che ricordo di aver provato durante la prima lettura, pur ritenendo notevoli la costruzione dell'opera e alcuni passaggi. Ripasserò a commentare una volta visto il film di Muschietti.
Sulla questione dei ghostwriter, invece, sono scettico. Ne sento parlare dai primi anni Novanta, quando mi avvicinavo alla lettura proprio coi romanzi dell'autore di Bangor. Credo che in buona misura sia sorta in relazione all'elevata prolificità di King, ma ritengo che il suo metodo, applicato quotidianamente, gli possa consentire di produrre al ritmo che mantiene ormai da quarant'anni a questa parte. Sono invece più che convinto che il suo staff velocizzi in maniera netta il processo di revisione e di editing, facendo in modo che dalla prima stesura alla pubblicazione passi un lasso di tempo più breve della media. |
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Bella storia Mic..... l'ho letta con gran interesse. |
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Su internet non si trovo praticamente niente della storia del ghost writer...però mi chiedo e vi chiedo, ma un ghost writer di tale portata non sarebbe a sua volta milionario? E poi possibile che King si prenda un simile rischio? E se ad un certo punto questo se la canta? Bah... mi pare inverosimile... |
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testamatta ride n21. L'accoppiamento tra ragazzini, scritto in maniera delicata ma che personalmente trovo di cattivo gusto, non è il finale, ma un momento in cui i perdenti sconfortati ritrovano unità e forza d'animo. Dovrebbe forse rappresentare anche il momento in cui avviene il passaggio dall'età infantile a quella adulta. Il finale vede i perdenti che con la forza creata dal loro legame rispediscono IT in letargo, ferito e impaurito. Se ricordo bene. |
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Galilee... ti racconto una storia, se hai voglia di leggerla. Nel mio paese si narra che il macellaio, padre di famiglia, abbia una relazione con la pescivendola, madre di famiglia. L'ho sentito dire con le mie orecchie, mentre aspettavo, nientemeno che dal Barbiere, dal gommista e dal dentista. Poi me ne ha parlato il postino. Ma la certezza assoluta l'ho avuta quando ho sentito CON LE MIE ORECCHIE che ne parlavano tre vecchiette sedute su una panchina al parco. Mia nonna ha detto che ha accennato al fattaccio anche Barbara D'Urso in TV. Il macellaio dice semplicemente che con regolarità, da anni e anni, si sveglia la mattina, due volte a settimana, e va comprare il pesce perché gli piace. E' successo che in alcune giornate non usuali si sia recato a comprare il pesce perché qualcuno gli abbia suggerito che la merce fosse particolarmente buona. |
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Ehi qualcuno mi spiega sta faccenda?!? Come sarebbe a dire che King non scrive i libri che pubblica? Fonti please... |
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X Mic.... A me sembra che tu abbia interpretato male ciò che ho scritto. Il fatto che i libri pubblicati a nome di King non li scriva lui di persona da anni (Non tutti ovviamente) non vuol dire che non lo abbia mai fatto. Ma da metà anni 90 è andata così. La cosa mi fa un pò storcer il naso ma che ci posso fare, non intendevo certo sminuire il suo talento. Anzi ho scritto di non paragonare i due scrittori non perché uno sia meglio dell'altro,ma perché sono troppo distanti. E Mi sembra che nessuno abbia cercato di creare rivalità tra i due. Poi ognuno ha i propri gusti. |
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Dai cerchiamo di riappacificare tutti dichiarando tranquillamente che c'è un solo e vero King: KING DIAMOND! |
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Appurato il fatto che dopo diverse ripetizioni ho imparato il significato di ''campanilismo'' e ''infantile'', ora vorrei solo aggiungere che una volta ho sentito al Maurizio Costanzo Show che IT sia stato in realtà scritto dalla moglie di King mentre lui era strafatto. Ribadisco solo un parere personale visto che qualcuno ha menzionato Barker accostandolo a King. Ho letto sia King che Barker, i libri del secondo li ho trovati non di mio gradimento. Quelli di King di altro livello. Se non li ha scritti lui il vero autore è preferibile a Barker, per i miei gusti. Se un giorno una commissione divina decreterà la superiorità di uno, dell'altro, o di chi scrive dietro le quinte, io continuerò ad avere i miei gusti. Pace e bene |
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Uno è anche dichiarato: Richard Bachman. Scusate, è stata più forte di me la provocazione... |
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Ecco appunto, vedo che non riesci ad uscire dal tuo campanilismo infantile da 4 soldi. Vedi io non ce l'ho con King tutt'altro. E non è colpa mia se lui ha uno staff di gente che lavora per lui, e non è nemmeno colpa mia se la tv e i giornali americani lo prendono per il culo da anni per questo fatto. E questa cosa accade ovunque, su trasmissioni tv , cartoni animati, film e Sit com..etc etc.... Barker scrive un libro ogni 10 anni (non 5 all'anno), non fosse lui a scriverlo sarebbe un imbecille. |
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Sanno anche i sassi dei ghostwriter di King... io non lo sapevo, ma l' altro giorno al bar ho sentito dire che ne fa uso Barker. Poi se non è vero ne prendo atto. |
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Mic. ..se evitiamo di dir cazzate infantili per campanilismo riusciamo quasi a fare un discorso serio grazie. Qui nessuno sta tifando. Quindi per favore... |
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La scena del te della vecchia serie io l'ho sempre trovata comica |
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GALLEGGIANO... GALLEGGIANO TUTTI! (detto con voce death metal)  |
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Comunque secondo il più grosso difetto di questo IT è pennywise, troppo computerizzato, troppi effetti grafici che gli tolgono naturalezza, facendolo assomigliare a un fantoccio. Senza nulla togliere interpretazione ottima dell'attore. |
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beh poi anche il fatto di dire che il Pennywise di Curry era pacioso e non faceva paura, mica tanto vero... c'erano alcune scene nella miniserie molto inquietanti (su tutte quella nelle fogne, quella della signora del tè, e l'incontro di ben con il padre, che in realtà era It, nei pressi della sua casa), e lo dico dopo averla vista da adulto recentemente e più di una volta... è horror a tutti gli effetti, altro che... e poi proprio quel misto fra malvagità e sardonica ironia, direi quasi presa per i fondelli, nei confronti dei bimbi è il punto forte del Pennywise di Curry... Iconico, non c'è altro da dire. |
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Galilee il libro d Barker di cui porti il nome io lo trovo una cagata pazzesca tra il Dallas ed il Dinasty. E poi tutti sanno che i libri per bambini di Barker li scrive un ghost writer |
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Io ho letto alcuni barker, 4 o 5. A me non piace per niente. Per King ho sviluppato una ammirazione da ragazzino e continuo ad apprezzare. Certo come le band storiche ha perso smalto e non ''compone'' più sotto stupefacenti ma ogni tanto dice ancora la sua. Il recente film e né più né meno che un horror per ragazzini come ne escono tanti al cinema |
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No fermi fermi. Barker è tutt'altro che uno scrittore legato all'horror. I suoi romanzi sono uno diverso dall'altro e ben poco è riconducibile all'horror. Oltre al vari libri di sangue schiavi dell'inferno, e se vogliamo Cabal, il resto sono saghe surreali o romanzi epici che varcano il metafisico creando realtà immaginarie all'interno del quotidiano, etc . In più ha scritto libri per bambini ed ora sta lavorando ad una quadrlogia fantasy. Abarat. Per ora ne sono usciti 3. I diritti se li è comprati la Disney. |
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Barker è uno splendido autore di horror, come dite giustamente voi molto sottovalutato. Però, a mio parere, resta uno scrittore legato all'horror. King ha scritto libri straordinari anche senza sfociare nell'horror; vogliamo parlare de Il Miglio Verde? Di Stagioni Diverse, dove infila tre capolavori su quattro racconti? Della saga della Torre Nera? Ha una capacità narrativa che secondo me negli anni è addirittura migliorata, anche se chiaramente le trame sono inevitabilmente peggiorate. Fra gli ultimi, dopo 22/11/63, che per me è un libro straordinario, a me è piaciuto abbastanza Sleeping Beauties, mentre non ho proprio apprezzato né la trilogia hard-boiled, né Revival e Doctor Sleep |
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Ma infatti Barker e King non c'entrano nulla, sia come stile che come tematiche. King, come molti sospettano, secondo me fa ampiamente uso di ghostwriter, altrimenti non si spiegherebbe la pubblicazione di due romanzi l'anno, comunque resta il Re e anche tra i suoi libri più recenti scorgo diversi capolavori, magari in mezzo a qualche cazzata di troppo. Barker invece è un autore sottovalutato e ignorato totalmente in Italia, tanto che sto facendo una fatica enorme per reperire i suoi romanzi, quasi tutti fuori catalogo. |
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Non ho mai apprezzato molto king e la sua catena di montaggio di libri. Lo sanno anche i sassi che i libri non li scrive più lui da anni. Comunque i suoi primi scritti veri erano comunque grande cosa. Nonostante non abbia mai gradito il suo modo di scrivere qualche libro mi intrattenne come si deve. Non lessi però mai questo It, anche perchè da amante dell'horror vidi prima il film. Al tempi ero un ragazzino e il film mi piaceva, perché il pubblico a cui era indirizzato erano appunto i teenagers. Guardandolo ora fa un pò ridere e s'intravedono le mille pecche tra cui il finale orrido. Però nel suo insieme rimane carino. Anche se non è un film horror. Questo nuovo remake non l'ho visto ma lo farò al più presto. Non accostatemi Barker a King per favore. . Non c'entrano nulla, ne come stile nè come approccio all'arte, o al business. Tra l'altro l'accostamento tra i due da parte della stampa non fu ben visto dai due Signori in questione. Anche perchè non fu proprio azzeccato come paragone. |
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Concordo con tutti quelli che hanno scritto che King, quando si è approcciato al cinema, ha combinato solo danni. Come scrittore è un genio, sicuramente il più grande genio horror di sempre, ma come sceneggiatore è penoso. Invece per chi ha scritto di Barker superiore a King... no, direi proprio di no. Clive Barker è un magistrale scrittore, ho quasi tutti i suoi romanzi e sono fantastici, inoltre è bravissimo anche come regista e sceneggiatore, ma la prosa di King è un'altra cosa. Inoltre nella sua sterminata produzione, King ha scritto talmente tanti capolavori da far impallidire chiunque. Poi ovvio che abbia fatto romanzi minori, o addirittura alcune cagate, pure lui.  |
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non ho avuto modo di vedere il nuovo IT, però dalle foto il vecchio IT, con la sua aria paciosa, strabatte il nuovo, che sembra un teppistello conciato all'arancia meccanica.. |
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Per me , sia il film che il libro sono ORRIBILI. Poche cose sono insensate e tediose come questo dittico . |
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Credo si riferisca al Rito di Chüd la scena in cui suggellano il patto di sangue in effetti non era proponibile  |
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Mic#17: del resto (non vorrei ricordare male, ho letto il libro più di 20 anno fa) la prima parte termina con un'ammucchiata in cui Beverly la da a tutti noi? E non puoi mica girarla una scena così con dei ragazzini.... |
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del nuovo clown non ho apprezzato i dentini da castoro
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Sulla Torre nera stendiamo il famoso velo pietoso. |
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riguardo all'approvazione di King... genio quando fa lo scrittore, inadeguato quando entra nel mondo del cinema. La miniserie di Shining ed il film brivido insegnano (nonostante la colonna sonora) |
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mio punto di vista. Miniserie anni '90 a malapena accettabile con i perdenti bambini. Inguardabile nella seconda parte con attori di serie Z (eccetto il clown). Il nuovo film trasforma il libro in un prodotto horror per ragazzini, con una Beverly bravissima e incredibilmente affascinante ma anagraficamente più grande di quanto dovrebbe essere. LA GRANDE CAGATA DEL FILM è il finale che non rispetta affatto il libro. Beverly addormentata che vola... ma quando mai? Ed il primo incontro dei bambini con il Clown inspiegabilmente cambiato (da quando Stan ha paura di un quadro?). Per me una delusione, ma esattamente quello che mi aspettavo. |
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Peraltro non ho citato l'orrenda miniserie sempre su Shining e sceneggiata dallo stesso King  |
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@dri: sì, anche l'aspetto del clown forse è un po' troppo pauroso ab origine. Tornando a Shining, è vero ciò che dici, ma mi ha sorpreso molto ad esempio l'approvazione data da King al film sulla Torre Nera, che oltre ad esser brutto (secondo me) racconta a sua volta praticamente un'altra storia  |
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romanzo batte film 100 a 0
del resto come il 99% dei romanzi di King passati al cinema |
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@ayreon: devi considerare che Barker era anche un fumettista (hellraiser), sceneggiatore, produttore e regista cosa che lo ha molto aiutato nella trasposizione su film dato che ha fatto tutto lui. Infatti king, quando ha voluto fare lo sceneggiatore, ha fatto danni.
Poi partire a scrivere qualcosa che saprai che renderai "visivo" aiuta molto. |
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Quoto @Metal Maniac. Operazione mangia-soldi di una hollywood ormai ridotta a pura industria tipo mcdonald. Robaccia, boicottate questa merda. |
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king sarà anche un genio,ma nell'horror da quando arrivò clive barker ..................... Hellraiser ,cabal,devo aggiunger altro ? |
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io mi sono categoricamente rifiutato di andare a guardarlo... per me la miniserie, con le sue ingenuità e imperfezioni, non ha prezzo e rimane impareggiabile... troppo belle quelle atmosfere e troppo belli quegli effetti tipicamente "ottantiniani", che nessun film ultra-milionario moderno potrà mai avere... e "Pennywise il clown danzante" per me è unicamente Tim Curry, non c'è storia... questo sbarbatello di Skarsgard non mi ha mai convinto... e infine, devo aspettare 2 anni per vedere la seconda parte? ma per favore... |
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d.r.i.#8: "...il nuovo Pennywise mi sembra troppo terrorizzante sin dal primo impatto, cosa che non era nel libro e nella miniserie, e questo è un errore perchè era proprio per il suo aspetto bonario che i piccoli si avvicinavano".
Ribadisco, non ho visto il film, ma la tua mi sembra un'ottima osservazione. |
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Parole decisamente grosse queste: "Curiosamente, come è noto, King non ha gradito l'unica versione per il grande schermo che con ogni probabilità divora in un sol boccone il libro da cui è tratta (forse non a caso), vale a dire la monumentale resa di Shining operata da Stanley Kubrick." King ha criticato, e ha fatto bene, perchè il film non rispettava fedelmente il libro. Detto ciò entrambe sono dei capolavori.
Tornando ad IT il nuovo Pennywise mi sembra troppo terrorizzante sin dal primo impatto, cosa che non era nel libro e nella miniserie, e questo è un errore perchè era proprio per il suo aspetto bonario che i piccoli si avvicinavano. |
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@ InvictuSteele: Anche a me piace molto il libro di Shining, come peraltro quasi tutti quelli di King (anche se gli ultimi, come quelli della trilogia di Mr. Mercedes, mi hanno detto veramente poco), però trovo che il film sia di una categoria superiore
@Macca: Confermo alla grande, è in effetti un film basato molto sui classici "jump scare" e che rende il mostro molto "fisico". Ma è comunque fatto molto bene, sempre a mio modesto giudizio si intende
@Testamatta: Curry è straordinario, ma molto più istrionico rispetto al nuovo It, che invece è puramente sadico e malvagio, forse anche troppo a tratti. A me ha convinto molto anche lui, poi è chiaro che ciascuno di noi può ricevere sensazioni differenti dalla visione di un film  |
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Neanch'io ho visto il nuovo film e, come molti, ho visto la miniserie in giovine età (inutile secondo me fare rapporti con il libro che, in alcuni passaggi, sa essere molto spaventoso, grandissimo romanzo). Tim Curry fu eccezionale a mio parere e la cosa che mi chiedevo era proprio in riferimento all'attore della nuova pellicola. Nonostante il pesante trucco la sua giovane età non ha rischiato di rendere meno credibile Pennywise? Soprattutto, forse, per chi ci si approccia ad esso - quasi 40enne - a quasi trent'anni dal primo film e con un immaginario ormai ben radicato. |
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Io purtroppo non sono riuscito a vederlo al cinema, ma pare che sia riuscito molto bene, più fedele al romanzo e soprattutto che si coniughi a tutte le caratteristiche dei "nuovi" film horror: confermate? Niente spoiler però l'originale era sicuramente migliorabile ma lo abbiamo visto tutti da bambini (io avevo 7 anni) quindi lo ricordiamo con affetto, inoltre ai tempi bastava poco per farci cagare in mano ahahahah |
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Sono cresciuto con la miniserie, la prima parte buona la seconda un po' meno, ma tutto sommato era discreta e da piccolo mi piaceva molto. Era pur sempre un film televisivo e quindi aveva molti difetti. Il nuovo IT invece mi è piaciuto tantissimo, più fedele al romanzo, più crudo e fatto decisamente meglio. Per giudicare l'opera completa bisogna aspettare la seconda parte, me per ora sono rimasto soddisfatto. Con i film tratti dalle opere di King c'è da stare attenti, perché 7 volte su 10 tirano fuori delle porcate. Non è questo il caso, così come non è il caso di alcuni film usciti di recente sempre tratti dai romanzi del re, che tra l'altro è il mio scrittore preferito da una vita e del quale ho letto ogni singolo libro. Comunque non è vero che il film Shining di Kubrick si mangia il romanzo, è solo un po' diverso, ma pure il romanzo è un capolavoro. |
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The Blair Witch Project è effettivamente il film horror con il più rapporto budget/incassi (costato sessantamila dollari e ne ha incassati duecentocinquanta milioni), ma It, pur costato circa trenta milioni, ne ha comunque incassati ben settecento  |
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Una domanda... ma il film horro più fortunato non dovrebbe essere "Blair Witch Project"? Costato due spicci e ne raccimolò cento volte tanto? |
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