INTRODUZIONE Arrivati a quota dieci album in studio con Medicine at Midnight i Foo Fighters colgono l’occasione per dare vita a un folle esperimento cinematografico che mischia horror e commedia. Nato da un’idea di Dave Grohl il film viene realizzato parallelamente all’album e viene girato nella stessa casa dove la band registrò il disco e viste le tante leggende e storie sull’occulto e la musica rock come, per esempio, quella del Clearwell Castle dove i Black Sabbath realizzarono Sabbath Bloody Sabbath e dove si narra che Ozzy Osbourne e Tony Iommi assistettero ad eventi soprannaturali, una storia come quella di Studio 666 è più che azzeccata. Sebbene la storia di fondo sia indubbiamente interessante, anche se piuttosto abusata in ambito di film horror, la pellicola ha alcune pecche abbastanza pesanti che ne abbassano la qualità, ma anche dei pregi che sicuramente gli appassionati del cinema di genere e della musica metal apprezzeranno, come ad esempio i cammei presenti nel film.
IL FILM Per quanto riguardo il lato puramente cinematografico Studio 666 riporta inevitabilmente alla mente pellicole come La Casa (Evil Dead) e mischiando questo stile horror con la musica rock e metal. L'esperimento ideato da Dave Grohl segue inevitabilmente la scia di film come Deathgasm, diventando sotto certi versi una copia di quest’ultimo. Il concetto che il rock fosse la musica del diavolo e collegare questo alla massima Diabolus in Musica tanto cara agli amanti del metal, era un’idea già usata in diverse pellicole, come in Morte a 33 giri del 1986 che vantava la partecipazione di musicisti come Gene Simmons e Ozzy Osbourne e, da allora, i film che legano l’horror al rock sono stati tanti. Questo film del 2022 non è certo innovativo e non cerca in nessun modo di esserlo e proprio qui sta un suo pregio, cioè nella sua semplicità e nella voglia di divertire abusando di cliché e calcando la mano sui luoghi comuni del genere horror piuttosto che cercare di essere inutilmente troppo seri. La trama, come accennato, ricalca pari pari quella di storiche pellicole horror. Si inizia con la storia di ciò che accadde trent’anni prima nel 1993 quando in una villa si compì un massacro. Salto temporale ad oggi e vediamo i Foo Fighters intenzionati a registrare un nuovo album, che parlano tra loro con il loro produttore scambiandosi battute sporche e citazioni a film e musica in generale con dialoghi divertenti e ben scritti, ma che denotano già lo stile volutamente fin troppo demenziale del film. Il produttore e la sua assistente trovano per la band uno studio particolare per la registrazione del nuovo album che sarebbe la villa in cui è avvenuto il massacro visto all’inizio, la quale si trova a Encino, a Los Angeles. Grohl inizia subito a sentire una presenza sinistra e questo lo convince che sia il posto adatto a scrivere musica e registrare. Con l’aiuto di Krug (Kerry King) sistema la batteria e, successivamente, Dave vede figure misteriose vestite di nero aggirarsi per la villa mentre mani misteriose spostano i cavi con cui dovrebbe lavorare il tecnico che rimane fulminato e muore. Il resto della band vorrebbe andarsene ma Grohl insiste per rimanere e alla fine li convince. La band tuttavia non trova la giusta ispirazione e riesce a risolvere il problema solo quando Dave scopre un antro dove si nasconde il segreto dei Dream Widow, la band che in origine tentò di registrare nella villa e che venne uccisa dal proprio leader. Un libro maledetto (chiaramente simile al Necronomican di Lovecraftiana memoria citato da Evil Dead), contiene un male che si impossessa del frontman dei Foo Fighters aiutandolo però a trovare l’ispirazione per comporre nuova musica; ovviamente a tutto questo seguirà sangue a fiotti…
CONCLUSIONE I punti di forza del film sono sicuramente i tanti cammei che risultano azzeccati e divertenti come quello di Lionel Richie nei panni di se stesso e quello già citato di Kerry King. C’è poi lo storico regista John Carpenter che recita nei panni di un ingegnere del suono e che in quanto compositore ha anche contribuito alla colonna sonora del film che oltre ai brani della band fittizia Dream Widow scritti da Grohl, conta su tracce realizzate dal batterista Roy Mayorga che viene indicato come principale compositore. Inoltre è presente nel cast anche la famosa attrice Jenna Ortega. Gli altri punti di forza sono le scene comiche e lo scambio di battute tra Dave e gli altri membri della band (Pat Smear è forse il più comico tra tutti) che risultano divertenti e che mostrano la sintonia presente tra i musicisti; proprio per questo è innegabile che ci sia una nota di tristezza pensando alla scomparsa di Taylor Hawkins avvenuta nel marzo 2022. Purtroppo la pellicola ha anche aspetti negativi, l’ironia volutamente grossolana e le parti horror e splatter servono a colmare un vuoto di idee e in un certo senso di contenuti perché il film come detto non cerca di essere innovativo quanto piuttosto di seguire coordinate già stabilite da altri cult anni ’80. In definitiva Studio 666 è un film adatto a chi ama sia la musica rock che i film horror, che non va oltre certe aspettative, restando comunque godibile per chi apprezzi il connubio tra musica del diavolo e cinema dell’orrore.
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