Come testimoniato dalle letture che avete accordato a questa serie, molti di quelli che ci seguono abitualmente sono anche appassionati di cinema Horror. Un fatto assolutamente prevedibile, se consideriamo che l'iconografia del mondo metal è strettamente connessa ad immagini potenti -a volte estreme- che accompagnano musica dai toni che definire forti è limitante. Non solo: anche l'immagine esteriore degli appassionati è altrettanto spesso legata ad un abbigliamento e ad un trucco, sia in scena che fuori, che ha creato interi filoni musical-visuali, se così si può dire. Uno di quelli più popolari, ammesso che di popolarità in senso stretto si possa parlare per quelle che in definitiva sono sempre sottoculture di nicchia, è il gothic. Ebbene, forse non tutti sanno che l'immagine di questo mondo, ma anche di parte di quello BDSM (Qui un nostro articolo sull'argomento), si deve ad un'attrice degli anni dieci e venti del secolo scorso -ma in realtà quasi solo degli anni 10- la quale ha creato un filone, un'immagine, un modo di essere e persino un termine come "Vamp", oggi passato di moda, che deriva proprio da "Vampira" ed anche dal film di cui stiamo per occuparci. Il suo nome? Theda Bara, pseudonimo che, per la cronaca, è l'anagramma di Arab Death. Ed è già atmosfera metal.
LA NASCITA DELLA MORTE (ARABA) Per inquadrare correttamente A Fool There Was -questo il titolo del film al quale l'articolo è dedicato- e capire quanta influenza questo abbia avuto sull'estetica di un certo cinema di genere, sulla popolarità dei temi psico-vampireschi e su parte della musica che ascoltiamo, bisogna prima ricostruire la storia della sua incredibile protagonista: Theda Bara. E non solo, dato che la nostra protagonista fu anche la prima vera icona sexy ed oscura del grande schermo, tanto da dare origine al termine "Vamp", direttamente derivato da "Vampire". Nata il 22 luglio 1890 a Cincinnati (Ohio), Theodosia Goodman, questo il vero nome dell'attrice, era figlia di un sarto di poche pretese e di una esponente della borghesia svizzera. Brava studentessa ed amante dei libri, si diploma presso la Walnut Hills High School. Poi, all'improvviso, realizza che dentro di lei brucia la fiamma dell'arte. Si tinge i capelli biondi di un nero corvino e dopo un paio di anni di università a Cincinnati dove comincia a recitare in teatro, appena diciottenne si trasferisce a New York con lo scopo di farlo per professione. Cosa che inizia a fare in vari teatrini e compagnie stabili di giro, arrivando poi al mondo del cinema muto nel 1914 con The Stain. Assieme al film trattato in questo articolo, sarà l'unico che le sopravvivrà arrivando fino a noi. Theodosia ha un fisico a cavallo tra quello in auge fino ad allora e quello minuto che sta per diventare di moda. Le più che carnose donne veicolate dal gusto ottocentesco come modello ideale stanno per cominciare a cedere il passo negli U.S.A. a figure più adatte ad un mondo più veloce, rapito dalle note dell'Old-Jazz e poi del Charleston. Serviranno corpi longilinei, scattanti, nervosi, carnagioni lattiginose e capelli scurissimi che risaltino nelle pellicole in bianco e nero e facce scavate, sbarazzine, moderne; "le maschiette". Per adesso, però, Theodosia, dispone ancora di tutto quanto serve. Dopo i primi anni in cui vivacchia ai margini del grande giro e durante cui recita in ruoli di secondo piano in pellicole come The Stain e Siren of Hell, cambia nome in Theda Bara/Morte Araba, anche se “Theda”, ad onor del vero, è il soprannome di Teodosia da bambina, mentre “Bara” è la contrazione del cognome del nonno: Baranger. Viene notata dal regista Raoul Walsh, personaggio storico del cinema statunitense, il quale le offre il ruolo da protagonista nella trasposizione cinematografica della novella di Kipling intitolata La Vampira.
LA VOLPE VAMPIRA La Vampira racconta la progressiva rovina del diplomatico John Schuyler, classico padre tutto famiglia, lavoro ed apparenze il quale, mandato dagli U.S.A. in Inghilterra per svolgere una missione diplomatica, incontra durante il lungo viaggio in nave (siamo nel 1915) "la vampira". La donna, caratterizzata da un languido e sinistro alone di mistero esaltato da un trucco ed un look che faranno scuola fino ai nostri giorni, seduce ed abbandona i suoi amanti dopo aver distrutto le loro vite. Circuito dalla Vamp, abbandona la famiglia e la carriera, rovinandosi irrimediabilmente ed entrando in una spirale che lo porta sempre più in basso, lo priva della sua volontà e, secondo molti critici, addirittura della sua forza vitale, letteralmente risucchiata dalla Vampira, fino alla morte dell'uomo. Detta così, può sembrare addirittura qualcosa di banale, ma a parte il fatto che un tema simile non era certo frequente all'epoca dell'uscita della pellicola, peraltro spinta con un notevole battage pubblicitario, c'è molto altro che deriva da quel lungometraggio in cui Theda appare già caratterizzata da un trucco sugli occhi che è oggi un classico del Gothic, che, come detto, sono poco più di un pretesto per parlare di ciò che avvenne dopo il suo grande successo e come questo ci riguardi ancora oggi. Grande quanto? A sufficienza, ad esempio, per consentire al produttore, tale William Fox, di avviare la Fox Film Corporation, in seguito 20th Century Fox, pur senza il suo fondatore. Copie del film sono oggi conservate negli archivi del Museum of Modern Art, alla EmGee Film Library, nella Paul Killiam collection e sono gelosamente conservate da grandi collezionisti privati. Ad onor del vero, sempre nel 1915, uscì un altro film intitolato Les Vampires, una specie di poliziesco surrealista che oltre ad essere ad episodi e di durata molto più contenuta, proponeva la figura di Irma Vep, anagramma di Vampire, interpretata da Musidora, attrice francese che rivaleggia con Theda Bara per la nascita del termine e dell'estetica della Vamp (altri personaggi del film erano Satanas ed Il Grande Vampiro), ma l'impatto successivo nel senso che a noi interessa offerto della Bara fu enormemente superiore. In ciò precedette addirittura Bela Lugosi, il quale non a caso ha voluto che sulla sua tomba fosse scritto "Arab Death", la cui prima pellicola risale al 1917 e divenne l'immagine di Dracula molto dopo, ed influenzerà nel tempo un certo modo di apparire di personaggi quali Nico, Siouxsie Sioux -specialmente lei- Robert Smith, David Bowie, Lux Interior, Dave Vanian ed altri, passando anche per Morticia Addams. Diventando anche uno standard dell'alta moda, peraltro.
LE PERSISTENTI IMPRONTE DELLA VAMPIRA Di quest'attrice, del suo look e di questo film, poi, si possono rintracciare le impronte in epoche seguenti in pellicole di culto. Ad esempio in quell'inquietante e citazionista -appunto- gioiellino intitolato NekRomantic. Un vero cult poco più che amatoriale del 1987 di Jörg Buttgereit del quale probabilmente ci occuperemo in seguito, che se da un lato non nasconde di rifarsi in parte alla lezione di Joe D'Amato, cita apertamente Theda Bara nelle pose e nell'effetto della protagonista sul suo omologo maschile. Inoltre, andando più indietro, l'horror del 1942 Il Bacio della Pantera presenta un personaggio come Irina che è una vera Vamp aggiornata agli anni 40 e, soprattutto, quel clamoroso personaggio degli anni 50 battezzato Vampiria, impersonato da Maila Nurmi, è nato ispirandosi in parte a Theda, tanto che un albero genealogico della paura al femminile che parte da Theda Bara, passa da Vampiria ed arriva a Morticia Addams ed al BDSM passando per la strega di Biancaneve firmata Disney è perfettamente logico. E gli incastri sono davvero così tanti tra i personaggi citati, compreso quello con un nostro articolo su Gustave Doré, che ci porterebbero davvero lontano se li citassimo tutti. Ma non è finita qui: a lei è ispirata l'estetica del personaggio di Death della serie Sandman della DC Comics e, dulcis in fundo, la frase celeberrima nel mondo del cinema che recita: "Baciami, stupido", che è anche un notissimo film di Billy Wilder è tratta proprio da A Fool There Was. Assolutamente strano come la sua storia non sia stata quasi mai sfruttata in ambito metal. Un esempio in tal senso, per quanto di secondo piano, è quello fornito dai nostrani Lord Vampyre di Gothika Vampyrika Heretika. Titolo perfetto per la protagonista di questo scritto.
STRUMENTO DEL DEMONIO Sguardo intenso sottolineato da un pesante trucco nero, forme rotonde debitamente sottolineate da vestiti abilmente drappeggiati ed in colori adatti a risaltare nelle foto in bianco e nero, gioielli estremamente appariscenti ed aura simil-orientale; questo il personaggio creato dalla produzione per imporre la semi sconosciuta Theda Bara prima dell'uscita del film e spingere la gente ad interessarsene. Il tutto non prima di aver diffuso una serie di false storie che la riguardavano che crearono anche il binomio tra Hollywood ed il gossip relativo allo star-system. Theda Bara è egiziana; è figlia di un'araba e di un francese; si mostra in pubblico solo velata e parla alla stampa solo in stanze avvolte dalle tenebre; e la cosa funziona. Funziona perché viene costruito un personaggio ben preciso da Al Selig e John Goldfrap, gli incaricati di Fox i quali, al momento di presentare Theda agli addetti ai lavori, organizzano una conferenza stampa in cui la ragazza entra in sala avvolta da fumo denso e viene poi presentata come figlia di uno scultore italiano e di un'attrice francese, cresciuta in Egitto con latte di serpente da una tribù Tuareg (!) Vengono diffuse storie su quanto sia perversa, dominatrice e priva di pudore, sensazione accresciuta da costumi di scena in cui il vedo/non vedo (ma più "vedo") la fa da padrone, ed altre in cui la si dipinge come mistica sacerdotessa dell'occulto che si balocca con scheletri ed amuleti antichi. Anche la gioielleria è pesante, vistosa e di ispirazione egizia e dark, per usare un termine moderno, contribuendo a fondare un filone che porta a quelli usati al giorno d'oggi nel Gothic e dintorni. Inoltre, la sua fama si regge anche su uno sguardo incredibile, il cui effetto è aumentato sia dall'uso pesante del mascara -la prima a farlo insieme a Pola Negri- che da una fortissima miopia. La cosa le crea anche problemi pratici anche dopo molto tempo, tanto che si narra che una volta fu rifiutato il ricovero al marito in quanto si supponeva che fossero stati i suoi influssi malefici a causare un incidente in cui era rimasto coinvolto. In alcune occasioni dei ristoratori le negano l'accesso nei loro locali. Alcune associazioni puritane scatenano campagne contro di lei molto simili a quelle recenti contro certi gruppi metal, arrivando a chiedere che fosse bruciata su un rogo e trafitta al cuore da un paletto di frassino. Tutto questo funziona talmente tanto che il 1915 saluta l'uscita di ben otto pellicole con lei protagonista -ad esempio una rivisitazione di Romeo e Giulietta con lei fantasma- e gli incassi ai quali abbiamo prima accennato la pongono a fianco di Charlie Chaplin in questa speciale classifica. Anche per guadagni, che arrivano anche a 4000 dollari a settimana; e siamo negli anni 10 del secolo scorso.
VAMPIRI SU MARTE Si scatena la Theda Bara-mania, personaggi pubblici importantissimi si dichiarano rapiti dalla sua immagine, un certo Nikola Tesla (si, quel Tesla) dichiara di aver stabilito un contatto coi marziani e di voler inviare sul pianeta rosso l'immagine di Theda. Nel 1917 la famiglia Goodman cambia nome in Bara. La moda delle donne di una certa èlite culturale diventa quella gotica, provocando scompigli e preoccupazione negli ambienti religiosi e puritani. La stampa abbocca all'amo. Il prestigioso Evening World pubblica addirittura un vademecum pieno di consigli per il pubblico maschile, atti ad insegnare come riconoscere ed evitare "le donne vamp-iro". Il resto della stampa non è da meno ed in maniera più o meno disinteressata la dipinge al pubblico come "La regina dei vampiri"; "la sacerdotessa del peccato" o un "prodotto del diavolo". Una serie di appellativi che ricordano certi giudizi trinciati anche oggigiorno per denigrare artisti metal e non solo. Ma l'impatto della figura di Theda Bara non si limita a questo, ma scava in profondità nel sociale. Il nascente movimento femminile statunitense comincia ad ottenere risultati ed i conservatori usano l'immagine della Vamp Theda Bara per convincere la gente che una donna indipendente equivaleva ad una donna demoniaca, strumento del male e corruttrice di uomini. Un feticcio nero e perverso da agitare davanti agli occhi dei benpensanti timorati di Dio. Un'idea che attecchisce nell'immaginario bacchettone del periodo e che durerà purtroppo molto a lungo. In certi casi fino ad oggi. La risposta di Theda?
“La vampira che io interpreto è la vendetta del mio sesso sui suoi sfruttatori. Vedete? Ho la faccia di una vampira, ma il cuore femminista.”
STANLIO, OLLIO E LA BARA Le cose andarono avanti così per tutti gli anni 10, fino a quando, grosso modo in corrispondenza con l'avvento di un nuovo modello femminile più androgino e meno "pericoloso" (e qui si potrebbe disquisire a lungo sulla faccenda, anche in rapporto ai nostri giorni, ma non è questa la sede), più da ruggenti anni 20, anche il cinema si adeguò. Così come l'aveva rapidamente creata, l'industria la distrusse non rinnovandogli in contratto. Per lei solo quattro film tra il 1921 ed il 1926 -erano stati 40 tra il 1914 ed il 1919, tra i quali The Devil's Daughter; Sin e The Eternal Sappho- una carriera teatrale con alterne fortune e poi il ritiro dalle scene, anche per dedicarsi a studi di psicologia e filosofia. La sua ultima pellicola è diretta da Stan Laurel e lei recita al fianco di Oliver Hardy, produttore Hal Roach. Muore di cancro nel 1955 all'età di 69 anni, lasciando una cospicua parte dei suoi beni al Fondo Motion Picture Relief ed a degli ospedali per bambini ed anche se non molti lo sanno o lo ricordano, anche lei ha la sua stella nella Hollywood Walk of Fame. Le è stato anche dedicato un francobollo. Un particolare sinistro: quasi tutti i film della Bara, tranne quattro, sono andati persi in un incendio che distrusse gli archivi Fox nel 1937 o in altri, ed anche delle trame, quindi, spesso si sa poco. L'unico a rimanere completamente intatto a parte il ritrovamento recente dell'altra pellicola citata in precedenza, è proprio La Vampira. Qualche spezzone dell'ultimo film è stato inserito in 45 Minutes from Hollywood. Quasi tutto quello che rimane di lei, quindi, sono le immagini fotografiche.
“Ho cominciato come una diva, e sono sempre rimasta tale”. Theda Bara
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