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METALLO DELLA MORTE Era la seconda metà degli anni Novanta, i primi mesi della mia adolescenza metallica. Tutto era relativamente nuovo per me ed i pomeriggi passati davanti al reparto cassette (i cd erano troppo costosi per le mie tasche) del vecchio Ricordi di Genova davano continui spunti ed aspettative su gruppi e dischi da conoscere. Durante uno di quei pomeriggi, il mio storico amico d'infanzia, che tuttora mi accompagna nella via del metallo, mi mostrò una cassetta, non ricordo se consigliatagli da qualcuno o presa a caso. C'era una scritta affilata grondante sangue, un cadavere putrefatto abbandonato in mezzo ad una strada ed una scritta verde marcio: Obituary - Slowly We Rot. Un'immagine che significava solo una cosa: morte. Non solo per quel moniker (tradotto inizialmente, nella mia ignoranza, con "obitorio") ma per tutta la putrida scena ritratta in semplicità. Non ero ancora a conoscenza di cosa fosse il death metal (beata gioventù) ma sapevo già inconsapevolmente cosa rappresentava. Questo è un piccolo, grande pezzetto della sua storia.
C'ERANO UNA VOLTA GLI (E)XECUTIONER Brando, periferia di Tampa, stato della Florida, inizio degli anni Ottanta. Due giovani fratelli iniziano nel garage di un amico il loro viaggio nella musica. Sono John e Donald Tardy, ancora non sanno quello che creeranno alcuni anni dopo e nel 1984 il primo importante tassello viene piazzato: Donald infatti comincia a suonare con un suo compagno di classe, tale Trevor Peres e a John viene chiesto di cantare. Si chiamavano Executioner ed il loro primo demo Metal Up Your Ass era influenzato dal thrash metal, così come la voce di John Tardy, ancora lontana dall'essere quel manifesto del death metal che oggi conosciamo. La svolta decisiva ci fu però quello stesso anno, con l'ascolto di Morbid Tales dei fondamentali Celtic Frost; da lì in poi la formazione statunitense intraprese il suo cammino nel sentiero della musica estrema. Dopo aver modificato leggermente il nome in Xecutioner (a causa di un'omonimia con una band di Boston) la line-up fu completata dall'ingresso del chitarrista Allen West, già in forza ai Massacre e dal bassista Daniel Tucker e grazie al circolo del tape trading il loro demo del 1987 arrivò tra le mani di Borivoj Krgin, all'epoca responsabile di una fanzine ed oggi a capo di Blabbermouth.net. Krgin era un appassionato di metal underground e decise di voler pubblicare un disco che racchiudesse i brani di alcune band secondo lui promettenti, tra cui i Sadus, gli Xecutioner appunto ed i R.A.V.A.G.E., il vecchio monicker dietro il quale si celavano i futuri Atheist. Stampata in duemila copie e pubblicato dalla sua Godly Records quello stesso anno, la compilation Raging Death servì come vetrina a queste band. Krgin finanziò in seguito le registrazioni del primo disco degli Xecutioner nei gloriosi Morrisound con Scott Burns, una realtà relativamente nuova che poi diventerà uno dei fulcri del movimento death metal mondiale. Il nastro venne poi fatto girare dallo stesso giornalista ed ottenne le attenzioni di Monte Conner, A&R della giovane Roadrunner Records, all'epoca molto diversa da come la conosciamo oggi. A quel nastro vennero aggiunte quattro tracce e gli Xecutioner divennero Obituary (il nome Xecutioner venne poi riesumato nel 2009 per il titolo di quell'abominio di Xecutioner’s Return) e così nacque Slowly We Rot.
UNA LENTA DISCESA NEL MARCIUME Il 16 maggio del 1989 Slowly We Rot arrivò nei negozi con una tracklist differente da quella annunciata inizialmente, ma con il suo carico di morte pronto ad essere riversato nelle orecchie degli ascoltatori. È un disco feroce che alterna momenti sinistri ad altri più decisi, accelerazioni a rallentamenti, il tutto comunque in maniera coesa, grazie alle ritmiche compatte di chitarra, basso e batteria, che hanno Donald Tardy come capofila. È un autentico pugno nello stomaco, l'estremizzazione del lavoro dei fondamentali Celtic Frost. Gli assoli di Allen West (a tratti di stampo slayeriano) sono urla lancinanti che perforano i timpani e torcono le budella e fanno il paio con il growl di John Tardy, il quale, assieme a Martin Van Drunen, rappresenta la voce della disperazione e della sofferenza nel death metal. È proprio John il punto di forza degli Obituary: con la sua voce vomita parole e versi inconfondibili, il vero e proprio trademark della band della Florida. L'album non ha cali di sorta lungo lo scorrere delle dodici tracce, tutte colpiscono nel segno dall'infernale Immortal Vision, alla feroce Internal Bleeding arrivando ai cambi di ritmo di Intoxicated, la traccia più lunga del lavoro con un Donald Tardy sugli scudi. Ma il pezzo più rappresentativo del disco (e forse di tutta la loro carriera) è proprio la titletrack, con il suo lento inizio a rappresentare la decomposizione e la decadenza della carne e l'esplosione di velocità successiva tipica dei massacri sanguinolenti death metal. È un brano in genere usato per la chiusura dei loro show ed a cui personalmente sono molto legato. Con il successivo Cause Of Death gli Obituary miglioreranno ancora, ampliando le strutture dei brani e raggiungendo il loro apice compositivo, affilando la mannaia musicale usata qui. Slowly We Rot è e rimane uno dei capisaldi del death metal mondiale, in cui l'atmosfera ferale si fonde con l'impatto brutale, un assalto all'arma bianca esaltato anche dalla produzione asciutta.
DEATH METAL Quella cassetta di Ricordi rimase lì alla fine, erano pochi i soldi a disposizione e c’era troppa roba da comprare e da conoscere. Tempo dopo rincontrai gli Obituary sotto forma di cassetta registrata con The End Complete e da lì capii che avrei dovuto procurarmi anche il resto, fino allo scorso anno, quando in compagnia dell'amico di quei pomeriggi riuscimmo a vederli suonare i brani dei primi tre album in una serata da ricordare.
Death metal si chiamava ed ogni riff, ogni urlo disperato, ogni assolo, ogni pattern di batteria ne era un degno rappresentante.
Here. Lie alone. Death will come to rot your soul. Glories leaving you at the plow. Rotting
Vita, morte, putrefazione.
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Che poi non credo che gli Obituary siano meno blasonati dei Mayhem. Penso che complessivamente abbiano anche venduto di più. |
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...buon anno ....lisa.... |
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...disco spettacolare...iniziamo il 2020....con una leggenda del metal estremo.....superiore di gran lunga a tante blasonate bands.... |
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Quella cosa che inizia con un gorgoglio da fogna catacombale, poi un urlo di un tizio che vomita l anima, e poi parte la chitarra feroce come una scaricata del cesso. In tre parole Slowly We Rot:i mmenso |
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Sono passati trent’anni, ma il tempo non scalfisce il valore di questa pietra miliare. In compagnia di Severed Survival, Consuming Impulse e mettiamoci pure Symphonies of Sickness, quest’album ha contribuito a rendere quel 1989 uno degli anni più putridi e marci della storia del metal. John Tardy su quest’album poi, all’epoca era quanto di più rancido si potesse trovare... Voto 95 |
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Comunque questo cd si fa pagare in rete, Cause of Death e The End Complete li pagai sulle 8€,questo a meno di 20 non lo trovo... |
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#ElectricVomit... GRAZIE della spiegazione, io avevo dato per scontato "italianizzandolo" 😅 |
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Grande album e grande band! Segna l'inizio degli anni 90, una decade ricca di capolavori in tutti gli ambiti del metal (Death, grind, heavy, Black, grunge....) ... Quanti bei ricordi! E quante Lire spese (bene) in cd e vinili! |
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#43: Obituary significa necrologio non obitorio😋 |
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Questo cd è di un bellezza disarmante. I rallentamenti in ogni canzone mi fanno partire un headbanging sempre e comunque. Ahimè, l'età mi ha fa capire che non è più il caso! 'Til Death quasi meglio di Slowly We Rot. |
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Anche il terzo è favoloso x me. Un trittico fantastico! 😀 |
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Penso che il nome Obituary si addice al massimo a questa band, quando li ascolto sembra proprio di essere in un obitorio pieno di cadaveri e marciume. I primi due dischi loro sono quasi inarrivabili!! |
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99___il 100 va solo a Individual Thought Patterns e Symbolic |
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Discone assurdo, nella top 5 dei migliori dischi death metal di sempre. |
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100 anche per me, capolavoro del genere assieme a Cause of death. |
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disco eccezzionale, caposaldo del death metal voto 100 |
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Oggi lo sto sentendo a ripetizione nonostante ce l'ho dal '89. È il loro disco che preferisco.... Bellissimo,ignorantissimo e annichilente anche oggi come allora. John Tardy è un fuoriclasse. X me è da 100/100. |
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capolavoro del death metal… ..album fantastico… .l'ho ascoltato allo sfinimento ai tempi che furono.voto giusto… |
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capolavoro del death metal… ..album fantastico… .l'ho ascoltato allo sfinimento ai tempi che furono.voto giusto… |
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Capolavoro . La prima volta che lo ascoltai rimasi annicchilito, tanto per capirci mi fece l'effetto di 'Kill'em all' e 'Reign in blood' devo dirvi che per vale 100 o lo avevate già capito ? |
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Aahahah lieto di aver rievocato ricordi piacevoli se non commoventi con il mio commento: devo rispolverare vecchi classici più spesso mentre il capo non vede |
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Eh ragazzi miei, conosco bene le vostre sensazioni. Uno dei report che vedete di lato è mio e in quell'occasione fecero solo roba dai primi tre dischi |
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io non potrò mai scordare il concerto a roma al black out credo oramai 4 anni fa credo, mamma mia stavo in prima fila c'era pure il mio fido padre hhaah stava con me, parte la prima canzone che era list od dead del disco del 2009 e si scatena l'apocalisse il pogo era talmente forte che la transenna che era davanti crolla in avanti con me sopra e si incastra tra il palco e il suolo sempre con me sopra, nel frattempo mio padre si da di corsa hahah io rimango tutto il concerto sdraiato a pancia sotto su quella cazzo di transenna a scapocciare alla fine però ho stretto la mano a santolla hahahahah, un concerto che rimarrà nel mio cuoricino.... |
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ahhh..condivido assolutamente il tuo pensiero Lambru....li ho rivisti live proprio ieri sera al traffic qui a Roma e sono stati assolutamente devastanti!!! Con pezzi per lo piu dai mitici e romantici come dici te primi tre album....Con la qui presente titletrack a chiudere le ostilità...almeno mi pare dato che nn ero nel pieno delle mie facoltà a fine serata. giù il cappello davanti ai maestri della putrescenza. |
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Disco che a distanza di anni non perde un solo grammo di carne putrefatta...per me è anche romantico, in certe giornate ad alta gradazione, io ed altri ci siamo anche commossi riascoltandolo... |
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Ce l'ho nelle orecchie in questo momento: tra i migliori dischi death che ho mai ascoltato. |
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Capolavoro assoluto. Storia. 100 per me è pure poco, come voto. |
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Suoni a parte (che cosi grezzi mi fanno impazzire) gli ho sempre preferito COD. Detto questo e' un album strepitoso per semplicita' e "cinismo" musicale. Ho votato 90. |
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votato 95..quasi perfetto...Cause of Death l'album seguente..è perfetto..GRUPPO FONDAMENTALE..una media aritmetica perfetta fra HELLHAMMER e AUTOPSY... |
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Quando il death metal era death metal...fossero ancora cosi gli Obituary, ma il tempo ahimè è finito anche per loro. In ogni caso gran disco e sopratutto gran voce, un mito John Tardy! |
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Fantastico, sebbene gli prefersca i due successivi Cause Of Death e The End Complete. Quando il death era il death cacchio che tempi!! |
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Io l' ho scoperto con questa rece che Obituary non significa Obitorio : D |
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ho la cassetta..che perla nera!chitarre putride come una pozza di rifiuti tossici |
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@metal maniac: sai come lo scoprii io? un pomeriggio in laboratorio a scuola mi misi a cercare i testi degli obituary su internet e trovai solamente una caterva di necrologi americani XD |
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interessante il punto dove viene detto: "...Non solo per quel moniker (tradotto inizialmente, nella mia ignoranza, con "obitorio")... anch'io l'ho sempre tradotto come obitorio, ma non perchè non sapessi che in realtà il termine esatto per tradurre obitorio è "morgue", ma perchè ho sempre considerato "obituary" e "morgue" come sinonimi... invece ora ho potuto constatare il reale significato del termine "obituary"... |
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l'ho ascoltato fino allo sfinimento. un capolavoro. gli do 95 |
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Album clamoroso, un vero must del death primigenio. Grande band. |
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Serata da ricordare!! |
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Slowly We Rot ( Pietra Miliare ) del death metal. |
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ah ah ah! |
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24 anni fa... nel frattempo ci siamo decomposti veramente... |
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Un pezzo del mio cuore. |
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Per me rimane il migliore dei lavori targati Obituary superiore anche allo stupendo Cause Of Death... immancabile. |
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Non mi ha mai fatto impazzire questo disco. L'importanza c'è tutta ma i miei gusti pendono verso i 3 dischi successivi. Comunque un 90 è d'obbligo. |
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Discone pazzesco, Death fatto come si deve. Un pezzo di storia di death metal, voto 95 |
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IIIIIIIEEEEEEOOOOOUUUUU!!!!!! |
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marcissimi e grandissimi!! per me inferiore a cause of Death ma comunque un album da paura!! voto 90 |
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marcissimi e grandissimi!! per me inferiore a cause of Death ma comunque un album da paura!! voto 90 |
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Finalmente ! Per me è alla pari con Cause of death voto 98 |
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Nulla da dire....un pezzo di storia del death made in Tampa...confermo l'immenso e il voto. Uno dei death album piu grezzi ma piu coinvolgenti. E poi jla voce di John Tardy e' un vomitata adorabile. |
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