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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Annihilator - Carnival Diablos
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( 3898 letture )
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Tornano a risollevarsi, nel loro continuo e caratteristico andamento sinusale, gli Annihilator di Jeff Waters. Dopo i due capolavori che li hanno consacrati come incredibile band tecnica e sperimentale, Alice in Hell e Never, Neverland, i canadesi hanno tirato un po’ i remi in barca con una doppia pubblicazione di buona qualità come Set the World on Fire e King of the Kill, prima di sprofondare qualitativamente con Refresh the Demon e Remains, toccando l’apice negativo di un’intera produzione durata venticinque anni di carriera sino ad ora. Ebbene, da quel punto negativo, Jeff Waters ha preso spunto per risalire la china e lo ha fatto con discreto successo, sparando fuori la cartuccia del rientro in formazione di Ray Hartmann e Randy Rampage, ovvero voce e batteria del debut album. Nella mutevole conformazione della line-up, quando finalmente si giunge al qui presente Carnival Diablos, dietro il microfono spunta Joe Comeau, chitarrista degli Overkill di fine anni novanta. Con questa formazione a trio, Jeff Waters prosegue il suo percorso di risalita nella curva sinusale della sua indole artistica che culminerà nel successivo Waking the Fury. Dopo la parentesi in casa Roadrunner, gli Annihilator firmano un contratto per due dischi con la Steamhammer che verrà ripagata da una qualità indubbia tale da riportare in auge il nome della technical thrash band canadese. Ma veniamo al dunque ed ascoltiamoci questa ottava fatica di Jeff Water e soci.
Denied attacca con un riff sincopato che ci sbatte in faccia un suono di chitarra senza dubbio particolare, almeno a livello ritmico, con una saturazione impostata "a undici". Joe Comeau ci aggredisce con le sue vocals taglienti, effettate per risaltare al massimo in stereo, con una continua transizione da una cassa all’altra nel bel mezzo del refrain. Jeff Waters è la solita macchina da guerra che straborda solismi capaci di condensare melodia e tecnica al contempo. Questo stile richiama distintamente i chitarristi più sanguigni degli anni settanta ed ottanta che hanno influenzato l’approccio allo strumento molto più dei suoi coetanei shredder. The Perfect Virus alterna ritmiche furibonde con momenti più cadenzati, dando adito a Ray Hartmann di mettersi in mostra con la sua consueta precisione batteristica e, soprattutto, a Jeff Waters di esaltarsi sulla sei corde in solismi di grande effetto. Con le successive Battered e la title-track, ci dimostrano come gli Annihilator abbiano fatto alcuni passi indietro con Carnival Diablos, il che è una cosa decisamente positiva. Se non si può parlare di un ritorno ai fasti dei primi due album, un certo rimando all’era di King of the Kill e Criteria for a Black Widow è innegabile, uscendo da quel pantano degradante di Refresh the Demon e Remains. Shallow Grave è quasi un tributo agli AC/DC, band che ha avuto un’importanza non indifferente nella formazione chitarristica di Jeff Waters. Il pezzo è cadenzato, con un Joe Comeau a fare le veci del Bon Scott di turno, spaziando sulla chitarra satura all’inverosimile che si prodiga in solismi alla Van Halen. Time Bomb e The Rush fanno di nuovo imboccare binari più thrash alla corazzata Annihilator, puntando tuttavia sull’immediatezza del brano e sulla sua derivazione dall’hard rock e dall’heavy metal più diretto. La successiva Insomniac è una sorta di ode al Jeff Waters dove, tra arpeggi in clean e ritmiche sature all’inverosimile, si prodiga in solismi continui, esagerati e divertenti, di quelli che spronano chiunque alla nobile arte dell’air-guitar durante l’ascolto. Liquid Oval viene introdotta da un arpeggio il cui sound è, a dir poco, eccezionale e contrasta bellamente con l’overdrive ritmico degli altri pezzi, molto più fastidioso e vera pecca dell’intero album. Epic of War ci avvicina alla chiusura dell’album, con una cavalcata che non sarebbe sfigurata nemmeno in Never, Neverland, dimostrandosi come uno dei pezzi più riusciti del lotto, almeno per un nostalgico di inizio anni novanta. Hunter Killer è anch’esso un brano tiratissimo, reso ancora più devastante dal sound saturo della chitarra e dal ritmo incalzante della batteria di Ray Hartmann. Violenza e mazzate, per chiudere un disco thrash. Esiste un finale migliore? Ebbene sì. Perché appena chiusa questa ultima cavalcata furibonda, il verso di una gallina ci introduce la miglior hidden-track che la storia della musica thrash abbia mai conosciuto. Tra un pigolio e l’altro, la voce di Jeff Waters ci saluta tutti e ci introduce ad uno dei migliori cibi che si possono trovare al mondo (di fatto doppiando la meravigliosa Kraf Dinner), Chicken and Corn. Il pezzo è tiratissimo, punkeggiante e dimostra tutta la simpatia artistica del chitarrista, oltre che alla sua indubbia qualità tecnico-esecutiva.
Dopo esserci fatti spazio nel pollaio dell’ultima traccia, dobbiamo tirare le fila di un disco che è sicuramente di discreto livello, ma che si pone a metà tra gli scempi precedenti e la qualità inarrivabile dei primi due dischi della band. Non è un segreto per nessuno che Jeff Waters sia genio e sregolatezza, convinto portatore di ideali un po’ differenti dagli artisti più perfezionisti della musica metal. Non è un segreto che l’artista canadese abbia sempre preferito definirsi di una scuola alla Angus Young piuttosto che alla classe certosina degli shredder degli anni ottanta, preferendo prendere di pancia le proprie composizioni, senza ragionarvi su troppo a lungo. Questa caratteristica, se non si vuole stagnare in dischi tutti uguali, uno all’altro, è naturale che comporti dei rischi importanti: primo tra tutti, quello di trovarsi in una condizione psicologica ed artistica che non permetta di far uscire brani indimenticabili dai trascorsi dell’artista. Nessun musicista, vivo o morto, si è mai potuto vantare di essere un Re Mida capace di buttare giù linee musicali sempre perfette, senza alcuna necessità di rielaborazione. Men che meno lo è stato Jeff Waters, chitarrista formidabile, autore di pezzi ed album meravigliosi, ma mai capace di mantenere un livello ottimo per più di un disco o due. Grazie anche al vecchio compagno Ray Hartmann ed alla new entry di lusso Joe Comeau, Jeff Waters è riuscito comunque a dare alla luce uno dei dischi più bilanciati ed omogenei dell’intera produzione targata Annihilator. In ogni caso, Carnival Diablos è un disco di discreto/buon livello, capace di risaltare distintamente nella discografia dei canadesi solo grazie ad alcuni album postumi che rasenteranno l’insufficienza grave. Preso a sé, senza l’aura onnipotente di Alice in Hell, Never, Neverland e le sapienti dita dell’eccelso chitarrista canadese, Carnival Diablos rimane un album piacevole da ascoltare, immediato e catchy, anche se lontano dall’essere imprescindibile per il genere. Rimane comunque da dire che, dell’era pre-Padden, il carnevale dei diavoli è sicuramente uno degli album che verranno ricordati più volentieri dai fans con Set the World on Fire, King of the Kill e Waking the Fury, dischi capaci di farsi un po’ di spazio nei nostri cuori, pur rimanendo diversi gradini al di sotto dell’immensità della prima doppietta. Per nostra fortuna, Carnival Diablos è comunque un disco che si trova altrettanti gradini al di sopra del peggio che sia mai stato partorito sotto questo monicker. E, come si suol dire in questi casi, purtroppo per gli storici amanti degli Annihilator, il peggio deve ancora venire.
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comunque per le band che nascono sotto uno stretto sottogenere del metal come il trash (come nel caso di metallica, anthrax, exodus ecc) poi è inevitabile che se vogliano andare avanti nella carriera siano di fronte alla scelta di ripetere se stessi all\'infinito o forzare un cambiamento di sound (penso anche agli in flames nel death o agli opeth) e in genere cambiare , quando di è sempre stata una band limitata ad un sottogenere abbastanza chiuso, non è facile e spesso non ha gradi esiti o comunque esiti che siano amati dai fan che gli hanno seguiti dagli inizi. Gli annihilator stanno un po\' fuori dal discorso che vale per i gruppi elencati qui sopra perché già tra il primo e il secondo disco c\'è molta differenza e dal terzo in poi la differenza è macroscopica. Waters ha sempre avuto una attitudine eclettica per cui non lo si può accusare di aver cambiato genere dopo aver esaurito quello di partenza, perché il sound di partenza lo ha cambiato praticamente subito (mi vengono in mente i lucifer\'s friend e un po\' anche i demon). Piuttosto quello che manca a molti album degli annihilator è una certa compattezza ed omogeneità interna che gli fa sembrare più dei collage di band diverse di generi diversi. che poi ci sia differenza enorme tra un album e un altro non lo trovo necessariamente un male (anzi, il fatto che negli exodus non sia affatto così lo considero il loro difetto) sia perché la compattezza andrebbe chiesta ad un\'opera e non per forza ad una discografia se questo andasse a suo sfavore, sia perché è così che waters ha impostato la sua band sin dall\'inzio. Personalmente avrei preferito che avesse ribadito ed esplorato lo stile e la formazione di alice in hell per un altro paio di album prima di cambiare, ma così non è andata. |
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Gran bel disco. Shallow grave dev\'essere un inedito di bon Scott
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Cowboy big 80: personalmente non sono di quelli che non hanno perdonato per le vendite, anzi, ma non ho piu´ seguito i Metallica dopo il 1991 semplicemente perche´ non mi e´ piaciuto il cambio di stile. |
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Altro dettaglio: leggete il testo di Perfect Virus, chi e´ di una certa opinione vi trovera´ la descrizione "perfect" di quello che stiamo vivendo. |
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Ci trovo alcune similitudini stilistiche con Requiem e Octagon dei Bathory, per me e´ un disco eccellente, si sente molta energia e voglia di non cadere nella mediocrita´. |
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I Metallica per me hanno fatto qualcosa di buono anche dal 91 in poi, il gruppo in questione per me ha fatto due capolavori e molti buoni albums, ma per dirla tutta i purusti del thrash non hanno mai perdonato ai 'Tallica di aver vunduto piu' dischi loro che, forse, tutte le thash bands messe assieme. Quando poi usci' Load, i 'Tallica con l eye liner non si potevano guardare, senza capire che era un trubuto gli Savage 70 |
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La cosa assurda è che la gente dirà sempre che dopo i primi due album Jeff ha perso l'ispirazione. Probabilmente senza nemmeno sentire gli altri album della band. STWOF, CFABW, CD, WTF e Feast cosa sono merda? Ma l'avete vista la carriera dei Metallica dal '91 in poi? |
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Bel disco! Peccato per 3/4 pezzi non proprio eccezionali, ma comunque complessivamente un album di alto livello. Peccato che la collaborazione con Comeau sia durata poco... |
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Altro ottimo album..si erano assestati bene con questa formazione! Comeau alla voce mi piaceva,anche piu' di padden! |
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Si waking the fury ,set the world on fire e anche king of the kill sono album stupendi e troppo sottovalutati in set the world alla batteria c'e'un certo mike mangini un autentico elicottero delle pelli, che adesso si colloca nel podio tra i migliori....peccato che jeff non ha ripreso comeau...sarebbe stato un gran rientro.Bello anche il live doppio cantato da comeau....sono contento di sapere che ci sono altri come me che apprezzano,in primis la band di cui i primi due album valgono 99 perche sono classici e soprattutto perche'non mi stanco e non mi stanchero'mai di ascoltarli e poi apprezzano anche altri lavori di jeff che alcuni definiscono solo dei project....mi piace anche criteria for a black widow... |
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Ha dimenticavo Liege Lord - Master Control 1988 ''È'' un CAPOLAVORO del Power Metal fatelo vostro!!!!!!!!!  |
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@Voivod non la penso come te poi "De gustibus". Comunque per l'ultima volta e poi passo ''Carnival Diablos'' - ''Waking the Fury'' - ''Set the World on Fire'' sono album eccezionali, in giudizio numerico arrivano a prendere un bel 90/100. |
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Comeau non è stato solo il chitarrista degli Overkill, ma pure la voce dei Liege Lord su "Master Control"! Secondo me "Carnival..." è un buon album, non arriva ai livelli dei primi due, è sin troppo eterogeneo, ma contiene dei buoni pezzi, così come il successivo "Waking The Fury"! |
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@entropy @Christian Death Rivinusa credetemi quando scrivo quello che dico perché lo penso veramente, ''Cavalcar Diablos'' & ''Waking the Fury'' sono due Capolavori, io li ho entrambi originali presi a prezzo pieno e li valgono tutti i soldi spesi. Joe Comeau è semplicemente FANTASTICO, ti dà quel qualcosa in più. ''Set the World on Fire'' è sottovalutato da tutti ma BELLISSIMO, ''King of the Kill'' ottimo e grande album da avere nella propria discografia degli ANNIHILATOR. |
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non al pari dei primi due album come ha scritto qualcuno… ma sicuramente uno dei piu bei lavori di waters,per me merita il bronzo,mi è sempre piaciuto tanto che l'ho acquistato originale.Bravo anche il singer che con il suo timbro vocale si adatta alla perfezione con il sound |
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Album discontinuo, ma all'epoca mi diede parecchia soddisfazione Condivido il voto. @hard oramai ho perso il conto di quanti album per te siano capolavori! |
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5
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Per me questo album deve essere valutato davvero tanto, almeno sull'80 ci siamo ed è inutile dire che canzoni la titletrack, Timebomb, Shallow Grave, Insomniac non sono canzoni che ti lasciano qualcosa, perché in realtà Shallow grave come detto prima fa riferimento al mondo degli Ac/Dc, Time Bomb ha quel suono incalzante così come Insomniac che ti danno l'idea di un album a livelli eccezionali. Una canzone che devo dire mi ha impressionato tanto è Denied, insieme a Epic of War e Hunter Killer, strutturare in una maniera assurda sopratutto Denied che potrebbe essere uno scarto di Never Neverland Voto 80 |
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4
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Mi dispiace ma io non la penso come voi, sia ''Carnival Diablos'' - ''Waking the Fury'' - ''Set the World on Fire'' sono alla pari dei primi 2 album, ''Alice in Hell'' - ''Never, Neverland'' e anche ''King of the Kill'' non scherza a fatto!! |
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2
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Strano, non l'avrei mai immaginato. 😜 |
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non sono per niente d'accordo con la recensione per me Carnival Diablos è un capolavoro!!!! VOTO: 90/100 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Denied 2. The Perfect Virus 3. Battered 4. Carnival Diablos 5. Shallow Grave 6. Time Bomb 7. The Rush 8. Insomniac 9. Liquid Oval 10. Epic of War 11. Hunter Killer
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Line Up
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Joe Comeau (Voce) Jeff Waters (Chitarra, Basso, Cori) Ray Hartmann (Batteria)
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RECENSIONI |
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