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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Annihilator - Criteria for a Black Widow
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( 5772 letture )
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Annihilator, un nome tanto storico quanto sottovalutato; band con una discografia di tanti alti (e non pochi bassi), ammirata ed apprezzata dagli estimatori ma spesso sconosciuta al di fuori del circuito degli appassionati. Recentemente giunti a 14 dischi, gli Annihilator nel 1999 sfornavano Criteria for a Black Widow, che ad oggi risulta esattamente a metà della loro discografia; sarebbe fin facile classificarlo ora come disco di transizione, ma è decisamente più appropriato vederlo in qualità di successore di Remains, deludentissimo disco del 1997 e del precedente Refresh The Demon, altro platter per nulla convincente.
Un'ulteriore delusione poteva essere troppo anche per il combattivo Jeff Waters, pertanto a Criteria for a Black Widow spettava l'arduo compito di riscattare il nome della band nel panorama mondiale; per farlo, Waters arruola nuovamente dietro il microfono Randy Rampage e alla batteria Ray Hartmann, che con lui avevano suonato nello storico debutto Alice In Hell. Le premesse sono tutte per un gran disco quindi, e le aspettative alte non vengono fortunatamente deluse; ridimensionate, forse, ma comunque soddisfatte.
Il disco si apre con Bloodbath, che dopo una partenza groovegiante un po' spenta si lancia in una sfuriata thrash che ci presenta un Rampage più oscuro e meno rampante (perdonate il gioco di parole) di come ce li ricordavamo; il brano ad ogni modo è molto piacevole, grazie ad una sezione ritmica quadrata e compatta, soprattutto nel lavoro chitarristico, che culmina in un buon assolo centrale. Il meglio deve comunque ancora giungere, e con Back To The Palace la qualità si alza: il brano è un glorioso rimando agli Annihilator dei tempi d'oro, sia con i continui rimandi nel testo (here I am, trapped inside, under glass, the fun palace, o anche creepy crawlers, sidewalk maulers, have you met our little Alice) che musicalmente, con il suo ritmo incalzante ed un ritornello irresistibile in cui la schizzata voce di Rampage ci ricorda i suoi istrionici acuti nel capolavoro Alice In Hell; una delle canzoni migliori del lotto (e della loro discografia, secondo chi scrive) cede il passo all'aggressiva Punctured, brano meno immediato e d'impatto: sostanzialmente un mid-tempo groovegiante, in cui da segnalare sono le ottime trame chitarristiche, ma non memorabile. Una certa disomogeneità qualitativa risulta essere l'elemento principale nell'analisi del disco, non solo tra le canzoni ma anche internamente ad esse, come nella title-track Criteria for a Black Widow, il cui inizio in sordina lascia il passo ad una bellissima fase solista ed un finale scoppiettante, sempre grazie all'ottimo lavoro chitarristico, come prevedibile uno dei punti di forza del disco.
La seconda metà del platter è la migliore, con brani come la furibonda Sonic Homicide -non troppo convincente la linea vocale, ma stellare tutto il resto- e la groovegiante Double Dare, che ci concede anche un piacevole stacco melodico centrale e la particolare Loving the Sinner, con i suoi spruzzi melodici e il suo ritornello ai limiti del catchy. Il punto negativo principale pare purtroppo essere la voce, che invece in passato era stato uno dei punti di forza, mentre in tutti questi brani appare esageratamente monocorde e poco graffiante.
In definitiva parliamo comunque di un disco di buona qualità, sicuramente ottimo viste le precedenti fatiche della band, e soprattutto dell'ennesima dimostrazione da parte di Jeff Waters di una grande voglia di combattere e di non cedere mai.
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11
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Carino, ma primo di diversi (non tutti e non di fila, quello dopo per esempio era molto meglio e più personale, andava avanti in qualche modo, non indietro) in cui si auto-citava alla grande, qui completando l'operazione anche con il richiamo del cantante originale ecc. E le auto-citazioni sempre copiature comunque sono per me. |
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10
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Gran disco e ottima line up. Band sottovalutatissima |
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9
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Reunion quasi completa con la formazione del grandissimo debut (paroliere compreso, manca Darley al basso), un recupero delle sonorità dei primi due storici album... le premesse per far dimenticare ai fans i due precedenti album (perlomeno discutibili) c'erano tutte. Il risultato però a mio parere non fu raggiunto pienamente, a causa di un'altalena tra brani molto riusciti - le prime due tracce, lo strumentale Schizos part III e Sonic Homicide - ed altri meno efficaci. Il risultato complessivo è comunque buono e l'album segna di fatto l'uscita da un periodo buio che verrà confermata dai due successivi album con Comeau. La performance di Waters in sede solistica non può non essere citata: prestazione notevole! Voto 75 |
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8
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band e artista sottovalutati/i ,i riff di waters sono tra i piu' precisi e tecnici,i primi due sono capolavori del metal poi un leggero calo con seppur buon set the world on fire di cui dietro le pelli c'era il giovane talento di mancini,poi il buon king of the kill… .per poi arrivare a criteria f.a.b.w. per mer un album che arriva a 80 e che mi piace tanto,mi ricordo quando usci,erano periodi bui per il metal,e questo fu un vero successo… ..grande jeff che poi ci avrebbe regalato il buon w.the fury e il bellissimo carnival diablos album tra i miei preferiti… .. |
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7
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Ottima mossa da parte di Walker,quella di richiamare i membri della vecchia formazione;infatti,secondo me,il disco è il migliore da i tempi di never neverland(sebbene inferiore ai primi 2)..set the world era troppo leggero,e gli altri non mi avevano convinto,qui' invece ritrovo ispirazione,tecnica e cattiveria. |
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6
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Grande svolta dei Annihilator, quella di riprendere i vecchi membri era Aliceinhell, certo la canzone è un po' sottotono rispetto alle canzoni ma alla fine è un bel Album: Punctured, Bloodbath e sopratutto Double Dare (dove c'è il giro di chitarra alla Never, Neverland) sono le migliori canzoni del lotto, spero che Jeff in un futuro possa riprendere alcune parti di Never Neverland o Alice in Hell, o direttamente questo Criteria per sfornare un nuovo album, 75 |
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5
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@ Undercover, NO dai su, Set the World on Fire è un gran bell' album e King of the Kill è OTTIMO, e poi secondo me Waking the Fury è un SUPER-------CAPOLAVORO. |
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4
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Sufficiente e decisamente altalenante, buona la prova di Randy, ma il songwriting convince poco e le canzoni altrettanto, decisamente al di sotto di ciò che arriverà successivamente con Comeau, insieme ai primi due quelli con Joe alla voce sono gli unici altri dischi che si meritano voto alto dato che i primi due sono intoccabili. 7 pieno a "Set The World On Fire" e sfiorato a "King Of The Kill", poi il resto è tutto appena sufficiente e talvolta anche al di sotto. |
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3
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Tour con gli Overkil dei quali Joe Comeau era seconda chitarra e che proprio fu conosciuto da Jeff Waters Bel disco che si rifà molto al passato ma che ha anche dei bei spunti  |
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2
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@Fabriziomagno: c'ero anch'io a fine concerto ricordo un Rampage completamente ubriaco, sorretto a forza da due ragazze, che cercava di parlare con i fans fuori dall'Auditorium Flog in magliettina nonostante il freddo polare. Pochi giorni dopo sarebbe stato abbandonato in una piazzola dell'autostrada perché gli altri non lo tolleravano più comunque, buon disco di ritorno per una band che rischiava seriamente di sparire in quegli anni. Ottime Bloodbath e Sonic Homicide. |
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1
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all'epoca fu davvero una bella uscita, nel 1999 si parlava del "ritorno del thrash" per via del riavvicinarsi a certe sonorità da parte del pubblico (anche grazie a dischi come questo). Il tour che fecero con gli overkill con tappa a firenze nel febbraio 2000 rimane uno dei migliori concerti della mia vita. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Bloodbath 2. Back to the Palace 3. Punctured 4. Criteria for a Black Widow 5. Schizos (Are Never Alone) Part III 6. Nothing Left 7. Loving the Sinner 8. Double Dare 9. Sonic Homicide 10. Mending 11. Loving Sinner 12. Jeff Waters Speaks
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Line Up
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Randy Rampage (Voce) Jeff Waters (Voce, Chitarra) David Scott Davis (Chitarra) Russell Bergquist (Basso) Ray Hartmann (Batteria)
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