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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Alice Cooper - School’s Out
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( 10437 letture )
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L’anno è il 1972 e, mentre in Inghilterra i Black Sabbath contribuivano alla crescita dell’heavy metal dando alle stampe il loro quarto album, Vol. 4, dall’altra parte dell’Atlantico, negli Stati Uniti, c’era chi, come Alice Cooper, preferiva ancora restare fedele alle proprie sonorità blues/hard rock. La musica di Vincent Damon Furnier (questo il suo vero nome) risentiva molto, infatti, delle radici più “soft” della musica rock. Per quanto il suo nome sia conosciuto in special modo ai metallari di tutte le epoche, il genere da lui proposto non è mai stato in tutto e per tutto davvero vicino al metal. Ma cosa ha fatto sì che un semplice ragazzo nativo di Detroit e cresciuto in quel di Phoenix, in Arizona, diventasse nel tempo una vera e propria icona della musica rock? Le sue canzoni, forse? Certo, assolutamente, ma non da sole. Ciò che negli anni più di tutto ha contribuito alla popolarità della sua figura è lo stile. Uno stile personale, per certi versi atipico, sicuramente in controtendenza rispetto a quanto si poteva assistere a quei tempi. Uno stile caratterizzato da scenografie horror e da testi con tematiche violente e conturbanti (morte, necrofilia, torture di vario tipo... non roba per palati fini, insomma), e che troverà una sua continuità con gli “eredi diretti” King Diamond e Marilyn Manson (ma anche, in un certo qual modo, col "Principe delle Tenebre" Ozzy Osbourne) a cui se ne potrebbero aggiungere comunque molti altri. School’s Out -il quinto lavoro in studio dopo soli tre anni dalla nascita del gruppo- rappresenta il primo grandioso vertice della lunghissima e prolifica carriera di Alice Cooper. Quest’album si presenta più come un’opera teatrale che come un disco rock, soprattutto per via della forte componente scenografica messa a punto dal singer statunitense, ancora più lampante durante le esibizioni dal vivo, quando quello che potrebbe essere un semplice concerto si trasforma invece in un vero e proprio spettacolo, imponente e sfarzoso.
Particolare è anche l’idea per la copertina, che raffigura un vecchio banco di scuola su cui sono incisi i nomi dei componenti della band, come a imitare quelle scritte di cui noi tutti siamo stati protagonisti durante le lunghe ore trascorse in classe, mentre in alto a destra vi è il disegno di un cuore, sopra il quale sono incisi il nome di Alice Cooper ed il titolo dell’album. Ancora più interessante era l’edizione originale in vinile, che si apriva come un vero e proprio banco di scuola, fornito addirittura di gambe pieghevoli in cartone, mentre un cartoncino all’interno della confezione, la “pagella”, fungeva da tracklist.
Ma torniamo alla musica. L’apertura del disco è affidata alla celeberrima School’s Out, canzone senza tempo che potrebbe essere l’ideale colonna sonora di tutte le estati passate lontane dagli occludenti edifici scolastici per tutti coloro che sono ancora oppressi giornalmente da obblighi di tal genere. Dal punto di vista musicale, siamo di fronte ad un ottimo e semplice brano hard rock con lampanti influenze blues, come da copione per Alice Cooper. La successiva Luney Tune è caratterizzata da suoni nettamente più leggeri e teatrali, e da un’interpretazione vocale assolutamente ineccepibile, proprio come Gutter Cats Vs. the Jets che, unita al breve intermezzo Street Fight, segna uno dei maggiori punti di forza dell’album. Ma i migliori elogi vanno spesi per Blue Turk, il pezzo più votato al blues/jazz dell’intero platter. Da sottolineare la notevole presenza del basso di Dennis Dunaway, importante nel delineare le linee guida di ogni singola canzone, ma nondimeno nell’imporre le melodie principali (vedi l’inizio della stessa Blue Turk). A dir poco fenomenale l’intera sezione strumentale, un vero idillio per l’anima grazie all’inserimento di strumenti a fiato inseriti perfettamente nel contesto. Con My Stars compiamo un momentaneo come-back sui sentieri prevalentemente rock della musica di Alice Cooper, con le chitarre che mostrano appieno la loro grinta, tramite riff ed assoli che si susseguono l’un l’altro, spezzati soltanto da poche e dolci note di pianoforte -come quelle iniziali, ed un finale in crescendo d’intensità a tratti psichedelica (quasi alla Pink Floyd). Entriamo poi in un’atmosfera da “rock party” con Public Animal #9, canzone che nel suo piccolo risulta convincente, ma non riesce comunque a raggiungere i livelli delle precedenti. Anche Alma Mater (una sorta di preludio alla vera e propria conclusione dell’album) non è di certo tra le più belle, ma è davvero difficile considerare di basso livello una qualunque canzone presente all’interno di School’s Out. Grande Finale, invece, dice tutto: ascoltandola sembra di veder scorrere i titoli di coda dell’album, in un vero e proprio elogio della fastosità sonora. Signore e signori, lo spettacolo vi è stato cordialmente offerto dalla Alice Cooper band.
Una produzione eccellente -ad opera di Bob Ezrin- permette infine a School’s Out di avvalersi di qualche punto in più in fase di voto. Il disco riporta infatti al contempo suoni grezzi ma armoniosi, che identificano appieno la direzione artistica di Alice Cooper. School’s Out è un must per tutti i cultori della buona musica, è l’idea di un singolo artista che diventa realtà condivisa da tutti. Un disco da avere nel modo più assoluto.
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Vogliamo la recensione di \"constrictor\"! |
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Monster Dog uno dei film più trash mai visti, al punto che dovettero cambiare la trama dopo pochi giorni perchè il pupazzone del mostro si era rotto... già da questo si capisce il livello.
Comunque per Alice fu un trauma salutare, era appena uscito dall\'alcolismo e stava per cominciare la risalita. |
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Eh... la discografia del buon vecchio zio Alice è lunga e piena di uscite significative, per varie ragioni e quelle biografiche non sono da meno rispetto a quelle puramente musicali. In realtà, mancano tanti album loro/suoi da recuperare, oltre ai due segnalati. D\'altra parte, la rubrica Rispolverati serve a questo e non ha una data di scadenza... se avessimo fatto tutto (cosa impossibile, in ogni caso), di cosa parleremmo in futuro? Arriverà il tempo di Constrictor, come quello di From the Inside  |
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zakk calmati era solo una curiosità vista l\'insistenza. comunque penso che il bando recensori sia aperto, per il resto boh io penso sia da dare precedenza ai dischi nuovi, utilità nel recensire tutti i dischi vecchi non me vedo a dire la verità |
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Da quel film erano due, Identity Crisis e See Me in the Mirror. |
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Un artista importante nel panorama classico. Mi piaceva la canzone che aveva fatto per il suo film Monster Dog. Non ricordo il pezzo. Per il resto non lo seguivo granchè. |
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Sono due grandi dischi. From the inside è più introspettivo e autobiografico e musicalmente ha qualcosa di funky e sperimentale al suo interno. Inoltre è un concept. Per me è da 90. Consyrictor inaugura il periodo anni 80 un po\' più Bonjoviano che avrà il suo apice con Trash. Anche questo comunque spacca. Certo è più tamarro, più hard rock e più facilone. Ma è un gran disco pure lui . Un 80 non glielo leva nessuno. |
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Ma tanta urgenza che?! È una vita che esiste sto sito e la recensione di Constrictor non c\'è mai stata... |
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Constrictor non lo conosco quindi non mi esprimo.. From the Inside è Autobiogafico e racconta il periodo in Clinica.. |
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Album storico soprattutto per la title track, un vero inno. Però nel periodo preferisco Billion, Killers e Love it to death.
From the inside è carino ma io preferisco Constrictor |
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E\' più importante secondo Me, avere la Recensione di From the Inside.. |
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Perché manca la recensione di Constrictor? Quando la farete? |
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Alice Cooper è un artista straordinario, ha attraversato epoche e generi diversi facendo sempre dischi di alta qualità. Questo periodo è quello che preferisco, sia come sonorità e come pezzi scritti. |
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Un album capolavoro e un ennesimo pilastro che avrebbe poi influenzato il metal;i testi provocatori e ribelli di Alice e il suo Look scioccante e perverso sono storia.. |
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In quest'album Alice dimostra di avere classe e ogni pezzo è diverso dall'altro. Voto 80 |
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album fondamentale capolavoro assoluto ALICE COOPER nel suo genere non ha rivali classe infinita... |
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Si, mi sono chiamato cosi propio apposta, in onore dei MALICE li amo alla follia 'License To Kill' CAPOLAVORO ASSOLUTO da avere. |
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Ah! ho capito male; che fossi fan di Alice si evince. Parlavo dei Malice ( grande band ) - Ciao!! |
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@ Fabio II hai PERFETTAMENTE RAGIONE, 'Welcome to my nightmare' CAPOLAVORO ASSOLUTO. Sono un grandissimo fan di Alice Cooper . |
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Se parliamo di rock grandguignolesco, mi associo al buon Malice ( sei un fan della band ?), nel ricordare anche la validità di 'Welcome to my nightmare' |
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School’s Out ha un testo stratosferico, mi permettete di consigliarvi anche 'Billion Dollar Babies' 1973. Ascoltatevi Elected, Billion Dollar Babies, No More Mr. Nice Guy, spero di vedere su queste pagine una recensione. |
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ho avuto modo di sentire, school s out e public animal, due grandi pezzi, di un grande artista !! oh yeahhhhh |
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Gran bella rece! Anni d'oro per Alice Cooper! |
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Realmente un grande disco! La title track è fenomenale, un inno x tutti gli studenti...(ah, bei tempi sui banchi di scuola...) La copertina è geniale! Altre grandi songs direi Public animal e Blue turk. Voto 93! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. School’s Out 2. Luney Tune 3. Gutter Cat vs. the Jets 4. Street Fight 5. Blue Turk 6. My Stars 7. Public Animal #9 8. Alma Mater 9. Grande Finale
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Line Up
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Alice Cooper (Voce, Armonica) Glen Buxton (Chitarra solista) Michael Bruce (Chitarra ritmica, Pianoforte, Organo) Dennis Dunaway (Basso) Neal Smith (Batteria)
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