Dave Lepard è stato il fondatore, cantante e chitarrista ritmico dei Crashdïet, gettandone le fondamenta nel 2000. Il 20 gennaio 2006 fu trovato morto nella sua abitazione ed il coroner sentenziò: suicidio a causa di una profonda depressione provocata dall’abuso di droghe. Ha lasciato tante composizioni valide e impregnate di anima sleaze-rock da impressionare. Il progetto di questo tribute ha matrici, una volta tanto, prettamente italiche, l’etichetta Street Symphonies Records, nelle persone di Stefano Gottardi e Oscar Burato, ha tentato di riscoprire, senza enfasi alcuna e senza nessuna commiserazione, la figura del musicista nel senso più ampio. Una parte dei proventi andranno al fondo in memoria di Lepard, gestito da sua madre Liz Hellman. Il disco è schietto, una riflessione in musica sullo stile di un personaggio cardine dell’ondata del “new glam” scandinavo di inizio secondo millennio, con tutti gli annessi. Un piano di lavoro lungo, talvolta sfibrante, ma la tenacia ha vinto su ogni difficoltà e oggi il CD è udibile da tutti.
Una buonissima opera di ripescaggio è stata fatta da band che sanno il fatto loro; undici pezzi per altrettante band, molte italiane: tutte se la cavan bene, alcune in modo davvero brillante. Si ha modo quindi di ascoltare la prima assoluta di un‘incisione ufficiale degli Speed Stroke, band romagnola nata dai defunti Johnny Burning, che conservano il carattere selvaggio di Riot In Everyone; i romani Skull Daze privilegiano una versione molto vicina all’originale per la boombastica Queen Obscene / 69 Shots; i Superhorrorfuck si acidificano intorno a Needle In Your Eyes, qui molto stradaiola e sofferente. Ovviamente i livelli di audio e di produzione, in operazioni di questa tipologia, non possono essere uguali per ogni traccia patendo, in sostanza, di ottimizzazione. Anche i grandi sleazer Hell In The Club scendono in arena con una esuberante ed insolente Staight Outta Hell e persuadono totalmente anche “le new sensation” i DNR che bombardano con chitarre alabardate e una voce allettante; It’s A Miracle scorre via che è un piacere con angoli lerci di birra evaporata e stivali sporchi di fanghiglia. Buono l’impatto per Breakin' The Chainz dei PeepShow; i Midnite Sun spaccano come opener con Knokk ‘em Down, fedele nello stile dei Crashdïet, mentre la versione di Out of Line dei Cyanide4 brilla all’inizio e poi si impasta in un sound offuscato che non soddisfa, ma il talento c’è. Gli Shining Line (mix di elementi presi da Lionville, Edge of Forever e altri ancora) si mantengono in carreggiata non cambiando molto e attenendosi al modello originale, mentre i Black Rain, con Lost Horizons, song un po’ angosciosa come atmosfere, se la cavano benissimo, soprattutto in virtù di un singer che quando acutizza, impressiona.
Tutto sommato una gradevole release, per scoprire nuove band e appassionarsi ad altre già note. Il promemoria positivo che possiede questa operazione è quella di aver evitato la retorica e la compassione, due fattori insopportabili. Nel nome di Dave Lepard, germogliano tante nuove realtà del panorama street/sleaze, quasi come figliocci allevati a jagermeister ghiacciato e battone di strada. Il momento imperdibile di questo CD? Scopritelo voi, avrete l’imbarazzo della scelta.
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