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AA. VV. - 25 Years Of Wacken: Snapshots, Scraps, Thoughts & Sounds
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Il Wacken compie venticinque anni. Il festival metal più importante al mondo arriva ad un traguardo più che onorevole, soprattutto considerando il fatto che nasce come un piccolo festival simile ad una delle nostre classiche feste della birra animate dalla passione di pochi organizzatori. Un’evoluzione paurosa che fa onore agli organizzatori tedeschi e che dovrebbe farci riflettere (e non invidiare), soprattutto i vertici responsabili di boicottare e complicare iniziative analoghe nostrane. Ma bando alle polemiche (non è né la sede né l’occasione giusta); il cofanetto 25 Years Of Wacken: Snapshots, Scraps, Thoughts & Sounds è una gustosa testimonianza di quello che Wacken è diventato oggi. Tre DVD ed un album fotografico, purtroppo non presente nella copia promozionale di altissimo livello con riprese professionali degne della migliore produzione cinematografica, sia a livello video che audio.
I tre DVD si dividono a seconda dei palchi ripresi: il primo disco testimonia i big presenti sul Black e sul True Stage, il secondo riprende le band impegnate sui palchi Party, Wackinger e Wacken Metal Battle ed il terzo disco ci presenta l’Headbanger ed il Wet Stage. Il primo disco è quindi quello che più può interessare il grande pubblico, con i big ripresi nelle loro performance con due brani per ciascuno, ad esclusione degli Hatebreed -presenti con un solo brano- interessantissimi e con lo stesso livello di professionalità sono gli altri dischi che testimoniano quanto ricca sia la proposta del festival e l’opportunità data anche alle band minori, intese in senso di popolarità, di dimostrare il proprio valore senza suonare ad orari improponibili davanti ad un pubblico esiguo ed indifferente con suoni e backline imbarazzanti come capita spesso in altri festival. Del primo disco si può criticare davvero poco, la prestazione di tutte le band è decisamente elevata, gli Avantasia propongono due brani recenti, ovvero Spectres ed Invoke the Machine, con la seconda molto adrenalinica; Accept e Saxon dimostrano di essere ancora delle macchine da guerra dal vivo, e brani come London Leatherboys o Eagle Has Landed sono ormai dei classici senza tempo. Purtroppo i Motörhead risultano un po’ sottotono, complice lo stato di salute non ottimale di Lemmy ed i due brani proposti (Rock It e Last Woman Blues) che non sono il meglio del loro repertorio. Ottima l’esibizione dei particolari Apocalyptica, che godono del supporto di un’intera orchestra; tra le altre esibizioni spiccano quelle degli Emperor, degli Amon Amarth e del Devin Townsend Project, mentre non hanno entusiasmato particolarmente gli Steel Panther -che ho apprezzato in altra occasione in sede live- ed i Carcass, autori di una prova ineccepibile ma un po’ fredda. Notevoli anche gli Heaven Shall Burn e i Kreator, che dimostrano come il loro territorio ideale sia proprio il palco.
Il secondo disco riprende band meno famose al grande pubblico, ma di indubbio spessore artistico, con autentiche sorprese davvero piacevoli, come gli Schandmaul, autori di un folk metal coinvolgente e di impatto, i Russkaja ed i Saltatio Mortis, in grado di miscelare in modo interessante industrial e folk; presenti anche i Van Canto, che con il loro metal a cappella sembrano molto apprezzati in patria, anche se personalmente dopo l’effetto sorpresa svanito ormai anni fa mi dicono molto poco. I J.B.O. sono anch’essi una realtà molto seguita ed apprezzata in patria e praticamente sconosciuta fuori dai confini tedeschi, piacevoli col loro metal irriverente e scanzonato, che ripropongono una versione di di Vamos A La Playa dei nostrani Righeira, rinominata Geh Mer Halt Zu Slayer. Buonissima anche la prestazione degli August Burns Red e dei tanto geniali quanto sottovalutati Prong.
Il terzo disco alterna band sconosciute a realtà di spessore che negli anni si sono ritagliate unaospazio più che dignitoso, come i polacchi deathster Decapitated, i Black Star Riders, i Masterplan di Roland Grapow, i redivivi Hell e band più di nicchia che comunque hanno una carriera assolutamente dignitosa, come i Nightmare, i The Ocean o gli Starchild. Da segnalare orgogliosamente la presenza di due act italiani quali gli Artemis e i Fleshgod Apocalypse, in grado tranquillamente di reggere il confronto con i colleghi stranieri. Chiude il tutto un goliardico Onkel Tom con Auf nach Wacken, brano ideale per concludere l’ascolto.
Purtroppo mancano le esibizioni di act importanti della scorsa edizione, come King Diamond, Skid Row o i nostri Secret Sphere, esclusi per motivazioni a noi ignote, ed è un vero peccato. Il cofanetto in oggetto è davvero interessante e completo, sicuramente indicato a chi ha partecipato al festival, ma anche al semplice fan desideroso di vedere la realtà di un festival immenso come Wacken; aggiungiamo poi che i proventi saranno destinati alla Fondazione Wacken che si occupa si supportare nuovi talenti musicali ed avremo un motivo in più per acquistare il pacchetto. Il Natale è alle porte e 25 Years Of Wacken – Snapshots, Scraps, Thoughts & Sounds sarà sicuramente un regalo apprezzato.
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