|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
AA. VV. - Queen of the Damned (Music from the Motion Picture)
|
21/09/2024
( 745 letture )
|
Il risveglio dei vampiri allo scoccare del terzo millennio poggia sull’eterno desiderio di sangue quanto sul fragore generato dal metal alternativo, tale da destare i non-morti epigoni di Dracula e stimolarli ad un nuovo pericoloso approccio con gli umani. Dall’iscariota Dracula 2000 (aka Dracula’s Legacy - Il fascino del Male) il contagio si propaga fino alle Cronache di Anne Rice, già trasposte nel rinomato barocchismo di Interview with the Vampire (1994) e nel 2002 pronte a tornare sullo schermo con l’adattamento di Queen of the Damned, episodio numero tre della serie firmata dalla gotica autrice di New Orleans.
La pellicola di Michael Rymer, scaturita dall’omonimo romanzo del 1988 e interpolata da alcuni estratti del precedente The Vampire Lestat (1985), segue la controversa traiettoria del “divo ribelle” De Lioncourt, non più intenzionato a sopportare l’oblio al quale la sua razza si è votata da tempo immemore: a capo di una band (nu) metal famosa a livello planetario, la creatura della notte rivela nei testi indicibili segreti e giunge al punto di sfidare apertamente gli altri vampiri, invitati a manifestarsi durante il primo e unico live che terrà nella Death Valley fronteggiando i TVL. Intanto la musica del gruppo ha interrotto il sonno di Akasha, madre della specie pronta a diffondere morte e distruzione; al club londinese The Admiral’s Arms, antico nascondiglio dei succhiasangue, la Regina apprende che i suoi discendenti vogliono uccidere Lestat e, dopo averne carbonizzati parecchi, si dirige verso il luogo del concerto. È proprio lei a salvare la rockstar, diventata in fretta un re/amante obbligato a soddisfare il voluttuoso temperamento della consorte. La fazione “buona” degli Antichi guidata dal saggio Marius e da Maharet (zia di Jesse, la studiosa del paranormale innamoratasi di Lestat) tenta di sconfiggere Akasha prosciugandone il sangue e la missione va a buon fine grazie all’intervento di De Lioncourt, al momento opportuno liberatosi dal controllo della temibile Sovrana. Essendo Jesse diventata una vampira, i due sono infine pronti a vivere un amore perpetuo e intramontabile, sempre giovani all’interno di un’oscurità benevola a cui i mortali non potranno mai accedere.
Deludente al botteghino (35 milioni spesi, 45 quelli guadagnati) e oggetto di critiche perlopiù negative, Queen of the Damned non regge minimamente il paragone con l’Intervista di novantiana memoria e difetta in numerosi ambiti, dal reparto attoriale (il per nulla carismatico Stuart Townsend/Lestat) agli effetti digitali invecchiati maluccio non dimenticandosi pure di certe scene al limite dell’imbarazzo come la “rissa” tra vampiri sul palco durante il concerto nella Valle della Morte. Un sequel quindi trascurabile e un film nel complesso attiguo al teen-horror incapace di replicare l’atmosfera decadente o il pathos di Interview with the Vampire, ampolloso ma di ben altra caratura qualitativa (del resto vi recitavano Tom Cruise, Brad Pitt, Antonio Banderas e Kirsten Dunst…). Ora il lungometraggio viene essenzialmente ricordato, oltre che per la tragica scomparsa di Aaliyah (morta in un incidente aereo il 25/08/2001), per l’indovinata colonna sonora di accompagnamento, un vero tripudio di nu metal in salsa gothic/industrial dove al fianco di brani già noti o in procinto di essere distribuiti spiccano le composizioni originali di Richard Gibbs (ex-tastierista degli Oingo Boingo) e di Jonathan Davis, al debutto in un progetto esterno ai Korn. Purtroppo, dei limiti contrattuali con la Sony hanno impedito al frontman di utilizzare la sua voce all’interno dell’album (uscito sotto l’egida della Warner) e così, una volta scartata l’opzione Jeff Scott Soto, JD ha chiamato a raccolta dei musicisti che potessero cantare le tracce da lui ideate scegliendo Wayne Static (Static-X), David Draiman (Disturbed), Chester Bennington (Linkin Park), Jay Gordon (Orgy) e Marilyn Manson.
Ad evocare in prima istanza la Regina dei Dannati è l’apertura “liturgica” di Not Meant for Me, tributo a Lei riservato dall’inconfondibile aura nu metal delle chitarre e dalla roca tonalità del cerimoniere Wayne Static. Fuori da un letargo millenario, l’ombra di Akasha volteggia tra i ritmi sincopati della batteria di Forsaken, pura magniloquenza vampiresca dominata dall’ugola stentorea di un epico ed inarrestabile David Draiman. Eros e Thanatos confondono i propri legami nel goticheggiante appetito carnale di System (why won’t you die? Your blood in mine, well’ be fine, then your body will be mine), plumbea effigie melodica a cura di Chester Bennington giustamente abbinata a Change (In the House of Flies), la perfetta ballad alternative nonché una delle gemme più luccicanti nello scrigno dei Deftones: eterea, psichedelica, graffiante, languida e sensuale; gli aggettivi si moltiplicano eppure nessuno riuscirà mai a circoscriverne del tutto l’essenza e il fascino. Le tinte goth adombranti l’industrial/alternative di Redeemer sembrano davvero cucite su misura per il lascivo Marilyn Manson poi, ad un tratto, sbuca il fiammante nu/rap metal di Dead Cell (i Papa Roach qui erano ancora in salute) e la testa comincia a girare nell’ipnotico groviglio industriale di Penetrate dei Godhead, figli in parti uguali dei Nine Inch Nails e dello stesso Reverendo come dimostrano le voci effettate e il ruvido background elettronico al quale si aggiunge un pizzico di scratch.
Le androgine corde vocali di Jay Gordon sostengono invece la torbida passionalità gotica (touching you makes me feel alive, touching you makes me die inside) di Slept So Long, l’ultimo brano creato appositamente in funzione della colonna sonora dalla premiata ditta Davis-Gibbs. Dagli inediti si passa all’iconicità nu metal di Down With the Sickness, l’anthem per eccellenza dei Disturbed innescato dal sentore tribale della batteria e in seguito fatto esplodere dai chitarroni ribassati di Donegan e dai vocalizzi animaleschi di capitan Draiman. Ancora venti di puro nu metal scorrono in mezzo alle rasoiate della glaciale Cold (alternate version rispetto a quella di Machine), tangenze vocali alla Maynard James Keenan si infiltrano nell’alternative/nu di Headstrong degli Earshot e un lieve tocco post-grunge decora Body Crumbles, “hit minore” degli sfortunatissimi Dry Cell, trainata da una delle più maliarde linee di basso udibili in questo sottogenere. Non inquadrando la presenza di Tricky e Alanis Morissette (la stilosa Excess va bene nel film, meno nell’economia del disco), spetta ai Kidneythieves e alla conturbante voce di Free Dominguez placare l’ira della Monarca Vampira tramite l’industrial di Beføre I'm Dead, atto conclusivo del rito ufficiato in suo onore.
Nel penultimo anno di gloria mainstream, il nu metal infesta ancora le Music from the Motion Picture combattendo gli zombie (Resident Evil), avvalorando profezie di epoche lontane (The Scorpion King) e dando una sagoma reale ai vampiri, tutti esempi di un felice connubio tra l’esperienza in sala e un linguaggio sonoro idoneo ad accentuare le atmosfere orrorifiche o a rimarcare le gesta dell’eroe di turno. In merito a Queen of the Damned, la soundtrack prevale nettamente sulla trasposizione cinematografica e il mix di inediti, scelte non banali (Body Crumbles, Penetrate, Beføre I'm Dead) e classici istantanei (Down With the Sickness, Change) fa sì che un titolo non irresistibile possa ancora mantenere una discreta rilevanza per gli appassionati di horror e metal, universi inscindibili durante i magici anni del nu metal.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
14
|
Confermo, è un gran bel disco, contiene pezzi memorabili. |
|
|
|
|
|
|
13
|
Allora sei il contrario di me: io conosco il film ma non la colonna sonora!  |
|
|
|
|
|
|
12
|
Sono il tipo più strano del mondo: conosco la colonna sonora e non ho mai visto il film. |
|
|
|
|
|
|
11
|
Film e colonna sonora che mi riportano dritto dritto a un bellissimo periodo della mia vita, pur se ai tempi non amavo particolarmente il nu metal (eufemismo) ma il mix del tutto era stato micidiale.
Riguarderò e riascolterò a breve (dato che ora apprezzo anche questo genere). |
|
|
|
|
|
|
10
|
Colonna sonora che rappresenta l\'unico apice di un film inguardabile, adatto probabilmente alle bimbeminchia arrapate e con finte tendenze metallare-dark, cresciute con il mito di Eduard Cullen (la saga di twilight é persino più credibile di questa pellicola per teenager sfigati). In mezzo a luoghi comuni, momenti cringe, sceneggiatura e recitazione inesistenti, questi pezzi sembrano quasi sprecati. Change, Reedemer, Cold i momenti migliori. Ah, un altro lato positivo é rappresentato dal fatto che l\'attore protagonista fa di cognome Townsend. Passo e chiudo. |
|
|
|
|
|
|
9
|
questo film e questa colonna sonora rappresentano uno dei più grandi traguardi raggiunti dal genere umano. |
|
|
|
|
|
|
8
|
@Nu Metal Head. sì Jonathan fa il bagarino provando a vendere i biglietti a Jesse! Un cameo simpatico alla fine, una sua presenza nel film ci stava tutta.
@Rob, da te non mi aspettavo un commento simile al primo che hai lasciato, meno male poi al numero 7 sei rinsavito e quindi ti perdono
Ti dico soltanto che gli Stabbing Westward li ho recensiti nel 2022 con il loro ritorno Chasing Ghosts; guarda in database e li trovi subito.
Tornando a Queen of the Damned, i brani inediti con la voce di JD si recuperano facilmente su Youtube oppure nel live album Alone I Play del 2007, la cui scaletta offre anche l\'outtake Careless - Akasha\'s Lament. |
|
|
|
|
|
|
7
|
Per me album molto bello. La prima parte, quella degli inediti, è perfetta: il meglio del Nu Metal alle prese con canzoni scritte dal migliore (Serj Tankian permettendo). Ogni volta che ascolto Forsaken vado via di testa. Splendida anche System con un Chester a tratti irriconoscibile (almeno a me). Da qualche parte ho ascoltato le versioni demo con JD alla voce. Straordinarie. C\'è stato un periodo che ero molto preso dai libri di Anne Rice. Il più bello è il secondo, quello più iconico è il primo dove Lestat non è il protagonista. Il film in questione non è granché, ma lo andai a vedere. Ovviamente non c\'è paragone con il primo diretto da Neil Jordan. Menzione speciale per Stuart Townsend, l\'uomo che era Aragorn, ma fu sostituito da Viggo perché - si narra - indisciplinato, arrogante e svogliato. Ah sì, il voto: 80-85. La recensione? Ben fatta, ma citando il buon Alfredo Pacino \"che ve lo dico a fare?\" |
|
|
|
|
|
|
6
|
Mi è venuta voglia di riascoltare il cd. 🤘🏼 |
|
|
|
|
|
|
5
|
Macché... Diciamo che il pesce ha abboccato in pieno grazie Rob, un saluto |
|
|
|
|
|
|
4
|
@ Lizard, stavo facendo la parodia di tanti che non leggono la recensione, si fermano al voto e sparano a zero. Potete cancellare il post. Appena ho tempo commenterò seriamente la recensione. |
|
|
|
|
|
|
3
|
Il CD non lo conosco (se si escludono le canzoni presenti in lavori ufficiali dei rispettivi artisti, però ho guardato lo spezzone del film in cui c\'è JD che fa la parte del \"bagarospo\" fuori da un concerto (bagarino ovviamente)...  |
|
|
|
|
|
|
2
|
Mi sembra un commento un po\' contraddittorio. Come tu stesso dico Jacopo \"ne sa a pacchi\", quindi trovo sia assolutamente qualificato per questa recensione, che è il suo pane quotidiano e per la quale peraltro si è candidato. Forse non ho capito il senso della tua affermazione. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Adesso leggo la recensione. Lo faccio mettendo su il cd. E comunque, a prescindere, 80 é poco. Date da recensire i dischi a chi conosce la materia. Il Nu Metal non é per tutti (Indigo, ne avevamo parlato tempo fa e sono curioso di vedere come ti sei approcciato a sto gioiello. Sull’argomento ne sai a pacchi. Anche se - se non ricordo male - ti mancano gli Stabbing Westward. A dopo) |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Not Meant for Me 2. Forsaken 3. System 4. Change (In the House of Flies) 5. Redeemer 6. Dead Cell 7. Penetrate 8. Slept So Long 9. Down With the Sickness 10. Cold 11. Headstrong 12. Body Crumbles 13. Excess 14. Beføre I'm Dead
|
|
Line Up
|
1. Wayne Static (Jonathan Davis + Richard Gibbs) 2. David Draiman (Jonathan Davis + Richard Gibbs) 3. Chester Bennington (Jonathan Davis + Richard Gibbs) 4. Deftones 5. Marilyn Manson (Jonathan Davis + Richard Gibbs) 6. Papa Roach 7. Godhead 8. Jay Gordon (Jonathan Davis + Richard Gibbs) 9. Disturbed 10. Static-X 11. Earshot 12. Dry Cell 13. Tricky/Alanis Morissette 14. Kidneythieves
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|