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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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AA. VV. - The Crow: Original Motion Picture Soundtrack
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22/06/2024
( 1386 letture )
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L’anima di un intero decennio racchiusa in una colonna sonora.
Una vita che affoga nel dolore, la catarsi per mezzo dell’arte, gli incubi riversati nel medium fumettistico, la gloria imperitura su pellicola e un eccellente accompagnamento sonoro ad ultimare il quadro. 1994-2024, sono passati trent’anni esatti dall’uscita nelle sale di The Crow, film icona della novantiana stagione alternative e tra i pochi a meritare davvero l’epiteto “generazionale”, il termine più adatto a circoscrivere l’inequivocabile portata che questo lungometraggio ha avuto sulla cultura di massa dell’epoca.
Nato dalla penna dello statunitense James O’ Barr, Il Corvo, fin dalla travagliata gestazione cartacea rispecchia l’angosciante senso di perdita dell’autore, distrutto dalla morte della compagna Beverly (investita da un ubriaco al volante di un camion) e rimasto colpito dalla notizia di due giovani fidanzati uccisi per un misero anello da 20 dollari nella natìa Detroit. Impossibilitato a dimenticare, l’artista si arruola nei Marines e nei primi anni ’80 riversa quel falcidiante buio interiore su alcune tavole disegnando la sagoma di Eric Draven, una sorta di indiretto alter ego con il cuore a pezzi e inguaribili cicatrici emotive. Nel biennio 1989-1990, la Caliber dà alle stampe il fumetto e il responso del pubblico è tale da spingere diverse compagnie all’acquisto dei diritti per una futura trasposizione cinematografica. O’ Barr si rivela però un osso duro (boccia senza appello l’idea di un musical avente a capo Michael Jackson) e il numero di sceneggiature aumenta finché non si trova la quadra con John Shirley e il subentrato David J. Schow al reparto scrittura, Jeff Most e Edward Pressman come produttori e il semi-esordiente Alex Proyas in cabina di regia. Le riprese iniziano nel febbraio ’93 a Wilmington (North Carolina) ma, ad appena tre giorni dalla conclusione, il set viene funestato da una tragedia improvvisa: Brandon Lee, figlio del leggendario Bruce, muore a causa di un proiettile vero conficcato in una pistola non ricontrollata dai membri della troupe; lo sparo, eseguito da un inconsapevole Michael Massee/Funboy, risulta purtroppo fatale e il ventottenne cessa di vivere all’una di notte del 31 marzo 1993 dopo sei ore di agonia in ospedale. Lo shock porta ad un’interruzione dei lavori e soltanto a due mesi dall’accaduto si riparte grazie anche alla volontà di Eliza Hutton, la fidanzata di Brandon alla quale il film è co-dedicato. Tra nuove modifiche allo script, utilizzo di controfigure, elaborazioni in computer grafica e un budget lievitante intorno ai 15 milioni, The Crow arriva nei cinema il 13 maggio 1994 (la premiere il 10/05 a Santa Monica) e l’aura maledetta di cui è inevitabilmente pervaso lo rende un cult movie istantaneo, considerabile nella forma e nello spirito un lugubre epitaffio/tributo a Lee, morto nel dar vita al Corvo e in esso perpetuatosi come simbolo di identificazione tra l’uomo, l’attore e il personaggio.
Legato in maniera indissolubile al suo protagonista, il film ha fatto storia per le ambientazioni gothic/dark (Detroit sembra una Gotham City priva di supereroi o una bladerunner-iana L.A. ancor più decadente), l’estetica da maxi-videoclip, i soggetti dai plumbei caratteri (dalla banda di malviventi al “vampiresco” Top Dollar fino al comprensivo Daryl Albrecht e la dolce Sarah), l’evocativa trama basata sull’immortalità esistenziale dell’amore e ovviamente per la figura emblematica di Eric Draven, musicista rock tornato dall’Aldilà in cerca di vendetta contro i balordi che avevano ucciso lui e la sua amata Shelly il giorno prima delle nozze.
People once believed that when someone dies, a crow carries their soul to the land of the dead. But sometimes, something so bad happens that a terrible sadness is carried with it and the soul can't rest. Then sometimes, just sometimes, the crow can bring that soul back to put the wrong things right.
Una pellicola di tale caratura non poteva quindi che essere accompagnata da una colonna sonora in linea con le atmosfere lugubri e le emozioni contrastanti visibili sullo schermo, un gioco -quello tra immagini e suoni- ricreato dallo stesso O’ Barr nell’edizione originale del fumetto dove un’intera pagina riportava le liriche di The Hanging Garden (The Cure - Pornography, 1982) e alcuni capitoli erano intitolati a mo’ di brani dei Joy Division. Se la OST “rivale” di Judgment Night (1993) aveva istituito i canoni definitivi del rap metal, quella di The Crow rimane parimenti figlia delle temperie alternative ma si instrada verso una più ampia convergenza di stili e attitudini musicali, riassumibili in varie fasce di rock (grunge, psichedelico, noise, gothic), settaggi industrial, derivazioni post-punk, alternative metal, spunti crossover, rabbia hardcore e perfino un delicato sentimentalismo da ballad.
La Notte del Diavolo mostra tutta la sua spettrale magnificenza a partire da Burn, opener simbolicamente affidata ai The Cure e alla voce di Robert Smith, massima fonte di ispirazione per il look di Eric Draven insieme a Peter Murphy dei Bauhaus. L’ardente spirito goth del brano divampa nel testo (still every night I burn, every night I scream your name, every night the dream’s the same) e nella scena madre della trasformazione nel Corvo, un non-morto con il volto dipinto di bianco e nero assistito dal potere del misterioso volatile psicopompo. Sulle ali di questo arcano traghettatore si plana verso il lercio appartamento in cui Funboy e Darla esplicitano il loro desiderio di sesso ed eroina, una mistura letale sottolineata dalla blasfemia di Golgotha Tenement Blues, industrial rock dei Machines of Loving Grace qui in versione Nine Inch Nails per scortare il nuovo Messia nell’opera di salvezza di una donna peccatrice. Il grunge dal tocco blues di Big Empty, unico singolo estratto, fotografa i migliori Stone Temple Pilots allora in procinto di mandare sugli scaffali Purple, mentre con Dead Souls i Nine Inch Nails di Trent Reznor avviano la parata di cover industrializzando in maniera ottimale il post-punk di una B-Side dei Joy Division. Avulso dal mood lirico/sonoro del film e del resto dell’album, il crossover dei Rage Against the Machine rimane un bel sentire a prescindere anche quando si limita alla rilettura di una vecchia demo (Darkness of Greed del ’91), tanto ci pensa il jukebox del The Pit a riconnettere l’ascoltatore diffondendo le melodie psichedeliche di Color Me Once, tratteggiate con ammalianti nuance retrò dai Violent Femmes di Gordon Gano.
Durante l’ispezione dei vicoli più malfamati di Detroit bisogna invece armarsi fino ai denti per riuscire ad arginare le distorsioni effettate e lo slancio della Rollins Band (reinterpretante in Ghostrider il proto-industrial dei Suicide), le sporche rasoiate alternative metal degli Helmet di Milktoast e l’ostilità hardcore di The Badge, suonata dai Pantera con taglio groove e attaccamento all’originale indole eversiva dei Poison Idea. Usciti indenni da una simile aggressione frontale, ci si trova dinnanzi al carismatico alternative rock di Slip Slide Melting dei For Love Not Lisa e al piacevolissimo noise pop di Snakedriver targato The Jesus and Mary Chain. Dopodiché, sempre guidati dal nero volatile, arriva il momento di tornare al club e vedere in azione i My Life with the Thrill Kill Kult con lo schizzato industrial di After the Flesh (2.0 della loro Nervous Xians) e i Medicine dell’incantevole Time Baby III, in scaletta declinata in una variante dream pop alla Cocteau Twins (merito di Robin Guthrie e delle backing vocals di Elizabeth Fraser) e nel lungometraggio rimasta al lato più noise della seconda registrazione. L’epilogo, corrispondente ai titoli di coda, sancisce l’agognato ricongiungimento di Eric e Shelly, pronti ad abbracciarsi in un amore eterno che sopravviverà in forma di presenza immateriale e ricordo indelebile. Del resto, non può piovere per sempre come recita la meravigliosa ballad affidata alla voce eterea di Jane Siberry, degna chiusura incorniciante la frase più suggestiva di quest’opera cinematografica.
Ad agosto è in programma il remake/reboot diretto da Rupert Sanders (Snow White and the Huntsman, Ghost in the Shell) con “Pennywise” Bill Skarsgård nel ruolo che fu di Brandon Lee. Spiace dirlo, ma esistono produzioni talmente radicate in un determinato periodo storico/musicale da non poter essere aggiornate in una diversa realtà e The Crow, parto esclusivo degli anni Novanta, è uno di quei lavori che dal ‘94 non avrebbe dovuto essere disgiunto, pena risultati insoddisfacenti come i tre sequel dal 1996 al 2005.
Senza neanche dar peso ad un eventuale confronto, il trentennale del primo e unico vero Corvo ha diritto a ben altra celebrazione e bastano due semplici gesti per metterla in atto: riguardare il film (preferibilmente in autunno) e ascoltare più volte la sua incredibile colonna sonora, al pari della già ricordata Judgment Night un crocevia obbligatorio se si vuole cogliere appieno il linguaggio e la mentalità del decennio alternativo per antonomasia.
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Colonna sonora clamorosa, il film alle superiori mi era piaciuto un sacco, visto e rivisto più volte. L\'ho rivisto un paio di anni fa perché disponibile su Netflix e sinceramente l\'ho trovato un po\' invecchiato male. |
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Penso anche ai fumetti. I personaggi di Ken Shiro oltre ad ispirarsi ad attori famosi anni 80 (Ken era un mix tra Bruce Lee, Stallone e Mel Gibson, Roul era Schwarzenegger) si ispiravano anche a cantanti famosi: Shin era una via di mezzo tra Axl Roses e Sebastian Bach, Juda era Boy George, il primo demone era Freddy Mercury e molti altri. Bastard era praticamente una citazione unica al mondo metal. In Alita erano presenti parecchi Easter eggs riferiti al metal. Ne Le Bizzarre Avventure di JoJo i nomi di tutti i personaggi e di quasi tutti gli stand erano presi dalla musica. Dylan Dog stesso attingeva spesso a piene mani dalla musica rock e metal. Ora purtroppo la musica si è uniformata quasi tutta sullo schifo di trap, per questo un remake del Corvo non può che venir fuori una merda. |
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Musica e cinema si influenzano l\'un l\'altro. il Corvo si può tranquillamente considerare come un film che a livello iconografico ha marchiato una generazione, forse anche due. Nel film successivo di Proyas, ho sempre pensato che si sia ispirato al look di Billy Corgan per la figura degli stranieri. Non è inusuale che i personaggi dei film si ispirino nell\'aspetto a cantanti e musicisti noti. In Blade Runner, che è uno dei miei film preferiti in assoluto, per i ruoli dei replicanti Roy Batty e Pris il look riporta a Billy Idol e David Bowie. Negli anni 90 menzionerei anche la soundtrack di Lost Highways di David Lynch, che ha il merito di annoverare i Rammstein quando ancora non erano noti al grande pubblico. Mi pare molto triste osservare come oggigiorno le soundtrack di maggiore successo siano quelle di Barbie e A Star is Born, mentre sono anni che non viene selezionata una buona soundtrack a base di pezzi rock alternativo |
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L\'ho visto al cinema con la mia morosa di allora e non l\'ho più rivisto perché ho sempre pensato che non mi sarebbe più piaciuto, troppo legato a un periodo particolare e a tematiche adolescenziali. Però il commento di Rob mi ha fatto venire voglia di rivederlo. |
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Il film l\'ho visto l\'ultima volta 25 anni fa perché nel 94 ero un po piccolo per certe pellicole... é un bel film ma non tra i miei preferiti, incide abbastanza il fatto che sia il film preferito di una considerevole fetta di persone che non sopporto un granchè!
La colonna sonora é molto gustosa, in particolare il pezzo dei Nine Inch Nails e una mirabile cover di The Badge dei Poison Idea fatta dai Pantera che é quasi del tutto simile all\'originale!
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@Rob Fleming al commento n. 7, nei rispolverati ho trattato finora Il Corvo, Judgment Night e Freddy vs Jason, quindi vedrai che arriverà anche il momento di Queen of the Damned, la cui recensione anzi ti anticipo che è già in programma.
Nel frattempo ringrazio tutti per i commenti (@Hacksaw, non è che il tuo commento si è dimezzato perché avevi in qualche modo \"sforato\" lo spazio disponibile?) e concordo in pieno con chi ritiene il remake un errore madornale. Ho visto anch\'io il trailer e proprio non ci siamo: è un Corvo per la generazione Z, distorto e completamente avulso dallo spirito dell\'originale. |
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Film cult anni 90!!! Bellissima l\'atmosfera creata accompagnata da una soundtrack fantastica!! Il Pezzo dei Pantera una vera bomba!!! |
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Bella sicuramente la soundtrack. Il film invece non mi ha mai fatto impazzire tantissimo. Certo da un lato ci sono un\'estetica e dei personaggi soprattutto che sono entrati nell\' immaginario ma sia il racconto che il modo in cui viene raccontato (la regia a mo di videoclip, per l\'appunto) non mi ha mai coinvolto più di tanto. Penso che buona parte del successo sia dovuto per la disgrazia accaduta a Brandon Lee. |
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Film che ha segnalato la mia adolescenza e colonna sonora all\'altezza del compito! I Pantera che suonano i Poison Idea da soli valgono l\'acquisto. |
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No ma scusate, mi avete cancellato metà del commento? Ma perché? Non avevo di certo scritto nulla per cui qualcuno avesse potuto offendersi, non credo nemmeno di essere stato troppo sboccato. Siamo su un sito di metallari o farisei ciusaroli? |
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Oh ragazzi, Dellamorte Dellamore, visto al cinema all\'epoca, preso il DVD, uno dei miei film preferiti in assoluto. Un capolavoro, così come un capolavoro Il Corvo. Che tempi |
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Una delle soundtrack più belle di sempre. CD fuso si da quando sono ragazzino. Prima o poi lo prenderò anche in vinile, anche se i prezzi non accennano a scendere |
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Existenz bel film ma non Cronenberg al suo meglio. Concordo in pieno con Hacksaw (a cui faccio i complimenti per il suo grande passato nel wrestling) con lo pseudo Dylan Dog. Un filmetto mediocre già in sé, reso orrido dall\'accostamento con il fumetto. E dall\'interpretazione del protagonista, già colpevole di aver infangato la memoria del grande Christopher Reeve recitando il pessimo Superman. Basta remake per pietà. Al 90% sono come la corazzata Kotionkin. Tipo il Ghostbuster al femminile, una delle cose più irritanti mai viste. Il nuovo Corvo sembra andare nella stessa strada, che poi già i seguiti non valevano minimamente l\'originale ma almeno erano inseriti nella scia... |
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Existenz di Cronenberg ha molto in comune con Matrix,lo consiglio vivamente.scusate l\'ot. |
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Ovviamente da fan di Dylan Dog mi aggiungo al conteggio degli spettatori di Dellamorte Dellamore, anche perché Anna Falchi tutta nuda è un valore aggiunto al film! Riguardo la versione del 2010 stendiamo un velo pietoso, fottuti americani che si appropriano di un nome noto per poi girare un filmaccio di merda che non rispecchia per nulla il fumetto. Anche Dark City tanta roba, insieme a un altro film di quel periodo il tredicesimo piano penso abbiano ispirato il tema di Matrix |
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Legalise,bello Dark City...all\'epoca se ne parlava bene.Proyas se mi ricordo bene ha fatto anche Io,Robot dal romanzo di Asimov. |
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Si lo stesso regista del corvo. E si vede. |
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Non così famoso, ma darkissimo e oscuro: dark city, mi pare dello stesso regista. Con una Jennifer Connelly meravigliosa come sempre❤️. Qualcuno lo ha visto? |
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In quegli anni Dellamorte Dellamore secondo me lo abbiamo visto tutto, anche perché più o meno tutti leggevamo Dylan Dog. Tornando all’album e al film, stratosferici, gli emblemi di un epoca. Il remake imbarazzante e non lo guarderò nemmeno sotto tortura. |
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Rob Fleming,fai anche 11...La Falchi in piena forma. |
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Questo album non è solamente la colonna sonora di un film, ma di un intero periodo, gli anni novanta. Una colonna sonora che racconta il film, evoca le ambientazioni decadenti, la vita e la morte, la rabbia. La scena di Eric che corre e vola sui tetti dei palazzi con sottofondo Dead souls è straordinaria. Come tutte le canzoni qui contenute (insomma a me i Cure fanno cagare, eppure Burn è stratosferica!). Capolavoro. Due parole sul remake/reboot di questi giorni: UNA MERDA COLOSSALE. Ho visto solo il trailer, e questo coso non c\'entra nulla col film originale o il fumetto; contiene tutti gli stupidi cliché di oggi, con tutti gli stupidi stereotipi e \"pari dignità\" che tanto si paventa oggi. Probabilmente piacerà ai trapper come quello schifo di protagonista. |
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@Testamatta, Dellamorte Dellamore …a volte sei così…anni 90! L’avremo visto in 10 quel film. Comunque hai tutta la mia stima (OT: @Indigo, ma la colonna sonora della Regina dei Dannati? È il tuo pane) |
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Fuoco e fiamme,fuoco e fiamme...ho perso il conto delle volte che l\'ho visto.Non annoia mai,bellissima soundtrack,splendida atmosfera e grande interpretazione di Brandon Lee...al diavolo il remake. |
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Non dico altro rispetto a quanto scritto da chi mi ha preceduto sulla bellezza del film e della colonna sonora. Aggiungo solo che l\'album ha avuto anche un\'importanza fondamentale nella formazione musicale della mia generazione. Oltre al CD, acquistato alla sua uscita, posseggo ancora anche la locandina del film che riuscì a sgraffignare dal cinema. All\'epoca era una prassi consolidata (ho pure quella di Dellamorte Dell\'amore 😁 |
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Rifare questo film non ha senso, perché la sua bellezza è indissolubilmente legata alla colonna sonora. Cambiatela e avrete un altro film. Visto nel 1994 al cinema e rivisto l’anno scorso: l’idea non cambia, per me un film che descrive un decennio. Per capire gli anni 90 si deve passare anche di qua. Bella recensione, bellissimo film, colonna sonora fuori parametro |
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Colonna sonora stupenda, come quella di Last Action Hero uscito in quegli anni. |
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Questo disco è una vera macchina del tempo, mi basta guardare la copertina ed ascoltare anche solo la prima traccia per essere catapultato di colpo nel 1994. Ricordo benissimo quando comprai l\'album a Parigi, mentre ero in gita con la scuola. Devo ammettere che, a parte la carismatica interpretazione di Brandon Lee, il film non mi piacque granché, ma il disco è una bomba. Assolutamente veritiera, oltre che molto bella, la recensione di Indigo, poche opere sono così rappresentative del periodo storico in cui sono nate come questo film e relativa colonna sonora. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Burn 2. Golgotha Tenement Blues 3. Big Empty 4. Dead Souls 5. Darkness 6. Color Me Once 7. Ghostrider 8. Milktoast 9. The Badge 10. Slip Slide Melting 11. After the Flesh 12. Snakedriver 13. Time Baby III 14. It Can’t Rain All the Time
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Line Up
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1. The Cure 2. Machines of Loving Grace 3. Stone Temple Pilots 4. Nine Inch Nails 5. Rage Against the Machine 6. Violent Femmes 7. Rollins Band 8. Helmet 9. Pantera 10. For Love Not Lisa 11. My Life with the Thrill Kill Kult 12. The Jesus and Mary Chain 13. Medicine (feat Robin Guthrie, Elizabeth Fraser) 14. Jane Siberry
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RECENSIONI |
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