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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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AA. VV. - Whom The Moon A Nightsong Sings
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( 4230 letture )
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La Prophecy Productions è una delle poche etichette che da sempre persegue costantemente una propria ed inconfondibile estetica, riassumibile nel perfetto connubio armonico tra musica ed immagini da essa evocate. Non c'è gioia, perlomeno nella concezione comune del termine, nelle sue uscite, non ce n'è mai stata. Questa compilation non vi fa eccezione: Whom The Moon A Nightsong Sings è una raccolta di pezzi, salvo rarissime eccezioni, interamente acustici incentrati sul tema della natura. La rielaborazione sul tema richiesta agli artisti qui coinvolti è, ovviamente, quella intimista e spirituale; il profondo rispetto per essa unitamente ad una percezione romantica sono i denominatori comuni di una musica acustica dark, malinconica, interamente votata ai sentimenti.
La raccolta in questione si dipana lungo ben 21 tracce in cui si avvicendano rarità e pezzi inediti di un nutrito gruppo di artisti, alcuni dal monicker altisonante (o comunque ben conosciuti nel giro), altri alle prime esperienze su disco. Chiaro che i nomi da vetrina (o da adesivo su cd, come preferite) sono sostanzialmente due: Empyrium ed Ulver. L'attesa più spasmodica è tutta per i primi, i quali tornano sulle scene dopo la recente reunion con l'inedito The Days Before The Fall: una buona canzone che, seppur non mi abbia fatto sobbalzare, getta un ideale ponte, soprattutto nella seconda e più metallica parte, con i lavori di Song of Moors and Misty Fields; le premesse per sperare in un grande ritorno con il prossimo full lenght ci sono quindi tutte. Il pezzo degli Ulver, Synen, è, se vogliamo, ancora più succulento, in quanto si tratta di una rarità del 1996 risalente al periodo folk della band: un ottimo pezzo di chitarra acustica, percussioni e violoncello che non avrebbe certamente sfigurato al cospetto di quel capolavoro rispondente al nome di Kveldssanger. Gli highlights della compilation sono comunque parecchi ed il livello medio è notevole. Impossibile non citare il pezzo dei Dornenreich, traccia dotata di un intimo e rassicurante calore nonostante le sferzate drammatiche di violino ed il gelo invernale dei sussurri. Come sottacere, poi, della bellezza dell'inedito dei Les Discrets? Neanche due minuti di pura poesia strumentale colmi di palpabile tensione emotiva. E così, dalla drammatica intensità scandita da accordi di pianoforte nel pezzo degli Nhor passando per la sicurezza Tenhi (il cui brano non è inedito) e la delicatezza degli October Falls (ma si dovrebbero citare veramente tutti) si arriva a quella che considero la vera sorpresa del disco, ossia la suite di chiusura dei Syven. Il gruppo finlandese, progetto di Aslak Tolonen dei Nest e Andy Semmens dei Pantheist, è dedito ad un folk ambient di grande impatto emozionale, caratterizzato da un massiccio uso del kantele. How Fare the Gods? è un pezzo che suona come un oscuro rituale, il quale passa di volta in volta da invocazioni sciamaniche a ideale quanto epico sottofondo per battaglie di nordica memoria (con tanto di timido accenno di distorsione elettrica). Insomma, 15 minuti di pure suggestioni ancestrali.
Arrivando alle conclusioni va comunque detto che la scelta operata dalla Prophecy porta con sé almeno due chiavi di lettura tra loro opposte. Da una parte la raccolta sembra assemblata a puntino per confondere i nostri sensi, l'iper-espressività è talvolta così manichea e così violenta da provocare un certo distaccamento dal “sogno”. La sua (ossia dell'etichetta tedesca) versione della natura, è bene dirlo con chiarezza, è così cumulativa, così argomentata, così pretenziosa da riflettere anch'essa lo spirito dei tempi: il rischio alla fine è quello di non capire a quale “natura” abbiamo assistito, quello di non capire il senso dello spettacolo (se non quello di vetrina per la Prophecy, ovviamente), ed il rischio è quello di uscirne frastornati e sfibrati. Dall'altra parte ci troviamo al cospetto di un disco (anzi due!) che scorre via come un dramma di quelli scritti con l'inchiostro intinto nella passione, naturalistica certo, ma prima ancora umana. Un disco che ti invoglia a fare il tifo per le tue debolezze. Persino quelle che ti restano attaccate per sempre. Limiti che ti schiacciano e poi ti danno la forza per rialzare la testa. Far vedere che tu sei di più e meglio. Senza spocchia ed arroganza. E le vie per scoprirlo sono infinite. Insomma, il confine tra il puro romanticismo e l'insulsaggine è veramente molto labile, soprattutto quando in ballo c'è della musica così minimale eppur fruibile da chiunque. Il resto lo farà la vostra sensibilità, la vostra disposizione d'animo. Il voto millesimato in fondo vi avrà già fatto certamente capire per quale soluzione propenda il sottoscritto. Se a ciò vogliamo aggiungere un artwork estremamente evocativo (per come la vedo io Teyssier, come illustratore, sta alla musica intimista come Roger Dean sta al prog) ed un prezzo che non teme critiche allora gli ingredienti per non lasciarsi sfuggire questa compilation ci sono proprio tutti.
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10
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Oppure direttamente dal sito della prophecy |
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9
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Enrideath: io l'ho presa da Audioglobe senza problemi, anche se è passato un po' di tempo. |
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8
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tutti nomi di grande spessore, in particolare adoro Vàli stupenda compilation comunque, se solo riuscissi a trovarla da qualche parte.. |
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7
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compilation davvero bella! |
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Stupenda raccolta...purtroppo i metodi di spedizione della pro media online shop lasciano a desiderare..ancora mi devono recapitare il vinile....MAH! |
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4
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un'amica ce l'ha e me ne ha parlato benissimo. in effetti, sembra proprio un gioiellino, un po' come uno di quei rari best of buoni dei gruppi. uuuuh! spero proprio che gli havnatt giungano (e presto) ad un debut in full length! |
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3
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Ordinata a scatola chiusa. |
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2
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Di solito sono contrario alle compilation, ma questa sembra effettivamente interessante... |
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Questa compilation mi rilassa un casino, veramente bella. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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CD1: 1. Vàli: Hoestmelankoli 2. Empyrium: The Days Before The Fall 3. Nest: Summer Storm (acoustic) 4. Nebelung: Ich würd es hören 5. October Falls: Viima 6. Ainulindalë: A Year Of Silence 7. Les Discrets: 5 Montee Des Epies 8. Les Discrets: Apres l'Ombre 9. Musk Ox: Solstice 10. Havnatt: Dagen Og Natta 11. Dornenreich: Dem Wind Geboren 12. Vàli: Haredans I Fjellheimen
CD2: 1. Nhor: Upon The Wind Its Wings Beat Sorrow Into The Stars 2. Ulver: Synen 3. Neun Welten: Pan 4. Tenhi: Kausienranta 5. Bauda: Ocaso (acoustic) 6. Orplid: Stille (Demo) 7. Nucleus Torn: Krähenkönigin III 8. Lönndom: Språnget Ur Ursprunget 9. Syven: How Fare The Gods?
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RECENSIONI |
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