Da questa recensione penso che arrivera’ il verdetto del manicomio piu’ vicino, che mi vuole con se da tempo. O dentro o fuori. Penso che il 90% degli esseri umani che si dovesse vedere recapitare un demo di questa fattura, urlerebbe a squarciagola il proprio dissenso. Ecco, mi sa che questi folli emuli dei piu’ vistosi e abrasivi massacri mentali che la terra abbia mai concepito, siano capitati nel posto giusto. Si tratta di uno split fra tre band, tre gradi d’ignoranza (nel senso buono) che li porta a devastare il terreno sottostante con grind, brutal, noise e black grezzissimo. Ovviamente sarebbe come chiedere ai Mortician che genere propongono…la prima volta credevo si fosse rotto lo stereo! Detto questo, passiamo alla proposta recapitatam: i Diorrhea propongono un massacro dell’animo e dello spirito con l’iniziale Habemus Napalm (!), Emo, Cesso Pubblico, Mi fai schifo e altri titoli piuttosto impronunciabili…che comunque per la vostra gioia troverete qui sotto. Che dire, grind, hardcore, tendenze alle nefandezze piu’ estreme, scheggie di Scum dei Napalm Death. Questo e’ un genere che bisogna conoscere a fondo, altrimenti si rischia davvero di non essere obiettivi. Come per i Necrolust (solo 4 pezzi per loro, ma tanta ferocia) e i piu’ conosciuti Distruzione Di Massa, progetto singolo di tal Morgoth, che predica bene (si fa per dire) e razzola discretamente. Si passa da dolci visioni (Invoco la guerra nucleare) a sprazzi di buonismo (You’re gay (so) I fucked your Wife) a malinconiche certezze (lavora per morire). Partendo dal presupposto che ognuno e’ libero di pensare come vuole (vorrei capire pero’ come si fa a campare senza lavorare…) dico che la proposta sonora e’ una delle piu’ crude e malsane che io abbia mai percepito. Non butto via lo split, (o meglio, spit) a parte certe tematiche infatti, il credo sonoro sembra essere abbastanza radicato in questi tre gruppi. L’ignoranza sonora (come ci ricorda anche la cover dei Brutal Truth, proposta dai Diorrhea, The Birth Of Ignorance) compie spesso gli anni, e a volte si puo’ davvero cogliere qualcosa di buono.
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