Un famoso comico italiano afferma spesso che “non si esce vivi dagli anni ‘80”, e a dirla tutta un po’ di verità sussiste in questa considerazione perché mai come oggi, almeno in ambito musicale, si sente il bisogno creativo di tornare in quel decennio che tanto ha segnato le sonorità delle decadi seguenti fino a oggi. La compilation Cottage Cheese From The Lips Of Death – A Texas Harcore Compilation pubblicata nel 1983 ne è un fulgido esempio, andando a racchiudere in quattordici tracce dalle varie sfaccettature quanto di meglio girasse in ambito punk e hardcore fino a quel periodo, buttando sul piatto chicche oggi quasi dimenticate e passando da brani hardcore più o meno tirati e precursori di un metal ancora tutto da creare a canzoni dalla vena prettamente punk, inteso come stile di vita e non come visione modaiola. Questa compilation trasuda una genuinità ignorantissima, che se ne frega di tutto e tutti e chiede solo di essere sparata a tutto volume nello stereo dell’auto vivendola in modalità “Beavis & Butthead”, amplificando senza limiti l’ignoranza di fondo di ogni singola nota, indipendentemente dalla qualità delle registrazioni o dal livello esecutivo più o meno decente dei musicisti coinvolti: qui vincono i brani stessi, i titoli semplici e diretti che già nel loro piccolo racchiudono il preciso messaggio che si vuole far passare con questa compilation (la cui copertina se possibile è ancora più underground delle canzoni stesse).
Proprio basandosi su questo concetto si devono analizzare le canzoni qui contenute, che senza ovviamente far gridare a nessun miracolo danno però una panoramica di ciò che di lì a poco sarebbe esploso. Si parte quindi da una matrice hardcore senza fronzoli con una Nobody Rules dei Really Red, base del movimento mosh-core degli anni seguenti, proseguendo con gli alfieri dell’ignoranza che rispondono al nome di D.R.I. (aka Dirty Rotten Imbeciles) e la loro tiratissima Runnin’ Around, gente che fortunatamente non ha bisogno di presentazioni visto che brani simili fanno cadere in piedi l’ascoltatore nel bel mezzo di un film della Troma, il che è tutto un programma. La pessima registrazione della seguente Fight Back non rende giustizia alla perizia tecnica degli Offenders, che avrebbero meritato più fortuna di quella che hanno ottenuto poi.Dall’hardcore più puro e duro si passa alla vena punk che caratterizza la compilation, quindi a sonorità meno tirate e più aperte: da Soldiers Of A Pure War delle Mydolls alla “clasheggiante” Bread And Bombs dei Not For Sale, dove il basso incalzante la fa da padrone dall’inizio alla fine, passando per la cadenzata The Big Picture dei Big Boys,la coinvolgentissima Entertainment Tonight degli irriverenti Prenatal Lust, la punk-rock I Hate My Job dei Butthole Surfers e la claustrofobica Christian Rat Attack degli Stickmen With Rayguns. A un certo punto punk e hardcore si mischiano e si confondono, i suoni si fanno veramente acidi nonostante la pessima qualità di registrazione, e vengono proposti brani da parto difficoltoso quali Moo... degli Hugh Beaumont Experience, la peraltro divertente Rock And Roll Asshole dei Marching Plague, l’esplicita e cortissima Dickhead dei Bang Gang e la lisergica Gilbeau degli altrettanto lisergici Dicks.Chiude la compilation il brano più metal del lotto, cioè una primordiale e seminale Meltdown eseguita con gli attributi dalla primissima formazione dei mai dimenticati Watchtower di Mr. Doug Keyser, quando l’era Tecchio era ancora tutta da scrivere.
Gli anni 80 hanno tracciato tante pennellate sulla tela della storia musicale mondiale, con sfumature e tratti sempre diversi e innovativi, alla continua ricerca di qualcosa che forse nessuno degli artisti coinvolti ha mai veramente trovato, o forse qualcosa che era così semplice da trovare e da vedere da essere praticamente ignorato perchè ritenuto banale o di poco conto, e questa variegata compilation credo voglia testimoniare proprio questo, cioè che a volte le cose più semplici e dirette sono quelle che forse lasciano un segno nella storia o perlomeno di sicuro ne tracciano indissolubilmente il cammino per le generazioni future.
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