Così come annunciato nell’intervista a Massimo Menichetti, ecco giungere puntuale il terzo capitolo della compilation da lui concepita recante come titolo Invasione Totale Vol. 3. La formula è la stessa degli episodi precedenti, ossia un lotto di gruppi che viene fuori da un referendum popolare ai quali viene offerta la possibilità di incidere un brano poi incluso nella compilation, un’operazione che vede coinvolte alcune importanti realtà nazionali nel campo dell’informazione metal ed una tiratura di 20.000 copie che, almeno sulla carta, è in grado di fornire una vetrina abbastanza luminosa ai gruppi coinvolti, il tutto anche considerando che il Cd viene distribuito gratuitamente.
Rispetto a Invasione Totale Mini quello che salta…all’orecchio è un miglioramento abbastanza notevole della qualità media dell’incisione dei vari brani, (18 in tutto), tallone d’Achille della compilation precedente tanto da far abbassare notevolmente il giudizio. Un altro aspetto più che evidente è un generale spostamento verso sonorità mediamente più pesanti, tanto che –al di là di fantasiose definizioni quali Rolling Death, e Slayer Core- oltre la metà dei gruppi interessati presenta il Death nelle sue varie sfumature come raison d’etre, anche se l’Heavy è ancora ben rappresentato sia numericamente che qualitativamente. Dando un’occhiata alla lista dei gruppi saltano all’occhio alcuni nomi: i Dragonia ovviamente, (appena recensiti), la band di Menichetti, i Subhuman, i Delyria e Tarchon Fist , non mancano comunque le realtà interessanti, ma andiamo a vedere la situazione più nel dettaglio.
Dragonia. Forever Night è un brano gia presente su Blood, Will and Soul, non è tra i miei preferiti, ma è una buona opener per la compilation. Chaoscore: Death melodico di discreto impatto. Subhuman: la loro già nota Nata Troia si presenta subito e colpisce allo stomaco, potenti. Archetype: Ancora Death (molto) melodico con piacevole voce clean. Rattlesnake: HR classico privo di grossa inventiva, voce potenzialmente ottima, ma sempre forzata. Delyria: Death d’impatto e quadrato. Underskin: Heavy classico e rodato, piacevole e convinto, ma senza il colpo di coda. Bleed Someone Dry: virata sul Metal-Core più aggressivo con tinte HC. Surgery of Sorrow: Death e R’n’R? Interessante. Weirdream: Un assalto frontale nel nome del Thrash/Death. Astral Dive: Power con voce femminile sopranile. Dotatissima, ma forse da “registrare” un po’ nella timbrica. Tarchon Fist: Ottima band Heavy qui rappresentata da un brano minore. Luthien: Metal possente e voce femminile ad incrociare con quella maschile “sporchissima”: 4Th Dimension: Power sinfonico piuttosto prevedibile. Louder: spazio allo Stoner, genere non popolarissimo e qui ben rappresentato dalla band in questione. Aleph: Buona band difficilmente classificabile e presente con un brano tratto da Seven Steps Of Stone. Fomento: Hardcore senza prigionieri per un pezzo già presente su Welcome To The Brotherhood. Festering Disguise: Per chiudere con un pugno in faccia Death.
Niente miracoli, niente gruppi che cambieranno la storia, ma qualche band interessante, tanta passione da parte di chi ha messo in piedi la baracca e l’occasione per sentire 18 gruppi diversi e farsi un’idea di alcune nuove , (o semi-nuove) proposte nazionali in maniera gratuita prima di acquistare magari i loro dischi, non è poco. Da supportare.
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