INTRODUZIONE Markus Eck è un personaggio molto attivo nella scena folk-pagan metal, noto soprattutto in Germania e nei paesi dove questo genere musicale è più conosciuto e apprezzato rispetto alla penisola italiana: difatti, oltre a essere il responsabile del sito metalmessage.de, è anche la mente che si cela dietro le omonime e apprezzate compilations che, da anni, sono diventate dischi quasi imperdibili per ogni vero amante della musica più pagana e pura.
Con colpevole ritardo, essendo il disco in questione di fine 2008, mi appresto a recensire quella che è, in quasi venti anni di militanza, la migliore compilation che mi sia mai capitata di avere tra le mani: un cd che si presenta in maniera fantastica agli occhi, grazie alla bella copertina e al curatissimo libricino di ben trentadue pagine, e molto buona all’udito, per via di una riuscita selezione di bands, alla fine tredici, pescate tra l’underground più sconosciuto e qualche gruppo maggiormente esperto e famoso. Dispiace non vedere nella tracklist gruppi italiani, ma vista la qualità incredibile di alcune release recenti, non resta che attendere l’uscita di MetalMessage VI per trovare un gruppo nostrano in questa prestigiosa compilation.
ARTWORK Il libricino è in formato dvd, a mio parere un’ottima idea, in quanto rende MetalMessage V ancora più appetibile per una questione estetica, oltre al fatto che le foto sono di dimensioni maggiori: in questo modo gli scatti della natura effettuati da Markus Eck sono ancora più belli e apprezzabili nei minimi particolari La copertina è opera di Ed Repka, già al lavoro con gruppi del calibro di Megadeth (Rust In Peace, Peace Sells…But Who’s Buying?) e Death (Scream Bloody Gore, Leprosy, Spiritual Healing) ed è, nella tamarraggine tipica del folk metal, un piccolo capolavoro: gli orchi e Thor sono disegnati con precisione maniacale, dai denti aguzzi a un qualsiasi muscolo in tensione del braccio o della gamba, ogni centimetro quadrato del dipinto è praticamente perfetto. Il booklet comprende una scheda per ogni gruppo partecipante costituita da foto, nomi dei musicisti e strumento suonato, nazione di provenienza e contatti internet. Ad abbellire il tutto ci pensano i già citati scatti di Markus: sedici fotografie di natura incontaminata (boschi innevati, particolari di tronchi d’albero piuttosto che montagne da sogno o il dettaglio di una pigna, per fare qualche esempio) che permettono al possessore di MetalMessage V di immergersi completamente nell’atmosfera pagana della compilation. Un artwork curato nei minimi dettagli, realizzato con amore e buon gusto, oltre al fatto che trentadue pagine di libricino sono cosa rarissima al giorno d’oggi. A completare il lavoro certosino ci pensano un adesivo e un cartoncino di “benvenuto”, magari non necessario, ma piacevole da trovare nella confezione.
MUSICA Sono presenti nel disco tredici gruppi, per un ventaglio di generi che spaziano dall’extreme folk metal al pagan per arrivare a qualcosa di viking o quasi black metal melodico. In MetalMessage V sono rappresentate otto nazioni (Canada, Spagna, Slovacchia, Russia, Irlanda, Brasile, due volte Belgio e ben cinque la Germania), quindi le differenze tra un gruppo e l’altro sono spesso abissali sia per il background che per la proposta musicale, ma questo, essendo il cd una compilation, non può che essere un dato positivo. La qualità media è più che buona, nonostante un paio di canzoni mediocri e una decisamente mal riuscita: gli spagnoli Xerión, autori di un pessimo black metal vagamente epico in No Pazo Derruido da Existencia (tratta dal disco del 2007 Nocturnal Misantropia), provano a rovinare la festa, per fortuna non riuscendoci. Altri brani poco ispirati risultano essere The Battlelore (da Southern Pagan Resistance del 2003) dei brasiliani Tiwaz, una sorta di epic black metal, e la conclusiva De Zwarte Mis dei Vinternatt, formazione belga ormai scioltasi. Ottimo invece il pagan metal degli Andras: Miasma Track (tratto da Iron Way del 2008) è un buonissimo brano tirato con voce solenne in clean prima dell’intervento distruttivo dello scream, così come molto ben fatta è pure la canzone Helias Bann dei tedeschi Finbulvet, autori anch’essi di un pagan stilisticamente semplice, ma dotato di un’energia che non lascia indifferenti. Molto buone sono pure le prove degli act più blasonati Waylander e Adorned Brood: i primi sono tra i migliori esponenti del celtic metal (As The Deities Clash contiene al suo interno le tipiche melodie irlandesi, brano arricchito da uno stacco acustico a dir poco azzeccato), mentre i tedeschi extreme folksters, volendo andare sul sicuro, confezionano una canzone – Sons Of The Damned, tratta da Noor del 2008 – semplice ed efficace al tempo stesso. Bene anche gli Obscurity, formazione attiva dal 1997, che con la dinamica Nach Asgard Wir Reiten da Várar (pubblicata poi nel 2009), tra riff veloci e parti più anthemiche, suonano freschi e personali. Vera sorpresa di MetalMessage V è la traccia degli slovacchi Hromovlad, quella Slavia che, partendo da melodie folkeggianti, arriva con disinvoltura a giri violenti simil black metal. Intriganti i russi Tumulus, autori di un folk progressivo di pregevole fattura: in Kochevonov Plyas compaiono violini e scacciapensieri su inserti tipicamente progressive ’70, mescolanza originale per un risultato interessante. Atmosfere bathoriane invece per la one man band Dark Forest, progetto del canadese David Parks: la canzone Journey To Ever-Eternal Skies è la più lunga del disco (8.11 la durata), un mid tempo sognante e compatto, con i classici cori epici “oh oohh” che riportano alla mente capolavori immortali come Hammerheart e Twilight Of The Gods. Molto bello il brano Volkskracht da Het Zich dei Natan, band senza contratto discografico proveniente dal Belgio: ad un inizio black melodico si contraddice un intermezzo di violino e chitarra acustica di squisito gusto, prima di ripartire con l’accoppiata riff heavy/voce pulita in alternanza a chitarre stridule e scream vocals. Molto buona anche Im Auge des Sturms dei tedeschi Dyrathor - folk con voce growl -, autori di una composizione avvincente e personale.
CONCLUSIONI Ad ascolto ultimato non si può fare a meno di spingere nuovamente il tasto play sul lettore e reimmergersi nelle tante belle canzoni che compongono MetalMessage V, in quanto la qualità media è buona e il disco risulta essere variegato. Inoltre, come detto precedentemente, l’artwork è spettacolare e il prezzo di vendita modico. Una compilation utile e di assoluto valore, perfetta sia per chi è alla perenne ricerca di nuove realtà musicali, sia per i neofiti del genere.
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